La guerra dei cloni: lunga vita alla licenza di Mac OS X (prima parte)

La notizia è di pochi giorni fa: Psystar è tornata all’attacco. L’azienda produttrice di cloni è pronta ad uscire dal regime di protezione dalla bancarotta e ha lanciato un nuovo PC con Mac OS X preinstallato.
Nel frattempo, nel vecchio continente, la tedesca PearC si espande in altri paesi, forse con l’intenzione di seguire le orme del clonatore americano, candidandosi a diventare la Psystar europea. Ma nel vecchio continente quali sono le regole? La EULA di Mac OS X ha pieno valore legale?

Per rispondere a questi dubbi e analizzare la situazione in maniera più approfondita abbiamo chiesto un parere al Dottor Gianluca Craia, consulente legale dello staff di noze s.r.l. ed esperto di proprietà intellettuale nel mondo ICT. Oggi ne pubblichiamo la prima parte.

Della legalità dei cloni

Da quando al MacWorld Expo di San Francisco del 10 gennaio 2006 la casa di Cupertino ha ufficialmente confermato il passaggio alla piattaforma Intel, il suo sistema operativo è divenuto oggetto di interesse e di business per numerose imprese che propongono ai loro clienti sistemi hardware capaci di far girare Mac OS X, alternativi a quelli proposti da Apple stessa.
Uno su tutti per la rilevanza, i numerosi risvolti legali e colpi di scena è il caso Psystar, ma, senza dubbio, molte sono le proposte per costruirsi un sistema Apple “alternativo”.


Appurato che a livello di codice sorgente l’operazione è possibile, la domanda amletica da porsi è: “la normativa vigente permette queste pratiche?”

La risposta è molto complessa, entrano in gioco infatti vari livelli di intervento legislativo a partire dagli accordi internazionali sulla proprietà intellettuale (TRIPs) passando per la normativa comunitaria fino ad arrivare alle previsioni sul diritto d’autore della l. 633/1941 e s.m.i.(Legge sul Diritto d’Autore d’ora in poi LDA).

Quest’ultimo testo normativo ha come scopo la tutela delle opere dell’ingegno di carattere creativo, quindi opere letterarie, musicali, architettoniche, cinematografiche etc… (Cfr. art 1 legge citata).
Dato il rapido sviluppo frutto della rivoluzione digitale, il testo normativo ha subito numerosi interventi successivi, così da adeguare il vecchio impianto alle nuove esigenze della società dell’informazione.

Le varie novelle sono state tutte conseguenti ad esigenze sovranazionali esattamente come sovranazionale e non territoriale è stato lo sviluppo di Internet.
Per questo hanno ricevuto tutela nuove opere dell’ingegno come il software, di pari passo con le nuove manifestazioni di opere dell’ingegno tradizionali, come, ad esempio, le opere musicali o le arti figurative realizzate su formati diffusi attraverso la rete.

In particolare la legge dispone che l’autore dell’opera sia “dominus” incontrastato di essa, non solo nell’immediatezza della realizzazione, come può avvenire per gli altri beni, ma anche una volta che il bene sia entrato nella disponibilità di terzi, che vi siano suoi sviluppi successivi e, soprattutto, in fase di utilizzazione.

Chi realizza un software ne ha un completo controllo e potrà decidere come esso debba essere utilizzato con una quasi totale discrezionalità.

End User License Agreement

Il titolare del diritto perciò può concedere l’utilizzo del programma ponendo delle restrizioni.
Lo strumento giuridico che consente di mettere in atto queste limitazioni è la licenza, meglio conosciuta come EULA (End User License Agreement)

Il sistema operativo di Apple ne ha una molto particolare. Essa concede l’utilizzo del software solo su un computer Apple.
Di seguito un estratto – grassetto aggiunto per enfasi (per la licenza in versione estesa: http://images.apple.com/legal/sla/docs/macosx105.pdf):

2. Usi consentiti e restrizioni della Licenza.
A. Uso individuale.
Questa Licenza consente di installare, utilizzare ed eseguire una (1) copia del Software Apple su un solo computer Apple alla volta. L’utente accetta di non installare, utilizzare o eseguire Software Apple su un computer non Apple o di consentire a terzi di farlo. Questa Licenza non permette la coesistenza contemporanea del Software Apple su più di un computer e non consente di mettere a disposizione il Software Apple su un network dove potrebbe essere utilizzato da più computer…”

Secondo quanto sopra, Mac OS X può girare legittimamente solo su hardware marchiato Apple e commercializzato dalla casa di Cupertino, oppure da altri soggetti che con quest’ultima abbiano accordi particolari (al momento nessuno).

