Apple registra il termine “Macroscalar” per un processore innovativo?

Uno dei metodi utilizzati per scoprire con un po’ di anticipo i piani di Apple consiste nello scartabellare fra i documenti degli uffici di registrazione dei marchi di posti lontanti come Trinidad & Tobago, luoghi prescelti da Apple per registrare (con largo anticipo e spesso tramite società prestanome) dei trademark su termini che verranno utilizzati in futuro per descrivere un prodotto o una particolare caratteristica di un dispositivo.
E’ successo più volte in passato ed è successo di nuovo la scorsa settimana per il termine “Macroscalar”, ma con una sostanziale differenza: l’ente presso il quale Apple ha depositato il marchio non è quello di una sperduta isoletta bensì il Patent Office statunitense.

Ovvio quindi che tale registrazione abbia scatenato una ridda di ipotesi sulle possibili applicazioni del termine, che sappiamo riferirsi ad una nuova generazione di microprocessori su cui Apple sta lavorando da tempo. E alla luce di questa scoperta le sibilline parole di Tim Cook sul futuro dell’iPad (così come le ha riportate l’analista Gardner) assumono tutto un altro significato.

RAM per Mac a marchio Buydifferent 100% tested, la recensione di TAL

Le RAM che Apple vende per i propri computer costano troppo. E’ un fatto assodato. Per quanto i prezzi dei Mac siano costantemente scesi nel corso degli ultimi anni, tanto da invalidare il luogo comune sul costo spropositato dei computer di Cupertino, il prezzo del componente più facilmente aggiornabile non ha conosciuto sostanziali ribassi. Nel momento in cui scrivo, aggiungere 4GB di RAM DDR3 1333MHz ad un MacBook Pro (totale 8GB) al momento dell’ordine costa 200€. Per piazzare 16GB di RAM su un iMac BTO bisogna sborsarne 605. Sono prezzi esagerati e totalmente fuori mercato. Questa politica Apple sui prezzi delle RAM ha creato un aftermarket che negli ultimi anni, con l’aumento delle vendite dei Mac, è cresciuto molto.


Uno degli attori italiani più attivi su questo mercato è senza dubbio Buydifferent, store online che vende un ampia gamma di componenti per Mac ma che deve la sua fortuna proprio alla commercializzazione di RAM compatibili con i computer della Mela. Di recente Buydifferent ha annunciato una tornata di investimenti e nuove iniziative, fra le quali il lancio di una nuova linea di “RAM a marchio Buydifferent”, “100% tested”, che costano meno e, almeno sulla carta, offrono le stesse caratteristiche delle RAM delle principali marche internazionali. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di testare un kit da 8 GB per MacBook Pro mid-2009 (2 moduli da 4GB DDR3 a 1067MHz – disponibili sul sito per 79,90€) e le impressioni sono più che buone.

Mac OS X 10.7.3 e il supporto al TRIM su SSD di terze parti

Ieri Apple ha aggiornato OS X Lion alla versione 10.7.3. Le novità introdotte sono relativamente numerose per un aggiornamento che arriva dopo più di 3 mesi dal rilascio della versione precedente. Ci sono nuove lingue ed aumenta, fra le altre cose, il numero di formati RAW compatibili con il sistema.
Come accennavamo già ieri, però, potrebbe esserci un’ulteriore novità, non menzionata nelle note di rilascio ufficiali: l’integrazione del supporto al TRIM su dischi SSD di terze parti.
Già ieri sera, con l’aggiornamento di due MacBook Pro dotati di SSD di terze parti e TRIM abilitato con TRIM Enabler abbiamo notato uno strano particolare: la funzione rimaneva attiva anche dopo l’aggiornamento, anche se l’update avrebbe in realtà dovuto comportare la ri-applicazione della patch.
Oggi abbiamo una prova in più: con l’aggiornamento a Mac OS X 10.7.3 su un MacBook Pro dotato di SSD ma senza TRIM abilitato, la funzione si è attivata in automatico. Guardate lo screenshot qui accanto e quello che segue (e diteci se anche voi avete notato qualcosa di simile sul vostro Mac con SSD).

