Ron Johnson ha lasciato definitivamente il suo incarico alla Apple. L’azienda aveva già comunicato ufficialmente, a giugno, che Johnson avrebbe mantenuto formalmente l’incarico fino al 31 ottobre e che il 1° novembre sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro da CEO alla J.C. Penney.
Ma per un tassello che va a posto con l’arrivo di novembre ce n’è un altro che è rimasto incastrato: iTunes Match, il servizio di cloud-music di Apple che permette di replicare online la propria libreria musicale, doveva arrivare entro la fine di ottobre. Qualcosa di non meglio specificato ne ha ritardato l’inaugurazione.
Se Apple impone una data di lancio per un prodotto o un servizio solitamente la rispetta. Sono pochi i casi in cui la scadenza viene superata senza alcun annuncio. Questo è uno di quei casi ed è la prima “rogna” da Vice Presidente Senior per Eddy Cue, il capo dei servizi internet recentemente promosso da Tim Cook. Cue ha una lunga esperienza nel trattare con i detentori dei diritti sui contenuti ed è l’artefice di molti degli accordi presi da Apple in questo settore. In questo caso non è difficile ipotizzare che alla base di un ritardo come questo possano esserci complicazioni di natura legale, legate proprio al prolungarsi delle trattative con le major per un tipo di servizio che non ha precedenti nell’ecosistema iTunes e che si candida ad essere un “template” per futuri accordi di questo genere nel settore.
Questa è dunque la più credibile delle supposizioni, ma altri fattori potrebbero aver contribuito allo slittamento della data di lancio di iTunes Match. Fra i più probabili:
- L’attesa di accordi internazionali che permettano fin da subito di attivare iTunes Match in un maggior numero di Paesi nel mondo
- Un’attesa tecnica legato al sovraccarico del network “Cloud” di Apple legato all’attivazione di Siri, servizio già utilizzato da milioni di utenti, e all’attivazione di iCloud per un numero ancora maggiori di Mac OS e iOS user.
- La ferma intenzione di lanciare il servizio solo quando c’è la sicurezza che tutto possa funzionare bene fin da subito. Il ricordo del lancio fallito di MobileMe, nell’estate del 2008, brucia ancora parecchio.
Ron Johnson non aveva nulla a che fare con la divisione Internet Services ed è solo il caso a far coincidere il mancato lancio di iTunes Match con la sua definitiva separazione da Apple. Johnson fu scelto personalmente da Steve Jobs alla fine degli anni ’90 per aiutarlo nell’impresa di creare un luogo che potesse esprimere al meglio le potenzialità dei prodotti Apple. Jobs non voleva che le nuove creature della Apple del nuovo millennio, quelle che allora aveva appena iniziato a creare con l’aiuto di Jony Ive e di un team di talenti sempre più folto, potessero perdersi nella bolgia dei grandi mega-store dell’elettronica di consumo. Ci voleva un’esperienza totalizzante e non alienante, bisognava far scoprire Apple alla gente comune in un luogo familiare, accogliente, e semplice che non fosse costruito unicamente per favorire la chiusura di una vendita.
Nel giro di dieci anni gli Apple Store sono diventati un fenomeno globale che non ha rivali nel settore e che ha infranto praticamente qualsiasi record ci fosse da battere nell’ambito retail. Il merito è ancora una volta dello stretto legame fra la visione di Steve Jobs e le capacità di un “A Player” come Ron Johnson, che quella visione è riuscito a metterla efficacemente in pratica, aggiungendo abbondantemente del suo.C’è un intero capitolo dedicato alla creazione dell’impero retail di Apple. Ve ne consiglio caldamente la lettura.
La separazione fra Apple e Johnson, che lascia una divisione ben avviata e nessun successore a prendere il suo posto, pare sia stata piuttosto amichevole. Questa è almeno la facciata ufficiale e non ci sono particolari ragioni per dubitare. Non fosse altro perché Johnson era presente alla recente commemorazione di Steve Jobs avvenuta al campus di Cupertino lo scorso 19 ottobre nonostante il suo addio alla compagnia fosse ormai prossimo. L’ex dirigente non ha parlato sul palco ma ha assistito alla celebrazione da una balcone poco lontano: era seduto a fianco di Laurene Powell, la moglie di Steve Jobs.
Sembra che icloud e compagni non se la cavino molto bene. Purtroppo la Apple ha questa squisita abitudine di voler fare un po’ troppo di testa loro senza considerare che ci sono competitor che sul fronte del cloud ne sanno un pochetto più di loro. Devo dire che match era una di quelle poche funzioni che avrei acquistato volentieri anche se non so quanto in italia ancora siamo in grado di gestire a livello di velocità di banda mobile tutto questo!