Se solo iPad avesse una tastiera fisica e uno stilo, parola di Bill Gates

Se solo iPad avesse una tastiera fisica e una stilo, non sarebbe più il rivoluzionario prodotto che Steve Jobs ha recentemente svelato al mondo intero. Bill Gates sa benissimo che la struttura da “iPhone gigante” di iPad potrebbe essere la chiave del suo successo: una stilo e una tastiera QWERTY avrebbero trasformato il tablet di Apple nell’imitazione del peggior clone cinese di netbook con schermo touch.

Microsoft da molto tempo ormai propone Tablet PC ma questi devices non hanno mai riscontrato l’interesse del pubblico, se non di una nicchia di esso. Il papà di Windows, durante un’intervista rilasciata a Brent Schlender of BNET, sostiene che la presentazione di iPad, al contrario di quanto successo con iPhone, non lo ha positivamente impressionato. Cosa cosa? Non era stata proprio Microsoft a sostenere che iPhone avrebbe dovuto essere un device “per pochi” alla stregua dei tablet PC?

iPad e la scala di prezzi Apple

Una delle feature più sorprendenti di iPad è certamente il prezzo. Su questo credo possa concordare anche quello che mi piace chiamare “il popolo dei delusi”. Si parla ancora di prezzo in dollari, ovviamente, e non dubitiamo che ci sarà qualche rincaro insito nel cambio di valuta, ma tutto sommato si può dire con buona approssimazione che non ci aspettavamo un prezzo entry level così basso per iPad.

Ma i prezzi di iPad, oltre a contribuire a sfatare almeno un po’ il mito di una Apple che fa prodotti che costano sempre e comunque troppo, è utile a Cupertino anche per colmare quel gap attualmente esistente fra il costo di iPhone top di gamma e quello di un MacBook White, come mostrato eloquentemente dal grafico in apertura (credits Boy Genius Report).

iPad, delle aspettative e delle delusioni

Prima di presentare iPad sul palco dello Yerba Buena Center, Steve Jobs, con un po’ d’ironia, ha mostrato sul megaschermo una citazione del Wall Street Journal corredata da un’illustrazione di Gustave Dorè:

“L’ultima volta che c’è stata tanta eccitazione per una tavoletta, aveva dei comandamenti scritti sopra.”

E’ questa la frase che riassume con maggior efficacia l’incredibile trepidazione che precedeva il lancio di questo dispositivo. Un tale livello di aspettative e di hype non si vedeva dai tempi del lancio del primo iPhone. Non a caso anche allora, in quel gennaio 2007, i commenti furono simili a quanto si legge oggi. Per un motivo o per l’altro ci fu un’ondata di vera e propria delusione. Ma perché dovrebbe essere “legittimo” parlare di delusione quando Apple, in fondo, non ha promesso nulla a nessuno? Non ci sono stati concept ufficiali che hanno mostrato funzioni poi assenti nella versione definitiva, solo indiscrezioni mai confermate dall’azienda. Il meccanismo è più complicato di quanto possa sembrare.

iPad: carrellata di opinioni dagli esperti

Dopo mesi di rumor e indiscrezioni, finalmente si può evitare di scrivere al condizionale. iPad è realtà e, tra pregi e difetti, arriverà nei negozi fra qualche mese. Probabilmente avete già deciso se comprarlo oppure no. Per gli indecisi e non, proponiamo una carrellata di opinioni lette in giro per il web, in Italia e all’estero.

Mossberg – First Impressions of the New Apple iPad

“Sta tutto nel software, stupidi. Mentre tutti i generi di commentatori si stanno concentrando su quanto il nuovo Apple iPad tablet computer da 499 dollari sembri un iPhone gigante, se sarà o meno il primo tablet multi-funzione a convincere il grande pubblico dipenderà dalla risposta dei clienti a vederlo come un buon rimpiazzo per i laptop negli scenari chiave. E questo, secondo me, dipende fortemente dal software e dai servizi che fluiranno attraverso il suo grazioso piccolo corpo.”

Apple A4: il chip di iPad è la vera rivoluzione

Uno degli aspetti più importanti di iPad, un aspetto del quale si comprenderà l’importanza solamente sul lungo periodo, è l’introduzione di un processore interamente realizzato da Apple, il nuovo A4. Che sia tutta farina del sacco di P.A. Semi (società incorporata da Apple nel 2008) o che sia una versione riveduta e personalizzata di un Cortex-A9 di Arm, questo chip garantirà all’azienda un vantaggio sulla concorrenza che al momento è semplicemente non quantificabile. Ci si può spingere un po’ oltre, fino a dire che è questa la vera rivoluzione di iPad, l’aver finalmente incorporato un “silicon” che, qualsiasi sia la sua genesi, è di Cupertino. E’ un aspetto che molti hanno citato ma che purtroppo è stato letteralmente travolto dalle mille diatribe (francamente sterili, dato che finora nessuno ha provato a leggere libri su questo schermo) sulla leggibilità degli LCD retroilluminati.

iPad userà un nuovo tipo di SIM. Quali implicazioni?

