Fake Steve Jobs e la burla di Natale

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Daniel Lyons a.k.a. Fake Steve Jobs

Non possiamo avere la certezza assoluta, ma al 99,99% sembra che Dan Lyons, meglio noto come Fake Steve Jobs, ne stia combinando un’altra delle sue. Il giornalista, editor del blog The Secret Diary of Steve Jobs, ha pubblicato una serie di post in cui dice di aver ricevuto un vero e proprio avvertimento da parte dei legali di Apple e addirittura di aver ricevuto un’offerta economica per chiudere definitivamente il proprio sito. La blogosfera ha subito ripreso la notizia e sono fioccati i commenti scandalizzati e le accuse alla liberticida Apple. Molti importanti blog mac-oriented, anche italiani, sembrano essersi completamente dimenticati che Dan Lyons è l’autore di un blog satirico e parodistico: leggendo attentamente e con occhio sufficientemente critico i post in cui Lyons parla della vicenda si possono scovare molti indizi della natura farsesca dell’intero resoconto. Aggiornamento: Fake Steve ha confermato che si trattava di uno scherzo nel suo ultimo post! Continua a leggere se vuoi sapere com’è andata la storia!

Tutto è cominciato con due post, in questo caso dal chiaro intento satirico, che prendono spunto dalla vicenda della chiusura di Think Secret. In questi due interventi Lyons sbeffeggia la EFF, Electronic Frontier Foundation, ovvero l’ente che ha fornito il supporto legale a Nick Ciarelli di Think Secret nel contenzioso contro Apple. Terry Gross, il legale che si è occupato della difesa di Ciarelli, avrebbe dichiarato che la chiusura del sito è una vittoria per la libertà e per il primo emendamento, indicando Apple come parte sconfitta. A partire da questa dichiarazione Lyons annuncia ironicamente il lancio di un programma di amnistia per tutti i blogger che vorranno chiudere i propri siti in cambio di denaro e in nome della presunta libertà di stampa.

Il finto Steve hai poi scritto un post in cui racconta espressamente di aver ricevuto un offerta da Cupertino al fine di raggiungere un accordo a la Think Secret, corredando il post di un indizio fondamentale che lascia intendere l’inizio della burla

To all of you who celebrate Christmas I wish you a happy holiday. To everyone else, enjoy the time off. Spend time with your loved ones. Turn off your computer. Remember what’s important. Little hint: It ain’t this. Peace out to all, and to all a good night.
A tutti coloro che celebrano il Natale auguro buone feste. A tutti gli altri, godetevi le vacanze. Passate il tempo con i vosti cari. Spegnete il computer. Ricordatevi cosa è importante. Piccolo suggerimento: non è tutto questo. Pace a tutti e buonanotte a tutti.

I legali di Apple non gradiscono però l’articolo in cui Dan rivela la faccenda dell’offerta segreta ed ecco che negli articoli successivi si sviluppa la storia: Lyons parla di due lettere legali arrabbiatissime, ricevute per posta elettronica, nelle quali gli avvocati di Apple minacciano la denuncia sulla base di tre post scritti in passato dal giornalista nei quali vengono rivelati particolari sui futuri prodotti di Apple. La tesi è che Lyons avrebbe una talpa a Cupertino che gli rivela indiscrezioni scottanti, come il fatto che l’iPhone avrebbe avuto un solo tasto, l’arrivo dell’SDK per gli sviluppatori (si capisce il sarcasmo?) . Nel frattempo Dan si è procurato un avvocato tutto suo, dato che la EFF in seguito alle sue frecciate ironiche si sarebbe rifiutata di aiutarlo, e proprio il suo legale lo tranquillizza: Apple non ha nulla in mano e i tre post incriminati non sono a suo parere sufficienti per una denuncia. Anche in questo caso il tutto è condito da una buona dose di ironia.

