I prossimi 40 anni: 5 idee per il futuro di Apple

Il primo aprile del 1976 Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne (l’uomo più sfortunato al mondo dopo Pete Best, il quasi-batterista dei Beatles) fondarono Apple Computer. Wayne lasciò poco dopo, Woz e Jobs rimasero e il resto, come si suol dire, è storia.

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Oggi, a 40 anni di distanza da quel giorno, Apple è diventata la più grande azienda al mondo per capitalizzazione di mercato, incamera il 90% dei profitti di un mercato  – quello mobile – che ha contribuito in grossa parte a creare e ha a disposizione talmente tanta liquidità da vedersi costretta a trovare nuovi modi per investire e movimentare la propria fortuna.

Parlare di soldi sarà pure poco romantico, ma è inevitabile: è da questa montagna di denaro che bisogna partire per capire dove sta andando Apple. Qui ci divertiamo a ipotizzare quattro scenari possibili (e uno fantascientifico) per i prossimi 40 anni della Mela.

Auto elettrica

Vi ricordate il periodo che precedette il lancio dell’iPhone? I rumor volavano come piattelli al poligono di tiro, le indiscrezioni si accavallavano e tutti, ma proprio tutti, si dicevano certi che Apple avrebbe tirato fuori, prima o poi, questo benedetto telefono. E quel telefono alla fine arrivò, nel 2007, e fu completamente diverso da ciò che tutti si aspettavano.

Ecco, io tutta questa storia della Apple Car me la immagino così. Le indiscrezioni sono troppe e troppo insistenti perché non ci sia una base di verità. Le assunzioni degli ingegneri di Tesla, le aree di test a Sud di San Francisco, le dichiarazioni di Tim Cook (“sarà una lunga vigilia di Natale”): tutto contribuisce a costruire un hype che prima o poi si concretizzerà in qualcosa di molto grosso.

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E’ difficile dire quando. Ci vorranno almeno un paio d’anni ancora, forse tre. Di sicuro c’è solo il perché: quello delle auto elettriche è un settore in rapida espansione, la concorrenza di Tesla (che ha annunciato ieri la nuova bellissima e abbordabilissima Model 3) è l’unico vero ostacolo e al contempo uno stimolo, e il mercato automobilistico funziona seguendo gli stessi schemi da decenni. E’ ora che qualcuno, con tanti soldi da investire e tanta buona volontà, arrivi a dare man forte all’azienda di Elon Musk per accelerare una rivoluzione inevitabile. E poi non vorrete mica che quell’ecologista di Tim Cook perda l’occasione di piantare un suo personalissimo chiodo sulla bara delle auto alimentate ad idrocarburi?

Apple Bank

Apple Pay, l’importanza della sicurezza e dell’inviolabilità dei dispositivi, un monte di soldi, i prestiti ai produttori a tassi bassissimi per costruire fabbriche in cambio di esclusive sui componenti. Basta mettere insieme i pezzi del puzzle e quel che viene fuori è un quadro molto chiaro: Apple potrebbe aprire una propria banca. Etica, magari, fondata sugli stessi principi che l’azienda sostiene in molti altri campi.

E’ una teoria molto meno strampalata di quanto possa sembrare. La propone, fra gli altri, anche Charlie Stross, secondo cui uno dei motivi per cui Apple si è impuntata nel caso contro l’FBI è che la sicurezza dei dispositivi iOS è fondamentale per i piani futuri della  Bank (da non confondersi con la Apple Bank for Savings).

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“E’ per questo che Tim Cook è intenzionato ad arrivare fino in fondo contro il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sulla sicurezza di iOS. Se nessuno ha fiducia nei propri iPhone, nessuno avrà fiducia nella Apple Bank ed Apple perderà la sua opzione migliore per mettere al sicuro la propria pila di soldi mentre cresce verso la stratosfera”.

In fondo tutto torna: Touch ID è solo il primo dei possibili sistemi di sicurezza biometrici che Apple potrebbe implementare. E anche in questo caso c’è un settore, quello bancario, stazzonato e basato su paradigmi (e in alcuni casi piattaforme) vecchie di 50 anni. Nulla che, con la giusta quantità di soldi, Apple non possa rivoluzionare.

Ricerca avanzata

Un altro modo molto intelligente di investire tanti soldi è quello di dirottarli su iniziative sociali, benefiche, etiche e più in generale rivolte direttamente al miglioramento delle condizioni dell’umanità. Un volto nuovo che Apple ha potuto rivelare solo dopo aver elaborato il lutto della perdita di Steve Jobs, la cui eredità di valori non comprendeva più di tanto la filantropia come modus operandi aziendale. Del resto, va precisato, la Apple di Steve non aveva mai avuto a disposizione riserve di denaro così vaste.

Un’anteprima di questa nuova Apple l’abbiamo avuta durante il keynote primaverile della settimana scorsa. Più spazio alle donne e un’introduzione che ha messo da parte numeri e dati per lasciare spazio ad argomenti che hanno ben poco a che fare con il profitto diretto: ecologia, lotta al riscaldamento globale, ricerca medica. Tutti campi in cui Apple può riversare miliardi di dollari senza alcun timore di averli spesi male.

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L’azienda di Tim Cook, un liberal gay cresciuto in Alabama e dai valori progressisti, è nella posizione perfetta per cambiare le cose in settori in cui trovare fondi per la ricerca è sempre il problema principale. Apple Foundation, the Apple Fund for Research: dategli il nome che vi pare, il risultato non cambia: quanta ricerca sul cancro, sull’allungamento della vita o sulla  cura di malattie rare si può pagare con una piccola porzione dei soldi che Apple ha in cassa?
Se Steve Jobs, con la forza delle sue idee, è riuscito a lasciare un’ammaccatura nell’Universo, la Apple di Tim Cook, con tutti i suoi soldi, può rifargli direttamente la fiancata con una punta diamantata e poi bucargli anche le gomme.

