iPad e Bloomberg sono inseparabili

Tra gli utilizzatori eccellenti di iPad spicca sicuramente il primo cittadino della Grande Mela. Stando infatti a quanto riporta il New York Daily News, il sindaco Bloomberg non se ne separerebbe praticamente mai, utilizzandolo per le più svariate funzioni.

iTunes e gli account bucati, che c’entra il “walled garden”?


La scorsa settimana si è fatto un gran parlare del caso di Thuat Nguyen, lo sviluppatore vietnamita che, grazie a 400 account iTunes compromessi di cui aveva ottenuto il controllo, è riuscito a spingere nella top 50 della categoria libri di App Store U.S.A. una 40ina di applicazioni da lui sviluppate che dei libri avevano solo la parvenza – erano semplici app maltradotte zeppe, per altro, di contenuti protetti da copyright.

La risposta di Apple è stata relativamente rapida: il developer è stato sbattuto fuori dall’App Store e tutte le sue applicazioni sono state rimosse. Era un caso isolato, un (bel) po’ esagerato da TheNextWeb, la testata online che per prima ha diffuso la notizia.

Un problema di lieve entità, quindi, che riguarda per altro degli utenti i cui dati d’accesso sono stati rubati con pratiche di phishing che nulla hanno a che fare con iTunes. Paolo Attivissimo, che conoscerete sicuramente per la sua fama di smontatore di bufale e leggende metropolitane, non la pensa così e ritiene che questo evento sia una palese dimostrazione delle debolezze del “walled garden”. Ma siamo sicuri che le due cose si possano mettere in relazione con tanta semplicità?

Il fondatore di SproutCore si mette in proprio

Un paio di anni fa vi parlammo di SproutCore, una piattaforma Open che permette di realizzare applicazioni Javascript, creata originariamente da Charles Jolley, assunto poi da Apple per mettere a punto la piattaforma .Mac prima e MobileMe poi.

Ora Jolley lascia Apple per iniziare una nuova avventura in una nuova società, Strobe Inc.

iPhone 4 e la death grip: la prova di TAL

Con il termine death grip, ormai lo saprete, si indica la “presa della morte” operata con la mano sinistra sull’iPhone 4 con la quale si può riuscire ad interrompere la ricezione del segnale da parte dello smartphone. Ci sono fior di video online che ne danno dimostrazione e siamo arrivati al punto che la “feature” più discussa del nuovo iPhone 4 sembra essere proprio questa pecca. Una vera e propria campagna di bad marketing contro cui i messaggi non molto chiari di Apple finora non hanno potuto fare granché.

Ma la death grip influisce o no sull’esperienza d’uso di iPhone 4? E’ la prima domanda che mi sono posto da utente del  nuovo melafonino. Ancor prima di andare alla scoperta di tutte le caratteristiche del dispositivo (recensione in arrivo fra pochi giorni) ho voluto fare qualche prova personale per verificare ciò di cui tanto si parla. Vi posso anticipare che dell’esistenza della “presa della morte” non si può certo dubitare: conoscendo il problema si riesce a riprodurlo. Ma vi posso anche dire fin da subito che è decisamente esagerato parlare di “difetto fatale” e che l’esperienza generale d’uso non è influenzata dalla “death grip”.

Kill-Switch: Google lo utilizza e spiega il perché

Sicuramente ricorderete il polverone sollevatosi quando Apple ammise di aver inserito un sistema chiamato “Kill Switch” in grado di disabilitare da remoto le applicazioni malevole (un paio di articoli al riguardo qui e qui).

Poco tempo dopo si scoprì che anche Android, sistema operativo mobile di casa Google, disponeva di un simile sistema. La novità risiede nel fatto che Google avrebbe utilizzato per prima “la leva dell’apocalisse”, come scherzosamente abbiamo soprannominato il sistema, con tanto di spiegazioni ufficiali.