Mac OS X 10.7.3 disponibile per il download (con altri aggiornamenti) [Aggiornato]

Dopo una lunga fase di test Apple ha rilasciato questa sera Mac OS X 10.7.3, la più recente versione di OS X Lion. L’aggiornamento, consigliato come sempre a tutti coloro che utilizzano Lion, è disponibile dal menu di aggiornamento software oppure sotto forma di download diretto dal sito Apple.
Nelle note di aggiornamento leggiamo che OS X Lion 10.7.3:

  • Aggiunge supporto linguistico per catalano, croato, greco, ebraico, rumeno, slovacco, tailandese e ucraniano
  • Risolve problemi durante l’utilizzo delle schede smart per accedere a OS
  • Risolve problemi di autenticazione con i servizi directory
  • Risolve problemi di compatibilità con la condivisione di documenti con Windows

Le novità non si fermano a queste elencate nelle note “brevi”. L’elenco completo si può trovare in questo documento della knowledge base. OS X 10.7.3, ad esempio, introduce il supporto al formato RAW di altre fotocamere (qui trovate l’elenco completo delle compatibilità).

Un confronto fra MacBook Air e Pro: GHz o SSD, questo è il dilemma!

MacBook Air VS MacBook Pro - TheAppleLounge.com

MacBook Air VS MacBook Pro - TheAppleLounge.comIl 2012 dovrebbe essere l’anno della profezia Maya l’anno dei SSD (Solid State Drive). Nei prossimi mesi si suppone che si possa avviare una produzione massiccia di SSD il cui costo si dovrebbe aggirare attorno a 1$ USA per 1GB abbattendo i prezzi per 1GB attuali che sono doppi (o addirittura più che tali).

Apple ha capito l’importanza dei SSD rendendoli di serie sui MacBook Air. Va ancora diversamente per gli altri computer designed by Apple in California per i quali i “dischi” a stato solido rimangono opzionali.

Ma perché questa scelta? I prezzi dei computer non “sottiletta” di Apple lieviterebbero troppo, penseranno alcuni. Meglio offrire agli utenti più esigenti (si legga come Pro) un maggior quantitativo di RAM e GHz, diranno altri. È giusto lasciare la scelta della personalizzazione del computer all’utente, proporranno altri ancora.

Forse, più prosaicamente, gli SSD sui MacBook Air sono il modo con cui si può offrire un prodotto “limitato” dando l’impressione all’utente medio di avere un computer estremamente potente.

Il costo umano della produzione dell’iPad

Qualche mese fa alcuni reporter del New York Times hanno accettato un difficile compito: la realizzazione un’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori cinesi che producono gli iPhone, gli iPad e molti altri gadget elettronici e computer che milioni di utenti occidentali utilizzano ogni giorno.
Un’inchiesta diversa da tutte le altre che finora abbiamo letto e che in gran parte erano basate su report di seconda mano, un’inchiesta che entrasse davvero nelle fabbriche e potesse mettere assieme le testimonianze di fonti vicine alle aziende fornitrici.

Il primo frutto di questo difficile “assignement” è un articolo sul perché Apple e altre aziende scelgono di produrre in Cina i propri gadget, comparso sulle pagine del New York Times qualche giorno fa. Ne abbiamo parlato dettagliatamente nel nostro articolo “Perchè Apple costruisce i suoi iPhone in Cina”.

Ieri il NYTimes ha pubblicato la seconda “puntata“, che parla più direttamente dei costi umani di quella produzione. E’ un articolo duro ma equilibrato (vero capolavoro del miglior giornalismo d’inchiesta americano) secondo il quale Apple, per quanto sinceramente attenta alle tematiche del lavoro in Cina, non esita in ogni caso a forzare condizioni contrattuali che innescano violazioni e soprusi.

