Il giorno in cui Microsoft ed Apple fecero pace

“Dobbiamo liberarci di qualche preconcetto. Ad esempio del preconcetto secondo cui perché Apple possa vincere Microsoft deve perdere”.
Questo era l’invito che durante il keynote del 6 agosto 1997 al MacWorld di Boston Steve Jobs rivolse ad un pubblico attonito, da poco messo a conoscenza di una nuova quanto inaspettata partnership fra Apple e l’azienda di Redmond.

In cambio di un accordo sulle concessioni incrociate di brevetti, che poneva fine a lunghe dispute legate a note faccende di “copiatura”, Microsoft si impegnava a portare Office su Mac e a garantire un impegno economico con un investimento da 150 milioni di dollari.

In un libro alcuni prototipi Apple degli anni ’80

Frog design è un agenzia di design fondata nel 1969 e divenuta un’istituzione nel campo della progettazione industriale. A Frog, fra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ’80, Apple commissionò la realizzazione di alcuni dei suoi prodotti più caratteristici, come ad esempio l’Apple IIc.
Harmut Esslinger, fondatore di Frog, in un volume di recente pubblicazione ha inserito le immagini di alcuni dei prototipi che all’epoca vennero realizzati ma non furono mai commercializzati.

“Lavorammo a stretto contatto con Steve Jobs e con altri sviluppatori Apple al fine di rinnovare l’usabilità e l’aspetto dei computer spiega Hesslinger nel libro, A Fine Line: How Design Strategies Are Shaping the Future of Business, “Finimmo per creare prodotti divennero icone, senza alcun precedente storico.”

Dopo il salto trovate l’immagine intera. Alcuni di questi prototipi sembrano essere decisamente avanti rispetto al proprio tempo, altri invece portano impresso il marchio estetico dell’elettronica di consumo degli anni ’80. Qual’è il vostro preferito? Fatevi sentire nei commenti!

Il creatore dell’LSD e la lettera a Steve Jobs

“Caro Signor Jobs, ho saputo dai media che lei ritiene che l’LSD l’aiutò creativamente nello sviluppo dei computer Apple e nella sua ricerca spirituale personale. Sarei interessato a capire meglio in che modo l’LSD le fu d’aiuto.”

E’ questo l’incipit della lettera che Albert Hoffman, il chimico che negli anni sessanta mise a punto la formula del dietilamide dell’acido lisergico, meglio noto come LSD, ha inviato nel 2007 a Steve Jobs. L’ha pubblicata l’Huffington Post ieri in anteprima: l’articolo è un estratto del libro di Ryan Grim, This Is Your Country On Drugs: The Secret History of Getting High in America.

Steve Jobs non ha mai nascosto di aver fatto uso in gioventù del potente allucinogeno e con la lettera Hoffman voleva invitare il CEO di Apple a contribuire economicamente alle ricerche sugli effetti terapeutici delle droghe psichedeliche condotte in Svizzera dal dottor Peter Gasser.

New York Times: Apple e la cultura della segretezza

Il New York Times ha pubblicato ieri un interessante articolo di analisi sulla cultura della segretezza che è ormai divenuta un marchio di fabbrica dell’azienda di Cupertino. La decisione di non rivelare nulla sulla salute di Steve Jobs (e sul fatto che egli possa davvero aver subito un trapianto di fegato) è solo una delle più recenti dimostrazioni di come la secrecy culture permei ogni aspetto della vita aziendale.
Se nel caso specifico alla base dei prolungati silenzi ci può essere la volontà di preservare la privacy dell’iCeo, in molti altri casi la segretezza è solo una scelta di marketing spinta a livelli mai raggiunti da altre aziende del settore.

