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iPhone 4S, the day after. Qualche considerazione su Tim, Steve e i delusi

C’è un sentimento negativo che serpeggia in questa prima giornata che segue il lancio di iPhone 4S: è la delusione che moltissimi utenti (fan di Apple o molto più spesso semplici osservatori col pallino della tecnologia) hanno espresso nelle scorse ore attraverso i social network e nei commenti ai nostri articoli. Ci si potrebbe scrivere un trattato, ormai, su come le aspettative che anticipano un keynote siano poi sempre e puntualmente deluse dalla realtà dei fatti.
Una realtà che non può e ovviamente non riesce a superare la fantasia dei tanti rumor che hanno scorrazzato liberi fino a pochi minuti prima dell’inizio dell’evento ufficiale. Rumors che, almeno nel nostro paese, sono stati fomentati da personaggi che con la tecnologia c’incastrano come i cavoli a merenda ma pretendono sempre e comunque di dire la propria da ignorantoni che la sanno lunga, forti solo della propria audience generalista.
Questo è il quadro non facile in cui si inseriva il debutto di Tim Cook, altro interessante punto nodale della presentazione di ieri, la prima dell’era post-Jobs.

Delusione?

La delusione si condensa in una presunta mancanza da parte di Apple: non hanno presentato l’iPhone 5, come invece in tanti si aspettavano. Voglio dire, migliaia di custodie cinesi già pronte non possono sbagliare, no? Vi evito la battuta sui milioni di mosche e sul loro cibo preferito.
Poco importa, per i delusi, che l’iPhone 5 avrebbe probabilmente avuto le stesse identiche caratteristiche dell’iPhone 4S sotto il profilo tecnico. Loro volevano il dannatissimo schermo da 4″, non si sa poi per farci cosa. E poco importa se già lo sapevamo che uno schermo del genere non sarebbe stato assolutamente presentato per quei ragionamenti molto logici e poco emotivi (ecco qui il problema di fondo) sulle problematiche legate alla risoluzione di uno schermo con una risoluzione differente. Non sto a ripetere quello che io e altri abbiamo già scritto a riguardo, perché sarebbe inutile per chi non vuole intendere ragione e si incaponisce sui 4″.

Chi mi legge da un po’ sa quanto non abbia troppo in simpatia Ernesto Assante di Repubblica quando scrive di tecnologia. A questo giro però Assante ha condensato molto bene il nocciolo della questione nel suo pezzo per il suo giornale:

“Un semplice gadget, un giochino per bambini? È davvero motivata la “delusione” che in molti nei primi momenti manifestano, e che i mercati segnalano? Vorrei andare controcorrente e dire che la delusione è immotivata e prendermi il rischio di affermare, apertamente, che la presentazione che la Apple ha fatto a Cupertino è una di quelle che cambiano le regole del gioco, portando la Apple sul terreno dell’innovazione non tanto sulla macchina ma sulla filosofia di fondo. La macchina non può essere migliorata di molto, anche se fosse arrivato un iPhone 5 non sarebbe stato, tecnicamente parlando, molto migliore di questo.”

Non fate caso all’uso anacronistico del termine macchina per indicare l’iPhone 5, non ci si può fare molto con chi ha più o meno l’età dell’ELEA 9001. Per il resto Assante ha ragione e fa piacere notare che anche da quelle parti si sono accorti che Apple non sceglie sulla base di quello che la gente si aspetta, ma solo e unicamente sulla base della road map d’innovazione decisa dall’azienda, autonomamente.

La strada, ora, è quella del riconoscimento vocale sistematico e intelligente. Siri, da questo punto di vista, è come il Multi-Touch. Dategli qualche anno e ce la troveremo ovunque. Non è una semplice novelty ed è ancora una volta uno schema che si ripete, quello cui abbiamo assistito ieri: il riconoscimento della voce e di alcuni comandi di base da una AI più o meno sviluppata c’è su Android da un po’, ma Siri è altra cosa. E’ un servizio integrato totalmente con il telefono che lo ospita e con il Web, sa utilizzare tutte le funzioni del dispositivo e impara da noi. E lo sa fare bene. E’ quanto di più simile ad HAL 9000 si sia mai visto sul mercato (e forse è per evitare questo paragone automatico che SIRI è ha la voce di una donna?) ed è una piccola grande rivoluzione, come aveva già affermato Norman Winarsky, che di SIRI è il papà “biologico” da cui Apple ha adottato/acquisito la tecnologia presentata ieri.

