Qualche giorno fa in palestra mi è capitato di ascoltare involontariamente il dialogo fra due assidui frequentatori di tale luogo e appassionati della cultura fisica. Non stavano scambiandosi le reciproche esperienze alimentari a base di amminoacidi ed etti di bresaola scondita bensì disquisivano amabilmente sulla possibilità di acquistare un iPhone 4S per Natale.
Il più esperto fra i due (o almeno, quello che certamente si riteneva più esperto) ha chiosato in questo modo: “Io che ho l’iPhone 2 (? ndr) comunque mi conviene che mi compro il 4S, ma te che hai il 4 tanto è uguale. Ma in realtà anche io aspetto perché SICURAMENTE a marzo esce il 5. I rumors lo danno per certo”.
Ora, immagino che i più scafati avranno già intuito su che genere di siti l’aspirante cruscante possa aver letto siffatti “rumors” e vi assicuro che la sua fortuna è che io mi trovassi lì, al limite dell’area della sala pesi, per praticare la posata arte dello Yoga e non l’altrettanto antica e nobile, ma assai meno pacifica, arte del Kung Fu Shaolin.
Avrei archiviato questo simpatico siparietto come aneddoto sulle nefaste conseguenze dell’assunzione di un certo tipo di sostanze di sintesi da parte degli assidui utilizzatori di panche Scott e lat machine, se non fosse che un paio di giorni fa mi è capitato sott’occhio un interessante articolo di Fortune dal titolo assai esplicativo: “DigiTimes sta provando a sabotare le vendite natalizie dell’iPad”?
Nell’articolo P. Elmer-DeWitt fa notare la curiosa tempistica con cui lunedì scorso, a sole due settimane dal Natale, DigiTimes ha pubblicato alcune indiscrezioni, come sempre basate sulle soffiate di non meglio specificate fonti vicine alla catena di produzione cinese, secondo le quali i fornitori di componentistica avrebbero cominciato a sfornare i pezzi di un ipotetico iPad 3 che sarà pronto per marzo.
Il pezzo del DigiTimes è stato ripreso un po’ in tutto il mondo ed è finito inevitabilmente anche su TechMeme, nonostante la fonte non sia, in fondo, delle più affidabili. Lo storico delle previsioni della pubblicazione taiwanese è a dir poco variegato: a previsioni azzeccate si alternano buchi nell’acqua.
In passato e più volte, anche qui su TAL, pur cercando di evidenziare la natura non confermata delle informazioni, abbiamo citato il DigiTimes quando ci sembrava che i rumors pubblicati potessero essere plausibili. L’ultima volta è stato in occasione delle indiscrezioni sul futuro MacBook Pro e sulla possibilità che monti un display ad altissima risoluzione.
Per questo non c’è, in questo mio articolo, alcuna critica né alcun intento moralizzatore.
Non si può far finta di non sapere, però, che ormai ogni minima notizia destabilizzante che induca ad ipotizzare un calo dell’interesse verso Apple e i suoi prodotti può avere effetti sensibili sull’andamento borsistico sulla prima azienda del settore tecnologico per valore di mercato.
I rumors, diciamocelo sinceramente, sono lo scotto inevitabile da pagare per un’azienda che ha basato larga parte del proprio successo su un vincolo di segretezza totale. Ma se fino a qualche anno fa le indiscrezioni incontrollate potevano provocare giusto qualche palpitazione ad una base di utenza ristretta, il successo dell’iPhone e dell’iPad hanno amplificato le conseguenze della diffusione di informazioni incontrollate sui futuri line-up Apple.
Un esempio lampante di questo fenomeno ce lo fornisce il sensibile calo di vendite subito dall’iPhone 4 sul finire del Q4 2011, ovvero nel periodo in cui hanno cominciato a diffondersi le voci sul presunto lancio imminente di un iPhone 5. Le indiscrezioni non hanno danneggiato il nuovo arrivato, l’iPhone 4S, che ha battuto ogni record nei primi giorni di vendita, ma hanno senza dubbio contribuito a rallentare quelle dell’iPhone 4 in vista del lancio del nuovo dispositivo. Non sono semplici ipotesi o illazioni di analisti finanziari: è stato lo stesso Tim Cook a confermarlo espressamente (e a mia memoria per la prima volta in assoluto) durante la conference call per l’annuncio dei risultati fiscali dell’ultima trimestrale dell’anno, a ottobre. E come se non bastasse guardate quale chiave di ricerca compare al sesto posto del Google Zeitgeist 2011.
Ecco perché la considerazione del palestrato di cui vi raccontavo all’inizio non è soltanto la trascurabile espressione di uno scompenso ormonale auto-indotto a fini di crescita muscolare, ma un vero e proprio statement consumistico in cui probabilmente si riconoscono ormai milioni di utenti nel mondo.
Tranquilli, in tutto questo, come vi dicevo, una morale non c’è. Credo che a noi che scriviamo di tecnologia spetti il dovere della divulgazione, più che dell’educazione del cliente tecnologico contemporaneo. Primo perché se uno non capisce che rumors e certezza non possono stare nella stessa frase c’è poco da educare, lì hanno proprio fallito le scuole dell’obbligo; secondo perché non siamo la divisione marketing di Cupertino e non è sulla base di considerazioni sulle vendite che dobbiamo scegliere cosa pubblicare o cosa no.
Possiamo però cercare di essere un minimo professionali, operare una cernita fra idiozie senza fondamento e ipotesi abbordabili. Ma soprattutto possiamo sempre e comunque far capire che c’è una sostanziale differenza fra comunicazioni ufficiali e rumors e che dei secondi non ci si può mai fidare fino in fondo.
Vero, io sono tra quelli che ha ritardato l’acquisto dell’iPhone 4 (dopo rottura del vecchio cellulare) in estate in attesa del 5 (poi 4S come sappiamo). Volevo regalare un iPad per Natale ma “vittima dei rumors” e dallo storico degli anni scorsi (ipad 1 & 2 usciti in primavera) sto titubando. Tutto per non ritrovare tra le mani del destinatario un regalo già vecchio nel giro di qualche mese. E allora cosa fare? Attendere e andare sul sicuro più avanti? Acquistare ora e scoprire che l’iPad 3 sarà più stupendo e più magico di quello attuale? Spostare il natale alla data di uscita dell’iPad 3? (no dai questo no…). Più che statement consumistico, questa attesa ci sta rendendo simili all’Unione Sovietica di un tempo dove la gente comprava i beni quando li trovava nel negozio e non quando effettivamente servivano (tipo abbigliamento invernale acquistato d’estate). L’unica differenza è che noi acquistiamo il superfluo, loro probabilmente il necessario.
Questo post è scritto talmente male che lede la dignità intellettuale degli amanti del fitness.
Inoltre la frase che ha spinto la stesura del post per me non è assurda per niente.
Due amici che parlano in quel modo non stanno offendendo nessuno e non dicono fesserie.
Parlano di rumors e di iPhone non essendo del settore probabilmente.
Per me è più assurdo scandalizzarsi per quello che dicono e promuoversi a docenti del mercato e delle tecnologie.
Rispettiamoci di più e ungiamoci di maggiore umiltà
@ Totu:
Perché dici che è scritto male ?
Ti sei offeso perché sei un palestrato con l’iphone 2?
@ Rnhmjoj:
il fatto stesso che credi che solo un palestrato con iphone 2 possa offendersi per l’articolo, mi conferma ancora una volta che un bagno di umiltà sarebbe molto salutare