Il vecchio Garage di Palo Alto e la residenza di Steve Jobs

L’Apple fan medio quando si trova nei paraggi di San Francisco non mancherà mai di fare visita alla Mothership. Qualche foto davanti all’ingresso del campus, un giretto per Infinite Loop, un salto all’Apple Company Store per acquistare la classica T-Shirt “I’ve been to the Mothership” e poi via, di nuovo a Frisco, per vedere qualcosa in più rispetto ai palazzoni grigi della sede di Apple.
L’Apple fan-atico, però non si accontenterà e si spingerà oltre. Si spingerà, per la precisione, fino al 2066 di Crist Drive, Palo Alto California. Avete capito bene: è l’indirizzo della casa nel cui Garage Steve Wozniak e Steve Jobs diedero la luce ad Apple.

E’ ciò che hanno fatto i ragazzi dell’Apple Blog brasiliano MacMagazine, documentano con tanto di foto il loro contatto con il luogo in cui tutto ebbe inizio. Non che ci sia molto da vedere: una tipica casetta da periferia americana immersa nel verde con box annesso.
I due si sono spinti addirittura oltre, arrivando (forse) a scoprire la residenza di Steve Jobs.

All About Apple museum birthday: la gallery fotografica.


Ieri a Quiliano (Savona) è stato festeggiato il compleanno di All About Apple museum, il più fornito museo Apple al mondo (hanno addirittura pezzi funzionanti che a Cupertino non possiedono più).
Il museo è una vera e propria raccolta di macchine storiche Apple, mantenute in piena efficienza, ma non manca il software d’epoca, così come riviste e libri di un passato non così lontano ma incredibilmente retrò per le tempistiche tecnologiche.

L’associazione che lo gestisce, configurata come Onlus, ha organizzato una festa in grande stile a partire dalle 15 fino a notte inoltrata, con conferenze, visite guidate e libere all’esposizione, buffet (ovviamente a base di focaccia ligure!).
Dopo la cena lì vicino si poteva tornare al museo, per una sessione libera di chiacchiere su prodotti Apple, hardware e software, anticipazioni su iPhone OS 3.0 (da buoni amanti Apple, ovviamente iPhone era il telefono più presente) e tutto quello di cui si voleva discorrere.

Dopo il salto, la galleria fotografica di TheAppleLounge al compleanno del museo.

Mac storici: il Macintosh SE trasparente

Molti di voi avranno già sentito parlare del Macintosh SE, uno dei modelli che Apple lanciò a fine anni ’80 utilizzando il case del primo Macintosh. Scommetto però che non sono molti quelli che ne conoscono la versione trasparente che vedete in queste foto di Charlie Springer. Esatto l’iMac G3 non fu il primo Mac ad avere in dotazione un case trasparente.

In realtà questo Mac SE è un vero oggetto di culto per i collezionisti e non fu mai commercializzato. Furono realizzati solamente una ventina di case come questo e solo dieci furono utilizzati per realizzare computer funzionanti che vennero regalati ad ingegneri e progettisti del Mac SE team. La leggenda dice che colui che riuscirà a raccogliere i 10 Macintosh SE trasparenti verrà investito di immensi poteri. O forse mi confondo con i teschi di cristallo Maya.
Dopo il salto una galleria del Mac SE/20 versione trasparente.

In vendita una mega collezione di memorabilia Apple

Se siete alla ricerca di uno dei poster del lancio del primo iMac, di una brochure illustrativa di un vecchio hardware Apple o magari il manuale delle istruzioni del primo Macintosh, questa potrebbe essere l’occasione che fa per voi. Blair Saldanah, appassionato collezionista di memorabilia cupertiniane, sta (s)vendendo tutta la sua nutrita collezione perché, purtroppo, ha necessità di raccogliere fondi per questioni  di salute (il sistema sanitario americano costringe a volte ad azioni come questa). E’ anche per questo motivo che alcuni prezzi sono piuttosto alti.

Gli oggetti elencati al momento non comprendono l’hardware anche se fra non molto verranno messi in vendita tre PowerBook, tre PowerBook Duo con rispettivi DuoDock, e un raro Macintosh Portable, con annessi manuali e custodia.

