Apple in Education, a Cupertino hanno pensato davvero a tutto?

Studenti con iPad - TheAppleLounge.com

Nella giornata di ieri sono state presentate nella Grande Mela presso il Guggenheim Museum novità in ambito education. Un evento diverso dai soliti. Prima di tutto, come detto, si svolgeva al di fuori dell’area metropolitana di San Francisco. Inoltre sul palco non si è visto il CEO di Apple.

Presentatore della giornata è stato il Senior Vice President Worldwide Marketing, Phil Schiller, che in divisa d’ordinanza (jeans e la camicia verde con cui compare anche nella pagina dedicata al suo profilo da dirigente). A fargli da spalla il Senior Vice President Internet Software and Service, Eddy Cue (anch’egli in divisa d’ordinanza) e, infine, il Vice President Productivity Application, Roger Rosner, balzato negli ultimi giorni agli onori della cronaca.

La prima presentazione del dopo Steve Jobs. La prima presentazione che ci lascia qualche dubbio.

Durante l’evento sono stati presentati diversi nuovi servizi di cui potete leggere qui su The Apple Lounge: iBooks 2, iBooks Author ed iTunes U (app). L’idea che a Cupertino hanno riguardo a come potrebbero trasformare il settore education è quanto mai idilliaca. Siamo sinceri nel dirvi che non abbiamo esperienza di studi nel paese dello zio Sam, ma non crediamo che la scuola americana possa diventare velocemente, facilmente e senza difficoltà come nelle splendide immagini mostrate da Apple. Ma andiamo con ordine.

iBooks 2, iBooks Author e iTunes U: vere rivoluzioni o propaganda?

La prima novità è iBooks 2, versione aggiornata del precedente iBooks, che si trasforma in uno strumento pienamente compatibile coi libri di testo interattivi presentati al Guggenheim. In questa nuova versione la possibilità di evidenziare il testo ed associarvi appunti. Questa è forse la novità migliore che è stata presentata anche se rimane un “problema” comune a tutti i libri elettronici. E se ne creano di nuovi.
Il primo problema è quello della ricerca di una pagina. Scagli la prima pietra chi al liceo o all’università, non ricordando qualcosa, non ha aperto un manuale in base allo spessore di quest’ultimo. In altre parole, molto spesso capita di non ricordare argomenti, parole, capitoli, ma, grazie all’ancoraggio visivo e tattile, sappiamo aprire un libro più o meno dove ciò che cerchiamo è contenuto. Cosa che non è possibile fare con gli strumenti di ricerca quando non ci si ricorda, ad esempio, un nome.
Un problema nuovo che potrebbe verificarsi con l’utilizzo dei nuovi libri elettronici così come li pensa Apple potrebbe essere un overflow cognitivo. Se chi realizza tali libri non è attento alla quantità di informazioni interattive che include nelle singole pagine, si potrebbe passare dagli attuali libri cartacei troppo statici a libri troppo dinamici e dispersivi. Al momento non siamo riusciti a recuperare delle linee guida suggerite da Apple per la creazione dei libri. Dobbiamo però pensare (e sperare) che nelle prossime ore da Cupertino le rilascino e che queste servano anche per il processo di approvazione e pubblicazione di un prodotto di qualità.

Passiamo ora ad iBooks Author. Chi è avvezzo all’uso di iWork ed in particolare di Keynote noterà moltissime somiglianze e sarà in grado di sfruttare molte delle potenzialità del nuovo software della Mela fin da subito. In informatica, si sa, non si butta via mai niente. Ogni singola riga di codice può servire in futuro. Se a questa usanza tipica degli informatici aggiungete il responsabile della suite iWork di cui Keynote fa parte, Roger Rosner, ecco che il gioco è fatto. In parole semplici, iBooks Author può essere definito il cugino di Keynote per il settore editoria. Proprio da iBooks Author e dalle sue potenzialità potrete capire quanto i libri elettronici in vendita su iTunes potrebbero offrire l’eccesso di informazioni nelle singole pagine di cui parlavamo in precedenza. Restano inoltre alcuni dubbi sui processi di pubblicazione e vendita dei prodotti realizzati con questo software, ma qualcuno ne ha già parlato.

