iPhone 3G S: l’avrei voluto diverso

Digerite le novità e scritti i primi articoli di presentazione, si è concluso anche in TAL il giorno del tanto atteso WWDC 2009. È stata una magica serata, terminata con l’annuncio dell’iPhone 3G S, il nuovo iPhone di cui abbiamo copiosamente parlato, senza conoscerlo, nei giorni precedenti. A me ora il compito di parlare, ancora senza conoscerlo di persona, del nuovo iPhone 3G S. Un compito difficile perché dopo il luccichio della novità, qualche ombra si è insediata nella mia mente: forse non è questo il nuovo iPhone che mi aspettavo. Questo iPhone 3G S è un iPhone 3G evoluto, punto. Non è un nuovo iPhone, è “solo” l’evoluzione di quello attuale.

L’avrei voluto diverso.

Volevo qualcosa di nuovo, qualcosa che mi togliesse il fiato al primo sguardo: desideravo il colpo di fulmine. Insomma, se proprio devo tradire il mio fido iPhone 3G voglio qualcosa di nuovo, di diverso. Non la “solita minestra” ormai che mangio da due anni, pure mal riscaldata.

App Store: per Apple non è la miniera d’oro che sembra?

Qualche tempo fa vi avevamo proposto un articolo su AdWhirl, il sistema che genera i banner per le applicazioni di App Store in grado di far intascare incassi record agli sviluppatori. In questo modo il guadagno generato dalle “impressioni dei banner” finisce direttamente nelle tasche dello sviluppatore senza la percentuale che Apple intasca per ogni vendita eseguita sul suo negozio virtuale di applicazioni. Abbiamo da sempre seguito gli incassi degli sviluppatori (coloro che sono stati i più meritevoli hanno addirittura acquistato una casa) senza mai fare i conti in tasca a Steve Jobs e soci. Secondo un recente articolo di Lightspeed, gli incassi di Apple attraverso il sistema App Store coprirebbero soltanto le spese dell’infrastruttura generando un margine di guadagno davvero piccolo.

iMac da 17″: plastica bianca o alluminio?

La notizia del “ritrovamento” di un riferimento ad un presunto iMac da 17″ in una delle newsletter Apple destinata al settore educational ha scatenato non poche discussioni in giro per il Mac Web e ha contribuito a far nascere un piccolo mistero sulle politiche commerciali di Apple.
Pare infatti che un iMac 17″ pollici bianco abbia continuato a far parte dell’offerta educational, ma in maniera semi-sommersa, senza riferimenti specifici nello Store Educational U.S.A. se non in una pagina non accessibile dalla sezione dedicata agli iMac. Ora invece nello store educational c’è un riferimento all’iMac da 17″ da 899$ nella sezione dedicata agli all-in-one. Si tratta certamente del modello pubblicizzato nella newsletter, sebbene tutto, dalla immagine alla impostazione del copy ( con l’utilizzo della parola “new”), sembrassero fare riferimento ad un modello in alluminio.

Apple continua ad offrire al mercato scolastico statunitense un prodotto dismesso da tempo nel settore consumer. Nulla di male nell’offrire ad alle scuole un prodotto a basso prezzo, ancora affidabile ma certamente dotato di caratteristiche ormai ritenute obsolete:

  • Intel Core 2 Duo 1.83GHz
  • 1GB memoria RAM
  • Hard Disk 160GB
  • Combo Drive 24x
  • Intel GMA 950

Il chip misterioso nelle cuffie dell’iPod shuffle

Un chip presente nelle cuffie del nuovo iPod shuffle sta suscitando non poche polemiche nel Mac web. Il sasso è stato lanciato da Matt Horwitz di iLounge, secondo cui il misterioso microchip 8A83E3 inserito da Apple nel telecomandino integrato nelle cuffie del nuovo lettore sarebbe una sorta di dispositivo DRM.

La Electronic Frontier Foundation ha colto la palla al balzo cercando di sostenere l’ipotesi di un “evil plan” da parte di Apple, che potrebbe in questo modo soggiogare il mercato delle cuffiette per iPhone richiamandosi alla legge nota come Digital Millennium Copyright Act (DMCA) per impedire la produzione di cuffie funzionanti ma non ufficialmente licenziate da Cupertino. In realtà sulla questione si è sollevato un gran polverone ed è forse il caso di fare un po’ di chiarezza partendo da ciò che si sa e non da ciò che si può solo supporre.

MobileMe aggiornato. Avanti il prossimo?