Multi-touch, in principio era Fingerworks

Il multi-touch, ormai termine legato a doppio filo alla tecnologia distintiva di iPhone e dei nuovi trackpad dei portatili Apple, nasce dall’idea di Wayne WestermanJohn Elias che, nel 1998 fondarono la Fingerworks, successivamente acquisita da Apple nel 2005; da allora Westerman è diventato capo ingegnere della sezione multi-touch e molti brevetti al riguardo lo indicano come inventore principale.

Westerman, in questi giorni, è stato insignito di un Encomio Presidenziale dalla University of Delaware per il ragguardevole successo ottenuto dopo aver conseguito una Laurea in Ingegneria Elettrica; parlando della sua carriera, Westerman ci spiega come tutto è nato e da dove ha tratto l’ispirazione per il multi-touch.

Retro Mac mod: Mac mini in un Apple Disk II

L’Apple Disk II è un drive per dischi Floppy da 5,25″ progettato  da Steve Wozniak e prodotto e commercializzato da Apple verso la fine degli anni ’70. Il target di utenza erano i possessori di Apple II che grazie al Disk II potevano upgradare il proprio computer sostituendo il lettore di nastri magnetici.
Charles Mangin ha recuperato uno di questi gioiellini d’antiquariato Apple e ci ha letteralmente infilato dentro un ben più recente Mac mini, integrandolo all’interno della vecchia scocca come se 25 anni non fossero nemmeno passati.

Axis: com’era il futuro di Apple nel 1991

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato l’ennesimo design concept con il quale un progettista, in quel caso Isamu Sanada, ha tentato di suggerire la propria visione su un un futuro prodotto Apple. Nella storia del design industriale i “concept” sono sempre esistiti. Si tratta di ipotesi grafiche, progetti che non necessariamente dovranno essere realizzati, attraverso le quali i designers focalizzano e mettono nero su bianco la propria visione.
Nel 1991 la rivista giapponese Axis pubblicò un intero articolo dedicato ai concept di prodotti Apple che l’azienda di Cupertino avrebbe potuto produrre di lì a pochi anni. Per fortuna, o sfortuna a seconda dei casi, la maggior parte di tali idee è rimasta nella mente dei designer. Galleria dopo il salto.

Il Macintosh, 25 anni fa: l’opuscolo di Newsweek

La pubblicità, si sa, è l’anima del commercio. Ieri abbiamo ricordato come Apple con il noto spot 1984 rivoluzionò l’approccio alla pubblicità da parte dei produttori del settore informatico. Oggi vi proponiamo una galleria attraverso la quale sarà possibile sfogliare virtualmente gli ads che vennero pubblicati sulla rivista Newsweek nel numero speciale di novembre/dicembre 1984. Apple comprò tutte le 39 pagine di spazio e inserì una sorta di guida promozionale all’interno della rivista.

Gallery dopo il salto.

Buon 25° compleanno, Macintosh

Photo courtesy of: Wired

Il 24 gennaio 1984 Apple lanciava il Macintosh. Sono passati 25 anni durante i quali Apple ha saputo cambiare e trasformarsi, toccare il fondo e risalire, sbagliare qualche prodotto e azzeccarne moltissimi altri. In tutti questi anni il Mac è rimasto un punto fermo e nonostante oggi l’azienda di Cupertino sia ormai una multinazionale potentissima che opera nel settore dell’elettronica di consumo, il Mac rimane il torsolo di quella mela di cui noi cerchiamo di offrirvi uno spicchio ogni giorno. Vogliamo fare gli auguri al Mac con un post particolare scritto a più mani, in cui ognuno di noi dello staff di TAL racconta un po’ del proprio rapporto con la Mela e con il Macintosh.

Naturalmente siamo curiosi di conoscere anche le vostre esperienze. Qual’è stato il vostro primo Mac? Come vi siete avvicinati al mondo Apple? Fatevi sentire nei commenti (e non dimenticate di partecipare al contest)!