Continuiamo con iTunes U (app). L’idea di fondo è a dir poco meravigliosa. Ma ha una serie di limiti ad avviso di chi scrive. Il primo su tutti: dover essere utenti Apple. Supponendo che si trovi una soluzione per la divulgazione dei device designed in Cupertino, vi è un altro problema: gli insegnanti. Se i più giovani riescono meglio nell’uso delle nuove tecnologie, spesso così non è per chi giovane non lo è più. Per quanto usare i prodotti della Mela sia semplice rispetto a quelli della concorrenza, non sempre molti insegnati sono avvezzi alla tecnologia. Probabilmente negli U.S.A. gli insegnati (delle scuole superiori e delle università) sono più giovani o comunque più avvezzi alle tecnologie. Ci riesce però difficile immaginare anche nel Paese a stelle e strisce una schiera di insegnati che abbiano in dotazione dei device Apple con cui impartire i compiti agli studenti, distribuire i materiali didattici e magari dialogare o organizzare gli incontri con gli studenti tramite iTunes U. Per la nostra esperienza nell’ambito universitario italiano vi possiamo garantire di aver visto anche docenti delle Facoltà di Scienze MM.FF.NN. ed addirittura del settore informatico non riuscire a stare al passo con le tecnologie. Anche quelle semplici di Cupertino. Più probabile, forse, vedere nel breve termine iTunes U usato nei lavori di Matt Groening che, da ex dipendente Apple e forse a conoscenza dei piani dell’azienda di Cupertino, aveva già immaginato un rapporto docente-studenti basato sui dispositivi elettronici.

iPad: una possibile fonte di distrazione ad alto costo?

Continuiamo dicendo cosa altro non ci convince. Apple sa certamente presentare i suoi prodotti e, vedendo i nuovi video, sembra che tutto sia semplice e meraviglioso. Alunni diligenti, tutti felici e dediti allo studio. Qui la prima domanda. Quanti studenti, soprattutto delle high school, con un iPad tra le loro mani non si lascerebbero tentare da usi diversi da quelli didattici? Avendo sotto mano un libro digitale da cui studiare e la possibilità di navigare in rete, comunicare tramite social network, giocare da soli o in multiplayer, ascoltare musica, vedere video, etc., quanti ragazzi resisterebbero alla tentazione? Il libro cartaceo, in quanto tale, non offriva fortunatamente tutte le distrazioni di un iPad. La tavoletta di Apple ha bisogno di essere affiancata ad un grande impegno ed una ancor più grande forza di volontà da parte degli studenti altrimenti potrebbe trasformarsi in uno strumento controproducente nelle fasi di apprendimento. Per non parlare dell’impossibilità di prendere appunti sui testi interattivi scrivendo a mano. Secondo diversi studi, lo scrivere a mano migliora la fase di apprendimento rispetto alla scrittura tramite tastiera. Ma questa è un’altra storia.

Infine, c’è un altro fattore che non ci convince. Con l’evento di ieri Apple vuole spingere l’uso dei libri elettronici su iPad. Ma quanto costa un’iPad? Domanda retorica di cui tutti conoscete la risposta. Attualmente la tavoletta delle meraviglie fa parte dei pochi prodotti che non vengono offerti con uno sconto education in nessuna parte del globo. Neppure negli U.S.A.. E quanti studenti, specie in periodi di crisi, hanno realmente la possibilità di acquistare un prodotto come un’iPad che non ha un prezzo definibile come popolare? E supponendo che l’iPad non debba essere acquistato dallo studente e che questo gli venga fornito dall’istituto scolastico a cui è iscritto, a quanto ammonterebbero le tasse scolastiche o la retta per usufruire di tale servizio? I costi dell’introduzione massiva di iPad in ambito education salirebbero notevolmente vista la garanzia del prodotto. Considerando la durata del ciclo di studi secondario o universitario, in caso di guasto fuori garanzia o rottura dell’iPad i costi che lo studente o l’istituto scolastico dovrebbe sostenere per le riparazioni del caso o per l’acquisto di un nuovo modello salirebbero ulteriormente.

