Questa sera sul canale americano ABC andrà in onda una puntata speciale di Nightline dedicata alla produzione degli iPhone e degli altri prodotti Apple presso gli stabilimenti Foxconn di Chengdu e Shenzhen.
Il reporter Bill Weir è stato in Cina e per la prima volta in assoluto gli è stato concesso di visitare, con troupe televisiva al seguito, la linea produttiva lungo la quale vengono realizzati i gadget elettronici Apple.
A Weir è stato permesso di visitare le fabbriche e i dormitori, nonché di intervistare senza restrizioni i dipendenti. Il risultato è un interessantissimo documento, primo nel suo genere, che mostra da vicino quelle condizioni lavorative di cui abbiamo sempre sentito raccontare nei reportage giornalistici come quello pubblicato recentemente dal New York Times.
In Primo Piano
OS X 10.8 Mountain Lion, Apple pubblica l’anteprima per sviluppatori
Una mossa che non ci aspettavamo così presto: Apple ha appena inviato un comunicato agli sviluppatori presentando l’anteprima della nuova major release di OS X, la 10.8, nome in codice Mountain Lion.
Neanche a dirlo, punto di forza di questo nuovo sistema operativo sarà l’integrazione con iOS, molto più forte rispetto a Lion. Notification Center, AirPlay mirroring, iMessage, Note, e tante altre caratteristiche di iOS saranno portate “Back to the Mac” dal leone di montagna.
Cosa ha detto Tim Cook alla Goldman Sachs Conference
Ieri alle 12:30 PST, le 21:30 ora italiana, Tim Cook ha preso parte alla Goldman Sachs Technology and Internet Conference per un intervento di fronte ad un nutrito pubblico di analisti finanziari.
Era la prima volta che Cook partecipava all’evento in veste di CEO Apple, ma in passato era già stato invitato quale COO dell’azienda.
Durante il suo discorso Cook ha toccato molti punti fondamentali, fornito qualche spunto sulle strategie future, ma niente di eclatante, ed ha soprattutto rassicurato gli analisti su temi quali le condizioni dei lavoratori cinesi, il tasso di crescita che Apple ancora può attendersi per i propri prodotti, l’Apple TV del futuro e i valori fondamentali dell’azienda.
iPad 3, evento Apple il 7 marzo?
Il punto interrogativo lo dobbiamo mettere perché si tratta di un rumor, ma la fonte è attendibile e i dubbi sono pochi: le indiscrezioni provengono da iMore, il vecchio TiPB, che più volte in passato ha dimostrato di non parlare a vanvera. La data (7 marzo) è in linea con la previsione di All Things Digital, un mercoledì, giorno tradizionale per eventi di questo tipo.
Anche Jim Dalrymple di LoopInsight, uomo ben informato e con “fonti” all’interno di Apple, ha confermato la data con uno jobsiano “Yep” dopo aver smentito recentemente i rumor su un evento a febbraio. Ok, assodato che stavolta ci siamo, citate le fonti e tutto il resto, cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo iPad?
Fair Labor Association avvia le ispezioni alla Foxconn
Apple ha risposto pubblicamente alle inchieste del New York Times sulle condizioni dei lavoratori cinesi che producono iPhone ed iPad e l’ha fatto annunciando, con un comunicato diffuso pochi minuti fa, l’avvio delle ispezioni presso le fabbriche Foxconn da parte della Fair Labor Association.
La FLA è un’ente no-profit che si occupa della tutela dei lavoratori a livello globale e in particolar modo nei paesi in via di sviluppo e ad altissimo tasso di industrializzazione, come la Cina. Apple aveva annunciato di aver aderito all’ente, prima fra i giganti del settore Tech, contestualmente alla pubblicazione del rapporto 2011 sulla Supplier Responsibility, a fine gennaio.
Nel comunicato si legge che la FLA ha iniziato il proprio giro di audit speciali questa mattina presto, a partire proprio dagli stabilimenti di Foxconn City, a Shenzhen.
Bookle, nuovo lettore di ePub per Mac
Una delle novità che ci aspettavamo dall’evento Apple del 19 gennaio dedicato all’istruzione era un lettore per ebooks in formato ePub per il Mac. Da Cupertino è arrivato iBooks Author, che gli ebook interattivi permette direttamente di crearli, ma nessuna versione di iBooks per OS X.