Nella giornata di ieri, Apple ha rilasciato un nuovo aggiornamento per la piattaforma MobileMe, la simpatica nuvoletta che ha l’arduo compito di mantenere sincronizzata tutta la nostra “vita digitale”: o almeno così dovrebbe essere. Noi di TAL abbiamo sempre dato un particolare risalto al servizio MobileMe per via delle tante innovazioni promesse ormai lo scorso anno e mai viste in opera: pian piano la nuvoletta di Apple prende forma e si accinge a diventare un “must” per tutti gli utenti Mac e non solo. Diamo un veloce sguardo alle innovazioni presenti nel nuovo MobileMe: sarà finalmente l’aggiornamento definitivo che tutti i sottoscrittori del servizio auspicano?

Apple: dal Dock Connector alla porta USB?

I prodotti portatili di Apple dedicati alla musica (ma anche l’ultimo arrivato iPhone) hanno una tutti una particolarità in comune oltre al fatto di essere di moda e a quello di essere desiderati da schiere di persone: tutta la loro esperienza di comunicazione con il computer avviene tramite il famoso connettore Dock. La maggior parte dei produttori di sistemi audio digitali portatili si sono quasi da subito adeguati allo standard USB mentre i produttori di telefoni cellulari hanno da sempre compiuto la scelta di avere un proprio connettore (che all’inizio era dedicato all’alimentazione) in modo che esso potesse essere impiegato meglio nel design dei propri dispositivi.

Apple non è stata da meno (anche se, come vedremo a breve, il connettore è stato un’esigenza) ma “il tempo passa e le cose cambiano”: che sia giunta davvero l’ora di cambiare il connettore?

iPhone: si scaricano applicazioni come mai in precedenza

Forza, alzi il proprio iPhone chi non ha mai ceduto alla tentazione di App Store e non ha mai scaricato un applicativo dal negozio virtuale più grande del mondo: pochi vero? Apple, attraverso un sapiente e mirato marketing, sembra che ora venda uno strumento per utilizzare e godere di App Store e non più “un rivoluzionario telefono“. Spesso, utilizzando gli altri telefoni cellulari, installare nuovi giochi e applicazioni diventa un’esperienza poco gratificante: io stesso, purtroppo, avevo perso la pazienza. Apple con il sistema “iTunes + App Store” è riuscita a rendere semplice anche questo passaggio e le 15000+ Apps presenti fanno davvero gola a tutti: difficile dire di no.

iPhone, browser e la censura di Apple che ti aspetti

Nei mesi scorsi abbiamo consumato barattoli su barattoli di inchiostro virtuale per segnalare quanto grande fosse la pratica censoria nei confronti delle applicazioni in App Store da parte di Apple: si tendeva a mantenere il negozio virtuale di applicazioni più grande al mondo come un regno ovattato. Poi qualcosa è cambiato: decisamente, mi permetterei di dire. Sono arrivate applicazioni dai nomi inequivocabili che riproducono “sgradevoli suoni fisiologici dell’uomo” come iFart oppure iVomit: il cambio di rotta è davvero evidente. Oltre a queste App di dubbio gusto (che vendono migliaia di copie al giorno alla faccia dei “perbenisti”), in App Store è comparsa un’altra tipologia di applicazioni che non ci saremmo mai aspettati: i browser Web. Che Firefox e Opera siano già dietro l’angolo?

Palm Pre: altro “clone” anti-iPhone 3G?

Al CES 2009, come al MacWorld 2009, non mancano di certo le sorprese. Ieri Palm ha ufficialmente presentato un nuovo telefono cellulare di cui gli addetti ai lavori parlavano già da tempo: il Palm Pre. Dopo un periodo “di pausa” in cui si era addirittura ipotizzata l’uscita di scena di Palm dal mercato, ecco che l’azienda statunitense ha messo a tacere tutte le voci maligne con un nuovo telefono cellulare dalle mille funzioni. A prima vista sembra l’ennesimo “clone” di iPhone 3G e, nelle intenzioni di Palm, il nuovo Palm Pre vuole essere proprio ciò che viene definito un iPhone-Killer. Riuscirà il nostro amato melafonino a resistere anche agli attacchi del nuovo Palm Pre? Attendiamo le vostre numerose opinioni a riguardo.

