Apple in Cina: il parere del CEO di Lenovo

Apple si sta lasciando sfuggire l’opportunità cinese, e meno male. Si può riassumere così il pensiero di Liu Chuanzhi, CEO del produttore cinese di computer Lenovo, sulla strategia commerciale di Apple in Cina. Nonostante i dirigenti di Cupertino abbiano di recente affermato la volontà lanciarsi alla conquista del mercato della Repubblica Popolare, secondo il top manager gli sforzi compiuti finora sono minimi e non avrebbero ancora fruttato.

“Siamo fortunati che Steve Jobs abbia un carattere così scontroso e non gliene importi nulla della Cina” ha dichiarato Chuanzi al Financial Times. “Se Apple dedicasse ai consumatori cinesi lo stesso nostro impegno saremmo nei guai”.

Acquisizioni Apple, novità in arrivo nel settore televisivo?

Al momento siamo solo al livello di rumor, ma nella notte di lunedì scorso, Dan Frommer di Silicon Alley Insider, che moderava un evento al quale hanno partecipato numerosi CEO a Manhattan, ha riportato che il periodo delle acquisizioni per Apple non è ancora concluso.

Apple, che come noto ha una liquidità stimata nell’ordine di quaranta miliardi di dollari (mi gira la testa solo a pensare con quanti zeri si scriva un numero del genere), ha recentemente acquisito, a gennaio, Quattro Wireless, che poi è stata trasformata nel servizio iAd che dovrebbe essere lanciato nella giornata di oggi; precedentemente era stata la volta di Lala, un servizio di streaming musicale, costato 85 milioni di dollari, che si pensa debba portare ad una versione di iTunes on the cloud.

Ad Aprile era stata la volta di Siri, che aveva sviluppato un interessate applicazione a comandi vocali per iPhone. Ed ora?

AdMob: Apple ci vuole fuori da iOS 4

Con la Golden Master di iOS 4 sono giunti nelle mani dei developers anche nuovi e corposi Terms of Service. Sebbene per la maggior parte degli sviluppatori con il nuovo contratto non cambi quasi nulla (almeno non direttamente), c’è un nuovo paragrafo che ha fatto infuriare AdMob, provider di pubblicità mobile acquisito da Google nel 2009 e già presente su iPhone OS da tempo.

Il punto 3.3.9 dei nuovi ToS di iOS 4 è il pomo della discordia. Secondo quanto si legge in questo passaggio la raccolta di dati di profilazione degli utenti potrà essere utilizzata solamente dietro consenso esplicito, dovrà essere limitata al solo uso per fini pubblicitari, si potrà raccogliere solamente un set di informazioni decise da Apple e la collezione sarà concessa unicamente ad aziende indipendenti (cioè non affiliate con produttori o distributori di dispositivi mobili) e operative solo nel settore del mobile advertising. Quest’ultima specifica racchiude il nocciolo della questione, perché se applicata, potrebbe bannare del tutto AdMob da iOS 4.

Apple spende solo 1,5 milioni all’anno per le lobby

1,5 milioni di dollari, l’equivalente di qualche spicciolo ritrovato nella tasca dei pantaloni: ecco quanto spende Apple ogni anno per foraggiare i gruppi di pressione, le lobby che spingono sui governanti statali e federali statunitensi per approvare leggi favorevoli alle aziende che le pagano.

Una pratica regolamentata e trasparente, con dati pubblici a disposizione di chi li richiede. Se avete visto il film “Thank you for smoking”, filtratelo da alcune iperboli narrative e avrete sicuramente una mezza idea anche di come le lobby funzionino.

Ma 1,5 milioni di dollari sono tanti o pochi se spesi per questo tipo di attività? Beh, decisamente pochi. Silicon Alley Insider, in uno dei suoi “grafici del giorno”, ha messo a confronto la spesa in lobbying di Apple con quella di altri giganti dell’Information Technology (dati riferiti al 2009). La spesa di Cupertino è una bazzecola se confrontata alla spesa di altre aziende del settore, soprattutto in rapporto al fatturato.

