La dichiarazione si traduce fondamentalmente nell’ammissione che una richiesta di blocco delle vendite, per quanto attuabile in mercati “remoti” come quelli italiano, francese e tedesco, potrebbe rivelarsi controproducente sul mercato domestico, ovvero laddove il brand di Samsung è più forte e gode della maggiore “awareness”. Ovviamente questa decisione non entra nel merito della battaglia legale che Samsung ha ingaggiato contro Apple Korea Ltd. con la denuncia presso la Corte distrettuale di Seul del 21 aprile 2011. Apple aveva già risposto con una controdenuncia a fine giugno 2011.
Nel frattempo in Australia Samsung aveva chiesto di prendere visone dei contratti stipulati fra Apple e gli operatori di telefonia locali lamentando un abuso anti-concorrenziale. Secondo l’azienda coreana Apple avrebbe infatti offerto percentuali di “subsidization” più alte ai carrier per garantire un margine di “appetibilità” maggiore ai propri dispositivi. La corte australiana però non accettato la richiesta. In compenso un tecnico di parte ha avuto accesso al firmware del chip 3G di Qualcomm utilizzato da Apple su iPhone 4S per verificare i metodi utilizzati dall’azienda di Cupertino per implementare il componente. La tesi di Samsung è che con l’utilizzo di tale chip Apple avrebbe violato alcuni brevetti sulla tecnologia 3G di proprietà di Samsung. I legali di Cupertino sostengono invece che tutti i metodi utilizzati nel codice della baseband del dispositivo sono stati regolarmente licenziati proprio da Qualcomm.