Stretta di Apple sulle app “troppo semplici”

Dopo la rimozione da App Store di numerose applicazioni dal contenuto esplicitamente erotico, Apple ha avviato una nuova fase delle “pulizie di primavera”. Secondo le testimonianze di molti sviluppatori le applicazioni “troppo banali”, che in buona sostanza riproducono solamente dei contenuti Web senza altro valore aggiunto, non sono più ben accette a Cupertino.

Non è in atto una rimozione di applicazioni già presenti nello Store, ma semplicemente adesso viene rifiutata una buona parte delle cosiddette applicazioni “cookie-cutter”, ovvero quelle apps “fatte con lo stampino” che si limitano a formattare un contenuto RSS e sono realizzate a partire da templates sempre uguali.

Sexy Apps: arriva la sezione “Explicit” su App Store [Updated]

Ieri, nel parlarvi della mega epurazione messa in atto da Apple su un gran numero di applicazioni con contenuti interpretabili come erotici, suggerivamo come possibile soluzione l’apertura di una sezione dedicata di App Store destinata alle sole applicazioni hot.

A giudicare da quanto scrive Craig Grannell su CoM, citando un anonimo sviluppatore, e da quanto ci confermano diverse fonti che hanno dimestichezza con iTunes Connect, Apple potrebbe aver intrapreso proprio questa strada. Fra le possibili Category selezionabili per una applicazione al momento dell’upload con iTunes Connect è comparsa anche la sezione “Explicit”, che finora non esisteva e che tuttora non compare su App Store.

Via le app erotiche da App Store: Phil Schiller spiega perché

Simply Beach, app di costumi da bagno finita vittima della recente stretta puritana su App Store

Nei giorni scorsi un’ondata di puritanesimo si è abbattuta su App Store. Moltissime applicazioni il cui contenuto era anche solo lontanamente interpretabile come erotico sono state rimosse dall’App Store senza particolari spiegazioni.
Phil Schiller, Vice Presidente a capo della divisione Worldwide Product Marketing di Apple, ha spiegato al New York Times le ragioni che hanno portato a falcidiare questi applicativi. La prima e più importante? Le mamme arrabbiate per il turbamento dell’innocenza dei propri figli iPhone-dipendenti.

Pericolo frodi bancarie per le App: evviva la censura di App Store?

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Nei mesi scorsi ci siamo spesso confrontati sul problema della “censura” in App Store: il metodo di approvazione delle applicazioni, macchinoso e talvolta inspiegabile, è uno dei punti inamovibili della politica di Apple. Sia da TAL che da tutto il “Mac Web” si è spesso alzata la richiesta di una revisione al meccanismo denominato “App approval process“: meno controlli garantirebbero, sulla carta, una maggiore libertà di creazione da parte dei vari developers.

Davanti ad una notizia odierna, però, sembra cadere il castello di accuse costruito nei confronti di Apple: c’è un serio pericolo di frodi bancarie per alcune applicazioni. Per ora il problema è limitato ai devices con sistema operativo Android e l’augurio è quello che siano stati proprio i “maniacali controlli” da parte di Apple ad evitare il dilagare di applicazioni simili anche in App Store.

App Store raggiunge quota 3 miliardi di download

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App Store, l’application store per iPhone e iPod touch, ha raggiunto un nuovi incredibile traguardo: sono infatti ben 3 miliardi i download di App dalla sua apertura avvenuta nel luglio 2008. A dare la notizia è un orgoglioso Steve Jobs: “è qualcosa di mai visto prima” ha dichiarato il CEO di Apple riferendosi all’impressionante numero di download che App Store è stato capace di generare.

Il negozio virtuale di applicazioni per iPhone e iPod touch è ormai un fenomeno planetario perché sono ben 77 i paesi in cui è possibile usufruire dei contenuti digitali di App Store. Con più di 100mila titoli disponibili, App Store saprà far parlare di sé ancora per molto tempo: la concorrenza, nonostante i continui progressi, è ancora lontana. Troppo lontana.

App Store Expense Monitor: quanto hai speso in applicazioni?

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Chiunque scarichi con costanza applicazioni dall’App Store sa che non è facile tenere traccia della spesa complessiva nel tempo. La frammentazione delle fatture che Apple invia a mezzo mail non aiuta ad avere un quadro completo dei soldi sperperati in giochi, utility, annessi e connessi. Ed è bene così, perché in questo modo si evita almeno in parte il senso di colpa che può derivare dal dilapidare una fortuna in applicazioni.
App Store Expense Monitor è un software diabolico, perché scardina, con la sua semplicità, questo meccanismo perfetto. Il programma (gratuito) vi permette di scoprire nel giro di pochi secondi a quanto ammonta il costo totale delle applicazioni associate all’account iTunes presente sul vostro computer.

