Gli iPad diventano luci per un set fotografico

Da quando l’iPad è disponibile sul mercato abbiamo già avuto mille esempi della versatilità del dispositivo in ambito artistico. Il fotografo Jesse Rosten, però, è forse il primo in assoluto ad aver utilizzato l’iPad come fonte di luce su un set fotografico professionale.

Gli iPad utilizzati da Rosten per il suo esperimento a dire il vero sono ben nove, montati su legno in tre array da tre dispositivi ciascuno. Il risultato è documentato nel video che potete vedere di seguito. Se ve lo state chiedendo la risposta è sì: utilizzare gli iPad come fonte di illuminazione al posto di vere luci da studio fotografico non è affatto conveniente, né pratico. Ma né la convenienza né la praticità facevano parte degli obiettivi a cui puntava Rosten con il suo esperimento.

Michael Tompert e l’arte di distruggere prodotti Apple

YouTube è ormai infestata dai video di sciroccati di varia estrazione che non appena esce un nuovo prodotto Apple si fiondano a comprarlo per distruggerlo nei modi più disparati, all’inconsapevole ricerca dei propri warholiani 15 minuti di celebrità.
Michael Tompert ha portato questa pratica “to the next level”, come direbbero gli americani, e ha deciso che i prodotti Apple, distrutti ad arte, potevano essere il soggetto per le sue fotografie. Ma non pensate che la mano di Michael sia armata dall’odio verso Cupertino, da semplici ragioni pubblicitarie à là Will It Blend o dalla semplice ricerca della facile fama che crede di ottenere chi realizza i video di cui sopra. Tutt’altro. Quello di Tompert è un vero e proprio omaggio alla bellezza dei prodotti Apple.

Mobile Art Conference New York: iArt in mostra

La scorsa settimana la iAMDA (International Association of Mobile Digital Artists) ha organizzato a New York, presso la Tisch School of  The Arts (New York University) la prima Mobile Art Conference, una due giorni di incontri, forum, talk e mostre interamente dedicata all’arte prodotta su iPad e iPhone.

L’associazione è nata come gruppo Flickr frequentato da semplici appassionati per poi evolversi in una struttura più complessa e organizzata il cui fine è quello di divulgare e veder riconosciuta a più alto livello la produzione artistica su dispositivi mobili della Mela.

Jim Lee disegna su iPad, dalla parte sbagliata

Se siete appassionati di fumetti americani, probabilmente Jim Lee non ha bisogno di presentazioni. Per chi non lo conoscesse basti sapere che è uno degli illustratori più noti e amati dai fan di Marvel e DC Comics. Dal 2010 è anche Co-Publisher proprio di DC Comics assieme a Dan DiDio. Ma Jim è anche un grande iPad fan e già in passato ha dato dimostrazione delle sue abilità digitali con sketch di famosi personaggi dei fumetti realizzati sul Tablet con SketchBook Pro.

Durante una recente convention un fan gli ha chiesto di disegnare qualcosa sul suo iPad, e lui lo ha preso alla lettera iniziando a disegnare direttamente sul retro del dispositivo. L’immagine che vedete in apertura, pubblicata dall’artista via Twitpic, è il risultato: “una illustrazione della Green Lantern che ho realizzato su un iPad con un applicazione chiamata leMiedita“.

Aqua, dipinti digitali con la GUI di OS X

Aqua è una serie di dipinti digitali realizzati da Johannes P. Osterhoff utilizzando solamente gli elementi grafici dell’omonima interfaccia di Mac OS X. Le opere se viste da lontano o con gli occhi socchiusi richiamano immagini ingrandite di gocce di pioggia o piccole formazioni di ghiaccio. Un’analisi più attenta del dipinto digitale ne svela la composizione: scroll e bottoni dell’interfaccia di Mac OS X, posizionati ad arte per ingannare l’occhio. Gallery dopo il salto.

iPhontography in mostra negli Apple Store

Rob Paul Jansen - Sun Streaming

Photo: Rob Paul Jansen

Si apre oggi a San Francisco la prima tappa di una mostra itinerante organizzata da Pixel At an Exhibition, sito dedicato alla raccolta di opere fotografiche realizzate e post-prodotte su iPhone nato da un’idea dell’artista Knox Bronson.