Corollario di ciò è che è illegittima la condotta di quel soggetto che installa software coperto dalla licenza di cui sopra su hardware non Apple.

Il caso Psystar

E’ facile ricondurre a questa fattispecie il caso Psystar.
La suddetta impresa infatti fornisce ai propri clienti macchine non Apple sulle quali è preinstallato software coperto dalla licenza richiamata.

Psystar, citata in giudizio, ha improntato la sua difesa argomentando che la licenza Apple rappresenterebbe una violazione delle leggi antitrust, in particolare dello Sherman act e del Clayton act.
In sintesi ad Apple veniva contestato l’applicazione di pratiche monopolistiche: tramite la sua policy di licensing l’azienda di Cupertino avrebbe inciso significativamente sulla possibilità dell’utente di scegliere autonomamente l’hardware.

La tesi è stata chiaramente respinta: non può certo dirsi che Apple sia in una posizione di monopolio, considerato che nel mercato dei sistemi operativi vi sono almeno due solide alternative quali Windows e, almeno in parte, Linux (ad esempio nel mercato dei sistemi operativi in versione “server”). In conclusione non si può certo parlare di single brand-market.

La situazione europea

Nonostante la posizione presa dalla corte della California, si va creando nell’ambiente hackintosh il falso mito che in Europa la licenza Apple non reggerebbe di fronte ad una contestazione per violazione delle regole di concorrenza previste dagli art 81 e 82 ss. del TCE (Trattato della Comunità Europea).

Tale analisi si regge su basi poco solide, l’art 81 infatti prevede sanzioni laddove vi siano accordi tra imprese che di fatto diminuiscano la concorrenza e l’art 82 prevede l’abuso di posizione dominante.

Ora, nel caso di specie mancano i presupposti logico-giuridici per l’applicazione delle suddette norme, infatti non c’è un accordo tra imprese (Apple agisce totalmente in autonomia sulla base di un suo business model che non prevede accordi con nessun altro player sul mercato e, anche ove esso esistesse, gli utenti potrebbero comunque rivolgersi ad altri player per ottenere una soluzione sostitutiva) né una posizione dominante.

Le quote di mercato di Apple non la collocano tra i soggetti che il diritto comunitario definisce in posizione dominante, consistendo questa posizione in una situazione di potere economico grazie alla quale l’impresa può “agire in maniera significativamente indipendente rispetto ai suoi concorrenti, ai suoi clienti e, in ultima analisi, ai consumatori” (COM(2008) 832 Def. Comunicazione della commissione Orientamenti sulle priorità della Commissione nell’applicazione dell’articolo 82 del trattato CE al comportamento abusivo delle imprese dominanti volto all’esclusione dei concorrenti).

Appurato che il business model non è anticoncorrenziale, rimarrebbe da verificare se effettivamente sia lecito imporre un utilizzo così ristretto e limitato del software.

Di particolare interesse su questo punto è la recente direttiva di armonizzazione “Direttiva 2009/24/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore” e il suo considerando n° 13 che recita:

I diritti esclusivi dell’autore di impedire la riproduzione non autorizzata della sua opera dovrebbero essere oggetto di un’eccezione di portata limitata nel caso di un programma per elaboratore, al fine di consentire la riproduzione tecnicamente necessaria all’uso di tale programma da parte del legittimo acquirente; ciò significa che il contratto non può vietare gli atti di caricamento e di svolgimento necessari per l’utilizzazione di una copia di un programma legittimamente acquisita e l’atto di correzione dei suoi errori. In assenza di clausole contrattuali specifiche, in particolare nel caso di vendita di una copia di un programma, il legittimo acquirente di detta copia può eseguire qualsiasi altro atto necessario per l’utilizzazione di detta copia, conformemente allo scopo previsto della stessa“.

