Brevetti: Apple contro il Galaxy S3; il giudice blocca il processo con Motorola

Apple vorrebbe bloccare le vendite del Samsung Galaxy SIII negli States, ancora prima della commercializzazione ufficiale, per la presunta violazione di due brevetti:
Nel frattempo il giudice Richard Posner mette in serio dubbio la legittimità dello scontro legale fra Apple e Motorola e rifiuta di portarlo in giudizio a soli due giorni dall’avvio del dibattimento.

Tim Cook alla D10: i valori Apple, la guerra dei brevetti e le novità future

Qualche ora fa il CEO Apple Tim Cook è salito sul palco della D10, la executive conference organizzata in California da All Things Digital, in veste di ospite inaugurale.


Cook ha risposto alle domande, spesso incalzanti, di Walt Mossberg e Kara Swisher e ha toccato un buon numero di argomenti importanti, rivelando alcuni aspetti interessanti del suo lavoro alla Apple, dei progetti futuri dell’azienda e di ciò che le riserva il futuro ora che Steve Jobs non è più al comando.
Alcuni spezzoni dell’intervista sono disponibili nella pagina dei video della D10 su All Things Digital. Di seguito una sintesi dei punti salienti.

Video: uno sguardo alla nuova fabbrica Foxconn di Zengshou

Per anni le linee produttive Foxconn da cui escono i prodotti Apple, iPhone e iPad in primis, sono rimaste off-limits e la possibilità di vederle, anche solo in video, o di mettervi piede non era di certo un privilegio riservato ai giornalisti.
Il recente interessamento del New York Times e le conseguenti polemiche sullo sfruttamento dei lavoratori da parte dell’azienda Taiwanese hanno reso necessaria una decisa apertura ai media, come hanno dimostrato il reportage di ABC Nightline e le foto della visita di Tim Cook.

Ad ulteriore conferma di questa nuova tendenza arriva ora questo servizio video (qui sotto) di iFeng, un sito di news cinese. Il reporter che ha curato il filmato ha visitato il nuovo stabilimento Foxconn di Zengshou con un accompagnatore eccellente: il CEO Terry Gou.

Apple: nella causa sugli ebook il Governo sta col monopolio

In un documento depositato martedì presso la Corte Federale del Distretto Sud di New York, gli avvocati Apple hanno attaccato senza mezzi termini la causa antitrust che il Dipartimento di Giustizia ha intentato contro l’azienda, rea, secondo il Governo, di aver “cospirato” con alcuni editori per favorire l’innalzamento dei prezzi degli ebook sul mercato.

“Le accuse mosse dal Governo nei confronti di Apple”, si legge nel documento, “sono fondamentalmente fallate a fronte dei fatti e di fronte alla legge. Apple non ha ‘cospirato’ con nessuno, non era a conoscenza di alcuna ‘cospirazione’ da parte di altri e non ha mani ‘aggiustato i prezzi'”.

Apple VS Samsung: nulla di fatto all’incontro fra i CEO

Lunedì e martedì i CEO di Apple e Samsung si sono incontrati per discutere di un’eventuale accordo che possa porre fine alle cause per violazione di brevetti che contrappongono le due aziende.
Né Apple né Samsung hanno offerto commenti ufficiali alla stampa statunitense, ma stando a quanto riporta il Korea Times il meeting non ha prodotto alcun risultato tangibile. Un nulla di fatto che non sorprende nessuno, visto che non ci si aspettava affatto che Tim Cook e Choi Gee-Sung potessero risolvere una questione così complessa nell’ambito di un incontro frutto dell’imposizione del giudice.

