Il New York Times torna ad occuparsi di Apple e lo fa con un’inchiesta su quello che chiama “l’esercito Retail” di Cupertino, ovvero i dipendenti degli Apple Store, e i loro salari.
E’ un articolo molto interessante, denso di numeri e fatti, che tuttavia, come da copione, muove da un punto di vista controverso: la sproporzione fra ciò che gli Apple Store incassano e la paga di chi contribuisce a vendere i prodotti del brand.
“Nel mondo [gli Apple Store] hanno venduto 16 miliardi di dollari di prodotti”, scrive David Segal nell’apertura del suo articolo. “Però la maggior parte dei dipendenti Apple ha ricevuto poco di quella ricchezza”.
La maggior parte dei dipendenti Apple, spiega il giornalista, non ricopre un ruolo corporate di alto livello. 30.000 dei 43.000 dipendenti Apple americani sono commessi degli Apple Store e molti di loro (ma non si sa in che percentuale, o se questo dato sia una media) guadagnano circa 25.000 dollari l’anno.
E tanto per rendere il confronto impari, viene subito citato il “valore” dei bonus di Tim Cook, che spalmati su dieci anni gli garantiscono (al valore attuale di AAPL) una fortuna di 570 milioni. Di certo segnalare che Tim Cook guadagna 900.000 dollari l’anno per il suo ruolo di CEO (che è pochissimo per il CEO della più grande azienda del mondo per capitalizzazione di mercato) non avrebbe sortito lo stesso effetto sul lettore.
C’è spazio anche per le considerazioni positive: gli 11,95$ l’ora che mediamente Apple versa ai suoi dipendenti Retail sono molti di più rispetto alla paga minima del settore (7,95$). Un dipendente di un Apple Store guadagna meglio di un dipendente di The Gap (e allora perché non un’inchiesta su The Gap? Forse per questo motivo), ad esempio, e l’azienda offre benefit definiti “buoni” per il settore retail, quali la copertura sanitaria, i contributi 401(k) e la possibilità di comprare azioni dell’azienda, oltre ai forti sconti sui prodotti.
Ciò non impedisce all’autore di prodursi in un altro calcolo del genere pere+mele:
“Dividete il fatturato per il numero totale di dipendenti e noterete che lo scorso anno ogni dipendente degli Apple Store” – incluso lo staff non addetto alle vendite – “ha portato in cassa 473.000$”.
Insomma, il tono dell’inchiesta è abbastanza chiaro. Ciò nonostante l’articolo è ricco di particolari interessanti (con numeri di senso compiuto e calcoli un po’ più logici) e vale la pena dedicargli un quarto d’ora.
Link: Apple’s Retail Army, Long on Loyalty but Short on Pay
Photo: MinervaCondition su Flickr
io vivo da tempo negli stati uniti … e qui e’ tutto piu’ pragmatico, non esistono gabbie salariali e quando il mercato tira o ti alzano lo stipendio o te ne vai in fretta … ma anche viceversa.
Detto questo non mi sembrano scontenti … anzi rispetto alla media dei “commessi” sono trattati meglio (assicurazione sanitaria non e’ uno scherzo) … faccio presente che solo una piccola parte i cosi detti “Genius” (pagati non certo 25/30K$) sono dei veri tecnici gli altri dei commessi
preciso inoltre che le tasse sono diverse qui … 30K$ sono 24 netti e quando compri il pane o vestiti non hai un IVA al 21 ma al 6 o 7% (11 nella esosa NYC)