Sulla stessa linea l’art 5 rubricato “Deroghe relative alle attività riservate” che recita:

“Salvo disposizioni contrattuali specifiche, non sono soggetti all’autorizzazione del titolare del diritto gli atti indicati nell’articolo 4, paragrafo 1, lettere a) e b), allorché tali atti sono necessari per un uso del programma per elaboratore conforme alla sua destinazione, da parte del legittimo acquirente, nonché per la correzione di errori…”

Alle disposizioni di cui sopra fa eco il contenuto dell’art 64-ter della LDA.

Come è possibile evincere da quanto sopra, nell’esercizio dei propri diritti, l’autore può limitare l’utilizzo del programma solo laddove vi sia una precisa clausola contrattuale, clausola che, nel caso di Mac OS X, è ben chiara e presente nella licenza (EULA), all’art 2/A.

La restrizione d’uso imposta da Apple perciò è ben valida nel “Vecchio continente”.

Psystar, Pearc in Europa, e tutte le altre imprese che forniscono PC sui quali è installato Mac OS X perciò violano la licenza.

Diverso e più complesso il caso di ApplePC, e ancora più particolare, il caso di EFI-X, ma di questo ci occuperemo nella seconda parte di questa analisi.

La seconda parte dell’analisi del Dott. Gianluca Craia verrà pubblicata domani.

Si ricorda  che il contenuto dell’articolo è un opinione personale del suo autore e non ha valore di consulenza.

25 commenti su “La guerra dei cloni: lunga vita alla licenza di Mac OS X (prima parte)”

  1. Questo blog è interessante, ma quando si vanno a scrivere articoli SUI (e non contro) cloni mac gli autori diventano di una faziosità incredibile, proprio come emilio fede ne tuo tiggi. Ma la apple almeno vi paga per tutta questa fedeltà? Finchè un giudice non farà chiudere o multerà queste aziende di cloni io riterrò legittima la vendita del loro prodotto. Non dico che andrò ad acquistare quei prodotti (magari tra qualche, chi lo sa) ma se qualcuno vuole comprarseli non vedo il motivo per cui mettersi sempre in mezzo a difendere la propria fede.

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  2. Ovviamente non parlo di questo articolo, parlo di tutti gli altri dove si notano piccoli e apparentemente innoqui attacchi contro qualunque cosa vada contro apple, in particolare i cloni mac.

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  3. @ Luca Faligi:

    Capisco la posizione di Boskoviana memoria: fuori gioco è quando arbitro fischia…ma il gol frutto di una svista arbitrale non fa discutere per tutta la settimana e inveire contro l’ingiustizia?
    In quel caso l’arbitro (il giudice del nostro caso) non ha fischiato ma l’ingiustizia si è comunque realizzata e il danno è prodotto.
    Non si tratta di difendere Apple, si tratta di dire che è fuorigioco!!!
    Se qualcuno ha un’idea, un software, un prodotto migliore la sviluppi ed entri nel mercato a testa alta.
    Guardate il fenomeno linux e l’open source, senza la forza delle multinazionali si stanno ricavando una presenza importante nel mercato.

    P.S: Per chi richiede la sintesi, I CLONI MAC SONO FUORI LEGGE…almeno per ora.

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  4. @ Luca Faligi: come ogni giornalista, anche i blogger che postano qui lasciano trasparire le loro personali opinioni nei loro post; chi scrivendola direttamente, chi lasciandola intuire ai lettori più attenti.

    Se uno è contrario ad una certa cosa, parlando e scrivendo esprimerà la sua opinione: non saremmo umani se non avessimo le nostre idee

    D’altra parte, però, Voltaire disse: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.” E, parafrasando un pochino possiamo adattare questa frase al nostro caso: “Sono contrario agli Hackintosh, ma se vuoi comprartelo darei la vita perché ti fosse concesso.”

    Ora: non darei la mia vita perché qualcuno possa acquistare un Hackintosh, ma spero che la mia idea sia stata capita.

