Schede audio per Mac – prima parte

Il mercato è pieno di schede audio compatibili con Mac dalle caratteristiche più disparate e con prezzi che partono da poche decine di euro fino ad arrivare ad alcune migliaia. Cercheremo oggi di fare un po’ di chiarezza su quando e come valga la pena investire in nostri soldi in una nuova scheda audio, considerato il fatto che (come abbiamo già detto) ogni Mac possiede ingressi ed uscite più che sufficienti ad una vasta cerchia di musicisti ed appassionati.

Farò anche alcuni nomi di prodotti, ma piuttosto che elencare le miriadi di prodotti disponibili verificandone le caratteristiche sulla carta preferisco concentrarmi su quei prodotti dei quali abbia potuto verificare la reale funzionalità ed affidabilità “sul campo”.

Come abbiamo già detto in una produzione musicale è molto importante la qualità di ogni singolo componente interessato durante il processo di registrazione. Per fare un esempio chitarristico non avrebbe molto senso acquistare una Les Paul Custom anni ’80 per poi farla suonare attraverso un piccolo Behringer a transistor da 10 watt. Non dico che sarebbero soldi buttati via perché il valore della chitarra è fuori discussione, ma se il resto della nostra strumentazione è scadente il nostro suono non ne trarrà un grande giovamento.

Plug-In Audio: il compressore

Il compressore è un processore audio che permette di controllare e modificare la dinamica di un suono. La dinamica, per chi non lo sapesse, è la differenza tra il suono più debole e quello più forte ed è una delle cose più importanti di un’esecuzione. Potrei anche sbilanciarmi arrivando a dire che la dinamica è il bello della musica ed il buon controllo delle dinamiche di un brano è quello che spesso distingue un buon esecutore da un grande musicista. Tuttavia nella musica moderna (soprattutto pop e rock), nonostante il progressivo avanzare della tecnologia ci permetta di avere un’escursione dinamica sempre maggiore, c’è la tendenza ormai universalmente diffusa di massimizzare le forme d’onda il più vicino possibile agli 0 dB (soglia non oltrepassabile nel dominio digitale) andando quindi ad “appiattire” toalmente la dinamica.

La cosa curiosa è che in passato con il nastro magnetico o il vinile, molto più limitati in dinamica, questa venisse sfruttata al massimo arrivando a volte nei volumi più bassi al limite del fruscio di fondo. Basta sentire, ad esempio, alcuni vecchi brani dei Led Zeppelin o dei Pink Floyd per rendersene conto: la differenza tra i piano e i forte era molto più ampia rispetto ai brani di successo di oggi.

Il motivo comunque non è un mistero: studi sulla psico-acustica hanno dimostrato che i brani a volume più alto risultano più piacevoli all’ascoltatore e quindi oggi ci sono professionisti e studi altamente specializzati in questo aspetto della post-produzione chiamato Mastering. Apparentemente questo livellamento dei volumi può far sembrare inutile la registrazione a 16 o 24 bit (tant’è che gli algoritmi di archiviazione di alcune emittenti radiofoniche sono a 4 bit), ma in realtà c’è una grossa differenza tra una mix “piatto” in partenza ed un’altro invece molto dinamico che venga poi livellato ed “appiattito” dal mastering o dalla trasmissione radiofonica.

Plug-In Audio: l’equalizzatore

Gli equalizzatori (chiamati spesso semplicemente EQ) sono i primi strumenti di elaborazione con i quali ci si deve confrontare quando si vuole fare musica. Li troviamo in tutte le apparecchiature audio che ci circondano e li utilizziamo tutti i giorni, ma quando si vuole produrre musica seriamente non basta regolare i toni bassi e alti “ad orecchio”… c’è forse qualcosa in più da sapere per far sì che il nostro brano suoni al meglio. Infatti registrando un brano in tracce separate possiamo intervenire sull’equalizzazione di ogni singolo strumento e, possibilmente, migliorarne la resa sonora.

MainStage: un Mac in concerto!

Oggi vi parlo di un’applicazione davvero interessante che per certi aspetti è rivoluzionaria per molti musicisti. Immaginate un futuro in cui si andrà a suonare con la band portandosi dietro soltanto un Mac, una scheda audio multicanale e qualche microfono, lasciando a casa mixer, effetti, sintetizzatori ed amplificatori. Non mi riferisco ai musicisti di piano-bar molti dei quali da tempo usano un laptop per riprodurre delle basi o per fare karaoke (anche se questo articolo potrà interessare anche loro), ma intendo proprio il “Suonare” con una band dal vivo sostituendo molte migliaia di euro di strumentazione con un solo computer. Troppo per voi? Allora fermatevi qui perché stiamo per entrare nel futuro!