E’ un settore, quello dei lettori epub per Mac, in cui dominano soluzioni come Calibre, Stanza e pochi altri software che tuttavia non sono ottimizzati per OS X, non ne rispettano le guidelines sulle interfacce oppure sono poco aggiornati e non forniscono un buon riscontro sulla formattazione dell’epub.
Adam Engst della TidBITS Publishing (editore della serie di libri “Take Control of”) e il programmatore Peter Lewis (Keyboard Maestro) hanno lavorato assieme alla realizzazione di Bookle, un ePub reader per Mac minimale e molto semplice (almeno in questa prima versione) che punta a colmare la lacuna lasciata da altri sviluppatori e da Apple in primis.
Gli APR francesi sul piede di guerra, protesta contro Apple a Parigi
Sale la tensione fra gli Apple Premium Reseller francesi e l’azienda di Cupertino: un gruppo appartenti al collettivo La Pomme de Discorde (il pomo della discordia) ha protestato ieri di fronte all’Apple Store dell’Opera a Parigi.
Gli APR sono infuriati per un motivo molto semplice: gli introiti sono drasticamente calati da quando nella capitale parigina sono arrivati gli Apple Store, veri poli di attrazione per quei clienti che una volta affollavano i negozi più piccoli dei rivenditori autorizzati.
E non è solo la riduzione degli affari il problema: gli APR lamentano anche una grave disparità di trattamento e regole sempre più restrittive e severe imposte dall’azienda.
La protesta era stata anticipata da un articolo di Les Echos pubblicato qualche giorno fa. A fare il primo passo è stata, a novembre, la catena di APR francese eBizcuss, proprietaria di quindici punti vendita autorizzati, che ha formulato un primo esposto contro Apple e minacciato di ricorrere alle autorità di vigilanza sulla concorrenza se Apple non avesse modificato la propria politica nei confronti dei reseller.
Il fascicolo FBI di Steve Jobs
Nel 1991 l’allora Presidente degli Stati Uniti George Bush Senior aveva pensato di affidare a Steve Jobs un ruolo governativo all’interno del President’s Export Council, organo consigliare sul commercio internazionale. In definitiva non se ne fece nulla, ma all’FBI venne comunque dato mandato di indagare sul background del candidato Steve Jobs alla ricerca di eventuali elementi di incompatibilità con la carica che il Presidente intendeva assegnargli.
Il risultato di quell’indagine, condotta da svariati uffici del Bureau sparsi per gli Stati Uniti, è divenuta di pubblico dominio. Il fascicolo (link PDF), datato 13 febbraio 1991, si compone di 191 pagine di dossier ottenuto intervistando conoscenti e amici del soggetto Steve Jobs. E’ un curioso spaccato sullo Steve Jobs di quel periodo, che tuttavia si può sintetizzare in quattro punti: Steve Jobs ha fatto uso di droghe, sapeva distorcere la realtà a proprio favore, stava antipatico a tanta gente e non ha mai fatto parte del partito comunista. Capirai che novità.
Evento Apple per l’iPad 3 ad inizio marzo
Apple terrà un evento speciale per la presentazione dell’iPad 3 durante la prima settimana di marzo. Non lo sostiene qualche sperduto blog taiwanese o giapponese, ma l’attendibilissimo John Paczkowski di All Things Digital. E per quel che può contare (parecchio) anche John Gruber e Jim Dalrymple hanno fatto come l’uomo Del Monte, han detto sì.
Nel caso l’indiscrezione risultasse corretta, il lancio dell’iPad 3 (se così si chiamerà) rispetterà la stessa finestra temporale del suo predecessore.
Intanto si moltiplicano le foto spia e i primi avvistamenti di componenti e pezzi del nuovo iPad, mentre un presunto “dipendente Apple” avrebbe spifferato qualcosa (molto poco) di più sullo schermo.
Apple registra il termine “Macroscalar” per un processore innovativo?
Uno dei metodi utilizzati per scoprire con un po’ di anticipo i piani di Apple consiste nello scartabellare fra i documenti degli uffici di registrazione dei marchi di posti lontanti come Trinidad & Tobago, luoghi prescelti da Apple per registrare (con largo anticipo e spesso tramite società prestanome) dei trademark su termini che verranno utilizzati in futuro per descrivere un prodotto o una particolare caratteristica di un dispositivo.
