Steve Jobs, uomo dell’anno per il Financial Times

Steve Jobs

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Per il Financial Times, Steve Jobs è l’uomo del 2010. Il CEO di Apple si è aggiudicato il premio “Person of the Year” del prestigioso quotidiano, mentre Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook è stato indicato come uomo dell’anno dal TIME Magazine.

Steve Jobs si è portato a casa questo ambito riconoscimento grazie al suo ritorno sul palco, a gennaio, durante un evento Apple. Un ritorno vincente, in quell’occasione infatti Jobs ha presentato ufficialmente l’iPad.

Steve Jobs, CEO del decennio anche per Market Watch

Se leggendo il titolo di questo articolo avete avuto un dejà vu, tranquilli non c’è nessun bug nella Matrice. Steve Jobs è stato nominato CEO del decennio una seconda volta. A questo giro, dopo Fortune a novembre 2009, è Market Watch, dopo Fortune, a ritenere che il cofondatore di Apple sia stato il migliore capitano d’azienda degli ultimi dieci anni.

Fra le motivazioni addotte per l’assegnazione del “titolo” c’è anche questa volta la resurrezione di Apple avvenuta nella seconda era Jobs: da azienda al tracollo al secondo posto nella classifica delle maggiori aziende americane per capitalizzazione di mercato nel giro di poco più di due lustri.

Steve Jobs uomo dell’anno di TIME, oppure no?

Già da quasi un mesetto, come da tradizione, TIME Magazine ha aperto le votazioni online per l’uomo dell’anno 2010. Nella lista, anche nel 2010, compare il nome di Steve Jobs, che si piazza per adesso al 6 posto delle preferenze degli utenti, con quasi 15.000 voti.
A scegliere la persona dell’anno però non sono i lettori e gli utenti online, che al momento sembrano ad esempio premiare curiosamente il premier turco Erdogan, ma i giornalisti e gli editor di TIME.

E per quanto Steve Jobs sia finito ancora inevitabilmente nella lista dei candidati e abbia dalla sua degli endorsement di livello come quello ufficiale di Marissa Mayer (Google), ci sono buoni motivi perché anche nel 2010 TIME non scelga di assegnare il titolo al co-fondatore di Apple.

Le foto dello studio privato di Steve Jobs (2004)

La foto che vedete in apertura fu scattata nel 2004 da Diana Walker, fotografa di Time Magazine, a poche settimane dall’operazione che salvò la vita a Steve Jobs per la prima volta. Ora scopriamo che quella foto, scelta poi dalla rivista Time per il illustrare il profile di Steve, selezionato fra le “people who mattered” dello stesso anno), faceva parte di un set assai più vasto recuperato e pubblicato dal sito “All about Steve Jobs”. Sono tutte fotografie scattate a casa di Jobs a Palo Alto, rare per il modo in cui svelano aspetti mai visti degli spazi privati dell’iCEO.

I potenti del mondo secondo Forbes: Steve Jobs 17°

Forbes ha pubblicato la nuova classifica delle personalità più potenti del mondo nel 2010. A sorpresa, ma nemmeno troppo, Steve Jobs fa un salto in avanti di 40 posizioni e guadagna il 17° posto. Lui e Rupert Murdoch sono gli unici capi d’azienda presenti nella Top 20, popolata in gran parte dai grandi nomi della politica e della finanza internazionale. Fa eccezione Bill Gates, stabile al decimo posto, che è in lista principalmente grazie alle sue attuali attività filantropiche con la Bill & Melinda Gates Foundation.

Se il CEO di Apple guadagna posizioni, ne perdono invece i due cofondatori di Google. Sergey Brin e Larry Page, che Forbes usa tenere a pari merito anche quest’anno, sono passati dalla 5a posizione del 2009 alla 22esima. Non mancano due new entry tecnologiche di spessore quali Mark Zuckerberg, al 40° posto e Jeff Bezos, CEO di Amazon, al 66°.

Sculley racconta Jobs nell’intervista esclusiva di CoM

Leander Kahney ha pubblicato su Cult Of Mac una interessantissima intervista a John Sculley, CEO di Apple dal 1986 al 1993. La carriera di Sculley a Cupertino non fu delle più brillanti, nonostante fosse stato proprio Steve Jobs a strapparlo alla Pepsi con una frase che sarebbe passata alla storia: “vuoi vendere acqua zuccherata per tutta la vita o vuoi cambiare il mondo?”.