Apple City

Abbandoniamo il terreno delle ipotesi plausibili per avventurarci nella giungla delle speculazioni. Di quanto spazio avrà bisogno Apple per ospitare tutte le persone che contribuiranno alla sua crescita nel corso dei prossimi 40 anni? Come farà a tenerle tutte vicine al grande Campus Astronave in costruzione a poca distanza da Infinite Loop?

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Semplice, basta comprare l’intera città di Cupertino. Quanto potrà costare? Bastano 200 miliardi di dollari? Un assegno che intorno al 2030 Apple potrebbe staccare senza tanti problemi. Case per i dipendenti (che si muoveranno con la loro Apple Car), parchi giochi, centri di ricerca, una banca. Praticamente la metafora del fallimentare e•World, ma riportata nella realtà. Come giocare a Sim City, però dal vero. Molto improbabile, troppo costoso, poco conveniente. E poi si sa come vanno queste cose, a dar retta a Orwell o Huxley: l’utopia ci mette sempre molto poco a guadagnarsi il prefisso dis-.

Apple Space

E’ il 2051. Nonostante tutti gli sforzi di Apple e dei suoi team di eco-ricercatori, il mondo sta morendo. Non siamo riusciti a salvarlo dalla fine dell’era del petrolio, il riscaldamento globale ha sciolto le calotte polari, le correnti oceaniche si sono invertite. La faglia ha esatto il suo tributo di sangue ai mondiali di calcio (americani) del 2034 e la California adesso è un’isola del pacifico.

Ma c’è ancora un’ultima speranza. Apple Space, una controllata di Cupertino nata nel 2029, ha lanciato il suo primo servizio di trasferimento interplanetario. Destinazione: Gliese 832 c, il pianeta simile alla Terra che Apple ha iniziato a colonizzare nel 2040 e il cui suolo, finora, è stato calcato solo dai dipendenti di Cupertino.

Un posto riservato sulla iStarship, un vascello a propulsione Cerencov di ultima generazionecosta solo 45.000 dollari. Le file fuori dagli Apple Store sono talmente lunghe da congestionare il traffico già caotico delle più grandi città. L’unico motivo per cui non scoppiano rivolte è il controllo capillare della iPolice e le iniezioni di sieri soggioganti cui i potenziali acquirenti hanno dovuto sottoporsi volontariamente, come previsto dai termini del servizio.

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Il giorno del lancio è arrivato. Tim Cook, che ha da poco compiuto 91 anni ma ne dimostra 36 grazie al trattamento staminale messo a punto dai ricercatori degli iLabs, siede alla plancia di comando della iStarship che parte da Cupertino. Gli altri lanci sono previsti in Cina, Canada, Germania, Francia e Giappone. L’Italia, come al solito, fa parte del secondo gruppo, e il lancio avverrà fra un mese, e costerà 55.000€. L’IVA al 39% non aiuta.

Dietro alla poltrona di controllo di Tim Cook, ci sono i posti riservati ai dirigenti Apple, splendenti di luce propria come semidei, e quelli per i giornalisti americani. Quelli europei sono a Berlino e si dovranno accontentarsi di guardare la partenza su un maxischermo. Per tutti quelli che non hanno potuto comprare un biglietto, invece, c’è il video in streaming, visibile direttamente su Mac, Apple TV, iPhone 47, iPad Pro mini plus SE, e ovviamente su Apple Retina 3, l’impianto oculo-cocleare sostitutivo che l’azienda commercializza dal 2039.

Si parte. Il decollo va come previsto, i vascelli si alzano e con la prima fase di spinta lasciano l’atmosfera. Al segnale di Tim Cook viene attivata la propulsione Cerencov e le navi spariscono all’istante. 54 minuti dopo i passeggeri sbarcano su Gliese. Stanno bene e sono pronti a iniziare la loro nuova vita nell’utopia extra-solare di Apple.

La recensione di Walt Mossberg viene pubblicata sulla Terra, sempre puntualissima, il 14 settembre 2065: “All’arrivo la sensazione è stata straniante, ma ci si abitua rapidamente al nuovo pianeta. L’atmosfera è forse troppo ricca in ossigeno, ma Apple conferma che un aggiornamento della composizione è già in fase di sviluppo e verrà rilasciato presto.  Il trasferimento è stato rapido e comodo. In questo momento l’iTrip è il viaggio interstellare migliore che possiate trovare sul mercato.”

5 commenti su “I prossimi 40 anni: 5 idee per il futuro di Apple”

    • Tutti quei miliardi investiti nell’ eugenetica potrebbero realmente rappresentare il prossimo grande balzo evolutivo della razza umana rendendoci anche più che umani… ?
      Personalmente ho un sogno: Avatar.

  1. Un prodotto sul qualei Apple potrebbe puntare sarebbe un proiettore olografico 3D in stile StarWars. Un’evoluzione (meno banale) dell’attuale AppleTV :)
    Per la fantascienza io punterei sullo space elevator o una intera stazione orbitale marchiata Apple :D

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    • La stazione orbitale la stanno già costruendo, presto decollerà…
      Difenteranno patroni di universo! :-)

  2. OT
    Ciao Andrea, il tuo articolo sui risultati fiscali di Apple non è raggiungibile. Cliccando sul link si arriva alla pagina “Apple Press Info”

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