Traendo le fila, Apple ha presentato dei nuovi servizi che nella teoria hanno tutte le carte in regola per cambiare il mondo dell’istruzione. Nella pratica però, visto quanto fin qui è esposto, c’è la possibilità che le novità di ieri possano avere lo stesso “successo” dell’attuale Apple TV.

Alla luce delle nostre considerazioni, cosa ne pensate delle novità presentate da Apple? Vera rivoluzione del mondo dell’istruzione oppure possibile buco nell’acqua dell’era post Steve Jobs? Come sempre, ditecelo nei commenti.

27 commenti su “Apple in Education, a Cupertino hanno pensato davvero a tutto?”

  1. Vogliamo forse negare che gli studenti si distraggono o che giocano lo stesso durante le lezioni? Se un ragazzino non è interessato a una lezione, semplicemente penserà ai fatti suoi! È compito dell’insegnante girare tra i banchi in modo che gli studenti non ci provino nemmeno ad aprire un’app diversa da quella richiesta. La connettività Wi-Fi, almeno nelle scuole primarie e superiori possono essere limitate dall’istituto bloccando i social networks. Per la connettività 3G, non so se è possibile farlo, ma potrebbe essere limitata dai genitori usando il Parental Control, ove questa fosse presente sui dispositivi.

    Per quanto riguarda gli altri problemi menzionati, questi sono tutti irrilevanti tranne 2: insegnanti al passo con la tecnologia e distribuzione. Per quanto riguarda il primo, beh, sappiamo tutti che nelle università italiane molti insegnanti hanno superato da un decennio l’età pensionabile, eppure sono ben fermi li… per questi non c’é speranza, ma sarebbe ora che le università e le scuole, insieme al governo, procedano con un turnover generazionale su vasta scala… per gli altri, quelli più giovani, sarà compito degli istituti, insieme agli insegnanti più bravi e/o al passo con la tecnologia a dover mostrare l’utilizzo degli strumenti a loro disposizione a quelli meno esperti e sarà compito di entrambe le parti assicurarsi che, all’inizio dei periodi scolastici, tutto il materiale sia pronto e di buona qualità.
    Il vero problema, dunque, rimane il secondo: la distribuzione. Sappiamo tutti che gli iPad non sono proprio economici.
    Per gli insegnanti il problema non si pone: se pensiamo un possibile fondo statale, a tutti i libri di testo che gli insegnanti ricevono GRATIS dalle case editrici che cercano di far adottare il loro ultimo manuale, e a sconti che sicuramente Apple metterà a disposizione di studenti e istituti (credo, a questo punto, maggiori di quelli dati fin’ora), e a un possibile autofinanziamento degli insegnanti (a mali estremi), ci rendiamo conto che i fondi per comprare un tablet si possono trovare facilmente.
    Anche per i genitori, però, il problema diventa marginale in quanto già spendono centinaia d’euro ogni anno per i libri fisici. Certo, i libri vanno comprati lo stesso, ma pensiamo che un libro digitale costa molto meno di un libro cartaceo, che con i libri digitali non si rischia di rimanere con scorte invendute e che Apple, apparentemente, vuole abbassare di gran lunga il costo massimo dei libri. Aggiungiamoci tutti gli strumenti (righe, pastelli, penne, colori, porta pastelli, diari, etc.) che non servono se si ha un iPad. Qualche risparmio da una parte, altri risparmi dall’altra e il gioco è fatto. Fratelli e sorelle possono condividere un iPad a casa, a scuola lo possono usare alternativamente e utilizzare quello di un compagno di classe durante le lezioni in cui ne saranno sprovvisti (compagno che potrà inviare comodamente per email note e appunti presi durante la lezione).