Viene attribuita in gran parte alla sua gestione la crisi in cui sprofondò Apple all’inizio degli anni ’90 e Steve Jobs non gli ha mai perdonato di averlo di fatto cacciato dalla sua stessa azienda nel 1985. Ora, a 25 anni di distanza da quella rottura, e a 17 dall’ultima volta che ha messo piede a Cupertino, Sculley si è deciso a parlare di Steve Jobs e della sua visione. Non lo aveva mai fatto nel corso di questi lunghi anni in cui la Silicon Valley che conta si è praticamente scordata di lui.

Le 4 cose e mezza che Jobs ha dimenticato di dire durante il keynote

Del keynote di Jobs se ne è parlato molto, puntando l’attenzione sul grande numero di prodotti lanciati in appena un’ora di tempo.
Wired Italia, però, si concentra su un aspetto diverso, mettendo in luce 5 cose (4 e mezza secondo il sottoscritto) che Jobs non ha detto o, se preferite, che ha deliberatamente omesso.
Di alcune, sicuramente, vi sarete accorti anche voi se avete seguito l’evento in streaming o se avete scaricato e visto il podcast in queste ore.

Steve Jobs è il quarto CEO più pagato degli ultimi dieci anni

Una delle curiosità che colpisce sempre positivamente è lo stipendio che “nominalmente” Jobs riceve da Apple ogni anno: un solo dollaro. Ovviamente, questo non significa che nelle tasche di Jobs arrivi così poco per il lavoro che svolge, perché in realtà il suo guadagno è una somma di bonus e guadagni realizzati su titoli e stock option.
Questo, gli permette di incassare cifre che fanno girare la testa e che lo rendono uno degli amministratori delegati più pagati degli ultimi dieci anni.

Fortune: Jobs e Ive nominati “smartest” CEO e Designer

Fortune ha pubblicato la classifica delle 50 personalità più brillanti dell’Information Technology. Steve Jobs è stato scelto come “smartest” Chief Operative Officer, mentre Jony Ive, il VP a capo della divisione progettazione di Cupertino, è il più brillante fra i designer.

I cinquanta professionisti che sono entrati nella speciale classifica di Fortune, suddivisa in dieci categorie, sono stati selezionati da 100 esperti del settore sulla base della loro “intelligenza” nello svolgimento del proprio lavoro e in relazione all’impatto sociale della loro attività.

Steve Jobs alla conferenza di Allen & Co, oppure no?

Ogni anno a luglio, la crème de la crème dell’industria e della politica americane si riunisce a Sun Valley, nell’Idaho, per la conferenza organizzata da Allen & Co. Si tratta di un incontro esclusivo, chiuso alla stampa, che si ripete ogni anno ininterrottamente sin dal 1983, durante i quali i grandi manager fanno cose da grandi manager e fra partite a golf e sessioni di tiro al piattello approfittano dell’evento per diffondere annunci importanti relativi alle loro aziende e per stringere accordi e partnership.

All’edizione di quest’anno della colonia estiva di Allen & Co. doveva partecipare anche Jobs, come già fece nel 2005. Bloomberg lo dà fra i presenti (e pare proprio che nella riservatissima lista degli invitati il suo nome ci sia), ma c’è un report contrastante da una buona fonte. Kenneth Lee del Financial Times ha scritto su Twitter che Jobs non parteciperà all’evento.

Steve Jobs alla conferenza D8: All Things Digital

Steve Jobs alla D5 (2007) Photo: Asa Mathat

Si aprirà quest’oggi la ottava edizione di D: All Things Digital, la conferenza tecnologica organizza ogni anno dall’omonimo supplemento del Wall Street Journal diretto da Walt Mossberg e Kara Swisher. Saranno i due noti tecnologi a fare gli onori di casa alla tre giorni che vedrà come ospiti CEO di grandi aziende dell IT e altri Executive del settore.

Ad inaugurare la prima serata della conferenza, all’incirca alle 21:00 18:00 di oggi (ora della California – le 06:00 3:00 di domani in Italia), un’intervista al CEO di Apple Steve Jobs. Sul palco del Terranea Resort, lussuoso complesso sito nei pressi di Los Angeles che ospita la D8, insieme a El Jobso ci sarà Kara Swisher. Non mancheranno di certo gli argomenti di discussione.