Il nuovo iPad di Apple verrà commercializzato in due versioni, una provvista di sola connettività Wi-Fi e una invece dotata di connessione dati 3G. La differenza fra i due modelli è sostanzialmente determinata dal prezzo (+130$ per le versioni Wi-Fi + 3G) e dalla presenza del GPS, prevista nel solo modello dotato di modem 3G.

Entrambe le versioni di iPad saranno però sbloccate e potranno dunque essere utilizzate ovunque nel mondo. Immagino che quando El Jobso ha annunciato questa caratteristica sul palco durante a presentazione molti Apple Fan abbiano avuto un classico picco di salivazione all’idea di potersi procurare il dispositivo dall’America sfruttando il cambio €/$. Per la versione Wi-Fi sarà molto probabilmente possibile (ma magari il prezzo europeo non renderà conveniente lo sbattimento, vedremo), mentre per la versione 3G sarà comunque necessario aspettare anche l’offerta di un carrier nostrano. Il fulcro della questione sta tutto nella Micro-SIM card che Apple ha scelto di utilizzare.

iPad, ecco cosa manca

Il nuovo iPad non è ancora disponibile e già viene dipinto, probabilmente a ragion veduta, come un grande successo. Gene Munster, analista di Piper Jaffray, pronostica già 4 milioni di dispositivi venduti nel corso del 2010 e 8 milioni nel 2011. In effetti iPad sembra incastrarsi perfettamente in quello “slot” merceologico fra smartphone e laptop finora malamente occupato dai netbook. L’impressione iniziale è che il nuovo iPad farà tutto ciò che si richiede ad un netbook e molto di più e lo farà meglio. Non è un computer rimpicciolito, quanto un nuovo dispositivo con un suo ecosistema che lo rende completo sotto molti punti di vista. Nonostante il giudizio sia generalmente positivo è impossibile non notare che vi sono dei limiti e delle mancanze in questo nuovo nato di casa Apple. Vediamo insieme quali sono quelle più lampanti.

Amazon e la paranoia del Tablet Apple

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A nemmeno una settimana dall’annunciato evento del 27 gennaio, Amazon ha deciso di apportare sostanziali modifiche al proprio sistema di retribuzione degli editori che pubblicano ebook per Kindle e Kindle 2, gli e-reader dell’azienda di Jeff Bezos.
La nuova modalità di compenso, che partirà dal prossimo 30 giugno, prevede che all’editore vada il 70% del prezzo di vendita, mentre Amazon terrà per se il restante 30%.
Si tratta di un sensibile cambiamento: allo stato attuale Amazon si prende il 65% della torta, e lascia agli editori solo il 35%. Potranno usufruire di questa nuova modalità solo gli ebook che risponderanno a determinati requisiti relativi a prezzo e caratteristiche speciali supportate.
Non può essere un caso che questa novità sia stata introdotta alla vigilia della presentazione del fantomatico tablet di Apple. Amazon ha messo insieme qualche indizio, ha fatto i dovuti collegamenti, e ha provato ad attaccare preventivamente.

Un motore di ricerca targato Apple è possibile? [Sondaggio]

Partiamo da un dato di fatto: fra Apple e Google è guerra fredda. Pur volendo essere meno tragici, si può dire con certezza che i rapporti fra Cupertino e Mountain View non sono buoni. Tutto è iniziato con le dimissioni di Eric Schmidt, CEO di Google, dal consiglio di amministrazione di Apple. Google si è messa in testa di fare un suo browser, Chrome, un suo sistema Operativo, Chrome OS, e il suo personale iPhone-killer-che-non-killa, il Nexus One.

Poi ci sono state le schermaglie delle acquisizioni: Google che si è presa AdMob (si pensa strappandola ad Apple) ed Apple che si è presa LaLa (la voleva Google). Poi c’è stata pure Quattro Wireless, diretta concorrente di AdMob inglobata dall’azienda di Cupertino, in previsione di futuri sviluppi nel settore dell’advertising mobile in cui iPhone e iPod touch sono diventati ormai i dispositivi di riferimento.

