Kyle McDonald è convinto che il modo in cui fissiamo i computer mentre li stiamo usando sia sintomatico di uno stato di auto-alienazione legato al rapporto con l’interfaccia digitale. Per provare questa sua teoria l’artista originario di Brooklyn ha realizzato un progetto che si intitola “Staring at computers” e che consta di migliaia di immagini ottenute grazie ad uno speciale programma “spia” che fotografa i clienti a loro insaputa sui Mac di un paio di Apple Store newyorchesi.
“Ho pensato che se fossimo in grado di vederci mentre [fissiamo i computer] potremmo pensare di più ad essi e al modo in cui li utilizziamo”. Apple prima e il Secret Service americano non hanno condiviso le considerazioni artistiche di McDonald. Giovedì mattina alcuni agenti federali hanno provveduto a confiscargli un paio di computer, un iPod, due pennine USB e ad avvertirlo che Apple si sarebbe fatta viva in separata sede, molto probabilmente non al fine di offrirgli the e pasticcini.
Quello che McDonalds sembrava non aver messo in conto è che il suo programmino spia stava violando la privacy dei clienti degli Apple Store in maniera abbastanza lampante. Il software provvedeva infatti a scattare una foto dell’ignaro utente che si trovava a passare davanti al Mac per poi inviarla a McDonald, che ha raccolto le migliori in un blog Tumblr e in un video che illustra tutto il progetto. Compreso “lo show finale”, ovvero una performance digitale non autorizzata avvenuta domenica all’Apple Store di Soho. In quel caso l’applicazione installata da McDonald faceva vedere subito al cliente la foto per poi proporgli una carrellata con le immagini di altri soggetti scattate nei giorni precedenti.
Stando a quanto scrive Mashable McDonald sembra cadere un po’ dalle nuvole e sostiene di essere sicuro di non aver fatto nulla di male. E in effetti il progetto sarebbe anche interessante, se non fosse che scattare e rendere pubbliche fotografie di soggetti che non hanno fornito il proprio consenso è palesemente illegale. L’artista sostiene anche di aver ricevuto una parvenza di consenso chiedendo ad una guardia il permesso di scattare fotografia all’interno degli Store e ha aggiunto che chiunque non voglia comparire sul suo blog Tumblr non ha altro che da chiedere di rimuovere la foto. Una linea difensiva che non dà l’impressione di essere pronta ad affrontare una giuria in un tribunale.
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"L’artista sostiene anche di aver ricevuto una parvenza di consenso chiedendo ad una guardia il permesso di scattare fotografia all’interno degli Store"
Fantastico :)