Qualche giorno fa HD Blog ha pubblicato la foto di un nuovo store-in-store (ovvero un’area monomarca all’interno di un negozio più grande) aperto da Samsung nel punto vendita Euronics del Centro Sicilia, il centro commerciale in cui sabato scorso Apple ha inaugurato l’Apple Store di Catania.
Impossibile non notare che la “tappezzeria” del punto vendita non ha niente a che fare con Android o Bada, i due sistemi operativi che montano la maggior parte degli smartphone e dei tablet dell’azienda coreana: le icone mostrate nelle illustrazioni a muro sono quelle delle app di iOS. All Things Digital ha ripreso la foto segnalando la strana anomalia, ritenendola particolarmente significativa alla luce della battaglia legale che contrappone Apple e Samsung.
Vi aspetterete forse che anche io mi unisca al coro del “ecco un altro chiaro esempio del plagio spudorato”. Non lo farò, perché questa immagine non significa nulla nel contesto delle cause in corso fra i due giganti. E’ solo testimonianza (divertente e facile da irridere) di una “sciatteria commerciale” e dell’incapacità del colosso coreano di gestire i dettagli della propria retail experience globale.
Se la scarsa attenzione ai dettagli fosse un elemento valido per beccarsi una denuncia, i tribunali americani che si occupano di proprietà intellettuale sarebbero intasati di cause. A mia memoria non ricordo alcun tipo di azione legale nei confronti di Nokia da parte di Apple che fosse scaturita dalle sviste grafiche nei volantini dell’azienda finlandese. Si può dire anzi che queste piccolezze, divertenti per gli utenti ma assai marginali in un quadro più ampio, non abbiano avuto alcun ruolo nel mega-accordo che ha messo fine allo scontro legale fra Nokia e l’azienda di Cupertino.
Nel caso specifico la parete dell’area Samsung piastrellata di icone iOS non avrà peso nell’economia dello scontro con Apple. Non più di quanto ne abbiano avute le cover magnetiche per i Tablet Galaxy col bollino “designed for Samsung Mobile”, malsana idea dell’azienda del nipote del presidente del CdA dell’azienda coreana subito cassata non appena la tremenda boiata nepotistica fu spiattellata online.
S’aggiunga che probabilmente l’uso delle icone sbagliate nello stand Samsung è da attribuirsi a una disattenzione dei grafici cui Euronics ha affidato la realizzazione degli adesivi da parete, e non a Samsung, salvo che direttamente dall’azienda madre (o da qualche controllata) siano arrivati i pannelli incriminati.
L’attenzione ai dettagli che Apple, nonostante l’enorme scala raggiunta dall’azienda, riesce ancora ad esprimere in ogni aspetto del proprio business, ha reso sempre più evidenti questi piccoli incidenti di percorso che probabilmente altre grandi corporation ritengono semplici effetti collaterali della proprio dimensione e della propria complessa struttura gerarchica globale.
Per un’azienda di medie dimensioni riuscire a piazzare un proprio prodotto all’interno dell’Apple Store, online o di “calce e mattone”, è un’esperienza al cui confronto gli incubi sull’esame di maturità sono piacevoli sogni notturni. La selettività di Apple nel settore retail e il modo in cui l’azienda gestisce le partnership (anche quelle con in grandi nomi del settore dell’elettronica di consumo) si estende molto spesso fino ai confini dell’arroganza. Il risultato è un’esperienza che agli occhi del cliente è cristallina, inattaccabile, qualitativamente superiore. Lo stesso vale per l’approvazione dei cosiddetti store-in-store, come quelli dei punti vendita Media World, o per la concessione della “licenza” ad un Premium Reseller.
La concorrenza non opera così e in molti casi si “accontenta” di un livello diverso, fra il sufficiente e il buono meno meno. Non è un’onta, non è un reato. E’ un diverso modo di fare affari e di gestire un business retail. Limitiamoci a prenderne atto e limitiamoci a sorridere di fronte a certi scivoloni, senza volerli per forza collegare a battaglie molto più serie che si giocano su piani che non queste piccolezze non hanno niente a che spartire.
Update: HdBlog segnala che Samsung c’ha messo le pecette.
Baldassare 26/09/2011 il 13:49
.. veramente un qualche profilo di illecito esiste .. da un lato (Apple) non si possono utilizzare per scopi commerciali beni protetti da copyright di altre società senza il loro consenso .. dall’altro lato (consumatori) .. é pubblicità ingannevole .. in quanto attiva nei consumatori l’aspettativa di un prodotto (che comprende anche la user experience di Apple) che poi non troverà .. a parte la .. “sciatteria commerciale” e l’incapacità del colosso coreano di gestire i dettagli della propria retail experience globale.” .. c’è da fargli causa (da parte di Apple) e da parte di qualche associazione di consumatori .. io la invierei ad Apple .. per si e per no :-))
rogerdodgerTM su twitter 26/09/2011 il 14:40
sono d’accordo, non mi sembra nulla di grave, ma l’indice di quello che ha ben descritto Camillo nell’articolo.
duromane 26/09/2011 il 22:02
penso anche io si tratti di sciatteria.
Buffo, vorrei far notare che cliccando sull’articolo mi è apparsa per 15 secondi a tutta pagina la pubblicità di un Samsung Galaxy….è solo un caso?