Le ultime indiscrezioni, provenienti da fonti attendibili come BusinessWeek e CNBC, suggeriscono un avvicinamento fra Apple e Microsoft al fine di portare Bing su Safari Mobile.
L’attacco finale, secondo gli analisti, potrebbe essere a questo punto il lancio, in futuro, di un motore di ricerca targato Apple, che possa diventare un diretto concorrente di Google nel suo settore di appartenenza e permetta a Cupertino di controllare tutto “l’ecosistema”. Ma è davvero uno scenario possibile?

Vive la France! iPhone 4G in arrivo a maggio?

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Pare che oggi sia la giornata dei rumors che parlano francese. Dopo le dichiarazioni del numero due di France Telecom, che ha confermato l’esistenza di un tablet Apple dotato di webcam che verrà distribuito dal carrier Orange, è il turno della pubblicazione economica Challenges, che in un articolo pubblicato sul proprio sito parla di probabile lancio in maggio per l’iPhone 4G. Difficile non pensare che questo rumor possa essere il peggiore del 2010, che per quanto appena iniziato, difficilmente partorirà qualche altra indiscrezione ancor meno probabile.

Il tablet di Apple avrà Flash?

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L’assenza del supporto a Flash di Adobe è forse una delle carenze di iPhone OS fra le più criticate. Le ragioni dietro alla scelta di non implementare questo supporto sono molteplici e possono essere ritenute valide o meno. Per prima cosa Apple non vuole che sull’iPhone siano utilizzabili applicativi web realizzati in Flash. Non è da escludere anche un’altra ragione decisamente condivisibile: la versione per Mac OS X di Flash Player è la peggiore su piazza. Il componente è lento, crasha spesso, è avido di risorse e poco ottimizzato. Perché Apple dovrebbe concedere ad Adobe di trasferire questa pessima esperienza anche su iPhone OS (che condivide con Mac OS X le proprie fondamenta)?

Alla luce di queste spiegazioni, guardando ad un futuro prossimo in cui potremmo avere fra le mani il tanto discusso Apple tablet, sorge spontanea la domanda: iSlate supporterà flash? La risposta, molto probabilmente, è no.

Apple, il WSJ e i rumors diffusi ad arte

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Lunedì scorso un articolo pubblicato sul Wall Street Journal e firmato da Yukari Iwatani Kane e Geoffrey Fowler confermava l’esistenza del tablet di Apple e l’imminente lancio del dispositivo durante un evento previsto per il 27 gennaio. Secondo John Martellaro, ex Senior Marketing Manager di Apple, quell’articolo aveva tutta l’aria di una “imbeccata” da parte della divisione marketing di Apple, una sorta di “fuga di notizie controllata”. Quella di lasciar sfuggire qualche indicazione più o meno precisa a giornalisti fidati è una pratica rodata alla Apple anche se viene utilizzata con parsimonia e solo per ottenere dei precisi risultati.

14 buoni propositi per iPhone nel 2010

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Il 2009 è stato un anno straordinario per iPhone. Nonostante la crisi internazionale le vendite del melafonino non hanno subito flessioni. iPhone 3GS ha dato una bella spinta nella conquista di una quota sempre più ampia nel settore smartphone mentre l’App Store si è affermato come nuovo mercato capace di generare un giro d’affari che supera ogni aspettativa. Eppure, per quanto quella di iPhone sia una storia di incredibile successo, chi lo usa quotidianamente sa bene che il melafonino è tutt’altro che perfetto e che Apple ha ancora ampi margini per lavorare al perfezionamento del suo gioiello.

Dopo la pubblicazione dell’articolo di Michele su iPhone OS 3.2, che i lettori hanno commentato con spunti molto interessanti, in redazione ci siamo interrogati su quali potrebbero essere le migliorie software che Apple dovrebbe mettere in cantiere per il prossimo major upgrade del sistema operativo di iPhone e quali le migliorie hardware da implementare su una futura versione 4G del melafonino. Dopo il salto un elenco delle nostre proposte, mescolate senza un ordine preciso. Non mancate di aggiungere il vostro parere nei commenti.

Gizmodo: Apple ha una sua Gestapo

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Jesus Diaz di Gizmodo, in un articolo che non ha mancato di suscitare commenti di riprovazione, ha paragonato l’azienda di Cupertino al Terzo Reich descrivendo come “Gestapo di Apple” una divisione interna alla compagnia il cui compito è quello di individuare e prevenire le fughe di informazioni riservate. L’articolo di Diaz descrive l’operato del cosiddetto Worldwide Loyalty Team sulla base di informazioni riservate fornite da un ex dipendente Apple.
Il team si occupa ispezionare a campione vari dipartimenti dell’azienda e di prevenire le fughe di notizie individuando possibili talpe fra i dipendenti. La descrizione di quelle che Diaz definisce “perquisizioni” è effettivamente un po’ inquietante ma, se veritiera, testimonia qualcosa di cui siamo già ampiamente al corrente: il culto della segretezza che vige all’interno di Apple.

