Chiunque abbia un po’ di sale in zucca non comprerebbe mai prodotti elettronici per più di mille euro da una persona contattata online senza controllare ciò che gli viene venduto. Non rientra in questa categoria di individui la ragazza australiana che nel tentativo di acquistare un paio di iPhone sottobanco per circa 1500 dollari australiani si è portata a casa due scatole (originali, almeno quelle) con dentro un paio di mele.
Come è possibile che una simile operazione illegale possa andare a buon fine? Beh, pare che la vittima vi abbia messo del suo quanto a ingenuità (qualcuno potrebbe suggerire un più feroce “incapacità di stare al mondo”).
La ragazza ha spiegato tutto alla polizia di Upper Mt. Gravatt, un sobborgo di Brisbane: qualche giorno dopo aver postato un annuncio sul sito Gumtree alla ricerca di un paio di iPhone da acquistare è stata contattata da una donna che le proponeva un affare.
La ragazza e la donna si sono incontrate presso un McDonald ed è avvenuto lo scambio: 1500 dollari australiani (1008€ al cambio) per quelli che dovevano essere due iPhone nuovi, ancora sigillati nelle loro scatole.
La ragazza, sicura di aver fatto un buon affare, non si è premurata di aprire le due confezioni sigillate finché non è arrivata a casa. Solo allora ha scoperto di essere stata fregata: nelle scatole c’erano sì due “apple”, ma di quelle con la “a” minuscola. Degli iPhone nessuna traccia.
Le due mele sono ovviamente ciò che distingue la storia di questa piccola truffa da tutte le altre che avvengono ogni giorno del mondo.
Potevano esserci due sassi, dentro quelle scatole, in perfetto stile “contropaccotto”. E invece no, con uno spiccato senso dell’ironia la truffatrice aveva scelto di usare proprio due pomi, giusto per aggiungere la beffa al danno.
Particolarmente interessante il dettaglio relativo al luogo dello scambio: non è la prima volta che una truffa di questo genere avviene presso un McDonald’s. Un paio di anni fa una donna statunitense aveva acquistato un iPad di legno a 180$ nel parcheggio di un punto vendita della nota catena di FastFood in South Carolina. A peggiorare le cose, allora, non c’era nemmeno il dettaglio della scatola sigillata.
Fast Food, America, Australia. Siamo tutti tentati da un nesso basato sulle orribili abitudini alimentari delle vittime di queste storie. Attenti a non saltare troppo velocemente alle conclusioni, però, perché il primato dei “pacchi” a tema Apple è tutto italiano.
Nel dicembre del 2011 una ditta di Assago acquistò 324 iPad per la tutt’altro che modica cifra di 148.000 e si vide recapitare mattoni e blocchi di tufo sapientemente inscatolati.
Come dicevano in hustle, non si può imbrogliare una persona onesta…