Wintek, 44 operai vogliono sporgere denuncia contro l’azienda

Non si placa la bufera attorno alla Wintek, azienda taiwanese che realizza display LCD e touch panel per Apple e altri grandi nomi dell’elettronica di consumo. Secondo quanto riportato da Barron’s su segnalazione di Strafor.com, 44 operai impiegati nello stabilimento Wintek di Suzhou, in Cina, hanno intenzione di denunciare il proprio datore di lavoro in relazione ai già noti casi di avvelenamento da esano. L’azienda ha confermato a febbraio che 62 dipendenti erano finiti in ospedale, alcuni dei quali con gravi danni neurologici, perché intossicati dal componente chimico, utilizzato per pulire gli schermi dei display.

L’azienda era stata costretta ad ammettere le proprie colpe per placare uno sciopero che ad inizio anno aveva bloccato la produzione proprio nello stabilimento di Suzhou. La protesta, in quel caso, era poi rientrata anche a seguito del riconoscimento di un incentivo economico che per il 2010 non era ancora stato corrisposto ai lavoratori.

Softview fa causa ad Apple per Safari Mobile

Softview, una startup di Washington che sviluppa browser per palmari, ha denunciato Apple presso una corte federale del Delaware per violazione di un brevetto relativo alla visualizzazione dei contenuti Web su dispositivi mobili.
In buona sostanza l’azienda sostiene che Safari Mobile, il browser implementato da Apple su iPhone OS , viola il brevetto numero 7461353, registrato nel 2005 a nome di tali Gary Rohrabaugh e Scott Sherman e intitolato, come prevedibile, all’insegna della vaghezza: “Visualizzazione scalabile di contenuto Internet su dispositivi mobili”.

Apple acquisisce Siri

Mentre altrove si consumano altre acquisizioni di ben altra grandezza (HP si è comprata Palm per 1.2 miliardi) in quel di Cupertino, hanno staccato un assegno – decisamente meno corposo – per inglobare Siri, la startup che sviluppa Siri Assistant, una sorta di assistente personale vocale sotto forma di applicazione per iPhone.

Siri Assistant fornisce indicazioni di ogni genere, dai ristoranti più vicini ai servizi di pubblica utilità e riconosce l’input vocale grazie alla tecnologia sviluppata da Nuance Communications. Grazie all’integrazione con un ampio numero di API (FlightStats, GoogleMaps, TaxiMagic, Yahoo Local, OpenTable e molte altre) il software consente non solamente di reperire informazioni ma anche di prenotare una cena, chiamare un taxi o acquistare biglietti per un concerto (sempre che vi troviate negli States).

WSJ: il CdA Apple meno indipendente senza York

Con la morte di Jerome York, membro anziano del Board of Directors di Apple, il consiglio è meno indipendente dalla visione e dalle direttive della divisione operativa di Apple, Steve Jobs in testa. E’ la tesi del Wall Street Journal, che in un articolo firmato, guarda caso, da Yukari Iwatari Kane, riporta alcune vecchie dichiarazioni scottanti di York mai rivelate prima.

Sebbene facesse parte del Consiglio di Amministrazione di Apple da una dozzina d’anni, York era considerato come il membro più indipendente dall’influsso di Steve Jobs. Il compito di un Board of Directors è quello di tutelare gli investitori, anche al costo di scontrarsi con il CEO o altre figure importanti quando le loro decisioni non possono essere condivise.

York, da buon veterano della grande industria, lo sapeva bene ed è per questo che quando un anno fa venne a conoscenza delle gravissime condizioni di salute di Jobs e della contingente volontà di non renderle pubbliche fu vicinissimo a dare le dimissioni. “Mr York” scrive il WSJ “si definì disgustato per l’omissione e aggiunse che al tempo non si dimise perché voleva evitare di sollevare l’inevitabile polverone che avrebbe seguito la rivelazione delle motivazioni del suo abbandono”.

Apple vicina all’acquisizione del provider VoIP iCall?

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La prossima azienda nel mirino di Apple sarebbe iCall, secondo una fonte riportata da Silicon Alley Insider. Dopo i rumors sul presunto rinnovamento di iTunes e del suo modello di vendite e l’acquisizione di Lala, Apple sarebbe pronta ad investire nel mondo della comunicazione VoIP (acronimo di Voice Over IP). iCall è un provider di telefonia VoIP che fornisce già un client per i suoi servizi su Windows e su iPhone. Le due aziende sembrerebbero in contatto per definire un accordo che potrebbe concludersi per una cifra che si aggira intorno ai 50-60 milioni di dollari.