5 buoni propositi per Apple nel 2009

Anche noi di TAL, circa una settimana fa, ci siamo riservati di stilare la nostra personale top list elencando ciò che di meglio Apple ci ha riservato in questo 2008. Ma le classifiche e i consuntivi di fine anno, per loro stessa natura, guardano al passato.
Oggi guardiamo avanti con occhio critico e vi proponiamo cinque buoni propositi che Apple dovrebbe prendere in considerazione per l’anno che viene per riparare a qualche mancanza dell’anno appena trascorso. Si tratta dell’ipotetica to do list che noi vorremmo vedere scritta su un promemoria giallo sulla Scrivania dei Mac dei manager Apple e con la quale molti dei nostri lettori potranno probabilmente trovarsi d’accordo. Come sempre aspettiamo i vostri commenti a riguardo.

iTunes e App Store, ovvero come evolve il regalo di Natale

Spesso durante quest’anno abbiamo toccato il tema della musica digitale e di come essa sostituirà a breve la musica distribuita su supporti fisici come, ad esempio, il CD: è l’evoluzione, vi abbiamo detto. Quest’anno è stato anche l’anno del lancio di App Store, sezione di iTunes Store dedicata alle applicazioni per iPhone e iPod touch: grazie a questa nuova tipologia di prodotti tante persone si sono avvicinate a tutti i servizi del negozio virtuale di Apple. È dunque ormai normale acquistare beni “immateriali”: siano essi files musicali o applicazioni. Naturale conseguenza è che questo Natale sia forse il primo a “sdoganare” il regalo fisico per quello “virtuale”: non si regala più un CD ma piuttosto un buono di 25 Euro per iTunes Store.

iPhone 3G da 4GB a 99 Dollari da Wal-Mart: sogno di una notte innevata

Il documento raffigurato qui sopra è stato pubblicato qualche ora fa da Engadget: per quanto è possibile leggere, Wal-Mart non venderà in esclusiva il fantomatico iPhone 3G da 4GB a 99 Dollari. Fine del rumor. Oppure no?

Per chi si fosse perso le due precedenti puntate della “telenovela“, era spuntata un’indiscrezione secondo la quale la nota catena di negozi a stelle e strisce avrebbe venduto iPhone 3G e, per dare risalto all’avvenimento, avrebbe avuto addirittura a disposizione un iPhone 3G da 4GB a 99 Dollari. Qualche giorno fa il rumor si è sgonfiato così come l’attesa delle persone che volevano un iPhone economico (costo dell’abbonamento telefonico a parte). Il documento in questione, però, lascia molti dubbi. Troppi forse.

iPhone 3G, Vodafone e la pubblicità occulta?

Ieri pomeriggio, come si vede dall’immagine riportata qui sopra, ho ricevuto uno “strano sms” da parte di Vodafone: non trovandomi sotto copertura 3G ho evitato di iniziare una interminabile connessione e, sinceramente, mi sono dimenticato della vicenda fino a poco fa. Il messaggio recita così: “È arrivata Babelgum: la No-Pay TV da vedere gratis sul tuo iPhone! Scaricala subito da iTunes! Clicca Gratis …“. Babelgum. Il nome non mi è nuovo ed è pure presente ben due volte la dicitura “gratis” e addirittura il servizio è definito come una “No-Pay TV” (in un mondo in cui tutti desiderano abbonarsi alla Pay TV stona un pochetto); compare pure iTunes. Non sarà mica che Vodafonetira la carretta” ad una App di App Store: dopo il salto il “mistero” svelato.

iPhone 3G “gratis” con iSorpresa di UBI Banca

Sarà il clima natalizio, sarà la crisi economica che mette in cattiva luce le banche, ma quella di UBI Banca è una iniziativa che sinceramente ci ha colpito: scegliendo uno dei depositi a risparmio appositamente studiati per l’iniziativa si tutelano i propri risparmi e si riceve subito un buono per l’esclusivo iPhone 3G 8GB da ritirare presso i punti vendita Vodafone One. Se come il sottoscritto siete “cattivi e malpensanti”, avrete sicuramente già pensato un bel “e dove sta la fregatura”? La fregatura evidentemente non c’è: UBI Banca è un gruppo serio. Questa iSorpresa è solo un bellissimo specchietto per le allodole. Volete sapere perché?