Sconti App Store per Natale di EA Mobile

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Il Natale 2009 sarà ricordato da tutti i possessori di iPhone e iPod touch come quello in cui i protagonisti principali sono stati i saldi in App Store. Sia i piccoli developers che i grandi nomi dello sviluppo si stanno dando battaglia a suon di offerte speciali: imperdibile è la promozione di EA Mobile. Il colosso dei videogiochi, infatti, ha scontato ben 22 dei suoi giochi presenti in App Store: l’entità dello sconto è variabile e sono presenti anche alcuni “titoloni” come il nuovissimo Need For Speed Shift e NBA Live.

Ecco la lista completa dei giochi in saldo di EA Mobile:

App Store, un successo oltre le aspettative

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Quello che ora viene definito il “modello App Store” da addetti ai lavori, giornalisti e blogger per Apple è stato innanzitutto una grande scommessa: una piattaforma globale in cui poter acquistare applicazioni avrebbe potuto essere un flop di dimensioni colossali. Avrebbe potuto anche essere un’idea positiva e nulla più: App Store, invece, viene preso addirittura come modello dai vari application store dei diversi produttori (Nokia, BlackBerry, Samsung e così via).

Un successo globale che il Financial Times definisce addirittura come “inaspettato“: l’importante traguardo dei 2 miliardi di App scaricate ad ottobre non era nelle previsioni dell’azienda di Cupertino. Da parte integrante di iTunes, App Store ha saputo guadagnarsi a suon di download una indipendenza: non serve più ad Apple mettere le varie classifiche Top nella homepage di iTunes perché l’utente ormai conosce benissimo la strada del “negozio virtuale di applicazioni più grande del mondo“.

Tapulous, ovvero come guadagnare 1 milione di dollari al mese con App Store

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Siccome è Natale si tende a dare spazio alle favole, alle belle storie che possono diventare realtà. Quando invece la storia è vera, come quella di Tapulous, si resta quasi increduli perché sembra impossibile che i sogni, talvolta, possano diventare realtà.La notizia arriva da Reuters, fonte decisamente attendibile: Tapulous ha venduto più di 20 milioni di copie dei suoi giochi in App Store.

Una cifra importante che proietta la piccola software house (20 dipendenti in totale) nell’olimpo dei developers di App Store. Circa 1 possessore di iPhone/iPod touch su 3 ha una App sviluppata da Tapulous installato nel proprio device: un successo commerciale inaspettato soprattutto per chi, come Tapulous, è partito dalle nebbie di Installer ancor prima che App Store divenisse realtà.

La TV svedese chiede aiuto a Steve Jobs per farsi approvare l’App

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Le critiche al processo di approvazione delle applicazioni in App Store sono ormai all’ordine del giorno e se esse provengono pure dalla Svezia, popolo che il luogo comune vede come gente “fredda e pacata”, può significare che qualcosa debba essere rivisto. L’iniziativa svedese interessa l’applicazione “SVT Play” che è in attesa di essere approvata: tale App permetterà alla TV pubblica di trasmettere in streaming la propria programmazione a tutti gli iPhone e iPod touch.

La cosa che non ti aspetti, però, è che non ci troviamo davanti ad una applicazione in stand-by da settimane: “SVT Play” è stata appena inviata ad Apple e gli sviluppatori, in sostanza, si rivolgono a Steve Jobs per saltare la fila. D’accordo con chi ritiene che il processo di approvazione delle applicazioni sia decisamente lungo e snervante ma ciò non giustifica il fatto di voler “fare i furbetti”.

App Store e il lato umano della censura computerizzata

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Il chiacchierato metodo di approvazione della applicazioni in App Store, contestato sia dei developers stessi che dall’utenza, ha recentemente avuto un “upgrade”: non solo è presente il controllo umano ma da qualche settimana le applicazioni vengono verificate anche da un apposito software in grado di percepire eventuali infrazioni presenti nel codice.