    Personalmente credo che l’unico problema che l’utilizzo di iPad o altri tablet nelle scuole sia l’incredibile mutamento che il mercato mondiale dovrà subire in tutti i settori che si occupano di attrezzatura scolastica e per lo studio: i produttori di carta e di strumenti per lo studio (righe, righelli, penne, etc.) potrebbero trovarsi davanti tempi davvero duri se a un certo punto la loro fonte di guadagno verrà spazzata via.

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  2. Non sono d’accordo con quanto scritto dall’autore dell’articolo :

    ” libri troppo dinamiche i e dispersivi ” : Sara’ cura dell’autore creare un libro funzionale, e’ come accusare Johann Gutenberg di aver inventato un mezzo dove tra un test0 e un altro c’e’ spazio per una foto di una donna nuda.
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    iTunes U (app) : Nella keynote viene evidenziato che il sistema funziona in accordo con le università’ e high schools iscritte ad un programma. Quindi non si tratta di un sistema tra professore e studente, ma tra Apple e gli istituti, che ovviamente si organizzeranno al meglio per sfruttare il sistema. Non e’ nelle intenzioni di apple cambiare l’università’ italiana, come hanno detto all’inizio della keynote, Apple e’ concentrata sull’ America .
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    iPad: una possibile fonte di distrazione ad alto costo? : No anzi costa 10 volte di meno dei libri di testo. Nella keynote viene evidenziato il costo medio sostenuto da uno studente per poter usufruire dei libri di testo che apple dice essere di 6000 dollari. Con iPad il costo scenderebbe a 600 dollari. Come e’ successo per la musica e per le app, si immagina che anche i libri costerebbero meno e quindi le spese sostenute sarebbero inferiori.
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    quanti ragazzi resisterebbero alla tentazione? Tutti resisterebbero alla tentazione. c’e’ chi fuma sigarette ma non lo fa in classe, c’e’ già’ chi ha un iphone ma non lo usa in classe. Non credo che sia un grosso problema per Apple creare un sistema di controllo che permetterebbe al docente di monitorare le attività’ degli studenti.
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    Insomma Jobs non c’e’ più ma Apple non e’ un branco di stupidi, se hanno presentato questo prodotto sono sicuri di quello che fanno. Ci ricordiamo come era iOs all’inizio? senza apps … senza flash … . Ricordiamo i commenti e gli articoli scritti? Apple solitamente ha molti più’ assi nella manica di quelli che presenta. Avranno già’ pensato a tutto.

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  3. Mah, tra le diverse obiezioni proposte trovo che la più credibile sia quella relativa ad ITunes U, perchè necessariamente predispone ad una diffusione ancora più massiccia dei prodotti made in Cupertino e perchè più che l’incapacità dei professori all’utilizzo delle nuove tecnologie direi che a fare da ostacolo è la mentalità stessa di questi ultimi. Non so voi, ma io all’università mi trovo spesso nella condizione di vedere prof che non rilasciano il materiale delle lezioni, che pretendono l’acquisto dei loro libri e altre buffonate del genere, trovo incredibile immaginarli davvero disponibili alla pubblicazione a tutti, anche ai non iscritti, delle loro “sudatissime” lezioni… L’altro elemento di dubbio è l’ipad come fonte di distrazione, ma non credo che abbia davvero un grande peso, secondo me se uno non vuole studiare puoi anche incatenarlo davanti ad un libro con le palpebre spalancate, ma non studierà cmq, la forza di volontà è sempre richiesta e l’ipad come strumento in luogo dei libri classici potrebbe favorire una maggiore dedizione. Infine ho trovato inutili le obiezioni circa il prezzo, compensato dal molto minore costo dei libri (14.99$, cioè 11-12€ sono moooolto meno del prezzo abituale dei libri, e già in 2 anni il costo dell’ipad verrebbe compensato facilmente, senza contare tutta la cancelleria…) e riguardo il cosiddetto “ancoraggio” visivo e tattile: il libro si sfoglia tutto con la velocità di uno swipe e non ho mai visto nessuno che fosse in grado di aprire il libro esattamente alla pagina che cercava… In sostanza credo sia davvero una rivoluzione e a dirla tutta mi spiace di non poterla vivere in prima persona tra i banchi di scuola visto che ormai io ho finito :P