Steve Jobs rispetta ed ammira Adobe, ma non gli piace Flash

Nuovo scambio di missive tra Jobs e un utente Apple (tale Josh Cheney), che come tanti altri, ha avuto l’idea di contattare il CEO per porgli una domanda; questa volta, oggetto della discussione è Adobe e il suo Flash.

Con questo ritmo, nell’arco di un mese, avremo tante di quelle puntate da poter girare una soap-opera intera su Apple e Flash, ma per dovere di cronaca, vale la pena riportare anche quest’ennesima risposta di Jobs, che poco aggiunge a quanto detto finora ufficialmente con i suoi “Thoughts on Flash”.

Steve Jobs, 15 cose che (forse) non sapete di lui

Se siete assidui lettori di TheAppleLounge, con molta probabilità, allora, saprete tutto di Jobs, dalle sue manie al fatto che il suo stipendio in Apple è di un solo dollaro l’anno (ovviamente ci sono sempre i titoli azionari di Apple e Disney a riempirgli il portafoglio, state tranquilli).
Comunque sono certo che un’infografica come quella realizzata da Online Schools su un personaggio come Jobs merita sicuramente di essere vista, almeno una volta. All’interno troverete una marea di curiosità sulla sua storia e sui pettegolezzi che girano sul personaggio: il tutto in 15 cose che (forse) non sapete di lui.
Trovate l’immagine completa dopo il salto.

Jobs sul WWDC 2010: non resterete delusi

Jobs, dopo il duro botta e risposta avuto con Valleywag, è tornato a rispondere alle mail che gli vengono inviate da utenti comuni, e stavolta oggetto delle missive è il prossimo WWDC.

Dal 7 all’11 Giugno, infatti, si terrà presso il Moscone Center di San Francisco l’edizione annuale della Developers Conference di Apple, appuntamento che Jobs e soci potrebbero sfruttare per presentare al mondo il nuovo modello di iPhone.
Nonostante sia impossibile prevedere cosa accadrà durante il keynote di Steve e quali prodotti verranno annunciati, consoliamoci sapendo che il prossimo WWDC non ci deluderà, parola di Jobs.

Steve Jobs: duro scambio di mail con Valleywag [Aggiornato]

Non accenna a diminuire la frequenza con cui Steve Jobs risponde alle mail di comuni utenti, programmatori, blogger e giornalisti. Sembra che El Jobso si sia preso in carico il compito di comunicare ufficialmente in prima persona con la comunità Apple, in un insolito tentativo di aumentare la trasparenza sulle politiche dell’azienda.

L’ultima testimonianza dell’impegno che l’iCEO dedica al proprio nuovo compito ci arriva da Valleywag, blog del gruppo Gawker (di cui fa parte anche Gizmodo). Il blogger Ryan Tate ha pubblicato interamente lo scambio di email (6 inviate da lui, 4 ricevute in risposta) che ha avuto con Steve Jobs nella notte fra venerdì e sabato scorsi.

I temi sono sempre i soliti: le regole di App Store, lo scontro con Adobe, la vocazione al controllo che Apple esprime con alcune scelte, riguardanti soprattutto l’ecosistema di iPhone OS. Il tono, però, è parecchio sopra le righe, almeno per quanto riguarda il giornalista. Sempre che non sia tutta una balla colossale: in quel caso sarebbe un altro duro colpo per la reputazione già malconcia del gruppo Gawker.

Aggiornamento
: Ryan Tate ci ha risposto fornendoci le headers del primo messaggio inviato da Steve Jobs. Sembra tutto decisamente autentico.

Le interviste di Steve alla D1 e D2 conference

Il primo di giugno Steve Jobs parteciperà in veste di invitato alla D8: All Things Digital, l’ottava edizione della executive conference organizzata ogni anno da Walt Mossberg e Kara Swisher del Wall Street Journal, che si svolgerà vicino a Los Angeles dall’1 al 3 di giugno 2010. Jobs non è andato alle conferenze del 2008 e del 2009 (D6 e D7) ma era presente all’edizione 2005 (di cui molti ricorderanno l’intervista doppia sul palco con Bill Gates e altre famose foto che lo ritraggono alla stessa tavola con il “nemico” di sempre) e a tutte le precedenti edizioni della tre giorni di incontri tecnologici, tranne la D4.