UPDATE: Tim Cook ha risposto con una mail interna ai dipendenti (che è prontamente trapelata). Dettagli a fondo articolo.

Motorola Mobility fa ancora causa ad Apple, Google approva

Motorola Mobility attacca nuovamente Apple e lo fa con una causa per violazione di brevetti depositata ieri presso il tribunale del Distretto del Sud della Florida.
I patent di cui Motorola contesta la violazione sono 6 e riguardano nello specifico l’iPhone 4S e iCloud. Sembra solo un nuovo “banale” tassello che si va ad aggiungere al già complicatissimo puzzle legale che contrappone Apple a vari altri produttori del settore Mobile. In realtà è lo scontro più “diretto” che si sia mai registrato fra Apple e Google, che ha dovuto approvare preventivamente la decisione di Motorola Mobility.

AAPL vola in borsa dopo i risultati del Q1 2012

AAPL vola in borsa sulle ali di una trimestrale di cassa “da paura”, la migliore della storia Apple e la seconda migliore trimestrale mai registrata da un’azienda statunitense.
Ieri il titolo di Cupertino ha chiuso in netto rialzo, dopo una buona giornata già prefigurata dalle forti movimentazioni a pochi secondi dalla chiusura del Nasdaq, martedì, e soprattutto dall’after hours dopo l’annuncio dei risultati finanziari. AAPL, ha registrato dunque un nuovo massimo storico a 446,66$ dollari, +6,24%. Il titolo ha aperto ancora più in alto e ha toccato il massimo assoluto di 454,45$, per poi declinare “dolcemente” verso una chiusura più che soddisfacente. Adesso solo 3 miliardi di dollari (415 contro 418 miliardi) separano il market cap di Apple da quello della più grande azienda statunitense, Exxon Mobil.

L’annuncio di ottime trimestrali da parte di Apple, con vendite, fatturato e profitti in perenne crescita, non è mai stato un sufficiente indicatore della risposta di Wall Street. E parrà strano, ma anche questa volta tale affermazione trova conferma.

Q1 2012 Apple, la trimestrale dei record

Pochi minuti fa Apple ha diffuso ufficialmente i risultati fiscali del Q1 2012, il primo trimestre dell’anno fiscale (periodo dal 26 settembre 2011 al 31 dicembre 2011). Le previsioni di analisti e osservatori si sono rivelate esatte: è un trimestre che batte ogni precedente e fa registrare più di un nuovo record.
Il fatturato del Q1 2012 è di 46,33 miliardi di dollari, un risultato ampiamente al di sopra della guidance fornita tre mesi fa dal CFO Peter Oppenheimer e delle previsioni più che ottimiste degli analisti non professionisti. I profitti ammontano a 13,06 miliardi di dollari, ovvero 13,87$ per azione.
Per un rapido confronto è utile ricordare che durante lo stesso periodo dello scorso anno Apple ha registrato un fatturato di 26,74 miliardi di dollari e profitti per 6 miliardi di dollari.
Il gross margin per questo trimestre ammonta al 44,7%, rispetto al 38,5% dello scorso anno. Le vendite internazionali contato per il 58%.

iBooks Author, la recensione di TAL

iBooks Author - la recensione di TheAppleLounge.com

iBooks Author - la recensione di TheAppleLounge.com
Da qualche giorno Apple ha iniziato la sua rivoluzione del mercato dell’editoria scolastica suscitando come al solito clamore, ma anche qualche dubbio e qualche critica. Critiche o no, resta comunque il fatto che al centro di questa rivoluzione c’è un’applicazione gratuita che permette a chiunque di creare “in casa” gli iBooks, ovvero i libri digitali ed interattivi che Apple ha presentato al Guggenheim di New York.

La rivoluzionaria applicazione, come avrete già capito, è iBooks Author ed oggi con questa nostra recensione cercheremo di capire meglio quali siano le sue reali potenzialità.

Perché Apple costruisce i suoi iPhone in Cina?