E’ successo più volte in passato ed è successo di nuovo la scorsa settimana per il termine “Macroscalar”, ma con una sostanziale differenza: l’ente presso il quale Apple ha depositato il marchio non è quello di una sperduta isoletta bensì il Patent Office statunitense.
Ovvio quindi che tale registrazione abbia scatenato una ridda di ipotesi sulle possibili applicazioni del termine, che sappiamo riferirsi ad una nuova generazione di microprocessori su cui Apple sta lavorando da tempo. E alla luce di questa scoperta le sibilline parole di Tim Cook sul futuro dell’iPad (così come le ha riportate l’analista Gardner) assumono tutto un altro significato.
RAM per Mac a marchio Buydifferent 100% tested, la recensione di TAL
Le RAM che Apple vende per i propri computer costano troppo. E’ un fatto assodato. Per quanto i prezzi dei Mac siano costantemente scesi nel corso degli ultimi anni, tanto da invalidare il luogo comune sul costo spropositato dei computer di Cupertino, il prezzo del componente più facilmente aggiornabile non ha conosciuto sostanziali ribassi. Nel momento in cui scrivo, aggiungere 4GB di RAM DDR3 1333MHz ad un MacBook Pro (totale 8GB) al momento dell’ordine costa 200€. Per piazzare 16GB di RAM su un iMac BTO bisogna sborsarne 605. Sono prezzi esagerati e totalmente fuori mercato. Questa politica Apple sui prezzi delle RAM ha creato un aftermarket che negli ultimi anni, con l’aumento delle vendite dei Mac, è cresciuto molto.
Uno degli attori italiani più attivi su questo mercato è senza dubbio Buydifferent, store online che vende un ampia gamma di componenti per Mac ma che deve la sua fortuna proprio alla commercializzazione di RAM compatibili con i computer della Mela. Di recente Buydifferent ha annunciato una tornata di investimenti e nuove iniziative, fra le quali il lancio di una nuova linea di “RAM a marchio Buydifferent”, “100% tested”, che costano meno e, almeno sulla carta, offrono le stesse caratteristiche delle RAM delle principali marche internazionali. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di testare un kit da 8 GB per MacBook Pro mid-2009 (2 moduli da 4GB DDR3 a 1067MHz – disponibili sul sito per 79,90€) e le impressioni sono più che buone.
Mac OS X 10.7.3 e il supporto al TRIM su SSD di terze parti
Ieri Apple ha aggiornato OS X Lion alla versione 10.7.3. Le novità introdotte sono relativamente numerose per un aggiornamento che arriva dopo più di 3 mesi dal rilascio della versione precedente. Ci sono nuove lingue ed aumenta, fra le altre cose, il numero di formati RAW compatibili con il sistema.
Come accennavamo già ieri, però, potrebbe esserci un’ulteriore novità, non menzionata nelle note di rilascio ufficiali: l’integrazione del supporto al TRIM su dischi SSD di terze parti.
Già ieri sera, con l’aggiornamento di due MacBook Pro dotati di SSD di terze parti e TRIM abilitato con TRIM Enabler abbiamo notato uno strano particolare: la funzione rimaneva attiva anche dopo l’aggiornamento, anche se l’update avrebbe in realtà dovuto comportare la ri-applicazione della patch.
Oggi abbiamo una prova in più: con l’aggiornamento a Mac OS X 10.7.3 su un MacBook Pro dotato di SSD ma senza TRIM abilitato, la funzione si è attivata in automatico. Guardate lo screenshot qui accanto e quello che segue (e diteci se anche voi avete notato qualcosa di simile sul vostro Mac con SSD).
Mac OS X 10.7.3 disponibile per il download (con altri aggiornamenti) [Aggiornato]
Dopo una lunga fase di test Apple ha rilasciato questa sera Mac OS X 10.7.3, la più recente versione di OS X Lion. L’aggiornamento, consigliato come sempre a tutti coloro che utilizzano Lion, è disponibile dal menu di aggiornamento software oppure sotto forma di download diretto dal sito Apple.
