Dopo aver ricevuto il permesso da Apple stessa, il Computer History Museum e il DigiBarn Computer Museum hanno recentemente rilasciato il codice sorgente DOS dell’Apple II. Il dispositivo, rilasciato nell’ormai lontano 1978, era il primo computer completamente assemblato e venduto da Apple. La versione base, con 4K di memoria, costava l’incredibile somma di 1298$, e includeva tastiera, monitor a colori e la possibilità di programmare nel linguaggio BASIC.
Storia Apple
Alcuni Apple-1 rispolverati: una bella gallery
Guardare indietro di venti, trent’anni, e osservare con nostalgia (e con un certo stupore) come la tecnologia abbia iniziato a muovere i primi passi, magari domandandosi: “Ma è davvero possibile che questo sia il trisavolo del Macbook dal quale sto scrivendo?”.
Una sensazione del genere suscita certamente la bella galleria fotografica, accessibile a fondo articolo, che ritrae uno dei primissimi Apple 1 mai messi sul mercato.
A6, la storia del processore interamente progettato da Apple
Durante il lancio di iPhone 5, Apple ha speso poche parole riguardo le specifiche del nuovo processore del dispositivo, denominato A6. Dalle prime informazioni trapelate, tuttavia, sembra che Apple abbia progettato autonomamente il processore invece di utilizzare come modello il Cortex-A9 o il Cortex-A15 di nuova generazione, entrambi di proprietà di ARM.
Da questo punto di vista, è il sito anandtech.com a rivelare che A6 include una CPU disegnata a livello interno. Linley Gwennap di LinleyGroup ha cercato di far luce sulla vicenda, traendo le proprie conclusioni.
Un anno di Tim Cook in veste di CEO
Il 24 agosto 2011, Steve Jobs inviò un triste messaggio ai dipendenti Apple e a tutta la community con il quale rassegnava le proprie dimissioni e ufficializzava il passaggio dei poteri a Tim Cook. Un anno è passato da quando Cook è CEO, fra avvenimenti di rilievo e una crescita dell’azienda che non ha subito rallentamenti anche dopo la dipartita del co-fondatore.
Quella volta che Carl Sagan denunciò Apple
Ci sono piccoli pezzi della storia Apple che per un motivo o per l’altro negli anni finiscono nel dimenticatoio. Episodi come la querelle che negli anni ‘90 contrappose Apple e uno scienziato di fama mondiale.
Nel 1994 gli ingegneri Apple che lavoravano allo sviluppo del Power Macintosh 7100/66 decisero di chiamare la macchina “Carl Sagan”, in onore del famoso astronomo, astrochimico, scrittore di fantascienza e divulgatore scientifico.
Sotheby’s mette all’asta un manoscritto di Steve Jobs del 1974
Quanto può valere la nota manoscritta negli anni ‘70 da un diciannovenne appassionato di elettronica? Fra i 10.000 e i 15.000 dollari se quel diciannovenne si chiamava Steve Jobs.
E’ la valutazione che ha fornito la nota casa d’aste Sotheby’s per un documento di cinque pagine che sarà venduto il prossimo 15 giugno. E’ l’unico manoscritto di Jobs risalente al periodo in cui lavorava per Atari. Nella nota, destinata al suo manager Stephen Bristow, il futuro co-fondatore Apple aveva appuntato alcune osservazioni su un dettaglio elettronico relativo alla scheda madre del gioco Atari World Cup Football.
Retro Mac: Iron Man su MacPaint
Qui su The Apple Lounge ci è capitato già più volte di segnalare i fantastici video di Matt’sMacintosh, utente YouTube e Apple Lover dall’ammirevole dotazione tecnologica.
L’ultima opera di Matt è questo filmato di speedpaint che illustra la realizzazione di una versione 1984 di Iron Man su MacPaint.