Un dato oggettivo, infatti, è utile ad Apple per giustificare la censura in App Store che tutti abbiamo imparato a conoscere: una motivazione inequivocabile, infatti, non permette recriminazioni. Fa sorridere in merito una recente notizia che vede Apple avvisare un developer di “non includere, nella prossima versione dell’applicazione, quelle API private che la iPhone SDK non permette“: un episodio non usuale nei tempi passati che fa quasi immaginare che la censura computerizzata abbia un “lato umano”.

App Store si è rifatto il trucco

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Negli ultimi giorni avete notato un rallentamento della velocità di download quando provavate a scaricare materiale da App Store? Oppure avete riscontrato strani errori che impedivano il download?

Nella nottata è arrivata, indirettamente, la spiegazione ai disagi dei giorni scorsi. Il tanto chiacchierato App Store, come una bella ragazza, si era assentato un attimo per rifarsi il trucco. Eccolo qui ora, pronto ad offrirci le migliaia di applicazioni presenti, con una grafica e una fruibilità del tutto riviste.

App Store come “game changer” anche per il New York Times

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App Store, ovviamente in collaborazione con iPhone e iPod touch, ha cambiato il modo di videogiocare di milioni di persone. Chi cercava una console portatile, ha trovato una valida alternativa mentre chi nemmeno immaginava di potersi divertire con il proprio telefono cellulare, ora è ora tornato bambino. App Store come “game changer” è il soggetto di un interessante articolo del New York Times.

Nulla di nuovo per i vertici di Cupertino che già all’iPod event dello scorso settembre indicavano iPod touch come l’unica vera console portatile e nulla di nuovo per tutti voi che quotidianamente seguite le “iPhoniche vicende” qui su TAL. Perché dunque vi segnalo un articolo del NYT? Semplice: definire App Store come “game changer” è sfruttato come un pretesto da “quelli di Cupertino” per tornare a parlare del metodo di approvazione delle applicazioni attraverso le colonne di uno dei media più seguiti al mondo.

Il 2010 di Apple: tablet e trecentomila Apps

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Dal New York Times arriva in anteprima una notizia che farà sicuramente piacere agli headquarters di Cupertino; per Apple, infatti, il 2010 dovrebbe essere un anno davvero prosperoso, almeno a giudicare dal numero di Apps che saranno presenti in App Store entro la fine dell’anno prossimo.

In un’intervista al giornale della Grande Mela Frank Gens, capo analista di IDC (azienda leader nel settore delle ricerche di mercato e di consulenze in ambito IT), ha annunciato il risultato dell’ultima previsione per il 2010: Apple lancerà il tanto atteso tablet e App Store sarà composto da almeno 300,000 applicazioni (attualmente ammontano a circa 100,000);

BlackBerry App World riaccende la sfida con App Store

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Gli application store sono ormai parte integrante per la strategia commerciale dei diversi produttori di telefoni cellulari dopo il successo mediatico e di vendite ottenuto da Apple con il suo App Store. Non è dunque un caso che RIM abbia puntato i riflettori su nuove ed importanti innovazioni per le future applicazioni del BlackBerry App World durante l’incontro “EMEA Alliance Summit”  che si è concluso oggi dopo 3 giorni di lavori.

Tanta innovazione per gli sviluppatori che ora avranno a disposizione nuovi tool per creare applicazioni così come sono grandi le aspettative generate da App World, l’application store che potrebbe davvero essere in grado di intimorire Apple anche solo per l’elevato numero di smartphone BlackBerry venduti negli USA.

Durante un incontro con Mike Kirkup, Director e responsabile delle relazioni con gli sviluppatori per RIM, abbiamo avuto modo di mettere in luce alcune interessanti differenze tra i due negozi virtuali di applicazioni.

Applicazioni rifiutate da App Store: sale la protesta

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Il processo di approvazione delle applicazioni per uno sviluppatore credo che possa genericamente inteso come una sorta di “compito in classe delle scuole superiori”: si prepara il lavoro (anche se in questo caso anche a casa), lo si consegna e si attende ansiosi di conoscerne l’esito. Nel caso di App Store, il developer non si aspetta ovviamente di ricever un “10” ma piuttosto attende la comunicazione riguardante l’approvazione della propria App.

Un meccanismo che credo possa innescare un po’ di ansia (soprattutto per i piccoli developers che investono tempo e denaro nella programmazione di applicazioni per iPhone e iPod touch) che, unto alla “poca trasparenza di Apple”, crea malumori quando l’applicazione viene scartata. Ora è online un sito in cui tutti gli sviluppatori possono offrire informazioni sulle proprie applicazioni rifiutate. Apple è sempre di più nel centro del mirino.