A spasso con l’iPad: il Tablet in mobilità

Photo Credit: Jared Earle on Flickr

Non ci sono ancora numeri ufficiali a confermarlo, ma il dato è noto: in Italia gli iPad 3G hanno venduto molto meglio della versione Wi-Fi. Grande merito va al piano tariffario di 3, 5€ al mese per 3GB, che ha fatto gola un po’ a tutti e ha giustificato in molti casi la spesa di un centinaio di Euro in più per il modello in grado di connettersi alla rete cellulare.

La connessione ad internet 3G, in un paese dove trovare un hot-spot Wi-Fi libero oltre che paradossalmente al limite della legalità è pure difficile come beccare una quaterna secca, è l’unica soluzione per accedere ad internet in mobilità. Per un dispositivo che campa a pane e Internet come l’iPad il 3G è una feature praticamente indispensabile. Come si comporta dunque l’iPad 3G in mobilità? Come se la cava in quanto a durata del segnale e consumo di batteria con il 3G attivo? Provo a rispondere a questi ed altri interrogativi sulla base della mia esperienza personale.

Il Mac non è morto, parola di Steve Jobs

Un articolo di Dan “Fake Steve ” Lyons pubblicato di recente da Newsweek nel quale il giornalista tesse una sorta di prematuro necrologio per il Mac e Mac OS X, non è passato inosservato nel Mac Web e ha generato un buon numero di commenti contrariati, culminati in una risposta via email in cui è lo stesso Jobs a dichiarare “completely wrong”, completamente errate, le conclusioni cui giunge Lyons con il suo pezzo.

In realtà la email in questione risponde ad una citazione non corretta e nonostante il titolo dell’articolo di Lyons sia stato appositamente studiato per suonare iperbolico (RIP Macintosh) ci sono alcuni punti del pezzo con cui si può essere d’accordo pur senza dover ritenere per forza che il Mac sia destinato a fare al più presto la fine del dodo.

Keynote del WWDC 2010: il problema delle Wi-Fi


Durante il keynote di lunedì scorso Steve Jobs ha vissuto momenti di pura apprensione quando l’inquinamento elettromagnetico in sala ha provocato seri problemi alla ricezione del network principale, vale a dire la rete Wi-Fi utilizzata da Apple per le demo su iPhone 4 e iPhone 3GS. Il problema non ha rovinato del tutto la presentazione e Jobs è stato bravo a sdrammatizzare e rigirare la frittata come al suo solito, con l’aiuto di qualche battutina che ha divertito il pubblico.

Ma nonostante l’impegno dei team dell’organizzazione, la Wi-Fi ha continuato a fare le bizze per un bel po’, continuando ad offrire il destro a El Jobso per altre freddure delle sue. L’origine del disturbo? Le circa 570 base station attive contemporaneamente in sala, quasi tutte Mi-Fi o dispositivi analoghi. Un problema tecnico che offre lo spunto per una riflessione più ampia circa l’insoddisfazione degli iPhone utenti nei confronti di AT&T e sulla gestione dell’accesso della stampa a questo genere di eventi aziendali.

Mini USIM di 3 per iPad: dove trovarla?

L’iPad day in Italia è stato un successo. File fuori dai negozi, Tablet che vanno via come il pane negli Apple Store e nei centri autorizzati Apple, giornali di carta che ne approfittano per pubblicizzare la propria (pessima) versione digitale. A quanto si può intuire dai primi report sul campo, ovviamente senza nessuna velleità statistica, pare che gli italiani abbiano preferito il modello 3G. A contribuire a questa scelta è senza dubbio l’offerta internet per iPad di 3 Italia, 5€ per 3GB al mese, che si può definire unica al mondo (non è un esagerazione).