La mostra, che porta lo stesso nome del sito, verrà inaugurata alle 18:00 (PST) presso l’Apple Store di San Francisco al civico uno di  Stockton Street, uno dei più importanti degli States, e verrà poi allestita anche presso altri punti vendita della Mela negli U.S.A. e nel mondo. Sono già previsti altri due appuntamenti per la fine di ottobre a New York (in occasione della PhotoPlus International Photography Expo and Conference) e a Chicago mentre sono ancora in corso di definizione le date di ulteriori mostre a Los Angeles e a Londra.

Alla scoperta di Pompei con l’iPad

iPad Pompei

iPad Pompei

Alla scoperta delle rovine di Pompei usando l’iPad. Non è una vignetta ironica realizzata da utenti Windows, state tranquilli. Il professor Steven Ellis, direttore della facoltà di archeologia dell’università di Cincinnati si è recato con il suo team alla scoperta di Pompei, utilizzando solamente la tavoletta delle meraviglie.

L’iPad si è rivelato lo strumento ideale per prendere appunti, disegnare, confrontare dati del passato ed archiviare informazioni preziose.

Making Future Magic: iPad e gli ologrammi

L’iPad come strumento per la creazione di ologrammi fotografici e per il light painting. E’ questo l’uso che hanno fatto del Tablet di Apple, “l’omnipresente rettangolo luminoso”, i visual-creatives di Detsu London e BERG. Il risultato della collaborazione artistica è un primo filmato che legittima senza dubbio l’uso della parola magico in relazione all’iPad.

Ciò che ha mosso la ricerca visuale dei due gruppi è un’idea del magico concretizzato da una black box meravigliosa (Jony Ive lo “teorizzava”, insieme al suo bicipite, nel primo video promozionale dell’iPad), macchina produttrice di mirabilia futuribili che però non sono condizionate dall’immaginario tipicamente fantascientifico del near-future. Non chiedetevi che cosa c’è dentro, ci dicono BERG e Detsu (in coro con Apple), godete di ciò che permette -magicamente- di produrre.

Date un occhiata al video che trovate qui di seguito, non ve ne pentirete.

Ten One Design lancia il Pogo Art Contest 2010

Ten One Design non ha mai creduto fino in fondo a Steve Jobs, che durante la presentazione dell’iPhone, al MacWorld 2007, aveva giustificato l’assenza di uno stilo definendo le dita più o meno come “il miglior dispositivo di puntamento” che l’uomo abbia a disposizione.
L’azienda del New Jersey ha creato la linea Pogo (sketch e stylus),  “penne” con punta capacitiva che possono essere utilizzate sui dispositivi touch della Mela.

Se il grande pubblico non ne sentirà probabilmente mai il bisogno, c’è da dire che con l’iPad per Ten One si è aperto un mercato nuovo. Le grandi dimensioni del dispositivo hanno subito attirato le attenzioni di chi utilizza il Tablet di Apple per dipingere. Anche se le dita di chi ha talento, come D.Kassan e Gipi, sono più che sufficienti per sfornare piccoli capolavori touch, chi è abituato al pennello si trova molto di più a proprio agio con uno stilo in mano.

Questo preambolo per avvertire tutti gli iPadisegnatori in ascolto che Ten One, per promuovere i prodotti della linea Pogo, ha indetto il secondo concorso annuale per iArtisti. C’è tempo fino a fine ottobre per partecipare.

L’iPhone sulla testa per il Wilhelm Tell 2.0

L’artista johannes-p-osterhoff (che fra le altre cose preferisce scrivere il suo nome tutto in minuscole) è l’ideatore di una rivisitazione in chiave contemporanea del Guglielmo Tell. Al posto delle mele, le Mele degli iPhone.

Il significato di fondo della giocosa azione di osterhoff, che si auto-proclama “interface artist”, è la protesta nei confronti del potere che Apple esercita su chi crea contenuti per i suoi dispositivi. Il richiamo alla leggenda di Guglielmo Tell (e all’omonima opera di Schiller) è legata alla natura anti-autoritaria della leggenda stessa.

iPad Art, i disegni “fatti coi diti” di Gipi

Se seguite un minimo la scena fumettistica italiana non serve dirvi chi è Gipi. Per tutti quelli che non lo conoscessero, Gianni Gipi Pacinotti è un fumettista italiano pluripremiato, è il disegnatore che ha illustrato le puntate de I Barbari di Baricco pubblicate da Repubblica (e il volume successivamente pubblicato da Fandango e Feltrinelli), è stato un collaboratore di Internazionale (“La settimana di Gipi”) e tante altre cose.

