Nel 2015 scadrà l'accordo di licenza fra Google e Apple per l'integrazione di Google Search come motore di ricerca "di serie" su iPhone, iPad e Mac. Yahoo e Bing stanno provando a fare di tutto per approfittare del momento e rimpiazzare Mountain View su iOS.
Come ben sapranno gli utenti Apple più navigati, sia Yahoo che Bing, assieme a DuckDuckGo, si possono impostare manualmente come motori di ricerca predefiniti su iOS già da qualche anno. Ma la “dittatura del default” è un aspetto da non sottovalutare: sono milioni e milioni gli utenti che non cambieranno mai quell’opzione, continuando ad utilizzare il motore di ricerca impostato dal sistema. Utenti che si traducono in market share mobile per chi riuscirà a garantirsi l’ambita posizione all’interno dei dispositivi Apple.
Marissa Meyer, CEO di Yahoo, non ha mai fatto segreto della sua volontà di conquistare iOS, mentre Bing parte favorito rispetto al concorrente, visto che Siri utilizza già i dati del motore di ricerca di Microsoft per fornire alcune delle sue risposte. Allo stesso tempo, però
Determinazione e piccole rendite di posizione non sono sufficienti per cambiare le carte in tavola. Ci vuole un prodotto che possa davvero battere Google Search in termini di vantaggi per l’utente finale. Al momento né Bing né Yahoo sembrano davvero pronti a detronizzare Big G.
Molti osservatori si concentrano sull’aspetto finanziario della questione e ritengono che alla fine per Apple si tratti solamente di una scelta di convenienza. Una decisione volta a premiare il miglior offerente. E’ un punto di vista insufficiente, perché il valore dell’utente, qui, è parte ineludibile dell’equazione finale. Google Search, che lo si ami o lo si odi, si è guadagnato una posizione con un prodotto al momento imbattuto ed ha contribuito sensibilmente al successo di iOS.
Tutte le liti fra Apple e Google, per quanto aspre, e il deterioramento progressivo dei rapporti fra le due aziende, non sono insomma ragione necessaria e sufficiente per interrompere una relazione simbiotica che conviene ad entrambe. Quello che potrà cambiare, più probabilmente, sarà la durata del contratto di fornitura del servizio, su cui Apple potrebbe puntare per divincolarsi, in futuro, dall’abbraccio di un vecchio amico che non lo è più.