Nelle note di aggiornamento leggiamo che OS X Lion 10.7.3:
- Aggiunge supporto linguistico per catalano, croato, greco, ebraico, rumeno, slovacco, tailandese e ucraniano
- Risolve problemi durante l’utilizzo delle schede smart per accedere a OS
- Risolve problemi di autenticazione con i servizi directory
- Risolve problemi di compatibilità con la condivisione di documenti con Windows
Le novità non si fermano a queste elencate nelle note “brevi”. L’elenco completo si può trovare in questo documento della knowledge base. OS X 10.7.3, ad esempio, introduce il supporto al formato RAW di altre fotocamere (qui trovate l’elenco completo delle compatibilità).
Un confronto fra MacBook Air e Pro: GHz o SSD, questo è il dilemma!
Il 2012 dovrebbe essere l’anno della profezia Maya l’anno dei SSD (Solid State Drive). Nei prossimi mesi si suppone che si possa avviare una produzione massiccia di SSD il cui costo si dovrebbe aggirare attorno a 1$ USA per 1GB abbattendo i prezzi per 1GB attuali che sono doppi (o addirittura più che tali).
Apple ha capito l’importanza dei SSD rendendoli di serie sui MacBook Air. Va ancora diversamente per gli altri computer designed by Apple in California per i quali i “dischi” a stato solido rimangono opzionali.
Ma perché questa scelta? I prezzi dei computer non “sottiletta” di Apple lieviterebbero troppo, penseranno alcuni. Meglio offrire agli utenti più esigenti (si legga come Pro) un maggior quantitativo di RAM e GHz, diranno altri. È giusto lasciare la scelta della personalizzazione del computer all’utente, proporranno altri ancora.
Forse, più prosaicamente, gli SSD sui MacBook Air sono il modo con cui si può offrire un prodotto “limitato” dando l’impressione all’utente medio di avere un computer estremamente potente.
Il costo umano della produzione dell’iPad
Qualche mese fa alcuni reporter del New York Times hanno accettato un difficile compito: la realizzazione un’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori cinesi che producono gli iPhone, gli iPad e molti altri gadget elettronici e computer che milioni di utenti occidentali utilizzano ogni giorno.
Un’inchiesta diversa da tutte le altre che finora abbiamo letto e che in gran parte erano basate su report di seconda mano, un’inchiesta che entrasse davvero nelle fabbriche e potesse mettere assieme le testimonianze di fonti vicine alle aziende fornitrici.
Il primo frutto di questo difficile “assignement” è un articolo sul perché Apple e altre aziende scelgono di produrre in Cina i propri gadget, comparso sulle pagine del New York Times qualche giorno fa. Ne abbiamo parlato dettagliatamente nel nostro articolo “Perchè Apple costruisce i suoi iPhone in Cina”.
Ieri il NYTimes ha pubblicato la seconda “puntata“, che parla più direttamente dei costi umani di quella produzione. E’ un articolo duro ma equilibrato (vero capolavoro del miglior giornalismo d’inchiesta americano) secondo il quale Apple, per quanto sinceramente attenta alle tematiche del lavoro in Cina, non esita in ogni caso a forzare condizioni contrattuali che innescano violazioni e soprusi.
UPDATE: Tim Cook ha risposto con una mail interna ai dipendenti (che è prontamente trapelata). Dettagli a fondo articolo.
Motorola Mobility fa ancora causa ad Apple, Google approva
Motorola Mobility attacca nuovamente Apple e lo fa con una causa per violazione di brevetti depositata ieri presso il tribunale del Distretto del Sud della Florida.
I patent di cui Motorola contesta la violazione sono 6 e riguardano nello specifico l’iPhone 4S e iCloud. Sembra solo un nuovo “banale” tassello che si va ad aggiungere al già complicatissimo puzzle legale che contrappone Apple a vari altri produttori del settore Mobile. In realtà è lo scontro più “diretto” che si sia mai registrato fra Apple e Google, che ha dovuto approvare preventivamente la decisione di Motorola Mobility.
AAPL vola in borsa dopo i risultati del Q1 2012
AAPL vola in borsa sulle ali di una trimestrale di cassa “da paura”, la migliore della storia Apple e la seconda migliore trimestrale mai registrata da un’azienda statunitense.