Gipi ha scoperto l’iPad e ha raccontato il suo incontro con la tavoletta magica di Apple in un bell’articolo pubblicato da Il Post. Incuriosito dalla sua testimonianza me lo sono fatto amico su Facebook (non senza chiedergli scusa della richiesta visto che non ci conosciamo affatto – Facebook dovrebbe attivare la modalità “Tizio vuole essere tuo conoscente virtuale”) perché era lì che aveva pubblicato i suoi disegni “fatti coi diti” come dice lui da pisano D.O.C.. Gli ho chiesto se potevo ripubblicarli qui su TAL, e mi ha detto di sì.

Ecco il vero iPhonekiller Open Source

Ogni volta che esce un nuovo smartphone, soprattutto se dotato di OS Android, le testate tecnologiche si chiedono immancabilmente se quello sarà finalmente l’iPhone Killer.

Finora ci hanno provato in tanti, ma nessuno è ancora riuscito ad eguagliare ne tantomeno a superare (e soprattutto ridimensionare) il successo dell’iPhone. Lo stesso meccanismo si può applicare, con i dovuti adattamenti del caso, anche all’iPod e, ora,  all’iPad con i suoi 2 milioni di unità vendute in meno di due mesi.

L’open designer Ronen Kadushin è riuscito dove tante grandi aziende finora hanno fallito ed ha creato il vero iPhone Killer Open Source.

Una faccia da PhotoBooth

E’ inutile negarlo. Tutti i Mac Users, prima o poi, si sono sentiti chiedere la fatidica domanda da un amico poco tech savvy: “Che cos’ha il tuo Mac in più rispetto ad un PC?”. Tutti, almeno una volta, avranno rinunciato ad intavolare discussioni tecno-filosofiche e avranno semplicemente lanciato PhotoBooth e attivato alcuni dei filtri integrati nel programmino, con il chiaro intento di strappare facili WOW e l’approvazione divertita dell’amico la cui faccia è appena stata trasformata in un grugno contorto grazie alla potenza di Quartz Composer.

Il designer Mark Pernice non si è accontentato della dimensione ludica del giochino PhotoBooth ed ha voluto fare un passo ulteriore, motivato dalle più pure intenzioni artistiche. Ha scattato una foto della sua faccia distorta con il programma e poi, con l’aiuto di un esperto di effetti speciali, ha trasformato il ghigno bidimensionale in una vera e propria maschera indossabile.

Steve Jobs icona pop alla mostra d’arte

Lo scorso 14 febbraio nel Meatpacking District di New York si è aperta Icons, mostra di opere del pop artist Mr.Brainwash. 1400 metri quadrati d’esposizione per quadri e altre installazioni tutte collegate dal comune denominatore della rappresentazione di icone pop moderne o contemporanee.

In una mostra del genere poteva mancare all’appello un riferimento all’iCon Steve Jobs? Ovvio che no. Eccolo (lo vedete nella foto d’apertura) immortalato in un quadro che fa parte di un “quadrittico ” nel quale compaiono anche Bill Gates e i giovani Jack Dorsey (creatore di Twitter) e Mark Zuckerberg (papà di Facebook). La nuova e la vecchia guardia, insomma.

Lose/Lose, il videogame autodistruttivo

loselose

Ad un primo sguardo Lose/Lose si presenta come un inoffensivo video game anni ’80 à la Space Invaders, utile per ammazzare un po’ di tempo in ufficio mentre il capo non è in giro. Chi avesse la riprovevole idea di lanciarlo sul proprio Mac, però, si accorgerebbe della sadica variante introdotta dal suo creatore: all’uccisione di ogni alieno corrisponde la cancellazione fisica di un file a caso nella home folder dell’utente. Non lo spostamento nel cestino del file, sia ben chiaro, ma la vera e propria eliminazione totale del file dall’hard disk.
Il gioco, creato da Zach Gage, è in realtà un opera di Software Art volutamente provocatoria, che mette in discussione il limite fra la finzione videoludica e le conseguenze che le nostre azioni in un videogame possono avere sulla nostra vita reale, rappresentata in questo caso dalla “virtualità più tangibile” dei nostri file sul computer.

Ritratto “tipografico” di Steve Jobs: ecco il procedimento

Qualche giorno vi abbiamo segnalato un interessante “Ritratto di Steve Jobs” (un topos artistico che ormai merita una categoria a sé nell’ambito della digital art) realizzato interamente con font Apple a partire da una nota immagine dell’iCeo.
L’autore del ritratto, lo studente di Aloma (Florida) Dylan Roscover, ha reso noto il procedimento utilizzato per creare il ritratto. Ci sono voluti Adobe Illustrator, Photoshop, 24 ore di lavoro ininterrotto e molta, molta pazienza (gallery dopo il salto).