Apple non vuole la Bio di Jobs come prova al processo contro Samsung

Uno dei passaggi più famosi e controversi della biografia di Steve Jobs di Walter Isaacson è certamente quello in cui il co-fondatore Apple ne dice di cotte e di crude su Android, concludendo che avrebbe “speso fino al suo ultimo respiro, se necessario, e ogni centesimo che Apple ha in banca” per distruggere il sistema operativo mobile di Google, reo di aver copiato spudoratamente iOS.
E’ probabile che sia per questo e per qualche altro elemento contenuto nel libro che i legali di Apple hanno chiesto al giudice Lucy Koh di non ammettere la bio di Jobs come prova nel processo contro Samsung che si terrà a luglio in California.
E’ solo una delle richieste alla Corte avanzate dagli avvocati di Cupertino. E anche quelli di Samsung, naturalmente, hanno le loro.

Apple e le tasse, nuova inchiesta del New York Times

Il New York Times torna a mettere Apple sulla graticola. Al centro di una nuova inchiesta del quotidiano questa volta non ci sono le condizioni dei lavoratori cinesi che producono i gadget Apple, bensì le pratiche che l’azienda mette in atto per riuscire a pagare la minor quantità di tasse possibili.
Nulla di illegale, sia ben chiaro: quelli descritti dal NYT sono metodi perfettamente legali basati sull’uso di sedi distaccate in stati diversi dalla California e all’estero, principalmente. Ma il sistema creato da Apple, dicono i giornalisti, è talmente complesso e “raffinato” che molte altre grandi corporation hanno preso spunto per mettere in piedi soluzioni analoghe.

E’ per questo, del resto, che il NYT ancora una volta prende volutamente Apple ad esempio di una pratica molto diffusa negli ambienti della Corporate America.
L’azienda si è subito difesa facendo notare che la quantità di tasse che paga ogni anno negli States è comunque altissima (e notevoli sono anche pagate dai dipendenti, dirigenti con pacchetti azionari in primis) e che grazie al proprio business di successo ha creato più di 500.000 posti di lavoro, fra dipendenti diretti e indotto.

Apple vuole il processo contro il DOJ mentre Samsung rincara la dose

Nella giornata di ieri si sono accumulate un paio di novità interessanti in due importanti procedimenti legali che vedono coinvolta Apple.
C’è innanzitutto una dichiarazione di uno dei legali Apple in merito alla causa intentata dal Dipartimento di Giustizia sulla questione del “cartello” degli eBooks. Apple, ha fatto sapere l’avvocato in una prima udienza, cerca lo scontro in tribunale perché vuole che si decida nel merito.
Nel frattempo Samsung ha rincarato la dose e ha risposto all’ultima causa federale intentatale da Apple a febbraio con una controdenuncia in California che chiama in causa ben otto brevetti, nel tentativo di difendersi con un altro attacco.

Liquid Metal: un investimento da 20 milioni di dollari per Apple

Alla fine del 2010, Apple è riuscita ad ottenere un accordo con la Liquidmetal Technologies per avere l’esclusiva dell’utilizzo commerciale del Liquid Metal, una lega metallica dalle proprietà uniche che può essere facilmente modellata per avere qualsiasi forma. Anche la clip per l’estrazione delle SIM dagli iPhone è fatta di questo materiale, sviluppato da un team del California Institute of Technology. Se all’esterno può sembrare un normale metallo, i suoi atomi raccontano una storia differente. Non essendo infatti legati ad una struttura cristallina, permettono al materiale di venire modellato come il vetro, o la plastica, pur mantenendo la solidità tipica delle leghe di titanio o alluminio. Nessun documento ufficiale aveva mai confermato l’accordo, e soprattutto i dettagli dell’accordo non erano noti. Fino ad ora.

Chip: entro il 2013 Apple avrà superato Intel

Apple ha già diversi primati quando si tratta di produzione hardware. Principale utilizzatore di memorie flash, Cupertino potrebbe fare il brutto e il cattivo tempo nell’industria delle memorie utilizzate (a milioni) in iPod, iPhone, iPad e ora anche MacBook Air. Proprio i celebri dispositivi portatili di Apple potrebbero permettere alla compagnia di segnare un nuovo record di produzione contro un gigante dell’elettronica: Intel. Una stima di InStat calcola infatti che entro il 2013 la produzione di A4, A5X e A5 permetterà ad Apple di diventare il maggiore produttore di chip per dispositivi portatili.

