E’ quanto scrive il Dow Jones Newswire, secondo cui gli avvocati di Cupertino avrebbero chiesto royalties variabili fra i 5 e 15$ per ogni dispositivo Android venduto. In buona sostanza per mettere la parola fine ad un conflitto che dura ormai da anni, Samsung e Motorola potrebbero accettare di pagare una “tassa” su ogni telefono o tablet dotato dell’OS di Google da essi prodotto e venduto.
E’ la soluzione Microsoft: non sembrano ricordarlo in tanti, ma HTC, Samsung e altri piccoli produttori (fra cui Acer) pagano già una royalties di circa 10$ per dispositivo Android all’azienda di Redmond.
La stipula di licenze sulla proprietà intellettuale è forse l’esito più auspicabile per l’attuale, ormai ingestibile, situazione di conflitto costante fra Apple e i suoi concorrenti nel mercato Mobile. Allo stesso tempo è una soluzione in palese contrasto con la volontà di Steve Jobs.
Stando a quanto scrive Walter Isaacson nella biografia di Steve Jobs, il cofondatore Apple aveva espresso il desiderio di “distruggere Android”, anche se fosse costato ad Apple “ogni penny” della enorme riserva di denaro. Era probabilmente una di quelle sortite tipiche del carattere di Jobs, ma è innegabile che lui per primo l’avesse presa sul personale. Il “tradimento” di Schmidt, la convinzione che ad Apple fossero state sottratte idee originali e innovative, erano due constatazioni che a Steve proprio non andavano giù.
Ma Steve Jobs non c’è più e la decisione sul da farsi, in questo caso come molti altri, la deve prendere un direttivo Apple che non può continuare a domandarsi troppo a lungo “cosa avrebbe fatto Steve in questa situazione?”.
La richiesta di royalties, dunque è un passo necessario per superare un’impasse globale fatto di cause e scontri legali sparsi per i tribunali di mezzo mondo.
Inoltre, secondo le fonti, Apple non avrebbe intenzione di stabilire un business sulle Royalties. L’azienda di Cupertino non ha certo bisogno delle centinaia di milioni derivanti da simili accordi per ritoccare i propri floridissimi conti. Si tratterebbe dunque di una soluzione viabile che renderebbe in ogni caso più costosa la licenza d’uso di Android, ormai gratuito per i produttori solo sulla carta.
Chi non è a favore di un accordo di licenza tema invece che l’accettazione di uno status quo fatto di cloni più o meno palesi di iPhone e iPad potrebbe riportare ad una situazione simile a quella dei primi anni ’90, con Microsoft che riuscì ad affermarsi nel settore dei desktop PC grazie a prodotti inferiori, “ispirati” dal Macintosh ma più economici. In realtà il parallelo è un po’ tirato per i capelli e la situazione ormai è oltre il punto di non ritorno, con Android che, nonostante tutto, è un fenomeno troppo grande per essere “distrutto”.
Non è dato sapere se dei negoziati fra Apple e i concorrenti siano attualmente in corso, tuttavia a quanto pare non è la prima volta che l’azienda di Cupertino prova ad intraprendere questa strada.
Steve Jobs avrà pure espresso l’intenzione di distruggere Android, ma secondo le fonti del Dow Jones Newswire Apple avrebbe cercato di offrire accordi di licenza a Samsung anche prima di entrare in causa con l’azienda coreana, vale a dire in un momento in cui Steve Jobs aveva ancora pieni poteri decisionali a Cupertino.
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