App Store come “game changer” anche per il New York Times

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App Store, ovviamente in collaborazione con iPhone e iPod touch, ha cambiato il modo di videogiocare di milioni di persone. Chi cercava una console portatile, ha trovato una valida alternativa mentre chi nemmeno immaginava di potersi divertire con il proprio telefono cellulare, ora è ora tornato bambino. App Store come “game changer” è il soggetto di un interessante articolo del New York Times.

Nulla di nuovo per i vertici di Cupertino che già all’iPod event dello scorso settembre indicavano iPod touch come l’unica vera console portatile e nulla di nuovo per tutti voi che quotidianamente seguite le “iPhoniche vicende” qui su TAL. Perché dunque vi segnalo un articolo del NYT? Semplice: definire App Store come “game changer” è sfruttato come un pretesto da “quelli di Cupertino” per tornare a parlare del metodo di approvazione delle applicazioni attraverso le colonne di uno dei media più seguiti al mondo.

iPhone è “vecchio” nell’era degli aggiornamenti in tempo reale

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Più passa il tempo e più mi convinco che Apple sia riuscita a dare un forte scossone al mondo della telefonia mobile proprio grazie ad iPhone: un telefono che, essendo totalmente fuori dalle logiche dei più importanti produttori, è riuscito a colmare il desiderio di novità di ogni appassionato.

Sono ormai passati più di due anni dal suo lancio e, sebbene qualche modifica di design oltre ad altre concettuali, iPhone è rimasto molto simile al suo concetto originario. I big della telefonia mobile, nell’evoluzione necessaria per combattere ad armi pari col melafonino, hanno fatto un passo in più: gli aggiornamenti in tempo reale che iPhone, tramite il sistema “push” ancora da perfezionare, stenta a fornire.

Siamo sicuri che il “concetto iPhone”, così come lo conosciamo, non necessiti di un deciso cambio di rotta? Voi cosa ne pensate?

BlackBerry App World riaccende la sfida con App Store

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Gli application store sono ormai parte integrante per la strategia commerciale dei diversi produttori di telefoni cellulari dopo il successo mediatico e di vendite ottenuto da Apple con il suo App Store. Non è dunque un caso che RIM abbia puntato i riflettori su nuove ed importanti innovazioni per le future applicazioni del BlackBerry App World durante l’incontro “EMEA Alliance Summit”  che si è concluso oggi dopo 3 giorni di lavori.

Tanta innovazione per gli sviluppatori che ora avranno a disposizione nuovi tool per creare applicazioni così come sono grandi le aspettative generate da App World, l’application store che potrebbe davvero essere in grado di intimorire Apple anche solo per l’elevato numero di smartphone BlackBerry venduti negli USA.

Durante un incontro con Mike Kirkup, Director e responsabile delle relazioni con gli sviluppatori per RIM, abbiamo avuto modo di mettere in luce alcune interessanti differenze tra i due negozi virtuali di applicazioni.

BlackBerry Curve batte iPhone nelle vendite in USA

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iPhone è certamente uno tra gli smartphone più desiderati e più acquistati sia nel mondo che negli Stati Uniti, il mercato di riferimento per Apple. Negli USA, però, i risultati commerciali del terzo quarto del 2009 rivelano una brutta sorpresa per Apple: iPhone non è più lo smartphone più venduto sul suolo americano. È la serie Curve di BlackBerry ad aver “detronizzato il re iPhone”.

Molte sono le possibili motivazioni di questo sorpasso e a breve ne affronteremo alcune. Sicuramente il secondo posto non è un cattivo risultato ma a Cupertino non saranno sicuramente contenti: Apple ha bisogno di trovare nuove strade per promuovere il proprio device. Va bene avere 100000 applicazioni, va bene che iPhone è un prodotto rivoluzionario e vanno benissimo le strategie commerciali che lo hanno portato nell’olimpo della telefonia mobile: potrebbe essere utile aprire il mercato USA a più operatori e aggiungere anche un pizzico di “normalissimo  marketing” con qualche offerta speciale.