La scorsa settimana, durante un dibattito alla CNN fra i principali candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti, l’ex Governatore della Pennsylvania Rick Santorum ha esposto il piano che metterebbe in pratica, se fosse eletto Presidente, per convincere Apple a riportare in patria la produzione dei propri prodotti, un processo che ad oggi crea un indotto da più di 500.000 posti di lavoro. In Cina.

“Apple, hai tutti questi dipendenti laggiù e generi tutti questi profitti all’estero”, ha detto Santorum.“Se voi riportare in patria quei soldi ora paghi il 35% di tasse. Con il nostro piano, se porti qui i soldi e investi in fabbriche e strumentazioni qui a Charleston, non paghi nulla. Se metti quei soldi nella creazione di lavoro, se li investi, non paghi nulla. E’ un incentivo potente”.

Un incentivo potente, senza dubbio. Ma anche un incentivo totalmente sbagliato. Una ragione molto semplice per capire come mai il “piano perfetto” di Santorum non potrebbe funzionare lo fornisce indirettamente il New York Times con un’interessantissima inchiesta che dimostra perché Apple (che è il caso di studio preso ad esempio) e molte altre aziende americane non possono fare altro che rivolgersi alle aziende cinesi per la produzione dei gadget che vanno forte sul mercato americano. Spoiler: non è un problema di tasse o semplicemente di costo del lavoro, è un problema di flessibilità, scalabilità estrema e disponibilità di manodopera.

iBooks Author e pubblicazione dei libri su iBookstore: altri dettagli, prime polemiche

La presentazione di iBooks Author durante l’evento Apple di ieri a New York era incentrata principalmente sulla demo che il Vice Presidente Roger Rosner ha condotto per il pubblico riunito nell’auditorium del Guggenheim. Il SVP Phil Schiller non si è sbottonato più di tanto sulla distribuzione a costo zero o a pagamento dei libri realizzati grazie al nuovo software.
Ma come si pubblica un libro? Con che tipo di accordo? Può essere distribuito al di fuori di iBookstore? Un autore qualsiasi può impostare un prezzo per la propria creazione?
Per rispondere a questi ed altri quesiti che in tanti, compresi noi qui su TAL, si sono posti a caldo, poco dopo l’evento, Apple ha pubblicato nella Knowledge Base un documento con le Frequently Asked Questions relative proprio al processo di pubblicazione dei libri realizzati con iBooks Author.
Per alcuni dubbi che svaniscono ve ne sono altri che rimangono, soprattutto dopo aver letto la controversa licenza utente del nuovo software Apple che non ha mancato di suscitare le prime polemiche.

Evento Apple sull’istruzione: iBooks 2, iBooks Author e iTunes U App

Oggi a New York, presso il Museo Guggenheim, si è tenuto un evento speciale durante il quale Apple ha introdotto un nuovo formato di libri di testo digitali per iPad, un software per Mac finalizzato alla creazione di tali libri interattivi chiamato iBooks Authors e una nuova app per iOS, iTunes U App, pensata per permettere agli insegnanti delle superiori e ai professori universitari di creare interi corsi attingendo all’ampio database del servizio gratuito iTunes U. L’applicazione integra anche un sistema di messaggistica e condivisione di file, immagini e note fra studenti e insegnanti.
In questo post cerchiamo di proporvi in un’unica soluzione un riassunto delle principali novità, che abbiamo affrontato più nello specifico in tre articoli dedicati che potete leggere qui su The Apple Lounge (link a seguire).

Evento Apple 19 gennaio: Live Blog

Oggi, giovedì 19 gennaio alle 10 (le 16:00 in Italia), si tiene un evento Apple dedicato “all’istruzione” presso il Guggenheim Museum di New York. Qui su The Apple Lounge vi offriamo come sempre ampia copertura delle novità presentate attraverso i nostri articoli (che pubblicheremo ad evento in corso o appena terminato) e attraverso il live blog che potete trovare in questo post, qui di seguito (se siete in Home Page cliccate su continua a leggere).
L’attesa per l’evento non è esattamente di quelle palpabili, almeno da noi: di sicuro non ci si aspetta alcun annuncio hardware (per l’iPad 3 dobbiamo aspettare ancora un po’) ma al di là del tema centrale (che si suppone saranno i “libri di testo”) potrebbero esserci interessanti novità meno USA-centriche per iWorks e iBookstore relative a strumenti per la creazione di ebook interattivi.