Intego: Apple sbaglia, antivirus anche su Mac

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di una nota pubblicata da Apple nella Knowledge Base che ha suscitato un bel pò di buzz in tutto il Mac Web. Il documento suggeriva agli utenti Mac di installare sul proprio sistema un antivirus, indicando tre soluzioni software commerciali presenti su Apple Store. L’articolo è però scomparso dopo alcune ore. Apple si è giustificata sostenendo che la nota non era adeguatamente aggiornata e avrebbe potuto generare confusione. Ora la Intego, software house attiva nel settore degli antivirus, ha risposto ufficialmente ad Apple sostenendo che da Cupertino hanno sbagliato a rimuovere quel suggerimento: gli antivirus sono necessari anche su Mac.

Apple consiglia di installare un antivirus

Lo so, avrei potuto scrivere che “i cani consigliano di accarezzare di più i gatti”, o che “i fabbri consigliano di dare l’antitarme ai portoncini blindati” e avrei scritto qualcosa di controverso ma decisamente meno sconvolgente. Eppure è proprio così, il titolo non è sbagliato: in una nota pubblicata in sordina il 21 novembre nella Knowledge Base, Apple consiglia agli utenti di installare un Antivirus sul proprio Mac.

Abbiamo controllato. La nota non è stata scritta da Franco Battiato in un rigurgito del suo fantastico periodo nonsense e l’era del cinghiale bianco non è ancora ritornata. Da Cupertino tuttavia si sono spinti nell’universo del surreale solo fino ad un certo punto: l’installazione di un Antivirus è consigliata solamente per “complicare la vita” agli sviluppatori di codice malevolo e non è spacciata per necessaria, dato che semplicemente non lo è.

ApplePC, cloni Mac italiani: un parere legale

ApplePC (ragione sociale Informatica Ingegneria) è un azienda che vende PC assemblati che sarebbero in grado di far girare Mac OS X. Questa mattina abbiamo pubblicato una approfondita inchiesta sulla questione. Per completare il quadro abbiamo chiesto un parere legale (pubblicato di seguito) sulla questione al Dottor Gianluca Craia, consulente legale dello staff di  noze s.r.l. ed esperto di proprietà intellettuale nel mondo ICT:

<<Premetto che un commento preciso sulla base dei pochi elementi di cui è possibile venire a conoscenza rischierebbe di essere frettoloso, poco preciso e forse erroneo.
In linea generale è però possibile dire che commercializzare un proprio prodotto sfruttando marchi e segni distintivi  altrui così da ingenerare  confusione nell’utente finale è atto di concorrenza sleale secondo quanto previsto  dall’art 2598 c.c. n°1.
In più la nostra Suprema Corte ha sanzionato più volte i “comportamenti che determinano la confusione tra prodotti similari o alternativi di imprese diverse con l’effetto di deviare la clientela dalla richiesta di determinati prodotti in competizione con altri sul mercato”.
La tutela è tanto più forte quanto più forte è la penetrazione del marchio nel mercato di riferimento e “la mela”, come sappiamo, non ha bisogno di presentazioni.
La questione dell’EULA (il contratto di licenza per l’utente finalen.d.r.) è di ben diversa portata.>>

Continua dopo il salto.

ApplePc: cloni Mac (legali?) all’italiana – L’inchiesta di TheAppleLounge

Finalmente possiamo rivendicare l’orgoglio del Made In Italy anche nel settore della produzione dei cloni Mac. ApplePc (la ragione sociale è “Informatica Ingegneria“) è una azienda italiana da poco comparsa sulle scene internettiane che si propone di vendere PC compatibili con Mac OS X ad un prezzo che definire competitivo è poco. Per darvi un’idea del marketing aggressivo adottato dalla ApplePC date un occhiata a questa offerta: il MAC Pro PC (modificato ora in MAC.Pro.PC, qui la vecchia pagina), dotato di caratteristiche superiori ad un iMac di fascia media, viene venduto a soli 549€. Il MAC Book PC (aggiornato: pagina rimossa dopo il nostro colloquio telefonico col responsabile di ApplePC. Non sappiamo se il prodotto è ancora disponibile) che ha però caratteristiche decisamente inferiori ai laptop Apple, è praticamente il subnotebook con la mela che tutti vorrebbero. Costa 459€.

Abbiamo deciso di contattare telefonicamente il responsabile di ApplePc, Andrea Papa, perché di primo acchito alcuni aspetti dell’azienda ci convincevano poco. Le risposte che ci ha dato fanno luce, almeno in parte, su alcuni aspetti poco chiari relativi all’azienda e ai prodotti in vendita ma a nostro parere non hanno risolto altri piccoli dubbi sull’operato di ApplePC. Se ne volete sapere di più continuate a leggere.