E poi c’è iOS 5, che ieri ha un po’ annoiato gli esperti, ma solo per un motivo: non c’era molto di nuovo rispetto a quanto era già stato detto alla WWDC. Però sia chiaro: quel che c’è di nuovo rispetto ad iOS4 è tantissimo e il 12 ottobre prossimo milioni e milioni di dispositivi si rinnoveranno totalmente, si integreranno con iCloud, manderanno i primi iMessage, inizieranno a fare aggiornamenti over the air senza bisogno di iTunes e chi più ne ha più ne metta. Un po’ lo stesso tipo di transizione software che può permettersi il frammentato universo Android, no?

La prima di Tim Cook

C’era una poltroncina vuota in prima fila ieri alla Town Hall. La potete vedere a pochi secondi dall’inizio dello streaming dell’evento, oppure semplicemente nella foto qui sotto. Forse, molto prosaicamente, era la poltrona di Tim Cook, lasciata libera dal CEO che stava parlando sul palco. E’ bello pensare, però, che fosse un tributo silenzioso a Steve Jobs, la cui assenza di ieri, per quanto unica scelta possibile, ha pesato come un macigno. Inutile nasconderlo, quello di ieri era un keynote intimo ed elitario ritagliato su misura per il debutto di Tim Cook e per l’assenza di Steve Jobs.

Il nuovo CEO si è profuso in dimostrazioni di affetto per l’azienda e ci ha tenuto a mettere in chiaro la forza dell’integrazione, che solo Apple, ci ha detto, può realizzare a questi livelli fra hardware, software e servizi. Il copione, comunque, non è che fosse troppo diverso dalle ultime uscite pubbliche di Steve: Tim come primo violino che introduce, snocciola numeri, cerca di emozionare il pubblico con lo sguardo alla Clint Eastwood senza riuscirci particolarmente bene ma fa il suo lavoro in maniera egregia e passa la palla ai suoi collaboratori quando serve.
E’ stato noioso? Mah, forse a tratti. Quando si è fermato un po’ troppo sui numeri. Per fortuna non soffre della sindrome di Ballmer, che crede di essere un gran figo sul palco anche quando fa la figura dell’allocco e fa scappare pure i dipendenti dalle seggiole. Tim conosce i suoli limiti e ha costruito una presentazione con i giusti tempi-antiaddormentamento, con parecchi video realizzati con il classico stile Apple, sempre apprezzati dal pubblico.

Ho apprezzato molto Scott Forstall. Pacato ma accattivante, ottimo oratore. Con la Demo di Siri ha divertito e sbalordito, accettando un rischio non da poco come quello di dimostrare in pubblico, su un palco, una tecnologia Beta basata sul controllo vocale. Non mi è dispiaciuto neppure Phil Schiller, anche se a tratti il buon Phil sembrava un po’ troppo eccitato e immerso nel ruolo di entusiasmatore.

NOTA: le righe che seguono sono state scritte prima che si diffondesse la triste notizia della dipartita di Steve Jobs. Alla luce del keynote di ieri erano e sono una constatazione necessaria. Mi preme chiarire che nemmeno per un momento in questo passaggio ho voluto mettere in dubbio la grandezza, l’originalità, la natura dirompente e innovativa di Steve e il suo pensiero. La linea di fondo può essere questa: Apple è il capolavoro di Steve Jobs, talmente ben realizzato che ora può andare avanti senza di lui, anche se il vuoto rimarrà incolmabile. Ci mancherai, Steve.

Mi preme dire che il grande assente di ieri, però, non era tanto Steve Jobs, quanto il suo enorme ego. E soprattutto il suo gigantesco campo di distorsione della realtà. Era bello lasciarsi ammaliare da quella voce che come il coro delle Sirene di Ulisse ci incatenava (era bellissimo perdersi in quell’incantesimo) ma ora ce ne siamo (finalmente?) liberati. E alla fine dell’evento non c’è più la necessità di sbrogliarsi da una condizione mentale un po’ alterata per porsi la classica domanda: ho visto una cosa rivoluzionaria perché lo è davvero, oppure perché me l’ha raccontata Steve?
Lo so, quello che sto dicendo non è semplice da digerire, ma pensateci: ieri abbiamo visto un iPhone che straccia i record di velocità di tutti i dispositivi della concorrenza, abbiamo visto e sentito Siri (“sono solo un’umile assistente personale, mio signore. Almeno fino a quando non vi rivelerò il mio vero nome, GladOS“) e abbiamo assistito al riassunto delle caratteristiche di due innovazioni (iOS 5  e iCloud) integrate e importanti come poche altre cose Apple nel corso degli ultimi tre anni. E lo possiamo fare guardando al sodo, senza specchi magici, senza il filtro degli occhi e della parola di Steve. Questo keynote era un altro tassello dell’addio al geniale, fantasmagorico, allettante, magico e ingombrante papà che ha accettato la natura della sua creatura Apple, lasciando che diventi una volta per tutte adulta e autonoma pur senza perdere quei tratti che la rendono unica.