Apple propone accordi di licenza a Samsung e Motorola?

Apple ha iniziato a proporre accordi extra-giudiziali a Motorola e Samsung per chiudere alcune delle cause in corso in varie parti del mondo.
E’ quanto scrive il Dow Jones Newswire, secondo cui gli avvocati di Cupertino avrebbero chiesto royalties variabili fra i 5 e 15$ per ogni dispositivo Android venduto. In buona sostanza per mettere la parola fine ad un conflitto che dura ormai da anni, Samsung e Motorola potrebbero accettare di pagare una “tassa” su ogni telefono o tablet dotato dell’OS di Google da essi prodotto e venduto.
E’ la soluzione Microsoft: non sembrano ricordarlo in tanti, ma HTC, Samsung e altri piccoli produttori (fra cui Acer) pagano già una royalties di circa 10$ per dispositivo Android all’azienda di Redmond.
La stipula di licenze sulla proprietà intellettuale è forse l’esito più auspicabile per l’attuale, ormai ingestibile, situazione di conflitto costante fra Apple e i suoi concorrenti nel mercato Mobile. Allo stesso tempo è una soluzione in palese contrasto con la volontà di Steve Jobs.

Apple ottiene un’ingiunzione contro Motorola in Germania

Nuovo colpo di scena legale in Germania nella battaglia in corso fra Apple e Motorola.
Ad avere la meglio sull’avversario questa volta è Apple, dopo le recenti vittorie “relative” di Motorola presso il Tribunale Regionale di Mannheim.
Il giudice Peter Gruntz del Tribunale Regionale di Monaco I ha decretato ieri la violazione del brevetto europeo 2059868 da parte di Motorola Mobility e ha imposto di conseguenza l’attivazione di un ingiunzione grazie alla quale Apple potrà costringere l’azienda concorrente a ritirare dal mercato tutti prodotti interessati dalla decisione o forzare un update del software.

Apple VS Motorola in Germania: stop alle ingiunzioni

Apple è riuscita a “mettere al sicuro” le vendite dei dispositivi iOS in Germania, dove la commercializzazione di iPad, iPhone e iPod touch rischiava di essere messa in dubbio da una ingiunzione ottenuta da Motorola a dicembre e contro la quale l’azienda di Cupertino si era già appellata.
Dopo la decisione favorevole a Motorola, emessa dal tribunale regionale di Mannheim, Apple aveva fatto ricorso in appello presso la Alta Corte Regionale, che ora ha deciso di “mettere in stand-by” qualsiasi potenziale richiesta di blocco delle vendite da parte di Motorola almeno fino alla formulazione della sentenza d’appello, per la quale potrebbe essere necessario attendere anche più di un anno.

Il caso in questione non è quello che ha costretto Apple a sospendere le funzionalità di push mail per gli utenti iCloud in Germania, una decisione derivata da un’altra diatriba legale, sempre con Motorola, anche in quel caso dibattuta presso il Tribunale Regionale di Mannheim.

Nuova causa Apple contro Motorola in California

Venerdì scorso Apple ha depositato una nuova causa contro Motorola in California nella quale sostiene che iPhone 4S è protetto dalle licenze sottoscritte dall’azienda con il fornitore di Chip Qualcomm. E’ una causa il cui scopo è quello di fermare le ingiunzioni di Motorola contro il dispositivo in Germania, basate secondo Apple sulla presunta violazione di brevetti e tecnologie che Cupertino ha già ottenuto in licenza da un’altra azienda, Qualcomm appunto, a sua volta licenziataria di Motorola.
L’iPhone 4S era stato l’unico membro della famiglia iPhone a non subire il breve blocco delle vendite in Germania seguito all’ingiunzione emessa dal Tribunale di Mannheim una decina di giorni fa, ma Motorola sta cercando di attaccare anche il più recente modello di telefonino con altri “claims” presso i tribunali tedeschi.