Lo spot 1984 compie 25 anni

Prima del Macintosh 128k, fu… lo spot del Macintosh 128k!
“Il 24 gennaio Apple lancerà il Macintosh. E capirete perchè il 1984 non sarà come 1984”.
Sono passati esattamente 25 anni dalla trasmissione del commercial durante il Superbowl XVIII, disputato la sera del 22 gennaio 1984. Il costo di 30 secondi di post durante il SuperBowl di quella sera ammontava a 368.000$ (fonte Wikipedia). Apple comprò un minuto e mezzo di spazio pubblicitario.
L’ad fu creato dall’agenzia Chiat/Day e costò attorno al milione di dollari; sebbene Steve Jobs e John Sculley ne fossero totalmente entusiasti, il Consiglio di Amministrazione non lo gradì particolarmente. Steve Wozniack si offri di pagare di tasca propria il costo della messa in onda se il Board of Directors avesse deciso di non trasmetterlo.
Dopo il salto il video della presentazione in anteprima dello spot, famoso per il discorso anti-IBM di Steve Jobs. Adesso vi manca solo il nome del regista per rispondere alla prima domanda del nostro contest per i 25 anni del Macintosh.

I dipendenti Apple e gli annunci del Macworld


Image by Rob Beschizza, Boing Boing Gadgets

Vi siete mai chiesti cosa significhi vivere gli annunci del Macworld da dipendenti Apple? Il vincolo della segretezza alla Apple è preso davvero sul serio e la stragrande maggioranza di coloro che lavorano per l’azienda di Cupertino non sa che cosa verrà svelato in occasione dell’evento. Ne parla Chuq von Rospach, ex dipendente Apple che ha lavorato a Cupertino per 17 anni, in un interessante articolo pubblicato venerdì dal Guardian.
Von Rospach racconta di alcuni divertenti aspetti della vita all’interno di Apple, che lui tuttora definisce come “un’azienda che ti da la possibilità di aiutare a cambiare la società”, relativi in particolare al modo in cui viene vissuto l’evento clou dell’anno Apple, vale a dire il keynote del Macworld. Nell’articolo trapelano anche alcune interessanti motivazioni che giustificano ulteriormente la scelta di Apple di abbandonare il faticoso palcoscenico del Macworld di San Francisco.

Apple – Best Of 2008, la classifica di TAL e un sondaggio

La fine del 2008 si avvicina e come sempre in questo periodo dell’anno fioccano le classifiche del meglio e del peggio dei 12 mesi appena trascorsi. Noi di TAL vogliamo proporvi una Top 5 che raccolga, a parer nostro, le migliori innovazioni introdotte Apple nel corso degli ultimi 365 giorni, giusto per prepararci mentalmente all’anno nuovo e alle grandi novità che verranno presentate in occasione del prossimo MacWorld San Francisco 2009. A fine post e nella barra laterale trovate un sondaggio a tema e non dimenticate di dire la vostra nei commenti!

5 – MacBook Air.

Il 2008 è stato l’anno dei NetBook, impossibile negarlo. Apple ha voluto dire la sua in completa controtendenza e mentre tutti si prodigavano a rimpicciolire i propri laptop ultraportatili a Cupertino hanno scelto un’altra direzione, sfornando un notebook sottilissimo e leggerissimo che vanta allo stesso tempo uno schermo 13″ e una tastiera estesa su cui scrivere è un vero piacere.

Mac OS 9, un sistema operativo duro a morire

Venerdì è uscito un articolo un po’ particolare, ma molto interessante, su un autorevole sito di news dedicate al mondo della Mela: The Apple Blog. La peculiarità di questo post è di non trattare di un argomento caldo d’attualità, come il disappunto degli sviluppatori di software per iPhone o  la descrizione dell’ultimo brevetto di Cupertino.

Charles Moore indaga su quanti siano ancora i computer in circolazione a montare Mac OS 9 come sistema operativo… e a quanto pare non ce ne sono affatto pochi! Leggendo l’articolo e i commenti, si direbbe che molti siano ancora legati a OS 9 per via di qualche particolare software che non è stato più prodotto per le versioni successive o che non hanno voglia o risorse per aggiornare il loro computer. Lo stesso Moore afferma di utilizzarlo quotidianamente a causa di un vecchio shareware di ben 137 kb.