Styrolight, l’imballaggio dei Mac diventa lampadario

Eric Lawrence ha creato questo strano lampadario utilizzando solamente polistirolo di recupero. Per la precisione questo particolare “oggetto di design” è stato creato con le forme di imballaggio utilizzate nelle scatole dei portatili Apple.

Ogni modulo è illuminato da una lampadina fluorescente da 5W (che non scalda abbastanza per riuscire a mandare a fuoco il polistirolo). 
Lo Styrolight (contrazione di Styrofoam, polistirolo, e light, luce) ha ottenuto anche un riconoscimento ufficiale, ovvero il premio per la miglior opera “Sustainable” (sostenibile) durante l’evento M+D+F organizzato da Design Within Reach.
Sarebbe interessante chiedere a Jony Ive cosa ne pensa.

Dopo il salto una galleria con altre foto dello Styrolight.

L’iPhone Art arriva in galleria

A più riprese vi abbiamo parlato della “carriera musicale di iPhone” citando le performance di Teo Ciavarella e le composizioni di Gary Go, che suonerà il proprio iPhone in concerto a Wembley il prossimo luglio. Dopo la consacrazione in ambito musicale, ora arriva anche quella nel campo delle arti figurative.

David Hockney, veterano inglese della Pop Art e artista di fama mondiale, sta esponendo a Londra alcune opere realizzate con il proprio iPhone e successivamente stampate su carta. La mostra, “Drawing in a printing machine”, si può visitare presso la galleria Annely Juda Fine Art e sarà aperta fino all’11 luglio.

Uno Steve Jobs fatto di font Apple

Dylan Roscover ha realizzato questo incredibile ritratto di Steve Jobs utilizzando unicamente font Apple (Myriad, Motter Tektura, Apple Garamond e altri). Sembra un ritratto divisionista, ma in realtà anche la barba e altri particolari sono realizzati utilizzando caratteri alfanumerici.
Il vero tocco di classe, però, sta nelle parole utilizzate per creare la forma del viso di Jobs: si tratta di parti del testo del famoso spot “The Crazy Ones”, parte della ormai universalmente nota campagna “Think Different” (video dopo il salto).

Il ritratto, realizzato a partire da questa nota foto, merita di essere visualizzato alla massima dimensione (dall’account DeviantArt dell’artista) per scoprire l’attenzione ai dettagli posta da Roscover nella realizzazione.

Lo spot 1984 compie 25 anni

Prima del Macintosh 128k, fu… lo spot del Macintosh 128k!
“Il 24 gennaio Apple lancerà il Macintosh. E capirete perchè il 1984 non sarà come 1984”.
Sono passati esattamente 25 anni dalla trasmissione del commercial durante il Superbowl XVIII, disputato la sera del 22 gennaio 1984. Il costo di 30 secondi di post durante il SuperBowl di quella sera ammontava a 368.000$ (fonte Wikipedia). Apple comprò un minuto e mezzo di spazio pubblicitario.
L’ad fu creato dall’agenzia Chiat/Day e costò attorno al milione di dollari; sebbene Steve Jobs e John Sculley ne fossero totalmente entusiasti, il Consiglio di Amministrazione non lo gradì particolarmente. Steve Wozniack si offri di pagare di tasca propria il costo della messa in onda se il Board of Directors avesse deciso di non trasmetterlo.
Dopo il salto il video della presentazione in anteprima dello spot, famoso per il discorso anti-IBM di Steve Jobs. Adesso vi manca solo il nome del regista per rispondere alla prima domanda del nostro contest per i 25 anni del Macintosh.

Milk, una scrivania a prova di Mac

Girovagando per il web, mi sono imbattuto per caso in un prodotto decisamente particolare: una scrivania dal gusto decisamente minimalista pensata e progettata apposta per essere utilizzata con i prodotti di Cupertino: si chiama Milk ed è il prodotto della fantasia di un designer danese, Soren Kjaer.

Le caratteristiche tecniche di questo gioiello (perché di questo si tratta, come vedremo più avanti quando vi svelerò qual è il suo prezzo di vendita al pubblico) sono incredibili. Questa scrivania è stata studiata in ogni minimo dettaglio per offrire all’utente finale un’esperienza e un comfort di lavoro senza eguali.