Equalizzare un ambiente con GarageBand

Sarà capitato a tutti voi, musicisti creativi, di realizzare un provino con il proprio Mac. Dopo averlo registrato ed esportato lo avete portato da un vostro amico e avete avuto la sensazione che suonasse in modo molto diverso. Se il missaggio è stato fatto in un ambiente non ottimizzato per la produzione di musica la cosa è del tutto normale perché, oltre all’impianto audio, anche ogni stanza ha caratteristiche sonore uniche e proprie.

Conoscere (ed eventualmente correggere) la risposta acustica di un ambiente è di fondamentale importanza per chiunque voglia produrre musica in studio, per amplificare concerti dal vivo, ma anche per gli audiofili a cui la musica piace ascoltarla bene. E’ evidente che se alcune frequenze vengono attenuate ed altre enfatizzate dalla nostra stanza l’ascolto di un brano risulterà alterato ed il nostro orecchio non sarà in condizione di valutare eventuali interventi di correzione. Andiamo quindi a verificare se la nostra sala di regia ha una risposta acustica corretta e, eventualmente, come possiamo correggerla.

Band in a Box 2009 per Mac

Dopo una lunga ed estenuante attesa durata cinque anni è finalmente disponibile l’aggiornamento alla versione 2009 del famoso programma Band in a Box, software di arrangiamento automatico prodotto da PG Music. Non si tratta di un semplice ritardo, ma di un vero e proprio cambiamento di rotta, visto che la versione precedente (Band in a Box 12) non era neanche Universal Binary ed era del 2004. C’era chi pensava che PG Music avesse per sempre abbandonato il mondo della Mela (e forse, chissà, lo aveva fatto veramente), ma adesso dobbiamo tutti ricrederci e finalmente possiamo sfruttare tutte le caratteristiche di questo potente software in maniera nativa anche sui recenti Mac intel.

Quantizzazione e correzione dell’intonazione

La quantizzazione è, in elettronica, la conversione di un segnale da valori continui a valori discreti. Tale (brutto) termine è stato utilizzato molti anni fa nella musica MIDI ed è ormai universalmente riconosciuto per indicare il processo che permette di allineare le note in maniera esatta ai movimenti di una battuta e/o alle sue suddivisioni. E’ probabilmente una delle prime magìe della musica elettronica in quanto consente di avere sequenze con un timing estremamente accurato anche in mancanza di un esecutore perfetto. Ma non è tutt’oro quel che luccica e dagli albori ad oggi le cose si sono molto evolute sia dal punto di vista tecnico che artistico.

Plug-In Audio: il Potenziatore Voce

In questa serie di post abbiamo visto spesso soluzioni per risparmiare cercando di sfruttare al meglio i nostri Mac: abbiamo analizzato gli ingressi audio integrati che, soprattutto negli ultimi modelli di computer Apple, sono risultati in grado di competere con quelli di alcune economiche schede audio in commercio; abbiamo anche visto che GarageBand, incluso in iLife e quindi in ogni Mac, non è soltanto un “giocattolo”, ma uno strumento che può essere usato per la pre-produzione di un progetto musicale di livello professionale. Ci siamo spinti anche oltre ipotizzando di sostituire migliaia di euro di strumentazione Live (mixer, effetti, tastiere, campionatori e simulatori di ampli per chitarra o basso) con un solo Mac e MainStage!

Mi sembra già abbastanza, no? Cosa volete di più? Cos’altro può avere un Mac di serie che ancora non avete usato per i vostri brani? No… non scherziamo… non vorrete mica usare anche il microfono integrato per cantare?!? Beh, se la risposta è sì allora forse avete scoperto il Potenziatore Voce di GarageBand.