 

 

Redazione

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  • Con Jobs eravamo abituati male! Tim Cook è bravo ma nell'esposizione in un keynote penso debba lavorare ancora.. Per me è stato un po.. lento...
    Per quanto riguarda le aspettative dell'evento, la vera grande novità che non era prevista è che iPhone 3Gs non è stato accantonato! Per il resto era OVVIO che ci sarebbe stato un 4s piuttosto che un 5 (Quali novità potrebbe avere oggi un iPhone5?? il Design?? è troppo presto!).
    Apple fa una generazione si e una "no"!
    Bisognerebbe "prendersela" con chi ha fatto di una custodia in silicone un tormentone che ha creato solo illusioni!

  • Complimenti Camillo;
    grande pensiero, ponderato e schivo da sudiciume in stile "Checca Apple".

    "Mi preme dire che il grande assente di ieri, però, non era tanto Steve Jobs, quanto il suo enorme ego. E soprattutto il suo gigantesco campo di distorsione della realtà. Era bello lasciarsi ammaliare da quella voce che come il coro delle Sirene di Ulisse ci incatenava (era bellissimo perdersi in quell’incantesimo) ma ora ce ne siamo (finalmente?) liberati. E alla fine dell’evento non c’è più la necessità di sbrogliarsi da una condizione mentale un po’ alterata per porsi la classica domanda: ho visto una cosa rivoluzionaria perché lo è davvero, oppure perché me l’ha raccontata Steve?"

    Questa è come la pillola di Matrix.

    Bravo davvero, è un piacere leggerti.

  • Complimenti ottima disamina!

    Secondo me, a freddo, ci si rende perfettamente conto di quello che è stato presentato ieri... Tipo illuminazione! Un po' come è successo a me stamattina passata la piccola delusione di ieri (dovuta proprio alla mancanza dell'incantatore?)!
    Siri è davvero qualcosa di unico... Basta vedere come è stato adattato ad iOS per capirlo!

    Comunque penso che HAL 9000 sia venuto in mente un po' a tutti! :D

  • Ti faccio i miei complimenti. Sono esattamente le stesse considerazioni che facevo questa mattina in ufficio con i miei colleghi. Un ipotetico iPhone 5 avrebbe avuto di diverso solo il design e forse un display più grande ma dal punto di vista delle caratteristiche/prestazioni sarebbe stato identico all'iPhone 4S. Non condivido tutta la delusione che leggo ma forse questa è dovuta solo ad una massa molto superficiale che fa della variazione dell'estetica il solo aspetto importante di un nuovo device. L'evento di ieri mi ha fatto venire in mente altre una considerazione ed un sospetto. La considerazione è che i rumors sono inutili e se ne può fare tranquillamente a meno vista la loro scarsissima veridicità. Il sospetto è che i rumors su Apple stiano diventando l'arma più utilizzata dai conpetitors per creare false e assurde aspettative tali da creare delusione di fronte all'annuncio di un validissimo dispositivo che come sempre porta con se innovazione (SIRI, iCloud). Delusione che forse in molti curano con il passaggio alla concorrenza realizzando il disegno di chi quei rumors li ha creati e messi in rete.

  • Forse questa volte non ti do del tutto torto. I Fan si aspettavano uno schermo da 4 pollici è vero, ma questo non è possibile perche le applicazioni di iphone risulterebbero tutte inutilizzabili su un formato diverso. Questo è il grande vantaggio delle applicazioni di Android che gia supportano il multiformato. Il processore passa in secondo piano perche arriva certamente in ritardo rispetto alla miriade di terminali alternativi che lo montano da mesi e mesi ormai. L'effetto novita sul processore è stato nullo. Per quanto riguarda la fotocamera, apple è abituata a ingigantire le prestazioni di quest'ultima, quindi la qualità effettiva non si dovrebbe discostare di molto da una qualsiasi fotocamera da 8 megapixel. Infine Siri è l'ennesima innovazione di pulcinella di apple. Su android i comandi vocali funzionano benissimo da tempo, anche in italiano. Tutto questo a sei giorni dalla presentazione del Nexus Prime di Google.

  • Scusatemi...ma le custodie potevano tranquillamente riferirsi all ipod touch no? Non l'ho mai bevuta quella delle custodie cinesi :)

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