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  4. I dubbi mi sembrano tutti leciti, ci sono cose positive che però dovranno concretizzarsi anche nella pratica, dipenderà poi molto da soggetti diversi da apple, primi fra tutti gli editori e il sistema scolastico in generale.
    Come in altri casi (itunesLP) apple ha dato la possibilità, ora spetta ad altri usarla o lasciarla morire.

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  5. Io vi posso assicurare, da studente di Liceo che i libri (350€ l’anno… Che spesso non si usano neanche…) e che il peso (15 Kg al giorno per 6 giorni alla settimana) sono tanti… Senza contare il fatto che spesso i libri sono vecchi, non aggiornati o con link che rimandano a pagine web a cui nn si sa come accedere perché manca l’indicazione su come trovare l’ID di accesso… Un’altra cosa sono gli ascolti, ad esempio di inglese, che devono essere fatti con lettori CD che, almeno da me, o non funzionano o hanno vari danni come manopole del volume non funzionanti. Anche il vedere filmati esplicativi su argomenti vari, da biologia a storia a geografia, devono essere visti su televisioni a tubo catodico che spesso non si accendono o hanno i colori distorti o, peggio, non li hanno proprio…

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  6. Io vado controcorrente e dò ragione all’autore.
    L’impossibilità di prendere appunti mi pare la cosa più grave. Su ipad non puoi scrivere velocemente come a mano.
    Aggiungo un’altra cosa: in una libreria dove ci sono 1 miliardo di libri, cosa determina la scelta?
    Il rischio è un ibook store pieno di robaccia. Gli editori dovrebbero servire a questo: scremare quanto inutile. Nell’Appstore questo lavoro lo fa la Apple, ma nell’ibook store chi lo fa?

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  7. imod wrote:

    L’impossibilità di prendere appunti mi pare la cosa più grave. Su ipad non puoi scrivere velocemente come a mano.

    Io scrivo più velocemente su iPad che a mano

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  8. come mai fra le critiche non si parla del “peso” dei libri? non so voi ma libri da 900Mb a 2Gb mi sembrano un po eccessivi..

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  9. I dischi di vinile erano meglio anche il fruscio è musica, nessuna foto digitale sarà così bella e definita come una buona foto su pellicola, disegnare con il tecnigrafo è più immediato, gli amplificatori a valvole “suonano” meglio.
    È iniziata l’era dell’istruzione digitale, nel bene o nel male i vecchi libri di testo faranno compagnia ai dischi in vinile.

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  10. Sicuramente la scuola Americana non è quella Italiana, siamo indietro almeno 20 anni rispetto gli americani. Quindi ogni paragone è futile.

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  11. Io devo ancora trovare un ragazzino (perché stiamo parlando spesso di adolescenti) che riesca a non distrarsi al PC.. figuriamoci davanti ad un giocattolo come l’iPad. Forse a scuola dove si può limitare l’accesso alla rete, ma non certo a casa durante lo studio, dove i genitori credono di saperla lunga (in termini informatici) e purtroppo ne sanno molto meno di un quattordicenne.
    Tralasciano poi la questione fondamentale degli appunti: solitamente poi si scrive più velocemente alla tastiera, quando si ha perso manualità nella scrittura.. handicap (tale per l’OMS) sempre più frequente, con incidenza in aumento all’aumentare dell’età..
    In realtà è provato che la scrittura a mano (in corsivo nello specifico) è sempre più veloce di quella a tastiera: quando cala a causa di una perdita di manualità, ecco che la scrittura a tastiera diventa più veloce, senza però accorgersi che ciò è semplicemente dovuto allo svilupparsi di un deficit funzionale.