Plug-In Audio: il Riverbero

Il riverbero (chiamato spesso erroneamente reverbero adattando in italiano il termine inglese reverb) è un fenomeno acustico naturale dovuto alla riflessione delle onde sonore da parte di ostacoli posti a breve distanza dalla fonte come, ad esempio, le mura di una stanza o di una cattedrale. Se gli ostacoli fossero a grande distanza, come le pareti montuose di una valle, saremmo in grado di distinguere le singole riflessioni sonore (e quindi si tratterebbe di eco), ma quando queste sono numerose e molto ravvicinate il nostro orecchio non riesce a distinguerle (a causa del fenomeno della persistenza) ed il suono originale si confonde con le riflessioni generando l’effetto chiamato, appunto, riverbero.

Ogni ambiente chiuso ha un suo riverbero naturale che spesso neanche notiamo perché abituati a sentirlo quotidianamente, ma quando piazziamo un microfono, magari dinamico, a pochi centimetri dalla fonte sonora tale ambiente non viene catturato a dovere e la registrazione risulterà fredda ed innaturale. Si rende quindi necessario ricreare un ambiente acustico attraverso un riverbero artificiale… a molla, a nastro, a piastra o, più semplicemente, digitale.

L’ambiente creato da un riverbero ha il grande vantaggio di rinforzare l’intensità della fonte restituendo un suono più ricco e piacevole, ma ha anche l’aspetto negativo di rendere più confuse e meno distinguibili le note di un fraseggio musicale o le sillabe di un cantato. C’è quindi davvero sempre bisogno di un riverbero artificiale?

Apple Loops per tutti!

Gli Apple Loops sono dei particolari file audio che portano con sé una serie di informazioni aggiuntive che ne favoriscono l’indicizzazione e l’utilizzo nella composizione di un brano. Queste informazioni (in inglese chiamate Tags) riguardano la velocità, la tonalità, lo strumento, il genere e molte altre cose ancora. Il primo aiuto che ci viene dato dai Tags è quello di poter filtrare un’eventuale ricerca in modo da evitare l’ascolto di centinaia di file indesiderati ed è quello che si fa in GarageBand (o Logic) cliccando sui pulsanti del Browser dei Loop. Un secondo importante vantaggio è quello di poter adattare in tempo reale tonalità e velocità di un loop a quelle del nostro brano.

Come sapete tutti i nostri Mac sono dotati di serie di iLife e quindi di una discreta quantità di Apple Loops di buona qualità. Ovviamente non saranno sufficienti a coprire tutte le esigenze e così è possibile aggiungerne altri con i vari JamPack di Apple o con i numerosi pacchetti di Loop in commercio molti dei quali sono già “taggati” per essere utilizzati come Apple Loops. E se invece vogliamo creare dei Loop personali ed originali?

GarageBand: consigli pratici di utilizzo – Parte 3

Con questa terza ed ultima parte concludiamo la breve serie di articoli (Parte 1Parte 2)con i consigli sull’utilizzo di GarageBand. Ovviamente si tratta di suggerimenti indirizzati soprattutto a chi non ha ancora molta esperienza in fatto di DAW (Digital Audio Workstation), ma non escludo che una veloce lettura possa dare qualche utile suggerimento anche ai meno giovani e ai più smanettoni. Oggi parliamo dei markers ed in particolare del modo con cui li utilizza GarageBand: parliamo quindi delle Regioni di Arrangiamento.

GarageBand: consigli pratici di utilizzo – Parte 2

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto alcuni consigli su come impostare il lavoro su GarageBand e su come operare con i loops. Oggi parliamo di multi take (o ripresa multipla) ed allarghiamo un po’ il discorso anche a Logic visto che, mentre le cose dette in precedenza sono abbastanza universali, per questa funzione il modo operativo e le possibilità sono sensibilmente diverse.

Sono ormai lontani i tempi della registrazione analogica su nastro magnetico, quando si correggevano gli errori di esecuzione con punch-in e punch-out che, se fatti in modo impreciso, rischiavano di cancellare irrimediabilmente parti di registrazione importanti. Oggi correggere in studio è diventato certamente molto più semplice e, soprattutto, molto più sicuro: vediamo allora di capire a cosa serve il multi take.

