Oltre alle autorità competenti, anche il China Labor Watch sta indagando sulle cause dell’esplosione occorsa il 17 dicembre scorso presso lo stabilimento della Pegatron che produce per conto di Apple le scocche in alluminio di iPad 2.
Il CLW è un’organizzazione indipendente e no-profit sorta nel 2000 e che si occupa delle condizioni lavorative nelle fabbriche cinesi.
A quanto pare l’organizzazione concorda con quanto supposto dalle autorità e cioè che la causa dell’esplosione che ha avuto come risultato il ferimento di 61 persone è da ricercarsi nell’estrema infiammabilità della polvere di alluminio dispersa durante la lavorazione delle scocche.
L’analogia con quanto successo lo scorso maggio presso lo stabilimento di Chengdu della Foxconn è quindi chiara e lampante.
Allo stesso modo, secondo il CLW è lampante anche la responsabilità di Apple nella questione, per bocca del suo Direttore Esecutivo Li Qiang:
Apple non può sacrificare i lavoratori cinesi per ottenere maggiori profitti e dovrebbe essere ritenuta responsabile per quanto accaduto ai lavoratori stessi.
Se da un lato siamo perfettamente d’accordo perché la pelle della gente non vale nessun iDevice, per quanto cool possa essere, dall’altro, visti i precedenti e visto soprattutto il fatto che la pericolosità della polvere d’alluminio è un dato di fatto riconosciuto, i cinesi dovrebbero essere perfettamente in grado di prendere tutte le precauzioni necessarie a evitare incidenti senza Apple come cane da guardia.
A meno che non si aspettino che le norme a tutela dei lavoratori le facciano le aziende stesse. Sarebbe una vera rivoluzione.
Resta ovviamente il fatto che Apple dovrebbe prestare maggior attenzione anche a questi “particolari” e non solo a quelli di cui si occupa Jony Ive, se vuole mantenere alto il prestigio del nome che porta. Anche a costo di minori guadagni.
[via | 9TO5Mac]