Registrare musica su Mac: tastiere

Con questo articolo concludiamo la prima panoramica su come registrare musica con il nostro Mac sfruttando al meglio ciò che possediamo. I tastieristi sono certamente i musicisti che per primi, da un punto di vista storico, hanno iniziato ad utilizzare i computer come ausilio alla composizione ed alla registrazione di musica, ma dai tempi dell’Atari ad oggi le cose sono molto cambiate.

Imparare a registrare tastiere sul proprio Mac è una cosa di fondamentale importanza per molti musicisti e produttori perché con una tastiera si possono sostituire virtualmente molti strumenti e rendere più semplice la composizione e l’arrangiamento di un brano.

Registrare musica su Mac: microfoni

 

Continuiamo la serie di articoli sulla registrazione affrontando uno degli argomenti che coinvolge i più svariati strumenti musicali: la registrazione tramite microfoni. Nonostante la natura di questo blog sia chiaramente indirizzata agli utenti della mela è probabile che anche molti musicisti che non hanno (ancora) un Mac possano trovare utili suggerimenti per registrare strumenti acustici e voci.

Prima di tutto è necessario sapere che i microfoni si dividono in due grandi categorie: i microfoni dinamici e quelli a condensatore. Ognuna di queste due famiglie ha caratteristiche ben precise ed in base alle esigenze sarà più consono l’uso di un tipo o dell’altro.

Registrare musica su Mac: chitarra e basso

Affrontiamo un argomento che certamente potrà interessare i molti lettori di TAL che, da buoni utenti Mac, sono anche appassionati di musica. In particolare oggi trattiamo la registrazione dei più diffusi strumenti a corda (chitarra e basso, appunto), ma presto ci occuperemo anche di microfoni, tastiere, percussioni e tutto il resto. Per chitarra e basso esistono molti software di simulazione di amplificatori ed effetti (ottimi anche quelli di serie inclusi nel nuovo GarageBand ’09), ma come possiamo sfruttarli al meglio senza una scheda audio esterna?

Cerchiamo di capire le possibili opzioni per il collegamento in modo da utilizzare strumentazione che già possediamo o scegliere accuratamente un eventuale acquisto in base alle nostre specifiche esigenze.

Produrre un demo con GarageBand – Parte seconda

Potremmo sotto-titolare questa seconda parte “Sound Different” con una evidente citazione alla filosofia Think Different che gli utenti Apple più anziani ben ricordano. L’obiettivo di questa seconda parte è proprio quello di cercare un sound originale ed unico che possa valorizzare la nostra performance nel provino.

Prima di continuare voglio chiarire che quello che proveremo a fare non è una banale operazione che migliorerà magicamente il suono di una base, ma piuttosto una ricerca sonora per evitare che, pur utilizzando la stessa sorgente di MIDI File, il nostro prodotto abbia un sound anonimo ed omologato. Come fare?

Produrre un Demo con GarageBand – Parte prima

Ipotizziamo di voler far valutare a qualcuno la nostra voce o il nostro modo di suonare uno strumento; la prima cosa da fare è certamente realizzare un demo dove cercheremo di valorizzare il nostro talento. A meno che non si vogliano mettere in evidenza anche le nostre capacità come autori o compositori è certamente preferibile indirizzarsi verso una cover di un brano conosciuto così da evidenziare le nostre capacità di tecniche ed interpretative.

Ci sono molti modi di recuperare una base MIDI più o meno legalmente… non sarà certo questo il problema. Abbiamo quindi la base del brano e siamo pronti a suonarci o cantarci sopra. Vediamo allora come produrre il nostro provino con GarageBand, cioè, facciamo suonare il file della base al meglio per poi dare libero sfogo al nostro talento!

Audio Unit: plug-ins gratis per GarageBand

Audio Unit (o più brevemente AU) è l’architettura di plug-ins audio di OS X. Come abbiamo già detto questo tipo di plug-in, una volta installato, è utilizzabile in GarageBand come anche in tutti i programmi che ne vogliano usufruire come Logic, SoundTrack Pro, Final Cut e moltissimi altri programmi di terze parti.