Blue Busters e The Apple Boogie: le produzioni musicali Apple negli anni ’80
Gli ultimi tredici anni ci hanno abituato a keynote e presentazioni Apple sempre più “zen” (salvo rare eccezioni) con una scenografia minimalista che convoglia l’attenzione sul presentatore ma soprattutto sul prodotto presentato.
Non è sempre andata così. Negli anni ’80, prima della rottura fra Steve Jobs e la dirigenza Apple, i keynote sembravano veri e propri spettacoli di varietà per geek e nerd.
Spettacoli durante i quali trovavano spazio presentazioni multimediali come questo video musicale della canzone Blue Busters, parodia autorizzata della colonna sonora del Film GhostBuster con i computer di Big Blue, ovvero IBM, al posto dei fantasmi.
Il catalogo Apple per la stagione 1986/1987
C’è stato un momento nella storia in cui qualche divinità malevola, per motivazioni ancora sconosciute, ha decretato una sospensione del gusto che è durata un po’ più di dieci anni. Sono gli anni ’80, la decade in cui vestire con felpe slabbrate e calzini bianchi con pantaloni neri sopra il mocassino non era considerato riprovevole. Una volta ce l’avevo un po’ con quello stile così schifosamente superficiale che permeava tutto, poi però quando ho capito che la vera colpa di quegli anni era ben altra, ovvero l’aver generato i debiti sotto cui oggi rischiamo di soccombere, ho maturato una sorta di frivolo piacere mescolato ad uno strano senso di nostalgico mal digerito nel ripescare vari aspetti culturali di un periodo che ho la fortuna di aver vissuto nell’inconsapevolezza infantile.
Ho così rivalutato la storia musicale migliore, gli eventi storici più importanti in particolari settori (24 gennaio 1984, anybody?), il cinema. E perché no, anche gli ephemera come questa incredibile The Apple Collection, un catalogo di vendita per corrispondenza pubblicato con l’approvazione Apple per la stagione 1986/1987.
Il contratto di fondazione Apple venduto per 1,59 milioni di dollari
Ieri a New York Sotheby’s ha messo all’asta il contratto di fondazione di Apple, ovvero i documenti su cui il 1°Aprile del 1976 apposero le proprie firme Steve Jobs, Steve Wozniak e Ron Wayne.
A quanto scrive Bloomberg gli interessati all’acquisto non erano molti. A contendersi il cimelio sarebbero rimasti in sei fra presenti nella stanza delle aste e partecipanti collegati tramite telefono. Ad avere la meglio è stato tale Eduardo Cisneros che, nonostante la base d’asta fosse relativamente bassa, si è aggiudicato il contratto per un totale di 1,59 milioni di dollari.
Il contratto di fondazione Apple all’asta da Sotheby’s
Il prossimo 13 dicembre andrà all’asta da Sotheby’s a New York il contratto originale con cui Steve Jobs, Steve Wozniak e Ron Wayne siglarono ufficialmente la fondazione di Apple Computer Co. il 1° aprile del 1976.
La storia è nota: Ron Wayne, che su pressione dell’amico Jobs, conosciuto all’Atari, aveva convinto Wozniak a fondare Apple con loro, fu assalito da subitanei ripensamenti circa il rischio che aveva deciso di intraprendere (era l’unico che aveva, anche economicamente, qualcosa da perdere). Decise di scindere la partnership e 12 aprile 1976 vendette la sua quota del 10%. Oggi quel 10% varrebbe all’incirca 2.6 miliardi di dollari.
Nonostante la scissione del contratto, Wayne rimase il depositario delle copie cartacee del contratto. Le rivendette a fine anni ’90 ad un collezionista, lo stesso che ora ha dato mandato a Sotheby’s per la vendita dello storico cimelio. Il prezzo finale stimato varia fra i 100 e i 150mila dollari.
La storia di Mr Macintosh, l’omino del Mac
Quella che vedete nell’immagine qui sopra è un porzione di una scheda logica di un Macintosh, datata 1983. E quello che vedete indicato dalla freccia è invece Mr Macintosh, un personaggio inventato da Steve Jobs e qui rappresentato nella versione disegnata dall’artista belga Jean Michel Folon.