La vicenda raggiunge lo spannung con l’ultimo articolo pubblicato 173516__andy_kaufman_l.jpgdomenica in cui Dan racconta di essere riuscito ad ottenere un incontro con un importante rappresentante della squadra legale di Apple anche se purtroppo il suo avvocato Tony Clifton non può essere presente. E’ qui che la burla si rivela in tutta la sua brillante genialità. Tony Clifton altri non è che lo scorbutico cantante swing impersonato in passato dal comico Andy Kaufman (video da YouTube), di cui Dan Lyons inserisce addirittura una foto nell’articolo e che forse vi ricorderete per la grande interpretazione di Jim Carrey nel film biografico Man on the moon. L’intera burla ricorda molto lo stile surreale del compianto Kaufman (foto a destra), la cui montatura più famosa è forse quella dell’eterno litigio con il Wrestler Jerry Lawler, che addirittura fingerà di picchiarlo al David Letterman Show, scatenando gli improperi e le minacce di denuncia del comico inviperito. (video da YouTube)

Nell’ultimo articolo Lyons racconta di come durante l’incontro abbia cercato di buttarla sul piano etico senza successo dato che l’avvocato arriverà fino ad offrirgli 500.000$ per chiudere il blog, sordo alle rimostranze morali del giornalista:

Ma voi mettete Martin Luther King Jr. nei vostri spot. E John Lennon. C’era Gandhi nei vostri spot. Gandhi, ragazzi. Pensateci. Pensate a cosa ha fatto Gandhi nella sua vita, per cosa ha lottato, il prezzo che ha pagato per la libertà d’espressione. Tirate fuori un simbolo come quello, un riferimento abbastanza carico di significato, no? Una potente metafora. Voglio dire, Gandhi non è una celebre e inetto cantante come John Mayer. Non è un tipo qualsiasi che potete usare per promuovere un prodotto. Se sganciate la bomba-G (come Gandhi n.d.t.) state dicendo qualcosa sul tipo di compagnia che aspirate ad essere. Ma adesso vi mettete a pagare i reporters perché smettano di parlare di voi? Che ca..o vi è successo ragazzi?

Mi risponde: Sono autorizzato ad arrivare fino a 500.000 dollari, non di più.

Alla fine Lyons rifiuterà la faraonica offerta dell’avvocato in nome della libertà e si beccherà pure del cretino dal proprio avvocato Tony Clifton che non si capacita del rifiuto: Certe persone meritano di rimanere povere! Buon Natale, imbecille!

Se non bastasse il fatto che tutto questo surreale racconto è pubblicato su un blog satirico e dissacrante per carpire l’ironia che vi si cela dietro, vi basti ricordare che il sito appartiene al circuito di Forbes, il giornale su cui Dan Lyons scrive da molti anni. Forse che Forbes non potrebbe mettere in campo tutti gli avvocati che vuole per difendere la libertà di un proprio cronista? E’ risaputo poi che a Cupertino Fake Steve Jobs gode di buona fama anche fra i big e i tre post incriminati sembrano scelti apposta per fare leva sul sensazionalismo e sulla facilità con cui la gente riesce ad indignarsi e a levare barricate per un nonnulla. Lyons dimostra ancora una volta di possedere notevoli capacità farsesche e di saper utilizzare il proprio blog come potente mezzo comico-mediatico.

3 commenti su “Fake Steve Jobs e la burla di Natale”

  1. Grazie Paolo ! Per chiarezza avevo inviato anche un email a Daniel Lyons che oggi mi ha risposto così:

    I thought everyone would realize it was fake from the get-go. Huge mistake on my part. I never intended to trick people. I really thought they would get that it was fake.
    (Pensavo che tutti avrebbero capito che era una farsa sin da subito. Grave errore da parte mia. Non avevo assolutamente intenzione di ingannare le persone. Pensavo davvero che tutti si sarebbero accorti che si trattava di una farsa.)

    Seppur involontariamente, il buon vecchio Fake Steve l’ha fatta a tutti. Questo la dice lunga su quanto possa essere controproducente l’indignazione immediata o la voglia di credere assolutamente a qualcosa che confermi i propri pregiudizi o le proprie speranze. Seppur in ambito diverso, vi ricordano nulla la cipolla e il gatorade?

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