Chi ha comprato un iPad 3G ieri all’Apple Store di Roma o Milano l’avrà quasi certamente attivata in loco, mentre una buona parte di chi ha pre-ordinato il dispositivo l’ha ricevuta a mezzo posta. C’è anche una buona fetta di esclusi che ancora non hanno avuto la possibilità di inserire nel proprio iPad 3G una mini USIM 3, e per loro le cose si complicano.

iPad 3G 32GB: unboxing e prime impressioni

Ebbene sì, sono uno dei (tantissimi) fortunati che ieri hanno ricevuto il proprio iPad in anticipo sulla data ufficiale di lancio, grazie allo zelo di UPS. Dopo il classico rito dell’unboxing, documentato nella galleria di immagini che trovate più sotto, ho provveduto per prima cosa a sistemare i settaggi sul dispositivo (acccount iTunes, account MobileMe e Gmail) e poi ho potuto testare per qualche ora il mio primo computer Tablet. Questo articolo non vuole assolutamente essere una recensione completa e approfondita (per quella ci vuole ancora un po’ di tempo per provare davvero tutto) ma solamente una collazione delle prime impressioni sull’iPad.

Il CEO di Adobe risponde a Steve Jobs

La lettera aperta in cui Steve Jobs spiega in 6 dettagliati punti perché Apple non vuole Flash sui propri dispositivi non ha mancato di suscitare reazioni in casa Adobe.
Il CEO dell’azienda, Shantanu Narayen, ha risposto pubblicamente ad Apple con un intervista rilasciata nel pomeriggio di giovedì al Wall Street Journal.

La prima impressione è che Adobe avrebbe fatto meglio a non rispondere a caldo con un’intervista ma preparando un documento più formale e soprattutto in grado di rispondere nei particolari alla dettagliata lettera di Steve Jobs. Le argomentazioni di Narayen sono poco pungenti ed esprimono concetti inflazionati che ormai non convincono più.

Gizmodo, R.E.A.C.T. e l’ombra di Apple

Ieri Gizmodo ha reso noto che venerdì scorso una task force del R.E.A.C.T., la divisione tecnologica interforze californiana, ha sequestrato i computer e altri oggetti tecnologici presenti in casa di Jason Chen, l’editor di Gizmodo che con l’approvazione del direttivo di Gawker Media ha pagato 5000$ per il prototipo di iPhone smarrito dall’ingegnere Apple Gray Powell in una birreria di Redwood City.

Sulla questione sono intervenute un po’ tutte le testate che si occupano di tecnologia. Fra le varie reazioni ce n’è una pubblicata su Yahoo News da Jason Cook che pare aver suscitato particolare interesse. Cook si schiera indirettamente a difesa di Gizmodo e, citando fonti non meglio indicate, sostiene che Apple abbia fatto pressione sulla R.E.A.C.T. perché intervenisse nella vicenda.

iPhone 4G e la porta Micro-USB che non c’è

Ormai la storia del prototipo di iPhone 4G perso in un bar è storia nota a tutti. L’iPhone è stato perso, bloccato da remoto, acquistato da Gizmodo, smontato (per quel che si poteva fare senza danneggiarlo), fotografato e comparato con l’attuale iPhone 3GS come mostra l’immagine di apertura. Se ne è parlato in lungo ed in largo. Ma un particolare è stato tralasciato.

Alcuni di voi ricorderanno un argomento di cui si è parlato su giornali, TV e nel web riguardo il mondo della telefonia mobile. Parliamo di una richiesta fatta dalla Comunità Europea ai principali produttori di telefoni cellulari al fine di ridurre la produzione di rifiuti e salvaguardare (o almeno provarci) l’ambiente.

Vediamo dopo il salto di cosa si tratta.

iPhone 4G-HD: gli ultimi dettagli sul prototipo

La storia del prototipo di iPhone ritrovato in una birreria di Redwood City e venduto a Gizmodo per 5000$ ha fatto il giro dei media mainstream ed è uscita con prepotenza dal recinto del MacWeb. Lo ha fatto lasciandosi dietro parecchi dubbi e molte analisi discordanti sulla liceità ciò che ha fatto la testata online del gruppo Gawker.