La storia di Mr Macintosh la racconta Andy Hertzfeld, storico programmatore del primo e originale Team Macintosh e più di recente responsabile dell’interfaccia di Google+, in un articolo sul sito Folklore.org. La scheda logica non è la destinazione che Steve Jobs originariamente avrebbe voluto per quello strano personaggio.
Apple e la beneficenza: Tim Cook cambia rotta rispetto a Steve Jobs
Apple ha appena lanciato una nuova campagna di beneficienza che coinvolge i propri impiegati: è il nuovo CEO Tim Cook ad annunciarlo “personalmente” via e-mail a tutti i dipendenti dell’azienda di Cupertino.
Un’iniziativa ammirevole, che tuttavia non può lasciare il mondo degli appassionati della mela impassibili, di fronte a quella che da molti è stata interpretata come “la prima mossa anti-Jobsiana“: vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
Shrine Of Apple, raccolta online di tutti i prodotti Apple
Shrine of Apple è un nuovo progetto online nato allo scopo di raccogliere immagini e video ad alta definizione di tutti i prodotti Apple realizzati dal 1976 ad oggi. La mission del sito è quella di mostrare in tutta la sua gloria l’intero spettro dei prodotti della Mela, software, sistemi operativi e periferiche minori comprese.
Non un’impresa semplice, soprattutto con i prodotti più vecchi. A rendere ancora più difficile il compito che “Il Santuario Apple” si è dato è la volontà, ove possibile, di fotografare i prodotti nelle loro migliori condizioni e con l’incarto originale (o quel che ne resta).
I 101 consigli di Wired alla Apple del 1997
All’inizio dell’estate del 1997 Apple sembrava ormai spacciata, destinata a chiudere i battenti o vendersi al miglior offerente. Ora sappiamo che il futuro riservato all’azienda di Cupertino era ben diverso, ma allora, a tre mesi dalla nomina a CEO di Steve Jobs non era facile prevedere che quella compagnia sull’orlo del tracollo avrebbe estratto dalla manica un asso dopo l’altro negli anni a venire.
In quest’ottica non è arduo capire perché sul numero di giugno del 1997 di Wired apparve una cover story dall’eloquente titolo: 101 modi per salvare Apple. Fra quelle 101 indicazioni, oltre ad alcune trovate sarcastiche, c’erano alcuni buoni consigli che anticipavano quel che sarebbe successo e molti cattivi consigli che per fortuna Apple non ha seguito per niente.
Scarpe Apple, la storia di questo raro modello
Ieri sera, navigando in un forum dedicato alle sneakers, mi sono imbattuto nelle scarpe che potete vedere qui sopra. Lo ammetto, ho subito pensato ad un modello custom creato da un appassionato, mi sbagliavo invece, perchè si tratta a tutti gli effetti di un prodotto ufficiale Apple.
Queste scarpe venivano regalate ai dipendenti della società in determinate occasioni (Natale e altre feste) nel periodo che va dal 1990 al 1993. Sembra che qualche paio sia stato distribuito anche dopo il 1993, ma non abbiamo certezze su questo.
“Inside Apple”: Fortune racconta i “segreti” Apple
Scoprire cosa accade nel campus di Apple è difficile. La compagnia di Steve Jobs mantiene un alto livello di segretezza non solo sui dispositivi che produce, ma anche sulle politiche interne e sul funzionamento delle strutture aziendali. Ecco perché è stato accolto con grande interesse l’articolo di Adam Lashinsky pubblicato nell’ultimo numero di Fortune (disponibile anche in versione per iPad), che grazie a centinaia di interviste con ex dipendenti Apple ha potuto scoprire alcune interessanti vicende riguardo Jobs e la vita lavorativa di Infinite Loop.