Ieri il titolo di Cupertino ha chiuso in netto rialzo, dopo una buona giornata già prefigurata dalle forti movimentazioni a pochi secondi dalla chiusura del Nasdaq, martedì, e soprattutto dall’after hours dopo l’annuncio dei risultati finanziari. AAPL, ha registrato dunque un nuovo massimo storico a 446,66$ dollari, +6,24%. Il titolo ha aperto ancora più in alto e ha toccato il massimo assoluto di 454,45$, per poi declinare “dolcemente” verso una chiusura più che soddisfacente. Adesso solo 3 miliardi di dollari (415 contro 418 miliardi) separano il market cap di Apple da quello della più grande azienda statunitense, Exxon Mobil.
L’annuncio di ottime trimestrali da parte di Apple, con vendite, fatturato e profitti in perenne crescita, non è mai stato un sufficiente indicatore della risposta di Wall Street. E parrà strano, ma anche questa volta tale affermazione trova conferma.
Q1 2012 Apple, la trimestrale dei record
Pochi minuti fa Apple ha diffuso ufficialmente i risultati fiscali del Q1 2012, il primo trimestre dell’anno fiscale (periodo dal 26 settembre 2011 al 31 dicembre 2011). Le previsioni di analisti e osservatori si sono rivelate esatte: è un trimestre che batte ogni precedente e fa registrare più di un nuovo record.
Il fatturato del Q1 2012 è di 46,33 miliardi di dollari, un risultato ampiamente al di sopra della guidance fornita tre mesi fa dal CFO Peter Oppenheimer e delle previsioni più che ottimiste degli analisti non professionisti. I profitti ammontano a 13,06 miliardi di dollari, ovvero 13,87$ per azione.
Per un rapido confronto è utile ricordare che durante lo stesso periodo dello scorso anno Apple ha registrato un fatturato di 26,74 miliardi di dollari e profitti per 6 miliardi di dollari.
Il gross margin per questo trimestre ammonta al 44,7%, rispetto al 38,5% dello scorso anno. Le vendite internazionali contato per il 58%.
iBooks Author, la recensione di TAL
Da qualche giorno Apple ha iniziato la sua rivoluzione del mercato dell’editoria scolastica suscitando come al solito clamore, ma anche qualche dubbio e qualche critica. Critiche o no, resta comunque il fatto che al centro di questa rivoluzione c’è un’applicazione gratuita che permette a chiunque di creare “in casa” gli iBooks, ovvero i libri digitali ed interattivi che Apple ha presentato al Guggenheim di New York.
La rivoluzionaria applicazione, come avrete già capito, è iBooks Author ed oggi con questa nostra recensione cercheremo di capire meglio quali siano le sue reali potenzialità.
Perché Apple costruisce i suoi iPhone in Cina?
La scorsa settimana, durante un dibattito alla CNN fra i principali candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti, l’ex Governatore della Pennsylvania Rick Santorum ha esposto il piano che metterebbe in pratica, se fosse eletto Presidente, per convincere Apple a riportare in patria la produzione dei propri prodotti, un processo che ad oggi crea un indotto da più di 500.000 posti di lavoro. In Cina.
“Apple, hai tutti questi dipendenti laggiù e generi tutti questi profitti all’estero”, ha detto Santorum.“Se voi riportare in patria quei soldi ora paghi il 35% di tasse. Con il nostro piano, se porti qui i soldi e investi in fabbriche e strumentazioni qui a Charleston, non paghi nulla. Se metti quei soldi nella creazione di lavoro, se li investi, non paghi nulla. E’ un incentivo potente”.
Un incentivo potente, senza dubbio. Ma anche un incentivo totalmente sbagliato. Una ragione molto semplice per capire come mai il “piano perfetto” di Santorum non potrebbe funzionare lo fornisce indirettamente il New York Times con un’interessantissima inchiesta che dimostra perché Apple (che è il caso di studio preso ad esempio) e molte altre aziende americane non possono fare altro che rivolgersi alle aziende cinesi per la produzione dei gadget che vanno forte sul mercato americano. Spoiler: non è un problema di tasse o semplicemente di costo del lavoro, è un problema di flessibilità, scalabilità estrema e disponibilità di manodopera.