Oltre agli aspetti di carattere giornalistico e legale (pare che la polizia stia indagando), sono saltati fuori anche altri dettagli di carattere tecnico sul prototipo (che in questo momento dovrebbe essere di nuovo al sicuro nelle segrete stanze di Cupertino) e sulle modalità di gestione dell’assegnazione di prototipi agli ingegneri da parte di Apple.

Ecco un riassunto degli ultimi sviluppi fino ad oggi.

iPhone 4-HD o non iPhone 4-HD: il dilemma del prototipo

Come avete avuto modo di leggere su TAL, durante lo scorso week-end, è stato trovato quello che sembra essere il prossimo iPhone in un bar in California. Inizialmente le foto sono state pubblicate da Engadget, che indica San José come luogo del ritrovamento, e la prima impressione è stata quella di un clamoroso fake made in China, uno dei tanti.

Tuttavia, il medesimo prototipo è poi finito nelle mani di Gizmodo ed è stato prontamente smontato per scoprire cosa nascondesse sotto la scocca in alluminio-vetro. Il teardown effettuato non lascerebbe adito a dubbi: i componenti sono chiaramente marchiati Apple e sono sistemati in maniera molto precisa all’interno della superficie disponibile. Inoltre, se connesso ad una porta USB, lo smartphone si comporta esattamente come un iPhone, con la sequenza di boot e l’immagine “connect to iTunes” (dopo essere stato resettato da Apple da remoto); il cellulare viene riconosciuto da Xcode e iTunes come un “iPhone” così come dal System Profiler di Mac OS X.

SONY VAIO ed il presunto computer Apple

* AGGIORNAMENTO SULLA VICENDA A FINE ARTICOLO

Se questo titolo vi ricorda qualcosa allora vuol dire che siete assidui lettori di The Apple Lounge e ci accompagnate in ogni scoperta che facciamo e che vi documentiamo. Il titolo, infatti, ricorda quello di un nostro vecchio articolo: Microsoft ed il presunto PowerBook.

Questa volta non “puntiamo il dito” verso Microsoft ma, come si intuisce dal titolo, verso un colosso come SONY che, tra i tanti ottimi prodotti, commercializza i computer della gamma VAIO la cui immagine di apertura non sappiamo se sia un esempio.

Ma vediamo i dettagli dopo il salto.

Opera Mini porta “la scelta” in App Store

C’era una volta un temibile drago che teneva in ostaggio un sistema operativo permettendo l’utilizzo di un solo browser, magari anche camuffato sotto altre sembianze. Un giorno però arrivo un prode cavaliere che, dopo aver vagato per mesi e mesi in cerca dell’arma vincente, sconfisse il drago e, tra lo stupore generale, permise al famoso OS di utilizzare finalmente un altro browser“.

Ieri, come ben sapete e colgo l’occasione per ringraziare tutti quanti per le tantissime segnalazioni, oltre ad essere il giorno dei nuovi MacBook Pro è stato anche il primo giorno di Opera Mini in App Store: iPhone e iPod touch, dunque, possono finalmente avvalersi di un browser alternativo. Mi piace pensare ad Opera Mini come ad un “prode cavaliere che ha portato la possibilità di scelta” in App Store anche se il software acerbo fa rimpiangere il fido Safari.

Dan Lyons: Apple chiese a Newsweek di non assumermi

In una puntata del programma della CNN Reliable Sources, Dan Lyons ha rivelato che Apple fece pressioni per non farlo assumere dal noto settimanale americano Newsweek. Al di là dei suoi meriti giornalistici, Lyons è noto presso il grande pubblico come creatore Fake Steve Jobs, il personaggio parodia del CEO di Apple.

Lyons, che prima di approdare a Newsweek al posto del noto tech columnist Steven Levy scriveva per Fortune, ha approfittato della visibilità offertagli dalla CNN per spiegare la sua visione del rapporto fra Apple e la stampa. Il tutto partendo dal fatto che  lui, a differenza di altri giornalisti scelti, non è toccato un iPad da recensire prima del lancio e che Newsweek, a causa della sua presenza nello staff che conta del settimanale, è rimasto escluso dal circolo delle pubblicazioni amiche.