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  5. AlexMM dice:

    @ Luca Faligi: come ogni giornalista, anche i blogger che postano qui lasciano trasparire le loro personali opinioni nei loro post; chi scrivendola direttamente, chi lasciandola intuire ai lettori più attenti.
    Se uno è contrario ad una certa cosa, parlando e scrivendo esprimerà la sua opinione: non saremmo umani se non avessimo le nostre idee
    D’altra parte, però, Voltaire disse: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.” E, parafrasando un pochino possiamo adattare questa frase al nostro caso: “Sono contrario agli Hackintosh, ma se vuoi comprartelo darei la vita perché ti fosse concesso.”
    Ora: non darei la mia vita perché qualcuno possa acquistare un Hackintosh, ma spero che la mia idea sia stata capita.

    CHE PERLA DI SAGGEZZA!!!!GRANDEEEE AlexMM!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  6. Luca Faligi dice:

    ma quando si vanno a scrivere articoli SUI (e non contro) cloni mac gli autori diventano di una faziosità incredibile, proprio come emilio fede ne tuo tiggi.

    ?? Ma cosa dici? una volta tanto che un giurista chiarisci al di fuori di ogni ragionevole dubbio legale l’illegittimità di un business come quello PearPC, gli si da del fazioso? Ma secondo te le leggi a cosa servono?

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  7. AlexxMM concordo, anche i giornalisti più importanti sono di parte. Eppure c’è modo e modo per essere di parte. A me questo (quello dei post precedenti sui cloni mac, non di questo dove infatti c’è poca traccia di persieri degli autori) sembra un modo sottile ma fazioso. Ricordo che in questo blog attaccarono i cloni psystar perchè le ventole facevano rumore (e poi sotto con le ventole col rumore di una turbina anche sui nuovi modelli dove questo problema è stato risolto), o titoli come “dalla russia col furgone”. Insomma mi sembrano più titoli da girlpower o studio aperto o rete4, non per un blog che a parte gli articoli sui cloni mac è serio

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  8. L’avevo capito. Consulente legale ovvero avvocato?

    Ne approfitto per domandare se è possibile comprare un computer Apple e chiedere il rimborso della licenza del sistema operativo come si può fare con Windows. Se no, perchè?

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  9. Interessante articolo, ed ancora maggiormente i commenti…
    Finalmente qualcuno che si lamenta della faziosita’ di troppi (non di questo) articoli che vengono postati.
    Faziosita’ ed opinioni personali sono due cose distinte e facilemtne derimibili.
    Concordo con la visione Volteriana (quasi DeAndrettiana) di AlexxMM.
    Per Luca Faligi: interessanti le domande su eventuale rimborso del costo del SO. In effetti se vale per Windows non si capisce come mai non dovrebbe valere anche per chiunque altro! (Ma tante cose vere per Windows non si applicano direttamente ad Apple no?)
    Detto questo lsa posizione di gl_craia e’ solo una delle tante possibili analisi del problema, anche se molto attenta ed apparentemente (per un non addetto ai lavori) convincente. Se chiediamo a dieci giudici ci daranno dieci interpretazioni diverse. Niente e’ scritto esplicitamente ma le leggi vanno sempre interpretate, comprese e va seguito lo spirito del legislatore, quando e’ possibile determinarlo, in modo da colmare le eventuali lacune.
    Ovviamente se la cosa fosse cosi’ semplice la Apple avrebbe gioco facile a denunciare chiunque e chiedere cifre astronomiche come rimborso, ma visto che non lo fa, se non in maniera plateale con Psystar (che sembra veramente una cosa costruita ad arte per creare un precedente lgislativo), evidentemente la verita’ e’ di piu’ difficile identificazione.

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  10. @ Paolino Paperino:

    scusa non per essere polemico ma…. questo sito si chiama theapplelounge… mi sembra naturale e scontato un minimo di faziosità, non trovi?

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  11. @ tutti quelli che dicono che non ci dovrebbero essere faziosità in questo blog: ricordo a tutti, come è già stato fatto, che questo blog riguarda Apple e prende visione delle notizie dal punto di vista degli utenti Macintosh.

    Se quindi gli autori esprimono faziosità (o opinioni, come le volete chiamare) verso cloni, peraltro illegali, non è assolutamente sbagliato. Mi sono allontanato da molti altri blog di Apple perché frequentati da persone contro la suddetta piattaforma: se volete i cloni, potete averli, ve lo impedisce solo la legge. Non so come funzioni con coloro che acquistano un clone, ma so che comunque io non lo farei.