GarageBand: consigli pratici di utilizzo – Parte 1

Mi capita sempre più spesso di dover lavorare su progetti musicali che non ho iniziato io stesso. Questo è dovuto alla sempre maggiore diffusione di possibilità di registrazione audio a basso costo che permette a molti giovani artisti di produrre in proprio idee musicali e limitare il lavoro da fare in studio. Personalmente apprezzo molto questa evoluzione tecnologica e ritengo positivo che ognuno possa registrare e diffondere le proprie composizioni, ma è bene ricordare che l’esperienza di un fonico professionista (sia in fase di ripresa che di missaggio) può fare una differenza notevole sul prodotto finale.

Inoltre la strumentazione di qualità (microfoni, convertitori, effetti, etc.) ha ancora costi molto elevati e quello che possiamo trovare in uno studio di registrazione professionale difficilmente sarà alla portata delle tasche di un artista emergente. Apparentemente non sembra sia cambiato molto: anche prima della “rivoluzione informatica” i giovani artisti incidevano le proprie idee con registratori più o meno amatoriali (i cosiddetti provini o demotape) e poi andavano a realizzarle nelle “vere” sale d’incisione, ma oggi c’è qualche possibilità in più…

La qualità di registrazione audio

Dopo il tradizionale concerto del primo maggio abbiamo visto molti artisti emergenti esprimersi sul palco e, vista la qualità discutibile di alcune performance, siamo tutti carichi di energia e pronti ad incidere le nostre idee musicali da gridare al mondo! Se avete un Mac a portata di mano siete già in possesso di buoni mezzi per realizzarle: una scheda audio 96 KHz, 24 bit, loops,  strumenti virtuali, effetti e, ovviamente, l’immancabile GarageBand. Ma siete sicuri di saperlo sfruttare al meglio? State già registrando le vostre idee alla massima qualità possibile? Serve davvero a qualcosa sprecare bit e byte per registrare la nostra musica ad una maggiore frequenza di campionamento e con una profondità dinamica di 24 bit?

Tips Lounge: lezioni di Garage Band ’09 in altre lingue


Con GarageBand ’09 Apple ha introdotto una nuova sezione dedicata all’insegnamento della musica, una interessante novità per tutti i principianti che vorrebbero cimentarsi nell’apprendimento di uno strumento musicale.
Peccato che nella versione italiana del software tale sezione sia in parte preclusa a chi non comprende a pieno la lingua di Shakespeare, perché il buon Tim, il video-maestro, parla in inglese. E’ vero ci sono i sottotitoli (attivabili dal menu Config. in alto a destra nella schermata della lezione), ma ascoltare una lingua conosciuta è tutta un’altra cosa. Esiste una parziale soluzione riservata a tutti coloro che non parlano la lingua di sua maestà ma comprendono un altro dei maggiori idiomi europei.

L’iPhone in concerto a Wembley

Il nostro amico Teo Ciavarella non è l’unico ad aver pensato di utilizzare iPhone per fare musica e suonarla dal vivo. Gary Go, musicista 24enne londinese (che qualcuno di voi già conoscerà per il singolo Wonderful), ha utilizzato il telefono di Apple per registrare le demo di un intero album. Ma non è finita, perché Gary avrà la possibilità di suonare il suo melafonino allo stadio di Wembley, tempio della musica pop internazionale, in apertura ad alcune date estive del tour dei Take That.

Capo: il migliore amico del musicista

Oggi parliamo di una nuova applicazione esclusiva per Mac che è uscita nella sua prima versione soltanto pochissimi giorni fa. Ne parlo con un pizzico di orgoglio visto che ho partecipato personalmente alla fase di Beta Testing ed ho avuto modo di confrontarmi direttamente con Christopher Liscio, autore del programma.

Sto parlando di Capo che, proprio come il capotasto mobile da cui prende il nome (in inglese semplicemente “capo”), è un accessorio essenziale e, a detta dell’autore, il miglior amico di ogni chitarrista.

