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Office per iPad, primo segno della nuova Microsoft

Il lancio di Office per iPad, giovedì scorso, ha segnato una nuova era per Microsoft. Un’era in cui, per la prima volta, Office non è corredo esclusivo di una qualche versione di Windows al fine di favorirne la diffusione e le vendite. Una nuova Microsoft che ha finalmente preso atto degli enormi cambiamenti avvenuti con l’avvento della cosiddetta era “post PC” e dell’irrilevanza cui si è auto-costretta a causa del ritardo con cui l’azienda ha risposto alla rivoluzione “mobile”.
Una nuova Microsoft, insomma, che con il nuovo CEO Satya Nadella cerca di lasciarsi alle spalle quella infelice risata con cui Steve Ballmer commentò il lancio dell’iPhone e che finalmente prende atto che la battaglia da combattere è quella finalizzata a mantenere una rilevanza in uno scenario completamente rivoluzionato.

Questa accettazione ha molto a che fare con le dimissioni di Steve Ballmer. Lo storico CEO  di Redmond era davvero il baluardo della Microsoft che fu. Ballmer va capito: riconoscere un cambiamento così grande nei presupposti del mercato che Microsoft ha sempre dominato e ammettere di aver perso il primo treno per la generazione di profitti nel settore mobile significava mettere in discussione i suoi valori personali, ancor prima che quelli professionali.

Un solo esempio: nel 2008 Ballmer fu il sostenitore più forte della campagna “I’m a PC”, con cui Microsoft tentava di “urlare al mondo” (letteralmente) un messaggio del tipo “siamo ancora qui e siamo ancora importanti!” mentre il settore mobile iniziava a galoppare e le vendite dei PC a dare segni di chiara flessione.

Non c’era ancora l’iPad, quindi qualcuno potrebbe pure sostenere che non era possibile prevedere il totale sovvertimento dell’ordine tecnologico costituito che abbiamo potuto constatare negli anni successivi. Ricordiamoci però che stiamo parlando del capitano della (allora) seconda azienda del mondo per capitalizzazione di mercato, non di Gigi l’esperto di computer fanatico del PC che sta sempre al bar all’angolo. Da un individuo di questa caratura e di questa esperienza ci si aspetta una visione a lungo termine e non quella reazione emotiva e auto-illusoria che non si è mai spenta del tutto nel corso degli ultimi anni della gestione Ballmer.

Va detto che Office per iPad è stato sviluppato (in gran ritardo) mentre Ballmer era ancora CEO, ma questo è un aspetto secondario. Microsoft aveva tutte le risorse necessarie a creare il prodotto e non farlo sarebbe stato semplicemente innaturale. Sono altri elementi, rispetto all’esistenza stessa di Office per iPad, a testimoniare il grande cambiamento. La decisione di rilasciarlo in tempi rapidi, ad esempio, ma soprattutto quella di accettare i diktat che il nemico di sempre, Apple, impone per la pubblicazione sulla propria piattaforma di distribuzione. In parole povere: provate ad immaginarvi Ballmer che accetta di versare a Cupertino il 30% degli abbonamenti ad Office 365 sottoscritti all’interno di Office per iPad. E’ come tentare di visualizzare il concetto del nulla. La mente di un essere umano non può riuscirci.

L’altro aspetto fondamentale, che già accennavo qualche paragrafo più sopra, è l’accettazione di un nuovo obiettivo. Non più il dominio assoluto e congiunto Office + Windows, né il mantra Windows everywhere come cielo stellato e legge morale dell’azienda, bensì la rilevanza e la presenza sul maggior numero di piattaforme possibili.
Non a caso Nadella ha parlato della necessità di portare Office su tutti i sistemi che gli utenti ormai utilizzano. Un dirigente con la sua formazione e la sua provenienza (divisione Cloud di Microsoft) ha presente il quadro attuale del mercato meglio di chiunque altro. Ne comprende le inside e le infinite difficoltà e sa anche che il vecchio paradigma di Microsoft non può più esprimere la stessa forza che esprimeva fino a una decina d’anni fa.

Ecco perché quella che Nadella sa di dover condurre è una battaglia per ritrovare la rilevanza perduta. Bill Gates, che è persona di infinita intelligenza, si è addirittura fatto più da parte di quanto avrebbe potuto pur di non interferire con un nuovo corso al quale non avrebbe potuto contribuire davvero, dato un bagaglio esperienziale ed emotivo ancora più gravoso di quello di Ballmer.

Solo il tempo, naturalmente, ci dirà se questo cambiamento è arrivato troppo tardi perché Microsoft riesca ad abbandonare il (lungo) vicolo cieco che Ballmer aveva imboccato, ma altre scelte e possibilità non erano ormai più sul tavolo.

Redazione

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  • Interessante articolo ma non posso fare a meno di notare, come la "nuova" microsoft usi il vecchio cavallo di Troia (Office) che aveva usato anche negli anni 80 sul Mac.
    Già il fatto che da Office per iPad non si possa stampare mi fa indispettire e pensare che forse sotto sotto è cambiato molto meno di quello che sembra.

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