Apple VS HTC: pensieri sparsi

La causa intentata da Apple contro HTC per la presunta violazione di brevetti relativi ad iPhone è stata senza dubbio una delle news tecnologiche più importanti della scorsa settimana. Cupertino ha fatto la prima mossa, ha sfoderato l’artiglieria pesante e ha mirato al bersaglio grosso, HTC, per colpire indirettamente il bersaglio gigante, Google.

Quest’azione legale porta con sé implicazioni particolarmente ramificate e tocca molti aspetti, ci sono molte sfaccettature e diverse opinioni che si possono esprimere sulla vicenda. Esprimere un giudizio sulla questione è particolarmente difficile. Da un lato si può pensare che Apple abbia fatto bene a passare ai fatti per difendere le proprie “invenzioni”, dall’altro è innegabile che quest’uso “bellico” dei brevetti non favorisce in nessun modo l’innovazione. Mi limiterò dunque a delineare alcuni spunti di riflessione sulla vicenda senza esprimere un giudizio definitivo in merito alla questione.

Flash su iPhone e iPad, assente giustificato?

E’ opinione comune ormai che l’assenza di Flash dall’iPhone e in futuro da iPad sia legata in qualche modo ad una “battaglia finale” fra Apple e Adobe. Le motivazioni addotte da Jobs per giustificare il suo odio viscerale verso una “tecnologia morta” come Flash, per quanto siano comunque valide, potrebbero essere utili pretesti per cercare lo scontro a tutti i costi.

Il Flash developer Morgan Adams, in un suo contributo pubblicato su Roughly Drafted di D.E. Dilger ha fornito una nuova visione del problema. L’eccessivo consumo di cicli processore e quindi di batteria, l’instabilità e il gran numero di falle di sicurezza sono problemi reali di Flash, dice lo sviluppatore, ma il vero nocciolo della questione è da ricercarsi nel fatto che la tecnologia di Adobe fa semplicemente a cazzotti con le interfacce touch, soprattutto a causa del massiccio utilizzo del mouseover nelle animazioni sviluppate in Action Script.

I 10 problemi di Apple secondo John Gruber

Sebbene Apple non fosse presente con uno stand ufficiale, al Macworld 2010 non sono mancati i grandi nomi del giornalismo tecnologico statunitense invitati in veste di speakers. L’evento si è aperto con un vero e proprio show di David Pogue, Tech Columnist del New York Times, che si è presentato sul palco saltando come un ossesso in maniche di camicia, chiara imitazione dell’altro Steve, quello di Redmond.

E’ stato poi il turno di John Gruber (autore di Daring Fireball) una vera colonna portante del Mac Web. Nonostante Gruber venga spesso accusato di essere una sorta di avvocato difensore di Apple, il blogger ha approfittato del suo spazio al Macworld per elencare quelli che a suo parere sono i 10 maggiori problemi di Apple in questo momento.

iPad, iBooks si scaricherà da App Store

Qualche giorno fa John Gruber di Daring Fireball ha fatto luce su un particolare relativo ad iBooks su cui Apple non ha insistito granché durante la presentazione dell’iPad il 27 gennaio scorso.
In molti davamo per scontato, quasi certamente per abitudine all’esperienza d’uso di iPhone e iPod touch, che iBooks fosse un’applicazione di sistema preinstallata su iPad, come iTunes, iPod, iCal e tutte le altre.

In realtà la descrizione dell’applicazione sul sito di Apple chiariva da subito questo aspetto: “L’applicazione iBooks rappresenta un nuovo fantastico modo per leggere e comprare libri. Scarica l’applicazione gratuita da App Store e compra ogni genere di libro, dai classici ai bestseller, dall’iBookstore integrato.”

Le ragioni alla base di questa scelta sono molteplici e, restrizioni geografiche permettendo, questa potrebbe essere una buona notizia per tutti gli utenti non U.S.A.