I 101 consigli di Wired alla Apple del 1997

All’inizio dell’estate del 1997 Apple sembrava ormai spacciata, destinata a chiudere i battenti o vendersi al miglior offerente. Ora sappiamo che il futuro riservato all’azienda di Cupertino era ben diverso, ma allora, a tre mesi dalla nomina a CEO di Steve Jobs non era facile prevedere che quella compagnia sull’orlo del tracollo avrebbe estratto dalla manica un asso dopo l’altro negli anni a venire.
In quest’ottica non è arduo capire perché sul numero di giugno del 1997 di Wired apparve una cover story dall’eloquente titolo: 101 modi per salvare Apple.  Fra quelle 101 indicazioni, oltre ad alcune trovate sarcastiche, c’erano alcuni buoni consigli che anticipavano quel che sarebbe successo e molti cattivi consigli che per fortuna Apple non ha seguito per niente.

Prendete ad esempio il consiglio numero 34, “Sviluppare il porting dell’OS per la piattaforma Intel”. Al tempo era praticamente un eresia ma dieci anni più tardi lo switch sarebbe definitivamente avvenuto.
Oppure il consiglio numero 37, “Sfruttare gli strumenti facili e potenti di OpenStep di NeXT per motivare una nuova generazione di sviluppatori di software per il Mac”. Dopo il ritorno di Jobs, tre mesi più tardi, questa strada sarebbe stata praticamente segnata.

A fare compagnia a queste ottime soluzioni, anche altre idee strampalate che non avevano molto senso neppure nel ’97, come il consiglio numero 21: “Vendere tutto alla IBM o a Motorola. Apple può diventare la divisione computer di IBM o Motorola.” E’ sufficiente provare ad immaginare che cosa sarebbe potuto succedere se ciò fosse avvenuto per avvertire dei piccoli brividi lungo la schiena. Il peggiore di tutti, e più “shortsighted” dei consigli forniti da Wired è però il primo: “Ammettetelo siete fuori dal gioco dell’hardware. Esternalizzate la produzione dell’hardware o eliminatela interamente per competere con Microsoft in maniera più diretta […]”. Nel 2011 Apple è la maggiore azienda per capitalizzazione azionaria al mondo dopo quasi tre lustri caratterizzati da una strategia operativa diametralmente opposta.

Link: tutti i 101 consigli di Wired.

5 commenti su “I 101 consigli di Wired alla Apple del 1997”

  1. Scusate ma Apple HA esternalizzato completamente la realizzazione dell’hardware. Non mi risulta che al suo interno si faccia nulla di piu (si fa per dire, certo) che progettare l’hardware che poi verrà realizzato da altre parti. più che shortsighted, mi pare profetico. O mi sbaglio?

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  2. quintalozzo wrote:

    Scusate ma Apple HA esternalizzato completamente la realizzazione dell’hardware. Non mi risulta che al suo interno si faccia nulla di piu (si fa per dire, certo) che progettare l’hardware che poi verrà realizzato da altre parti. più che shortsighted, mi pare profetico. O mi sbaglio?

    sì mi pare che hai ragione…

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  3. @ quintalozzo:
    Si ma dato che citavano microsoft è chiaro che intendevano “nessun hardware marchiato apple”.
    Paradossalmente poi è successo che anni dopo la stessa microsoft si è data all’hardware dai mouse alle xbox.

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  4. @ quintalozzo: beh penso che si intenda che Apple non dovesse più progettare e ideare l’Hardware.

    attualmente solo l’assemblamento è dedicato a terzi. la progettazione e la commissione dei materiali è a cura di apple. sicuramente apple non ha più aziende sue che producono.. ma ormai in america sono in pochissimi a non commissionare la realizzazione dei prodotti.

    comunque in pratica anche se non sua, alla Foxxcon ha interi stabilimenti dedicati con macchinari proprietari.

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  5. In verità Apple il consiglio sui processori intel l’ha seguito sin dalla nascita di OsX…

    Se ben ricordate fu lo stesso Jobs a dichiarare che OsX sin dalla sua prima versione fosse compilato in via del tutto sperimentale e top secret, anche per piattaforma intel…..

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