In attesa della nuova intervista che aprirà l’ottava edizione della Conference, Kara Swisher sta pubblicando su BoomTown, il suo blog su AllThingsDigital, i video delle interviste di Steve Jobs registrati durante le passate edizioni, al ritmo di un “nuovo” video a settimana.

Steve Jobs pubblica i suoi “pensieri su Flash”

Ieri John Gruber su Twitter lo aveva lasciato intendere: domani l’affaire Gizmodo passerà in secondo piano e si tornerà a parlare dello scontro fra Apple e Adobe su Flash.

Non era un’indiscrezione infondata: oggi Apple ha pubblicato una open letter di Steve Jobs intitolata “Thoughts on Flash”, pensieri su Flash, in cui il CEO dell’azienda di Cupertino illustra in sei punti tutti i principali motivi per cui Apple non vuole implementare Flash sui suoi dispositivi.

Di seguito trovate un sunto delle parti più significative della lettera. Tutto ciò che leggerete è una summa di quanto detto da Jobs, senza aggiunte o commenti ulteriori.

1) Open-ness. I prodotti di Adobe sono proprietari al 100% e Flash non fa eccezione. Sebbene anche i sistemi operativi della Mela siano proprietari, Apple ritiene che tutti gli standard inerenti al Web e alla sua fruizione debbano essere aperti. Per questo, anziché utilizzare Flash, Apple ha preferito puntare su HTML5, JavaScript e CSS. Google e molte altre aziende hanno fatto lo stesso, perché con essi gli sviluppatori possono creare contenuti avanzati e dinamici senza la necessità di un plugin per la loro riproduzione.

Tale approccio vale anche per i prodotti Apple per il Web, come WebKit, il rendering engine basato su HTML5 che è al cuore di Safari ed è utilizzato in tutti i prodotti Apple.

“Google lo usa per il browser di Android, Palm lo usa, Nokia lo usa, e RIM ha annunciato che lo userà. Quasi ogni web browser presente su smartphone che non siano quelli di Microsoft usa WebKit. Rendendo open la propria tecnologia WebKit Apple ha stabilito uno standard nel settore dei browser mobile”.

Steve risponde: “la vita è fragile”

Steve Jobs ha risposto ancora una volta ad una email di un semplice utente. A questo giro però l’iCeo non ha dato spiegazioni tecniche o sciolto dubbi sui prodotti Apple, ma ha mostrato apertamente, e inaspettatamente, il suo lato umano.

Qualche tempo fa vi segnalavamo la presa di posizione di Jobs a favore di una nuova legge sui trapianti d’organi in California per la quale lui stesso aveva fatto pressione su Maria Shriver, la moglie del Governatore Schwartzenegger. L’iCeo, che proprio di questi tempi l’anno scorso era stato sottoposto ad un trapianto di fegato in un ospedale del Tennesse, ha fornito il suo pubblico avallo con un breve discorso all’evento di presentazione della legge al Lucile Packard Hospital.

James, un ragazzo originario di Cupertino che nel 2008 ha perso la sua ragazza 24enne a causa di un melanoma, ha voluto scrivere a Steve Jobs per ringraziarlo per il suo intervento pubblico a sostegno della nuova legge. La risposta di Steve è arrivata poche ore più tardi.

Steve Jobs: per il porno c’è Android

L’oracolo di Cupertino ha parlato di nuovo attraverso il suo mezzo prediletto: la posta elettronica. La risposta che ha dato, ancora una volta, è tutt’altro che criptica e difficilmente interpretabile, anzi. E’ proprio un capolavoro di schiettezza.

Un utente Apple ha scritto a El Jobso per avere lumi sulla politica di ammissione dei contenuti all’interno di App Store. Da una parte l’autore della email citava il respingimento della applicazione satirica del premio Pulitzer Mark Fiore, dall’altra l’assenza del porno in App Store, che secondo lui Apple dovrebbe regolamentare semplicemente creando una categoria apposita. Al resto dovrebbero pensarci i genitori con il parental control.

La risposta di Steve è arrivata, puntuale:

“L’applicazione di Fiore sarà nello Store a breve. Quello era un errore. In ogni caso, riteniamo che Apple abbia una responsabilità morale nel tenere il porno fuori dall’App Store. Chi vuole il porno può comprare un telefono Android”.