Il premio di produzione (diciamolo all’italiana) consiste in 150000 azioni AAPL a cranio. Azioni che ad un valore di circa 400 US$ l’una fanno una cifra che, centesimo più centesimo meno, corrisponde ad una sessantina di milioni di dollari dello zio Sam. Chi non avrebbe da ridere con cifre del genere!? Ma… c’è sempre un ma.
Il “ma” è dovuto al fatto che nessuno dei magnifici sei potrà intascare un centesimo nel breve termine. Esistono alcune condizioni quali il mantenimento del 50% delle azioni nel proprio portfolio almeno fino al 21 giugno 2013. Dopo questa data, il 50% de quo potrà essere venduto intascandone i ricavi. Per il rimanente 50%, invece, i sei dovranno attendere il 21 marzo 2016.
Cosa significa questo premio? I più maligni penseranno che si tratti di un modo per mantenere alcuni tra i migliori manager che il pianeta possa offrire all’interno dell’azienda co-fondata da Steve Jobs dopo la sua prematura dipartita. In molti, infatti, pensano che Apple abbia perso la sua vera anima e che la “barca” prima o poi affonderà senza il suo carismatico capitano. Con un “regalo” del genere fatto ai sei SVP, invece, si spingerà questi a continuare ad avere un impegno massimo per mantenere la Mela al top anche con al timone un capitano come Tim Cook che è sicuramente molto diverso dal sue predecessore. Un qualcosa del tipo “più e meglio lavori e più guadagnerai alla fine. Garantito al 100%”.
Altri, conti alla mano, potrebbero pensare che un premio del genere rappresenti l’asso nella manica di Apple per il dopo Jobs. Dopo la scomparsa dell’iCeo si è molto parlato del tesoretto di Apple. Non fatto di contanti, azioni e immobili bensì di idee di prodotti futuri belli e pronti o in stato avanzato di progettazione che dovrebbero coprire un periodo di rilasci di quattro o cinque anni. Probabilmente queste azioni-premio hanno un significato ben preciso. Nella road map di Apple si è certi (o quasi) di poter restare sulla cresta dell’onda fino al 2013. Dal 2013 fino al 2016 dovranno essere i SVP ed i loro team a completare l’ottimo lavoro che hanno fatto fino ad ora.
Per tutti i SVP (i magnifici sei più Cue) esiste poi un ulteriore vincolo. Le azioni con scadenza 2016 rimarranno a loro disposizione a patto che rimangano a lavorare per la Mela. Certo non si può dire che Apple non sappia ricompensare i suoi dirigenti. Ma certo è anche che in questo modo Apple ha costruito una prigione dorata (nel vero senso della parola) attorno a loro.
Infine, giusto per completezza, ricordiamo che che il neoCeo Tim Cook aveva già ricevuto un milione di azioni con termini fissati al 2016 ed al 2021. Quasi a confermare che per i prossimi 4-5 anni Apple abbia le spalle quasi del tutto coperte e poi ci sarà bisogno di mostrare davvero quello che l’azienda è in grado di fare senza Steve Jobs.
L’unico tagliato fuori da questi bonus è, per ora, Jonathan Ive. Si tratta dell’unico SVP di Apple che gode di veri poteri propri ed anche la sua retribuzione ed i suoi bonus sono da considerarsi a parte. Come ogni cosa che lo riguarda. Questo grazie al fu Jobs che ha trasformato Ive nell’unico vero intoccabile della Mela. L’iCeo intuì fin da subito il talento e l’importanza della figura chiave Ive. Ma siamo sicuri che anche per lui, in un modo o in un altro, arriverà (se non fosse già arrivata sotto altra forma) la giusta ricompensa.
Vedremo cosa i SVP di Apple ci “regaleranno” nel tempo sotto la guida di Tim Cook. Nel frattempo, diteci nei commenti come interpretate questi bonus ai SVP di Apple.
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Almeno qui ci sono soldi in cambio di crescita .... Pensate ai ns politici !!!!!
@ Luca:
ns sta per nazional-socialisti?
@ Caustic86:
Speriamo di no ... E solo "nostri"
E' un modo come un altro per "legare" il manager all'azienda per cui lavora. E' una sorta di ipoteca sulle proprie natiche (passatemi il paragone). Se lavorerai bene, le tue azioni manterranno (o aumenteranno) il loro valore, mentre in caso di bassa produttività, diminuirà di conseguenza "il premio".
Questo metodo ha la particolarità di far sentire "propria" l'azienda ad ognuno dei dirigenti. Ci vorrebbe anche in Italia: se consideriamo lo stato come un azienda, e i deputati/senatori come manager avremmo il paragone esatto.
Strategicamente è geniale.
Moralmente è un vincolo non da poco.
Non credo, in ogni caso, i SVP di cui sopra si lamenteranno. La loro è una posizione di assoluto privilegio. Sono a capo della società più quotata al mondo. Una delle società più importanti del pianeta.
Credo esistano centinaia di migliaia di persone al mondo che vorrebbero prendere il loro posto...
ragazzi guardate che pagare i dipendenti con azioni della propria azienda è una cosa vecchia come la morte... in ogni caso, sì è un ottimo sistema, ma in genere si fa con i bonus, quasi mai con lo stipendio