In realtà questa applicazione non si rivolge soltanto ai chitarristi, ma a chiunque abbia bisogno o necessità di rallentare o spostare di tonalità un brano per imparare a suonarlo o trascriverlo ad orecchio. Le funzioni di Capo non sono certamente una novità visto che lo stesso QuickTime può rallentare e trasporre di tonalità un brano: basta infatti premere CMD+K per aprire la finestra Controlli A/V dove avremo la facoltà di variare il tono e la velocità di riproduzione di qualsiasi file Audio o Video.

Inoltre esiste da molti anni anche Transcribe che è un buon programma multipiattaforma (windows, mac e linux) che permette una moltitudine di funzioni utili a chi vuole trascrivere la musica utilizzando il proprio orecchio. Perché allora scegliere Capo?

Sequenze multitraccia con QuickTime Pro ed iTunes

Supponiamo di aver registrato in una produzione discografica alcune sonorità particolari impossibili da riprodurre dal vivo. Come possiamo portare in concerto i nostri brani senza rinunciare a quei particolari suoni? La risposta è ovvia: utilizzando una sequenza programmata, ovvero, una base preregistrata.

Le sequenze programmate sono molto diffuse nelle performance dal vivo (soprattutto in ambiente pop, ma non solo…) per ricreare dal vivo il sound delle produzioni discografiche. In base alle esigenze possono anche essere utilizzate per risparmiare sull’organico e sostituire musicisti in carne ed ossa oppure per sincronizzare immagini con la musica live. In alcuni casi limite mi è capitato di sentire addirittura sequenze contenenti la voce principale del cantante in modo da poter fare un vero e proprio “playback” in caso di difficoltà di performance dell’artista sul palco! Ma noi, da buoni musicisti, cercheremo di usarle solo in modo creativo e funzionale allo spettacolo live.

Logic e i file MIDI

Abbiamo già parlato di come far suonare al meglio un MIDI file con GarageBand assegnando ad ogni traccia uno strumento virtuale o i suoni standard GM di QuickTime. Ovviamente la stessa procedura può essere utilizzata anche con Logic Express o Logic Pro, ma l’assegnazione di uno strumento per ogni traccia è una cosa che fa perdere molto tempo e a volte la necessità non è tanto quella di migliorare la resa sonora di una base, quanto quella di modificarla in qualche aspetto coma la velocità, la tonalità o l’esclusione di qualche traccia. Oggi vediamo un metodo per velocizzare il lavoro con i MIDI file utilizzando uno degli aspetti più potenti e flessibili di Logic: la finestra Environment.

Schede audio per Mac – seconda parte

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto che, se parliamo di qualità di conversione audio, le ultime generazioni di computer Apple sono decisamente all’avanguardia rendendo spesso superfluo l’acquisto di una scheda esterna economica. Ovviamente sono molte le situazioni in cui si rende opportuno o addirittura necessario l’acquisto di una periferica dedicata. Ad esempio se si ha bisogno di ingressi o uscite multiple, di porte MIDI o semplicemente di una qualità professionale per registrazioni non solo casalinghe.

Nella speranza di aiutare i lettori di TAL in un eventuale acquisto, in questa seconda parte verranno elencati alcuni prodotti dei quali abbia potuto testare personalmente qualità ed affidabilità in un utilizzo reale e per i quali, per un motivo o per l’altro, valga la pena a mio parere investire i propri soldi.

Schede audio per Mac – prima parte

Il mercato è pieno di schede audio compatibili con Mac dalle caratteristiche più disparate e con prezzi che partono da poche decine di euro fino ad arrivare ad alcune migliaia. Cercheremo oggi di fare un po’ di chiarezza su quando e come valga la pena investire in nostri soldi in una nuova scheda audio, considerato il fatto che (come abbiamo già detto) ogni Mac possiede ingressi ed uscite più che sufficienti ad una vasta cerchia di musicisti ed appassionati.

Farò anche alcuni nomi di prodotti, ma piuttosto che elencare le miriadi di prodotti disponibili verificandone le caratteristiche sulla carta preferisco concentrarmi su quei prodotti dei quali abbia potuto verificare la reale funzionalità ed affidabilità “sul campo”.

