Steve lo ha detto chiaro e tondo: in questo periodo, 25 miliardi di dollari in banca sono quanto di meglio un’azienda possa avere. Non solo perché la sicurezza del capitale è un buon paracadute per la crisi ma anche perché è in periodi come questi che spesso le aziende con i soldi possono comprare a pochissimo altre companies al dissesto portandosi a casa con una spesa minima un bagaglio di professionalità e conoscenze su cui investire per il futuro. Apple è molto accorta in queste strategie e non è assolutamente interessata a comprare aziende il cui brand abbia una storia troppo forte e sia già troppo conosciuto presso il grande pubblico. Insomma scordatevi la Adobe ma non scartate del tutto qualche sorpresa nel settore Merger & Aquisitions.
Nel primo punto abbiamo ipotizzato (e in pratica scartato) la possibilità di un’acquisizione di una grande azienda della Silicon Valley. Ma se mettere le mani su situazioni grandi e consolidate è sempre difficile e rischioso, inglobare giovani, innovative e promettenti aziende è invece un’operazione che nella stragrande maggioranza dei casi può dare buoni frutti. Il caso di P.A. Semi è emblematico, in questo senso. Con circa 300 milioni di dollari Apple ha acquisito l’intero know-how di un’azienda considerata strategica perfino dal Pentagono, che come ricorderete tentò di mettere i bastoni fra le ruote all’acquisizione. La Silicon Valley è piena di aziende di questo genere ma le mire di Apple non dovrebbero necessariamente fermarsi all’area della California. Proprio giovedì abbiamo pubblicato una nostra chiacchierata con Davide Rutigliano, CEO di ASEM, l’azienda che produce EFI-X e che ha sede a Taiwan. Le promesse di questo prodotto sono interessanti e Apple in fondo potrebbe permettersi di investire qualche milioncino come se si trattasse di venture money. Chissà.
Sebbene in Italia in questo momento la ricerca non se la stia passando proprio alla grande (e il futuro dei ventenni ancora meno), in America le grandi aziende possono vantare invece una consolidata tradizione di finanziamenti alle università e alla ricerca a lungo termine. L’assunzione del decano di Yale da parte dell’azienda di Cupertino dimostra che in questo senso Apple vuole andare addirittura oltre, fondando la propria università. La Apple University diverrà realtà nel 2009 ma non è ancora ben chiaro quali saranno gli scopi di questa istituzione. Anche se si trattasse solamente di una scuola di formazione per futuri manager Apple avrebbe comunque investito bene il proprio denaro.
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regalarne un po a me!
vi siete dimenticati un punto:
ABBASSARE UN PO' I PREZZI ;)
regalarmi un MacBook Pro :)
Ci compreranno la RIM.
Viva la ricerca!!!
Speriamo che ne facciano tanta e di utile per obbligare il mercato a nuovi standard qualitativi;)