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  12. Claudio (commento 11) mi permetta di correggerla: è iniziata l’era dell’analfabetismo per eccesso di tecnologia.

    Tenga poi presente che i libri resistono da qualche millennio, i dischi di vinile hanno resistito “qualche” anno di meno.

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  13. @ Juri:
    Non siamo così male, dove ci impegnamo siamo meglio di tanti altri. Mio figlio ha 5 anni e frequenta la scuola materna, da settembre 2011 gli fanno imparare l’inglese divertendodi proprio con l’ipad.

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  14. @ Andy:
    I dischi in vinile hanno ancora un piccolo mercato ma sono percentualmente irrilevanti, gli ebook come numero di vendite su Amazon hanno già sorpassato i libri cartacei. Mi dispiace, si consoli anche i libri rimarranno per lungo tempo.

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  15. @ Juri:

    Ho l’impressione che fai confusione tra scuola “privata” americana e scuola “pubblica” americana…informati che e’ meglio

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  16. il problema di non poter prendere appunti sulla ipad lo trovo un po’ irrilevante.
    Io non ho mai preso appunti sui libri, ho sempre usato quaderni e penne per prendere appunti.
    Trovo molto utile la funzione dell evidenziatore e di prendere delle note.
    @ imod:

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  17. Anche io spezzo una lancia a favore dell’articolo e al contrario trovo commenti come quelli dell’utente vincenzo abbastanza ridicoli.
    Penso che solo il punto sulla distrazione sia l’unica critica poco utile: come è stato fatto notare, chi è distratto continuerà ad esserlo, iPad o non iPad, in più nulla vieta alle università di installare payload e restrizioni che impediscano alcuni usi come installare altre app ecc ecc.

    In più penso che iTunes U sia più adatto a chi studia all’università rispetto a coloro che studiano nelle scuole dell’obbligo.

    PS: i dischi in vinile stanno vivendo una seconda giovinezza e come vendite hanno avuto un’impennata che oscilla tra il 40 e il 50% tra chi ancora acquista musica vera (compreso il sottoscritto che MAI pagherà per un miserabile mp3)

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  18. È forse la prima volta in cui non condivido una sola idea contenuta in un articolo di questo sito..
    Ti invito a fare una riflessione sul significato della parola innovazione.

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  19. non so come funzioni in Italia, ma da noi in Svizzera l’elerning è una realtà piuttosto rodata e non esiste un contenuto che non sia fatto in formato digitale… le iscrizioni sono via portale, le note sono via portale, gli attestati sono via portale, le lezioni e i comunicati sono via portale….

    L’italia permettetemi è sicuramente un paese legato alle tradizioni (per non dire retrogrado…ooops l’ho detto)… le obiezioni sui costi e sulle modalità di studio sono sicuramente futili, come hanno già ricordato altri i prezzi dei libri di testo sono indecenti! Con i tre tomi di anatomia posso quasi comperare un iPad…. credo di aver detto tutto!

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  20. Sono uno studente, uso spesso iTunesU e vi assicuro che alla notizia di un evento Apple a riguardo sono saltato dalla gioia.

    Le critiche fatte sono tutte veritiere e rilevanti, ma non riflettono veramente gli effetti a lungo termine di questa mossa.

    Per me, studente, questo evento significa che l’intero mercato dell educazione su internet tra 2/3 anni crescerà in modo significante. Chi studia come me, sa benissimo quanta richiesta c’e’ al momento per ulteriori risorse educative online.

    Il primo passo puo esser stato un po goffo, ma resta pur sempre l ennesimo successo Apple nell anticipare un intera industria.

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  21. Sono perfettamente d’accordo con roro e Pietro e gli altri studenti che hanno accolto con entusiasmo questa rivoluzione. Io non sono parte in causa perché ho già finito gli studi ma l’esempio di roro mi pare più che esplicativo, non per niente la svizzera è anche il primo paese in Europa dove si fa più largo uso di hardware Apple. Naturale che vi siano obiezioni a riguardo ma l’Italia è sempre stato un paese retrogrado.

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