Apple ha grandi disponibilità di denaro. E si vede. Questo è un grande periodo per l’azienda di Cupertino che non ha risentito affatto della crisi internazionale. Anzi, mentre le grandi aziende continuano a chiudere stabilimenti e licenziare personale, Steve Jobs e soci mettono a frutto piccole porzioni dell’ingente capitale di liquidità accumulato da Apple negli ultimi anni acquisendo “piccole” compagnie emergenti. Non solo successi però, da questo punto di vista per Apple, visto che di mezzo si mette Google che fa lo “sgambetto”, come nel caso dell’accordo sfumato all’ultimo con Admob.

Apple accusata di condizionare il mercato delle memorie flash

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Il Korea Times riporta le accuse di un dirigente di un’azienda coreana produttrice di memorie NAND flash (che ha preferito rimanere anonimo) rivolte alle ambigue strategie di mercato di Apple. Secondo la fonte Apple sfrutterebbe la sua posizione dominante sul mercato, grazie all’utilizzo estensivo di memorie flash per iPhone e iPod, per pilotare in modo scorretto e non regolare il prezzo di tali supporti di memoria a proprio vantaggio. Il sunto dell’accusa è che Apple contribuirebbe al drastico abbassamento dei prezzi delle memorie flash ordinando ai produttori di realizzare più unità di quante in realtà poi ne acquisterà da essi.

In pratica, la strategia di Cupertino è quella di ordinare consapevolmente e regolarmente a produttori come Hynix e Samsung quantità di memorie flash maggiori di quelle che in realtà vengono acquistate quando l’ordine è pronto. Successivamente, Apple attende fino a che la sovrabbondanza di merce nei magazzini dei produttori li costringe ad abbassare i prezzi per unità ed in seguito acquista solo una parte più ristretta della merce stoccata, lasciando che sopravviva una sorta di sovrapproduzione cronica.

Net Applications, Apple “batte” Microsoft in ottobre 2009

NetApps Ottobre 2009

Secondo Net Applications, nel mese di ottobre 2009 Microsoft non sarebbe riuscita ad arrestare né tanto meno rallentare la diffusione dei prodotti Apple. La casa di Redmond, dopo la non rosea esperienza avuta con Windows Vista, punta ad autorilanciarsi con l’immissione sul mercato di Windows 7.

Apple, ovviamente, non è stata a guardare e, con il lancio di Snow Leopard a fine agosto 2009 ed il lancio dei nuovi iMac e MacBook qualche giorno prima del lancio di Windows 7, ha continuato ad aumentare la propria presenza nella “torta” di Net Applications.

Analizziamo i dati dopo il salto.

Foxconn: una fabbrica da un miliardo per i prodotti Apple

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Secondo quanto riportato da Market Watch, il gruppo Hon Hai, principale azionista di Foxconn, ha annunciato la volontà di realizzare un nuovo complesso industriale in Cina, per la cui costruzione sarà necessario un investimento di un miliardo di dollari, da destinare alla produzione dell’hardware Apple di prossima generazione.
Foxconn è uno dei principali fornitori di Cupertino e dalle fabbriche dell’azienda escono, pronti e assemblati, una buona parte dei prodotti Designed by Apple in California. Il nuovo complesso industriale servirà proprio per allargare la base produttiva nei prossimi anni.

Levinson abbandona il C.d.A. di Google

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Si sfalda un’altra delle liaison dangereuses che univano Google ed Apple. Arthur Levinson, CEO dell’azienda farmaceutica Genentech (ora Roche) e membro del Board of Directors di Apple, si è dimesso ieri dal consiglio di amministrazione di Google con effetto immediato.
Non sono state fornite motivazioni ufficiali per le dimissioni di Levinson anche se non ci vuole molto per comprendere che la decisione possa essere seguita alle pressioni che le agenzie federali preposte alla vigilanza sulla concorrenza stanno esercitando su entrambe le società da ormai qualche mese. Jon Leibovitz, presidente della Federal Trade Commission, ha rilasciato una dichiarazione che avvalora questa tesi.

Michael Tchao, torna in Apple uno dei padri del Newton

Michael Tchao

Image courtesy of dfarber

Dopo quindici anni, Michael Tchao torna in Apple. Lo conferma il celebre quotidiano The New York Times: Tchao, uno dei padri del Newton, il precursore di tutti i PDA (Personal Digital Assistant), è stato riassunto nell’azienda di Cupertino nella giornata di lunedì.

