La pratica censoria applicata da Apple nel suo App Store (il negozio virtuale di applicazioni per iPhone e iPod touch) fa parlare di sé ancora una volta. A farne le spese è una App che trasforma il proprio device touch in un pratico vocabolario: essendo tutte le voci comprese al suo interno, permette una consultazione veloce e puntuale della parola ricercata a differenza di altre soluzioni che accedono ai vari database presenti in rete.
Quelli dell’ufficio censura di App Store, come dei ragazzini in piena fase ormonale, si sono divertiti a cercare “le parolacce” all’interno del dizionario: anche la conoscenza deve essere oscurata e gli sviluppatori sono stati costretti a togliere alcune parole che possono essere volgari solo in base al contesto in cui inserite. L’applicazione, poi, è vietata ai minori di 17 anni.
Non è che ora si inizia ad esagerare?
La notizia è riportata nella sua complessità dal buon Gruber che grazie ad un canale preferenziale con gli sviluppatori è riuscito a far luce sulla vicenda. Dopo essersi visti rifiutare la prima volta l’applicazione perché presenti al suo interno contenuti “objectionable” (sgradevoli), gli sviluppatori di NinjaWords sono stati costretti a ripresentare il proprio lavoro privo di tali parole.
Alcuni tra i vocaboli incriminati nella lingua inglese hanno una doppia valenza, così come accade in quella italiana. Nell’articolo di Gruber troverete tale lista e voglio farvi un esempio su tutti: Apple censura la parola “cock” che significa letteralmente “gallo” mentre nel parlato comune con tale vocabolo si riferisce all’organo riproduttivo maschile.
La cosa che sorprende, però, è che in questo caso i developers di NinjaWords proponevano solo la traduzione letterale e non quella che Apple definisce “objectionable“. Il motore di ricerca stesso delle parole, una volta capito che si ricerca una parolaccia, non la propone tra le parole suggerite e anche una volta scritta interamente continua a presentare varianti.
Se da una parte Apple potrebbe avere anche ragione in quanto come negoziante ha il diritto di porre sui propri scaffali i prodotti che vuole, qui siamo ormai all’assurdo: è stato addirittura censurato un vocabolario. Le stesse parole che Apple censura le posso trovare sulla rete grazie a Safari, corredate da immagini ben più esplicative dei vocaboli stessi.
È come se il nuovo Garzanti uscisse in libreria in due versioni, di cui una riservata ai maggiori di 35 anni perché contiene qualche parola dal duplice significato (evito esempi, tanto ci siamo capiti). Parafrasando lo stesso Gruber, ogni volta che si scopre una nuova puntata della serie “Censura a Cupertino” mi chiedo quale sarà mai il passo successivo. Questa volta, però, pare davvero che di essere arrivati al ridicolo.
madonna che cesso de grafica rega’
penso che la situazione stia decisamente prendendo una brutta piega. non è possibile censurare un vocabolario, perché la sua funzione è quella di fornire il significato delle parole… se togli una parola a un vocabolario, gli togli una parte del suo valore
@ Fabio:
Ehehe, risolto, grazie per la franchezza :D
io sono curioso cosa dirà apple alla FCC riguardo ai metodi usati per l’approvazione delle applicazioni ed eventualmente alla loro censura!!
Questa volta Apple ha proprio esagerato. Vorrei far notare che le “sgradevoli” parole in questione si possono comodamente trovare non solo in rete, come scritto nell’articolo, ma più comodamente nell’applicazione Dizionario (o Dictionary) sviluppata da Apple e installata di default in ogni Mac…cosa farà ora la casa di Cupertino? Censurerà anche la propria applicazione?
Bisogna anche ricordare che dietro alle pratiche assurde delle aziende americane ci sono spesso delle “brutte esperienze”: negli USA la gente ti fa causa per le cose più assurde.
Sebbene la Apple scriva sempre più in grande degli effetti sull’udito dei suoi auricolari c’è ancora gente che gli fa causa per questo motivo.
Anche le varie etichette divertenti che si possono trovare in rete (tipo quella sul ferro da stiro che ricordava di non stirare gli abiti indossandoli), che a leggerle sembrano assurde, si basano molto spesso su azioni legali che quelle aziende hanno subito.
Quindi se le aziende sono paranoiche non è perché si drogano parecchio, ma perché hanno imparato che la gente denuncia per le cose più assurde.