Guy Kawasaki: Aldus Pagemaker ha salvato Apple negli anni ’80
Guy Kawasaki è un intrattenitore nato. Qualcuno potrebbe definirlo “imbonitore”, ma la parola giusta è Evangelist. Ed è proprio questa, Chief Evangelist, la carica che Kawasaki ricopriva alla Apple negli anni ’80. Il suo amore per la Mela e per il Mac non è mai tramontato, nonostante non sia più un dipendente Apple dal 1987, e spesso e volentieri i riferimenti ad Apple e a Steve Jobs sono punti chiave delle sue presentazioni.
Non fa eccezione il recente e divertente keynote che Kawasaki ha tenuto alla Ad:tech Conference di San Francisco la settimana scorsa per promuovere il suo nuovo libro “Enchantment” (una specie di manuale di persuasione), durante il quale non sono mancati i riferimenti all’azienda di Cupertino. Come l’affermazione che leggete nel titolo: secondo Kawasaki a salvare Apple fu il desktop publishing.
Buon 35° compleanno Apple
Oggi Apple compie 35 anni. Fondata il 1° aprile del 1976, l’azienda si è evoluta in 35 anni nella più grande società dell’I.T. per capitalizzazione di mercato, con 46.600 dipendenti e un fatturato annuale che si appresta a sfondare il tetto dei 70 miliardi di dollari dopo che nel corso dell’ultimo decennio, dopo il ritorno di Steve Jobs, l’azienda ha rivoluzionato in maniera drastica almeno tre mercati differenti (uno dei quali, quello dei tablet, praticamente non esisteva) grazie ai suoi prodotti.
Poiché ogni anno in questo tipo di post si rischia di cadere nella facile retorica, oggi per festeggiare vi segnalo semplicemente una lista di video significativi e di letture consigliate (qui di seguito) pescate fra gli articoli sulla storia Apple pubblicati in passato da TAL o da fonti esterne che meritano di finire nella vostra coda su Instapaper. Buona lettura e buon compleanno ad Apple.
Twentieth Anniversary Macintosh, asta su eBay e video vintage
Ogni tanto su eBay viene messo in vendita da appassionati o collezionisti un pezzetto di storia Apple. Ora è il turno di un Twentieth Anniversary Macintosh, il Mac “speciale” che Jony Ive progettò nel 1996 (ma che arrivò sul mercato nel 1997) per celebrare il ventennale dalla fondazione dell’azienda. Sarà un caso, ma l’asta si svolge proprio nella settimana in cui Apple compie 35 anni (la ricorrenza è domani).
Il TAM era un computer assai particolare. Fra i primi a montare un LCD, aveva in dotazione un sistema audio della Bose costruito su misura ed era un piccolo gioellino del design. A vederlo ora non parrebbe, vista l’evoluzione che ha subito in primis lo stile di Ive, (anche in fatto di abbigliamento) come testimonia il video che trovate a seguire. Per la metà degli anni ’90 il risultato ottenuto dal designer, vista anche la non rosea situazione in cui versava Apple, non era affatto male.
Buon 27° compleanno, Macintosh
Son passati 27 anni da quel fatidico 24 gennaio 1984, giorno in cui Apple lanciò il Macintosh. Se parlare di rivoluzione sembra troppo, si può comunque dire che da quel giorno l’informatica non sia più stata la stessa, soprattutto per quanto riguarda l’approccio con la grande massa.
Steve Jobs mostra come si usa NeXTSTEP
In questo video dimostrativo del 1992 Steve Jobs mostra in prima persona come si utilizza
Apple voleva acquistare Bungie nel 2000?
Proprio poche ore fa vi abbiamo parlato del rumor che vuole Apple interessata ad acquistare Sony (tranquilli, è un evento altamente improbabile), adesso facciamo un piccolo passo indietro fino ai primi mesi del 2000 e vi parliamo di una trattativa sfumata.
Nel 2000 Steve Jobs era intenzionato ad acquistare Bungie (la software house che ha ideato l’universo di Halo), l’affare però è stato concluso da Microsoft.