Motorola vuole il 2,25% del fatturato iPhone?

Venerdì scorso, a seguito di un’ingiunzione emessa dal Tribunale Regionale di Mannheim, Apple ha brevemente interrotto la vendita dei dispositivi iOS (escluso l’iPhone 4S) in Germania. Inizialmente si è pensato ad una immediata attivazione del blocco, ma poi nel giro di poche ore tutto è tornato alla normalità con la sospensione dell’ingiunzione grazie al ricorso in appello da parte dei legali Apple.
Nella sua dichiarazione ad All Things Digital una portavoce di Cupertino ha specificato la ragione del ricorso: Apple ha più volte tentato di ottenere in licenza la tecnologia di Motorola, ma l’azienda non ha offerto condizioni giuste e commisurate al valore del brevetto in questione, che per altro copre uno standard del settore.
L’esperto di proprietà intellettuale Florian Mueller ha incrociato vari documenti, ricercato e scartabellato finché non ha scoperto, avvenimento più unico che raro, i termini della richiesta di Motorola ad Apple: il 2,25% del fatturato che l’azienda ha generato con l’iPhone fin dal lancio.

Apple Store Online blocca le vendite di iPad 2 , iPhone 4 e iPhone 3GS in Germania

Vendite bloccate in Germania per iPad 2, iPhone 4 e iPhone 3GS

Vendite bloccate in Germania per iPad 2, iPhone 4 e iPhone 3GS

Aggiornamenti sulla vicenda a fine articolo

Gli effetti dell’ingiunzione ottenuta da Motorola contro Apple in Germania non ha tardato a far sentire i suoi effetti. Il tribunale tedesco quest’oggi aveva infatti emesso la sentenza riguardo alla richiesta depositata da Motora Mobility nell’aprile dello scorso anno per quanto riguarda delle tecnologie usate in alcuni dispositivi designed by Apple in California.

L’ingiunzione definitiva emessa oggi riguardava nella fattispecie gli iPad 3G+WiFi, gli iPad 2 3G+WiFi, gli iPhone 4 e gli iPhone 3GS. Ovviamente Apple ha diritto di appello alla decisione del tribunale tedesco. Per l’esecuzione immediata dell’ingiunzione il giudice ha stabilito un deposito di 100 milioni di Euro in bond (Apple aveva chiesto 2 miliardi di Euro) a titolo di cauzione per Apple in caso quest’ultima vinca il ricorso. Probabilmente la “cauzione” è stata pagata oppure Apple ha deciso di agire preventivamente perché in Germania è già cambiato qualcosa.

Motorola ottiene un’altra ingiunzione contro Apple in Germania

Altra vittoria di Motorola contro Apple in Germania. Questa mattina, su richiesta di Motorola Mobility, il Tribunale Regionale di Mannheim ha emesso un’ingiunzione permanente su iCloud e su tutti i prodotti che possono utilizzare il servizio. Non si tratta di un’ingiunzione preliminare, ma di un’ingiunzione definitiva che arriva dopo un processo completo, scaturito dalla causa che Motorola ha depositato contro Apple nell’aprile del 2011.
L’ingiunzione riguarda il soggetto Apple Sales International e nonostante sia stata sul suolo dell’Unione Europea riguarda solo la Germania.
E’ molto probabile che Apple ricorra in appello contro la decisione presso l’Alta Corte Regionale di Karlsruhe.

Apple assume Robin Burrowes, responsabile marketing Xbox Live

Robin Burrowes

Robin Burrowes

Apple ha assunto nelle scorse ore Robin Burrowes, ex dipendente Microsoft responsabile del marketing di Xbox Live dal 2005 ad oggi. Negli ultimi sette anni Robin si è occupato di far crescere la piattaforma Xbox Live e di consolidare il marchio agli occhi dei giocatori.