Applicazioni rifiutate da App Store: sale la protesta

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Il processo di approvazione delle applicazioni per uno sviluppatore credo che possa genericamente inteso come una sorta di “compito in classe delle scuole superiori”: si prepara il lavoro (anche se in questo caso anche a casa), lo si consegna e si attende ansiosi di conoscerne l’esito. Nel caso di App Store, il developer non si aspetta ovviamente di ricever un “10” ma piuttosto attende la comunicazione riguardante l’approvazione della propria App.

Un meccanismo che credo possa innescare un po’ di ansia (soprattutto per i piccoli developers che investono tempo e denaro nella programmazione di applicazioni per iPhone e iPod touch) che, unto alla “poca trasparenza di Apple”, crea malumori quando l’applicazione viene scartata. Ora è online un sito in cui tutti gli sviluppatori possono offrire informazioni sulle proprie applicazioni rifiutate. Apple è sempre di più nel centro del mirino.

Vodafone limita il traffico internet e VoIP: AGCOM indaga?

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Se da ormai più di 2 anni tutti i possessori di iPhone sono costretti a subire le bizzarrie di Apple e A&T (il colosso delle telecomunicazioni che negli States ha l’esclusiva per iPhone) per ciò che riguarda la possibilità di effettuare chiamate VoIP su rete 3G, ora anche in Italia sono arrivate le prime avvisaglie di “limitazioni al traffico internet mobile”.

Apprendiamo da setteB.it che, a difesa del consumatore italiano, arriva l’AGCOM che attraverso un comunicato stampa avvisa di prendersi ben 120 giorni di tempo per “approfondire i profili tecnici, economici e giuridici legati alla fornitura di tali prestazioni e valutare se le strategie messe in atto da alcuni operatori mobili – di limitazione dei servizi in esame – siano compatibili con il quadro regolamentare vigente“. Vediamo a quali limitazioni si fa riferimento.

App Store: il processo di approvazione perde il lato umano

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Sul processo di approvazione delle applicazioni in App Store, qui su TAL abbiamo speso barattoli e barattoli di inchiostro virtuale: tanta ammirazione per l’esimio lavoro portato avanti da Apple con il suo innovativo, e pluri-copiato, negozio virtuale di applicazioni e anche tante critiche sulla gestione dell’approvazione dei contenuti che in asso appaiono. Esclusioni ingiustificate (la famosa “censura made in Cupertino”) e talvolta qualche favoritismo di troppo verso i “big” dello sviluppo.

Tutto questo, però, potrebbe essere un vago ricordo dato che da pochissimo tempo Apple ha introdotto un metodo semi-automatico di approvazione delle App. Un meccanismo in grado di capire automaticamente se il codice dell’applicazione sottoposta ad approvazione rispetta le regole della “iPhone SDK” per poi permettere all’occhio umano di controllarne solo la “non oscenità” dei contenuti.

App Store è il negozio preferito dai grandi sviluppatori?

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L’agenzia di stampa Reuters rivela che uno dei maggiori produttori al mondo di giochi per dispositivi “mobile”, ovvero Gameloft, ha tutta l’intenzione di tagliare gli investimenti per la piattaforma Android a causa della debolezza del suo application store, ovvero Android Market.

Una presa di posizione molto forte quella di Gameloft perché è il primo grande “brand” ad annunciare ufficialmente “la ritirata” da Android Market. Sempre in questo periodo, infatti, anche altri grandi sviluppatori stanno abbandonando la piattaforma di Google per via dello scarso rendimento della stessa. Non si può dire invece che App Store non sia remunerativo per “i big dello sviluppo”: per fare un esempio, oltre il 13% delle revenues di Gameloft sono state generate dai giochi per iPhone e iPod touch.

Chrome OS: anche Google ha il suo sistema operativo

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Abbiamo ora un’idea di quelli che saranno i sistemi operativi del futuro, o meglio, la “Google-versione“: ieri infatti è stato presentato nel quartier generale di Mountain View l’innovativo Chrome OS. Eh, si: dopo aver creato “IL” motore di ricerca, “LA” casella di posta (GMail è tra le più utilizzate ormai), ora Google vuole entrare definitivamente nella nostra vita noi attraverso un sistema operativo molto particolare e open source.

Chrome OS porta con sé una nuova idea di sistema operativo perché, alla stregua di Google Docs, anche questo nuovo prodotto vuole essere fruibile online. Tecnicamente è definito “a cloud-based operating system“, ovvero un sistema operativo che per funzionare necessita di una connessione internet così da interfacciarsi al server della grande G. Siccome le “web app” sono ormai la norma, perché non fare anche un “web OS”?

Risultato: tutto più veloce, immediato e moderno. Magari un pizzico troppo futuristico?