In Apple dal 1986, si era occupato prima dello sviluppo del Mac e poi, tra il 1990 e il 1994, della produzione del Newton.

Autocad sì, ma solo con Parallels e Boot Camp

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Purtroppo a nulla è servita la raccolta di informazioni da parte di Autodesk riguardo la possibilità di sviluppare anche versioni Mac dei suoi prodotti di punta, come AutoCAD.

La risposta al sondaggio proposto è stata grande, erano anche stati creati gruppi su Facebook, ma Autodesk ha deciso che non svilupperà una versione per Mac dei suoi prodotti di progettazione grafica bidimensionale e tridimensionale.

I Mac dominano il mercato dei computer sopra i 1000$


Apple è regina del mercato dei computer di fascia “premium”. Secondo recenti dati diffusi da NPD, nel mese di giugno il Revenue share di Apple sui computer da più di 1000$ è stato del 91%. Significa, come spiega Joe Wilcox di Betanews, che per ogni 10$ spesi in un computer che costa più di un migliaio di dollari Apple ne incassa 9 e spiccioli.
Si tratta di numeri che non passano inosservati e che daranno qualche grattacapo ai tipi di Redmond, che negli ultimi mesi con la campagna pubblicitaria Laptop Hunters hanno cercato di veicolare un concetto commerciale fallato e di cui questi numeri dimostrano la palese inefficacia.

North Carolina: il data center servirà per App Store

Arrivano nuovi dettagli dal North Carolina sul gigantesco data center da 1 miliardo di dollari che Apple ha deciso di costruire nella Catawba County.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Charlotte Observer, il Data Center servirà ad Apple per potenziare la rete di server attualmente utilizzata per il funzionamento di iTunes Store e in particolare dell’App Store. Attualmente per la gestione di questa enorme mole di dati Apple si appoggia ad Akamai.

Nuovi MacBook Pro: domanda senza precedenti?

I nuovi MacBook Pro vanno a ruba. Due modelli in particolar modo, il MacBook Pro 13″ di fascia media e il MacBook Pro 15″ entry level, scarseggiano nei magazzini Apple. Ad accorgersi del picco nella richiesta è il “solito” Gene Munster Piper Jaffray, che ha notato tempi di attesa su Apple Store nell’ordine dei dieci giorni per le due versioni da 1.399€ e 1.599€.

Secondo l’analista non si registrano tempi così lunghi per l’ordine di un MacBook da almeno due anni. Il massimo picco registrato di recente è stato di 4 o 5 giorni. Nonostante il nostro mercato non faccia testo, anche sull’Apple Store online italiano i tempi di attesa sono di 7-10 giorni.

Net Applications: cresce l’uso di Safari a Maggio

Come ogni mese arrivano puntuali da Net Applications le classifiche sulla presenza in internet (vedi nota) di browser e sistemi operativi. A Maggio registrano un incremento delle percentuali diversi prodotti e software Apple. Safari e iPhone raggiungono un nuovo record mentre sale anche Mac OS X, pur senza battere il primato assoluto, registrato a gennaio.

Una nuova server farm Apple in North Carolina

Foto: i rack di MacMiniColo.net

Secondo quanto riportato da AppleInsider, Apple si appresta ad investire la considerevole cifra di 1 miliardo di dollari nella realizzazione di una nuova server farm in North Carolina.
La notizia è stata confermata da una fonte statale rimasta anonima e ha destato particolare attenzione nello stato della Costa Est per il notevole investimento ed anche perché ad Apple è stato concesso un notevole “sconto” fiscale in cambio dell’impegno finanziario.

Le reali acquisizioni aziendali di Apple

Ieri si è diffusa in tutta la blogosfera la notizia di una possibile acquisizione di Twitter da parte di Apple. Il rumor, lanciato in origine da Valley Wag e ripreso da Tech Crunch, si è rivelato piuttosto debole, se non addirittura infondato. Ve ne abbiamo parlato anche noi nell’articolo “Ecco perché Apple non comprerà Twitter“.

Il confronto fra la lista delle Apple-acquisition vociferate e mai avvenute stilata da Technologizer e la lista delle reali acquisizioni effettuate da Apple negli anni scorsi fa capire perché il rumor dell’acquisizione di Twitter da parte di Apple racconta molto sulla reale strategia che Apple mette in atto quando deve procedere all’acquisizione di un’azienda.