Come abbiamo già detto in una produzione musicale è molto importante la qualità di ogni singolo componente interessato durante il processo di registrazione. Per fare un esempio chitarristico non avrebbe molto senso acquistare una Les Paul Custom anni ’80 per poi farla suonare attraverso un piccolo Behringer a transistor da 10 watt. Non dico che sarebbero soldi buttati via perché il valore della chitarra è fuori discussione, ma se il resto della nostra strumentazione è scadente il nostro suono non ne trarrà un grande giovamento.

Plug-In Audio: il compressore

Il compressore è un processore audio che permette di controllare e modificare la dinamica di un suono. La dinamica, per chi non lo sapesse, è la differenza tra il suono più debole e quello più forte ed è una delle cose più importanti di un’esecuzione. Potrei anche sbilanciarmi arrivando a dire che la dinamica è il bello della musica ed il buon controllo delle dinamiche di un brano è quello che spesso distingue un buon esecutore da un grande musicista. Tuttavia nella musica moderna (soprattutto pop e rock), nonostante il progressivo avanzare della tecnologia ci permetta di avere un’escursione dinamica sempre maggiore, c’è la tendenza ormai universalmente diffusa di massimizzare le forme d’onda il più vicino possibile agli 0 dB (soglia non oltrepassabile nel dominio digitale) andando quindi ad “appiattire” toalmente la dinamica.

La cosa curiosa è che in passato con il nastro magnetico o il vinile, molto più limitati in dinamica, questa venisse sfruttata al massimo arrivando a volte nei volumi più bassi al limite del fruscio di fondo. Basta sentire, ad esempio, alcuni vecchi brani dei Led Zeppelin o dei Pink Floyd per rendersene conto: la differenza tra i piano e i forte era molto più ampia rispetto ai brani di successo di oggi.

Il motivo comunque non è un mistero: studi sulla psico-acustica hanno dimostrato che i brani a volume più alto risultano più piacevoli all’ascoltatore e quindi oggi ci sono professionisti e studi altamente specializzati in questo aspetto della post-produzione chiamato Mastering. Apparentemente questo livellamento dei volumi può far sembrare inutile la registrazione a 16 o 24 bit (tant’è che gli algoritmi di archiviazione di alcune emittenti radiofoniche sono a 4 bit), ma in realtà c’è una grossa differenza tra una mix “piatto” in partenza ed un’altro invece molto dinamico che venga poi livellato ed “appiattito” dal mastering o dalla trasmissione radiofonica.

Plug-In Audio: l’equalizzatore

Gli equalizzatori (chiamati spesso semplicemente EQ) sono i primi strumenti di elaborazione con i quali ci si deve confrontare quando si vuole fare musica. Li troviamo in tutte le apparecchiature audio che ci circondano e li utilizziamo tutti i giorni, ma quando si vuole produrre musica seriamente non basta regolare i toni bassi e alti “ad orecchio”… c’è forse qualcosa in più da sapere per far sì che il nostro brano suoni al meglio. Infatti registrando un brano in tracce separate possiamo intervenire sull’equalizzazione di ogni singolo strumento e, possibilmente, migliorarne la resa sonora.

MainStage: un Mac in concerto!

Oggi vi parlo di un’applicazione davvero interessante che per certi aspetti è rivoluzionaria per molti musicisti. Immaginate un futuro in cui si andrà a suonare con la band portandosi dietro soltanto un Mac, una scheda audio multicanale e qualche microfono, lasciando a casa mixer, effetti, sintetizzatori ed amplificatori. Non mi riferisco ai musicisti di piano-bar molti dei quali da tempo usano un laptop per riprodurre delle basi o per fare karaoke (anche se questo articolo potrà interessare anche loro), ma intendo proprio il “Suonare” con una band dal vivo sostituendo molte migliaia di euro di strumentazione con un solo computer. Troppo per voi? Allora fermatevi qui perché stiamo per entrare nel futuro!