Un nuovo giovedì nero per AAPL

Il titolo di Apple ha perso ieri 6,72 punti percentuali chiudendo a 80,49$ per azione, praticamente la quotazione di AAPL di quasi due anni fa (Gennaio 2007). Il picco negativo arriva dopo un periodo di forti oscillazioni: dapprima il crollo del titolo a fine settembre dovuto al downgrade del rating da parte di due analisti buontemponi, poi una leggera ripresa stroncata dal falso infarto di Steve Jobs che ha fatto scendere il valore sotto la soglia psicologica dei 100$, di seguito ancora una risalita fino a 110$ registrata a metà ottobre ed ora di nuovo il baratro degli 80,49$. Tutto questo nonostante Apple sia una società sana, con una disponibilità di liquidità invidiata da tutto il settore, e previsioni rosee (nel limite che al termine “roseo” può imporre lo zeitgeist attuale).

Disponibile il LED Cinema Display. Chi lo compra?

Da ieri è disponibile su Apple Store il nuovo LED Cinema Display da 24″ presentato durante l’evento del 14 ottobre scorso insieme ai nuovi MacBook e MacBook Pro. Il Cinema Display  è progettato appositamente per trasformare i nuovi laptop Apple in computer desktop veri e propri. Le complicazioni legate alla necessità di un convertitore di segnale che permetta di utilizzare tali monitor con computer diversi dai MacBook e soprattutto il prezzo importante (849€ non sono pochi)  ne fanno però un prodotto decisamente di nicchia.

Google Voice Search per iPhone. Problemi per i comandi vocali?

Il sistema di riconoscimento vocale di Google per iPhone (Google Voice Search) di cui vi abbiamo parlato solo pochi giorni fa, avrebbe dovuto essere già disponibile per il download nell’App Store di Apple. Siccome così non è stato, tutto il Mac Web internazionale ha passato un Week-End nel disperato bisogno di capire cosa sia successo. Solo problemi tecnici o forse un solo un po’ di ritardo nella revisione, oppure Apple ha bloccato l’applicazione per qualche “arcano motivo”? Dopo il salto, oltre a un video che dimostra le enormi potenzialità di Google Voice Search, troverete una puntuale ricostruzione dell’accaduto e un commento.

iPhone 3G a 99 Euro con Orange. Un commento

Se come dice il classico detto “il buongiorno si vede dal mattino”, cari lettori e amici di TAL,  oggi non sarà proprio una bella giornata. La motivazione è pur sempre rivolta al mondo Apple (di ciò tratta TAL), ma, nonostante questo, è sufficiente per un amaro risveglio. Se volete acquistare un iPhone a un prezzo competitivo, dovete trasferirvi in Francia. Pare infatti, secondo indiscrezioni circolanti da qualche giorno, che Orange abbia in serbo un’interessantissima promozione natalizia riservata a tutti i nuovi e vecchi clienti: un taglio netto del prezzo di iPhone 3G 8GB che sarà venduto a 99 Euro. Anche qui non è tutto oro quello che luccica, ma, per noi che siamo  abituati alla situazione italiana, tutto questo appare come quasi come l’Eden. Forse.

iPhone supera le vendite di Motorola RAZR negli USA

iPhone, non ci stancheremo mai di dirlo, è sicuramente uno dei prodotti più rivoluzionari (per non dire “il prodotto”) degli ultimi anni e grazie alle sue fantastiche caratteristiche e al suo perfetto modello di business è riuscito in poco tempo ad acquisire un nome capace di fare tremare persino il record stabilito dal “cugino” iPod.

E il futuro sembra sempre più roseo: da oltreoceano arriva la notizia del sorpasso americano (in termini di vendite) sulla serie RAZR di Motorola, la più acquistata negli ultimi 3 anni dai consumatori statunitensi.
Questo è un traguardo davvero importante, ma non solo per Apple: per l’intero mercato della telefonia. Stiamo infatti assistendo ad una nuova rivoluzione che, capitanata da Cupertino e poche altre società (tra cui RIM), vede gli acquirenti muoversi verso un sistema di input alternativo e univoco (per molti): la familiare e velocissima tastiera QWERTY!

E le motivazioni sono molto semplici. Dove un tempo il cellulare veniva utilizzato come mero mezzo di comunicazione vocale (o per scaricarsi la suoneria del micio Miao), ora abbiamo internet e interfacce software di livello molto elevato, capaci di rendere semplice anche il più complesso dei compiti.