Per Apple Robin si occuperà del marketing di App Store all’interno del team europeo di iTunes. La scelta del colosso di Cupertino potrebbe non essere casuale, come riporta il suo curriculum su LinkedIn, Robin ha una grande esperienza nel settore videogiochi, un settore in crescita su App Store.

Apple favorita contro HTC grazie al parere di un giudice sul brevetto ‘263

A fine dicembre la International Trade Commission ha deliberato in favore di Apple nel caso contro HTC, imponendo il blocco delle importazioni degli smartphone della High Tech Computers negli Statesa  partire da metà aprile 2012. Per Apple era una sorta di vittoria di Pirro (come avevamo già spiegato approfonditamente), perchè la corte ha deliberato in favore di Apple decretando la violazione di un brevetto sui cosiddetti “data detectors”, mentre si è espressa a favore di HTC in relazione ad un brevetto ben più cruciale, il ‘263 sulle Realtime API.
Apple si è appellata contro quella decisione, che ha preso per buona la difesa di HTC (definita “gioco di parole formalistico” dagli avvocati di Cupertino). Adesso un giudice della corte d’Appello di Chicago, seppur nell’ambito di una delle cause con Motorola, riapre i giochi con la deposizione di un parere su quel brevetto che sembra dare apertamente ragione alla linea difensiva di Apple nell’appello contro HTC.

Motorola Mobility fa ancora causa ad Apple, Google approva

Motorola Mobility attacca nuovamente Apple e lo fa con una causa per violazione di brevetti depositata ieri presso il tribunale del Distretto del Sud della Florida.
I patent di cui Motorola contesta la violazione sono 6 e riguardano nello specifico l’iPhone 4S e iCloud. Sembra solo un nuovo “banale” tassello che si va ad aggiungere al già complicatissimo puzzle legale che contrappone Apple a vari altri produttori del settore Mobile. In realtà è lo scontro più “diretto” che si sia mai registrato fra Apple e Google, che ha dovuto approvare preventivamente la decisione di Motorola Mobility.

Accordi per non rubarsi dipendenti: al via la class action contro Apple, Google e altre aziende

Nemici quando si tratta di farsi concorrenza sui prodotti e ci sono da stringere accordi commerciali, gentiluomini disposti ad un elegante accordo sulla parola quando c’è da fare comunella per evitare diaspore incrociate di dipendenti allettati da stipendi migliori.
E’ la doppia faccia di alcune grandi aziende della Silicon Valley che emerge in maniera evidente dai documenti di una class action che verrà dibattuta in prima istanza la prossima settimana presso il tribunale di San José.
Nelle carte dell’azione legale, rese pubbliche ieri per la prima volta, ci sono prove ben circostanziate che dimostrano come Apple, Google, Pixar, Adobe, Intel, Intuit e LucasFilm avessero stretto e posto in essere un accordo di non-poaching (termine inglese che nel contesto indica l’azione di soffiare un dipendente ad un concorrente) per un periodo che va almeno dal 2005 al 2009.

HTC ha già pronti nuovi smartphone per evitare il blocco imposto dalla ITC

Un paio di giorni fa la International Trade Commission ha imposto un divieto di importazione (a partire dal 19 aprile 2012) di alcuni dispositivi HTC che violano un brevetto Apple sull’utilizzo dei cosiddetti data detectors. Una vittoria solo parziale per Cupertino, dato che nella denuncia alla ITC i legali dell’azienda lamentavano la violazione di un più ampio ventaglio di patents.
Ora apprendiamo da Bloomberg che nonostante siano passati pochissimi giorni dalla sentenza HTC è già pronta ad immettere sul mercato americano alcuni dispositivi analoghi a quelli messi al bando ma privi delle caratteristiche che nello specifico violavano il brevetto in questione. In questo modo l’azienda riuscirà probabilmente a “farla franca” e a bypassare il blocco delle vendite negli U.S.A.