Il Q3 2015 è un record, e il titolo Apple crolla

Il valore delle azioni di un’azienda pubblicamente quotata non sono il riflesso dell’effettivo valore dell’azienda. O almeno, non sempre. Di sicuro non nel caso di Apple, che ieri ha ufficializzato un trimestre da record e allo stesso tempo ha subito una batosta che ha scosso il portfolio di parecchi azionisti. Principalmente per due ragioni collegate: il modo in cui “ragiona” Wall Street e il meccanismo perverso delle “previsioni” degli analisti finanziari.

wall street

Le previsioni “mancate” sono facili da spiegare: nonostante i numeri degli iPhone venduti e in generale fatturato, profitti e margine lordo siano particolarmente buoni per il Q3 2015, non lo sono a sufficienza per superare le stime che gli analisti avevano passato ai propri clienti nelle ultime settimane. Poco importa se quelle stime non erano realistiche e, molto probabilmente, l’errore si possa addurre più ad una carenza nelle valutazioni che ad una performance insoddisfacente dell’azienda.

Gli investitori a medio termine, come dice un adagio americano, “comprano sul rumor, rivendono sulla notizia”. In altre parole ci si poteva aspettare un simile crollo del titolo, particolarmente gettonato negli ultimi due giorni, proprio in virtù dell’annuncio dei risultati fiscali, indipendentemente dal contenuto del report Apple.

Ecco quindi che il mix fra le due cose – aspettative poco realistiche mancate di un soffio e meccanismi contorti della psicologia collettiva di Wall Street – ha prodotto un risultato ben poco lusinghiero per il titolo AAPL.

Già sento gli alti lai delle Cassandre: “E’ tutta colpa dell’Apple Watch?! E’ chiaro che è un fallimento!”. Calmatevi. Chi sostiene che l’inciampo registrato fra ieri e oggi da AAPL sia da addurre al mancato report delle vendite di Apple Watch è fuori strada. E’ una componente? Probabilmente si. E’ il motivo principale? Decisamente no. Di fatto i dati per definire la traiettoria del Watch ancora non ci sono, e non ci saranno almeno fino alla fine dell’anno.

Bisogna fidarsi di quel che ha detto Tim Cook durante la conference call con gli analisti: Apple Watch ha venduto bene, oltre le aspettative, e ha fatto registrare un avvio migliore rispetto ai primi mesi di vendita dell’iPhone e dell’iPad di prima generazione. Luca Maestri, il CFO Apple, ha rincarato la dose, confermando che le vendite del dispositivo superano già abbondantemente il miliardo di fatturato. Significa, in altre parole, che Apple Watch è già un business miliardario, alla faccia di chi ancora non ha capito bene a che cosa serva (confesso: faccio parte della vasta schiera).

 

Ricordate il famoso “report” di Slice Analytics secondo cui le vendite di Apple Watch avrebbero subito una brusca frenata dopo l’entusiasmo delle prime settimane? Beh, Cook lo ha smentito pubblicamente, affermando che giugno, contrariamente a quanto si dice in giro, è stato il miglior mese di vendita per lo smartwatch di Cupertino.
Chiunque dubiti di tali indicazioni deve ricordare che il CEO Apple non può mentire su questioni simili, a meno di commettere coscientemente il reato di truffa. Le agenzie di analisi di mercato in cerca di notorietà, al contrario, possono dire quello che vogliono senza correre alcun rischio d’incriminazione penale. Scegliete voi, liberamente, a chi credere.

 

4 commenti su “Il Q3 2015 è un record, e il titolo Apple crolla”

  1. Beh che scoperta che ha superato il miliardo di fatturato, ricordiamoci che parte dai 350$. Bastano anche solo 300.000 pz per arrivarci, senza considerare i modelli più costosi.
    Diciamo che sarebbe stato meglio se avessero detto che hanno superato i 10 miliardi.

    Rispondi
    • Che idiota, mea culpa.
      Grazie.

      Direi che allora ci siamo, almeno come valore minimo.

      Quindi dei 2,54mld di fatturato dell’area 1,5circa dovrebbero essere applewatch, quindi dovremmo stare sui 2,5-3mln di pezzi venduti che era la stima che si faceva.

Lascia un commento