Adobe Lightroom 4 arriverà su Mac App Store?


Lo scorso 10 gennaio Adobe ha avviato la distribuzione della beta pubblica di Lightroom 4, software di gestione professionale del workflow fotografico diretto concorrente di Apple Aperture.
Tutti coloro che hanno un Mac con OS X Snow Leopard o Lion possono scaricare gratuitamente il programma che sarà utilizzabile liberamente fino al termine della fase di beta pubblica, il 31 marzo prossimo.
Dopo quella data Adobe, che nel frattempo avrà raccolto il feedback dei primi utenti, potrà “preparare” la versione definitiva di Lightroom per l’immissione sul mercato.
Se quanto è possibile leggere nelle informazioni sul copyright della attuale build di Lightroom può essere considerate un valido indizio, non va escluso che in quella fase l’applicazione possa approdare anche sul Mac App Store.

Apple presenterà un GarageBand per eBook all’evento del 19 gennaio?

Evento Apple 19 gennaio

Evento Apple 19 gennaioGiovedì 19 gennaio Apple terrà un evento al Guggenheim di New York, il tema dell’evento è l’istruzione, ci si attendono quindi gustose novità in ambito educational, ma non solo, sicuramente si parlerà anche di eBook.

Secondo varie fonti, tra cui il Wall Street Journal ed ArsTechnica Apple presenterà durante l’evento un nuovo software per creare eBook, il tool viene paragonato a GarageBand e permetterà veramente a tutti di creare libri elettronici in modo semplice e rapido.

Adonit Jot Touch e Jaja Stylus, due penne per iPad sensibili alla pressione

Le offerte di pennine capacitive per dispositivi iOS si sono moltiplicate nel corso degli ultimi due anni, a seguito dell’introduzione dell’iPad. Le soluzioni variano per foggia e prezzo, alcune sono realizzate meglio (la Bamboo Stylus c’era piaciuta, ad esempio) altre lasciano il tempo che trovano. Tutte, dalla migliore alla più infima, per adesso hanno una caratteristica in comune che le rende poco appetibili a chi vorrebbe davvero utilizzare il tablet come una tavoletta grafica: non sono sensibili alla pressione.
Nel corso dell’ultimo mese si sono affacciate sulla “scena” degli stilo per iPad due penne capacitive che superano questo problema, e introducono il supporto alla rilevazione della pressione. Una è l’Adonit Jot Touch, che Serenity Caldwell di MacWorld ha potuto provare al CES, l’altra è la Jaja Stylus, per la quale l’imprenditore/inventore Jon Atherton ha da poco attivato una sottoscrizione su KickStarter.

Apple è ottava tra i marchi più valutati al mondo

Top 10 Brand Value 2011 - TheAppleLounge

Top 10 Brand Value 2011 - TheAppleLoungeImmagine tratta da AppleInsider.com

Quanto vale il marchio Apple? Più di quanto valesse lo scorso anno, questo è sicuro. Ma non ancora quanto altri brand. Per avere un po’ di numeri ci viene in aiuto Bloomberg che si è avvalso del lavoro di Interbrand che ha stilato la classifica dei brand economicamente più forti, quelli maggiormente valutati, del globo. Si tratta di una Top 100 che è riassunta nell’immagine di apertura nella più breve Top 10.

Ci interessa la Top 10 perché Apple, dopo l’ultimo anno appena trascorso, è entrata a far parte delle dieci aziende con il brand più forte e valutato. L’azienda co-fondata da Steve Jobs era entrata nella Top 20 nel 2009, per raggiungere il 17 posto nel 2010 e scalare altre 9 posizioni nell’ultimo anno piazzandosi all’ottavo posto per il 2011.