Innanzitutto dobbiamo chiarire che i plug-in audio si dividono in due categorie principali: quelli che il suono lo possono generare da zero (i cosiddetti Strumenti virtuali) e quelli che il suono lo modificano e lo processano (chiamati comunemente Effetti). Non c’è una distinzione evidente di forma (in entrambi i casi il formato è AU), ma soltanto di utilizzo.

Oltre ai tanti plug-in commerciali fortunatamente ce ne sono anche molti gratuiti. Dove trovarli?

Ear-training: alleniamo l’orecchio con il Mac

Partiamo da una semplice considerazione: i piedi sono per un calciatore quello che l’orecchio è per il musicista. Riflettendo su questo parallelo non si può fare a meno di constatare che anche i migliori calciatori hanno due piedi fisicamente identici agli altri, ma (evidentemente) la differenza sta nel come li sanno usare.

Alla base c’è sicuramente il talento (che è una dote con la quale si nasce), ma anche l’allenamento ha un’importanza fondamentale per ogni buon atleta. Ed anche il nostro udito si può allenare.

Ovviamente non si tratta di un allenamento fisico, ma piuttosto di un’educazione dell’orecchio che consiste in esercizi di ascolto e di riconoscimento delle note, dei ritmi, dei timbri ed è indicato a chiunque voglia avere a che fare con la musica come strumentista, produttore, tecnico del suono o quant’altro.

Non voglio addentrarmi troppo nella didattica musicale, però c’è qualcosa di molto semplice che tutti possono fare da subito, anche chi non conosce la musica e non suona nessuno strumento. Vi assicuro che la cosa sarà al tempo stesso divertente ed educativa e vi porterà ad ascoltare la vostra musica preferita con un orecchio più attento.

GarageBand, “giocattolo” o potente strumento?

GarageBand è un programma della suite iLife incluso, quindi, nella dotazione di serie di ogni nuovo Mac. Come molti di voi sapranno e come si intuisce dall’icona stessa del programma (una bellissima ES-335, la prima chitarra elettrica con cassa semi-acustica prodotta dalla Gibson nel lontano 1958) è un software dedicato ai musicisti e, più in generale, a tutti gli amanti della musica che vogliano creare musica propria.

Essendo quasi gratuito ha delle ovvie limitazioni di cui vi parlerò più avanti, ma come vedremo si può sfruttare GarageBand fino ad ottenere dei prodotti musicali di livello anche professionale. Le limitazioni, infatti, riguardano funzioni specifiche, scorciatoie e possibilità di editing, ma non la qualità sonora.

GarageBand è anche pienamente compatibile con effetti e strumenti software (genericamente chiamati Plug-In) in formato AudioUnit… anche con quelli più costosi e professionali.

Una delle cose a mio avviso più interessanti è che i progetti in formato .band possono essere importati dai programmi professionali di Apple (Logic Express e Logic Pro) mantenendo tutti i settaggi ed i parametri del progetto originale. Cosa significa?

Perché i musicisti amano Apple?

Con questo post diamo inizio ad una nuova serie di articoli dedicati a musicisti e “musicanti” scritti in esclusiva per TheAppleLounge. I post di questa rubrica speciale verranno pubblicati ogni domenica alle 11:00. Domani, 18 gennaio, in via straordinaria, partiremo con un doppio appuntamento, alle 11:00 e alle 14:00.

I post saranno guide, recensioni, trucchi, suggerimenti e riflessioni rivolte a diverse tipologie di amanti della musica: da quelli che la musica la ballano e basta (ma amano alla follia il loro Mac) a quelli che suonano più o meno sul serio uno strumento, ma forse non conoscono a fondo le potenzialità che fornisce di serie il loro computer.

La scelta di pubblicare questi post in un blog dedicato al mondo Apple non è affatto casuale. L’idea molto diffusa che chi si occupa di musica (e di grafica) usa Mac è fondata su basi solide ed è uno dei rari luoghi comuni che corrispondono alla realtà. In poche parole: i musicisti amano il loro Mac e gli utenti della mela sono decisamente più creativi di quelli Windows.

So che con questa affermazione potrei scatenare l’ira di tutti quelli che utilizzano Windows anche per la loro professione creativa, ma la cosa che ci interessa di più è un’altra: perché i musicisti amano Apple? Quale è il vero motivo che attira molti artisti (od aspiranti tali) verso i computer della Mela?