App Store: Schiller difende il processo di approvazione delle App

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Abbiamo riportato proprio in mattinata la notizia del cambiamento del metodo di approvazione delle applicazioni di App Store: è stato affiancato al giudizio umano un meccanismo che legge il codice e capisce se esso rispetta le regole della iPhone SDK (talvolta con qualche problemino).

Leggiamo ora su iPhoner.it che è lo stesso Phil Schiller, dopo parecchie polemiche alimentate soprattutto dal web, a scendere in campo per difendere il processo di approvazione di App Store. A quanto si legge, è possibile ipotizzare una dirigenza Apple relativamente scocciata dalle polemiche che sono montate attorno alle applicazioni per iPhone e iPod touch “non approvate”.

App Store: il processo di approvazione perde il lato umano

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Sul processo di approvazione delle applicazioni in App Store, qui su TAL abbiamo speso barattoli e barattoli di inchiostro virtuale: tanta ammirazione per l’esimio lavoro portato avanti da Apple con il suo innovativo, e pluri-copiato, negozio virtuale di applicazioni e anche tante critiche sulla gestione dell’approvazione dei contenuti che in asso appaiono. Esclusioni ingiustificate (la famosa “censura made in Cupertino”) e talvolta qualche favoritismo di troppo verso i “big” dello sviluppo.

Tutto questo, però, potrebbe essere un vago ricordo dato che da pochissimo tempo Apple ha introdotto un metodo semi-automatico di approvazione delle App. Un meccanismo in grado di capire automaticamente se il codice dell’applicazione sottoposta ad approvazione rispetta le regole della “iPhone SDK” per poi permettere all’occhio umano di controllarne solo la “non oscenità” dei contenuti.

App Store è il negozio preferito dai grandi sviluppatori?

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L’agenzia di stampa Reuters rivela che uno dei maggiori produttori al mondo di giochi per dispositivi “mobile”, ovvero Gameloft, ha tutta l’intenzione di tagliare gli investimenti per la piattaforma Android a causa della debolezza del suo application store, ovvero Android Market.

Una presa di posizione molto forte quella di Gameloft perché è il primo grande “brand” ad annunciare ufficialmente “la ritirata” da Android Market. Sempre in questo periodo, infatti, anche altri grandi sviluppatori stanno abbandonando la piattaforma di Google per via dello scarso rendimento della stessa. Non si può dire invece che App Store non sia remunerativo per “i big dello sviluppo”: per fare un esempio, oltre il 13% delle revenues di Gameloft sono state generate dai giochi per iPhone e iPod touch.

Visita agli Apple Store di Honolulu

waikiki apple store hawaiiNel mio recentissimo viaggio alle isole Hawaii (50° stato degli USA) ho naturalmente approfittato dell’occasione per una bella visita agli Apple Store locali. In particolare trovandomi i primi giorni sul’isola di Oahu, ho visitato 2 dei 3 Apple Store presenti (del terzo, fuori Honolulu, non sapevo nemmeno dell’esistenza).

Diciamo subito che sia il primo, all’interno dell’Ala Moana Center (un bellissimo centro commerciale a Nord di Honolulu) che il secondo, nel pieno centro del quartiere super-turistico di Waikiki (sulla Kalakaua Ave, all’interno del Royal Hawaiian Center), sono ben forniti di macchine, accessori, iPhone e quant’altro nonostante non siano esageratamente grandi come dimensioni. Ovviamente è possibile prenotare una visita privata o interagire con il Genius Bar.

iPhone, due nuovi spot: Gift e Song

Sui network televisivi statunitensi sono andati in onda due nuovi spot per iPhone intitolati “Song” (qui sopra) e Gift (video dopo il salto). Come di consueto, in entrambi i video, vengono mostrate sei applicazioni disponibili nell’App Store, sottolineando come ormai siano disponibili più di 100.000 applicazioni tra cui scegliere. Gli spot confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, che App Store rimane a ragion veduta uno dei punti cardinali nelle strategie di marketing di iPhone.

La canzone di sottofondo che potete ascoltare in entrambi gli spot è Submarine Symphonika dei Submarines (come si può vedere da Shazam). Il gruppo è una vecchia conoscenza: la loro “You, Me and the Bourgeoisie” ha fatto successo nel 2008 grazie all’inclusione negli spot di iPhone 3G. Dopo il salto trovate l’elenco delle apps menzionate negli spot.