Apple pubblica il Supplier Responsibility Report 2012, la lista dei fornitori e aderisce alla FLA

Poche ore fa Apple ha pubblicato il report 2012 sulla Supplier Responsibility (link PDF), un esteso documento con cui l’azienda spiega che cosa è stato fatto nell’ambito della garanzia dei diritti dei lavoratori assunti dai fornitori dell’azienda, in particolar modo quelli che hanno sede nell’area della Greater China e più in generale nel sud-est asiatico.

Il documento, disponibile nella pagina dedicata del sito Apple, enumera con dovizia di particolari il tipo di ricerche effettuate dagli ispettori Apple e molte delle violazioni riscontrate e successivamente corrette. E non è tutto, perché sempre oggi Apple ha comunicato la propria adesione alla Fair Labor Association, un consorzio no-profit che si batte per la tutela dei diritti dei lavoratori.
A testimonianza dell’importanza della questione Tim Cook ha inviato un’email interna ai dipendenti Apple per segnalare la pubblicazione del report sulla Supplier Responsibility.

Tutti gli accessori audio per iPhone e iPad presentati al CES 2012

Il CES 2012 di Las Vegas è stato il festival delle meraviglie per quanto riguarda gli accessori audio per iPod touch, iPhone ed iPad. Griffin, Line 6 e soprattutto IK Multimedia ci stanno dimostrando come gli iCosi possano essere utilizzati per produrre musica a livello professionale. C’è chi lo fa già da tempo (noi intervistammo i Babylonia, gruppo synth-pop italiano iPaddato), ma gli accessori di cui vi parleremo dopo il salto consentono l’ennesimo passo avanti a riguardo: microfoni, mixer, chitarre, tastiere, ed altri accessori che, perdonate la nota personale, non vedo l’ora di poter comprare.

Apple al CES 2012 senza dare nell’occhio (ma Greg Joswiak s’è fatto beccare)

Apple non ha mai partecipato al CES di Las Vegas ed è noto che all’azienda non piacciono i grandi trade show in stile Consumer Electronics Show, quelle bolge infernali dove migliaia di espositori piccoli, medi e grandi presentano i propri prodotti a folle di dimensioni bibliche sperando di essere notati e di attirare l’attenzione dei giornalisti tecnologici (solitamente stordendoli con un’orgia di informazioni, dati, specifiche, prove prodotto e soprattutto massicce dosi di alcolici). Non a caso dal 2009 Apple non partecipa neppure più al Macworld, cui preferisce eventi progettati in-house in periodi dell’anno più consoni alle necessità strategiche dell’azienda.

Per quanto in quel di Cupertino aborriscano l’evento di Las Vegas e affini, ciò non toglie che molti dipendenti dell’azienda siano incaricati di monitorare ciò che accade durante questi baccanali moderni dedicati all’elettronica di consumo.
Voci di corridoio, subito raccolte da Reuters, sostengono che all’edizione 2012 del CES siano presenti almeno 250 dipendenti Apple in veste di semplici osservatori. E PaidContent almeno uno lo ha “beccato”, ed è Greg Joswiak, Vice Presidente della divisione iOS Product Marketing.

Kodak fa nuovamente causa ad Apple per violazione di brevetti

Kodak denuncia apple

Kodak, purtroppo, è a un passo dalla bancarotta. Per attirare su di sé le attenzioni di investitori e possibili acquirenti, sta tirando fuori le unghie aggrappandosi a quello che può: in questo caso la proprietà intellettuale, o meglio, la proprietà di alcuni brevetti.

Per farlo, punta il dito contro Apple e HTC, rei di aver infranto alcuni brevetti di sua proprietà. Déjà vu? Direi di sì, dato che circa un paio di anni fa Kodak aveva già fatto causa ad Apple e RIM per l’utilizzo illecito di alcune tecnologie brevettate.

A quanto pare, quindi, la storia si ripete.