    Potete dire tutto quello che volete: potete dire che “Apple non è più quella di una volta”, che “La qualità è scaduta” o che “Non ci sono più le mezze stagioni”, ma io continuerò a rimanere della mia idea: se compro Apple è per scelta! Scelgo di avere un computer bello, funzionante, veloce e che durerà nel tempo; scelgo un sistema operativo che mi lascerà fare ciò che voglio senza chiedermi l’autorizzazione per muovere il mouse e senza schermi blu.

    Inoltre, credete che Apple potrebbe vendere Snow Leopard a soli 29€, se non producesse hardware? Microsoft deve far rientrare tutte le spese di “ricerca” (sottolineo le virgolette) per Windows nel prezzo esagerato della versione Ultimate; Apple fa rientrare la ricerca vendendo iPod, iPhone, iMac, Macbook, Apple TV ecc ecc…

    Quindi, se davvero si espandesse il mondo dei cloni ed Apple non riuscisse a contrastarlo… addio Snow Leopard a 29€, addio iLife/iWork a 79€, addio Mac Box a 129€ e così via!

    Per fortuna c’è ancora gente che vuole un computer come si deve e opta per la qualità e non per la quantità: probabilmente gli attuali iMac mancheranno del lettore SD (peraltro presente nella linea portatile), mancheranno dell’uscita HDMI (che poi… mi sono sempre chiesto a che serva su un computer che ha già uno schermo HD) e mancheranno di espansioni, ma almeno funzionano da subito!

    Io adoro trafficare col computer, ma voglio farlo su un computer di cui sono sicuro: sugli assemblati PC avrei paura a lavorare; fra crash di Windows e magari qualche cavo collegato male… perdo tutto il lavoro!

    Poi questa è la mia idea… Come ho già detto molte volte, continuo a ripetere: volete i cloni? Prendeteli.

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  12. @ Stivy:
    Non concordo. Uno dei motivi per cui leggo questo blog e’ perche’ e’ uno dei meno faziosi. Sinceramente l’elogiare, oltre ogni ragionevole dubbio, una schifezza solo perche’ e’ made in Cupertino mi disgusta. Preferisco invece un’analisi attenta e scientificamente attendibile di software, hardware e quant’altro, ma appunto senza faziosita’. Pretendere che Apple sia depositaria di verita’ assolute mi sembra pretestuoso e, peggio ancora, controproducente.
    @ AlexxMM:
    Il tuo ragionamento non sta in piedi. Se fosse come dici Windows, che ha quasi il monopolio sul software (compresi i sistemi operativi) dovrebbe costare zero o quasi.
    Secondo me e’ evidente che Apple e’ avvantaggiata nel prdurre software chiuso, ovvero che gira solo su proprio hardware, ovvero su hardware certificato. Ovviamente per fare cio’ deve costruirsi un mondo tutto suo entro cui poter sopravvivere. Questo ovviamente e’ legittimo e funziona pure bene, ma non legittima, a mio avviso, pratiche commerciali (secondo me) scorrette, ovvero che vanno contro il consumatore finale, ovvero che limitano l’utilizzo di una cosa che uno ha comperato.
    Se compero un pc devo poter essere in grado di usarlo come meglio credo, e non come specificato da chi melo vende! Lo stesso vale per il software (Sistemi Operativi compresi), e per la musica!
    Capisco che Apple non voglia, non possa, non sia in grado di certificare il funzionamento di Leopard con qualsiasi pc sul mercato (cosa che Windows fa e che gli crea, ovviamente, qualche problema) ma questo e’ una feature e/o limite di Apple che al momento dell’acquisto uno valutera’. Resta il fatto che e’ assolutamente insensato (non illegale bada bene) dire che non si possa far girare Leopard su hardware non Apple, come sarebbe pretendere che Apple fornisca assistenza se fai girare Leopard su hardware non certificato. Resta poi il fatto che le leggi dovrebbero essere innanzitutto sensate, ovvero andare incontro al senso comune e quindi troverei piu’ che ragionevole che una ditta venda leopard su hardware non Apple se ne acquista i diritti.

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