@ Matteo:
è vero, ma penso che in un’azione legale rientri anche un pizzico di buonsenso, e se una persona si stira i vestiti addosso di buonsenso ne ha ben poco. poi cos’è allora, non bisogna più vendere vocabolari? bisogna togliere Internet? ma dai ma dai, la verità è che la gente non sa più da che parte rifarsi per qualche spicciolo in più e le grandi aziende gli vanno dietro applicando queste regole senza senso e il più dei casi fuori luogo
L’iPhone è in vero gioellino di tecnologia… Con una bella fetta di mercato grazie alle app ma Apple dovrebbe darsi una seria calmata con queste censura.. Perché nn si sente parlare d’altro e sembra che stia andando a finire al ridicolo
Stefano dice:
Non sono sicuro se hai tu degli standard ottimisticamente troppo alti o li ho io pessimisticamente troppo bassi…
Considerando quello che si legge sui giornali e si vede in giro, il buonsenso della razza umana è mooolto sopravvalutato.
Scusate il mio commento non si era postato.
Apple si può criticare fino che si vuole ma il punto è che il negozio è SUO. Non mio o vostro ma SUO.
E voglio dire se Armani volesse vendere dei suoi capi in un centro d’abbigliamento importante di Milano ma questo rifiutasse di vendere capi Armani sarebbe uno scandalo? No.
Cosa voglio dire con questo?
Che bisogna mettersi in testa che AppStore è un NEGOZIO e come tale si comporta.
Tenete poi presente che Apple ha una gran fetta del suo mercato in USA e in USA è stata sempre vista dai cittadini americani soprattutto dai genitori come una azienda che pensa ai propri figli e che pensa a cosa possa essere più o meno indicato.
Non notate mai l’uso dei bambini che viene fatto nei keynote? È un elemento fondamentale quello di Apple vicino alle famiglie.
E lasciare che un bambino o un ragazzo non adulto vada da suo padre o madre e dica “guarda che cosa ho trovato nell’appstore mostrando una cosa esplicita, per Apple sarebbe deleterio dal punto di vista dell’immgine ancora più che venire criticata per essere censoria.
Chi la critica e noi qua siamo una pulce rispetto alla BASE americana di appl. Che è formata molto dalle famiglie.
E in America non c’entra il cattolicesimo o altro, c’è proprio un senso connaturato nelle famiglie e nei genitori per cui ad Apple conviene molto di più andare incontro a queste altre polemiche che credetemi, alla fine dei conti sono poca roba, piuttosto che mettersi contro le famiglie e i genitori americani.
@ Matteo:
ahahahah CONCORDO!! il punto però, è forse proprio questo: che colpa ne ha una grande azienda se la gente è stupida? nessuna… inoltre penso sarebbe bene capire se la responsabilità dei contenuti di App Store è attribuita, specificatamente nel contratto, a Apple o agli sviluppatori. nel primo caso Apple avrebbe abbastanza ragione a tutelarsi in questo modo direi drastico, ma nel secondo assolutamente no.
Ovviamente il mio è un discorso generale per tentare di spiegare il perché secondo me Apple agisca così.
Detto questo ovviamente cose come quella del vocabolo cock sono cose abbastanza assurde anche perché implica un dispendio di lavoro mica da poco per chi controlla andare a ricercare tutti i vocaboli di tutti i dizionari.
@ Angelchildxxx:
ma poi, Apple deve necessariamente pensare a quelle cose?
cock (da Collins): (rooster) gallo (male bird) maschio
e gli omini di iTunes cosa vanno a pensare? i genitali!? ma via
Ma anche in Leopard ci sono i controlli censura per il dizionario (Nascondi volgarità in dizionario). Forse censura il dizionario perché non funzionerebbe con il parental control?
Comunque faccio notare a tutti che se Apple applicasse lo stesso criterio ai suoi prodotti, dovrebbe ritirare l’iPhone 3GS dal mercato. 3G. S = Ass (culo)
:D
@ Angelchildxxx:
ahahahah questa è bella
È arrivata la risposta di Phil Schiller!
Solo Apple è capace di rispondere meno di un giorno dopo.
You are correct that the Ninjawords application should not have needed to be censored while also receiving a 17 rating, but that was a result of the developers’ actions, not Apple’s. I believe that the Apple app review team’s original recommendation to the developer to submit the Ninjawords application, without censoring it, to the App Store once parental controls was implemented would have been the best course of action for all; Wiktionary.org is an open, ever-changing resource and filtering the content does not seem reasonable or necessary.