Apple ha rimosso da App Store l’applicazione di Exodus International, un gruppo cristiano che ha fra i propri scopi quello di aiutare gli omosessuali a trovare una “via d’uscita” dalla propria condizione e a vivere secondo i dettami biblici. L’app, volta a veicolare i contenuti e il materiale del gruppo, aveva suscitato forti critiche da parte delle associazioni per la tutela dei diritti degli omosessuali. A spingere Apple alla rimozione definitiva dell’app, le 150.000 firme contro il programma raccolte con una petizione nel giro di poco più di un mese.
Un portavoce Apple ha confermato che l’applicazione è stata rimossa per aver violato le linee guida per gli sviluppatori, in base alle quali non sono accettate applicazioni ritenute “offensive nei confronti di ampi gruppi di persone”.
La Exodus International grida senza mezzi termini alla censura e alla negazione della libertà di espressione, mentre per contro gli attivisti gay esultano per la scelta di Apple.
Se da una parte è facile capire le motivazioni della rimozione (e condividerle) dall’altra è pure vero che la scelta di termini da parte di Apple non è delle migliori.
“Offensivo verso un ampio gruppo di persone” può essere tutto, se c’è un gruppo abbastanza nutrito di persone che ritengono offensivo quel dato contenuto. La genericità della definizione è naturalmente una scelta voluta, però, che maschera in realtà quello che tutti sappiamo:
- Quella norma è un salvacondotto che permette ad Apple di risolvere rapidamente tutte le questioni relative alle App con contenuti offensivi verso le minoranze, le più disparate e variamente rappresentate
- Nell’App Store decide Apple.
Essere liberali e sostenere la libertà di opinione significa senza dubbio accettare anche opinioni aberranti come quelle di chi, in nome della Bibbia, ritiene seriamente che la condizione dell’omosessualità sia una “gabbia” imposta dalla società da cui si può uscire per tornare eterosessuali e vivere serenamente secondo i dettami di una presunta legge divina.
Ma qui non stiamo parlando di libertà di stampa, libertà di associazione o libertà di parola, tutti principi che nessuno vuole negare neppure a questi ferventi fondamentalisti. La libertà di pubblicare un’applicazione in un application store privato, di proprietà di una azienda che ne stabilisce le regole (lo chiamano walled garden per qualcosa, no?) non è ancora fra i diritti costituzionali del popolo statunitense né, a quanto mi è dato sapere, di altri popoli del mondo.
I diritti fondamentali della comunità LGBT (lasciate perdere nello specifico i matrimoni, le adozioni e altre sovrastrutture) sono un valore condiviso da rispettare nella società contemporanea? Apple crede di sì e fa quanto ritiene giusto per eliminare un’app promossa da un gruppo che questi diritti vorrebbe in qualche modo mettere in discussione. L’azienda ha fatto una scelta etica ferma e consapevole circa la permanenza sulla propria piattaforma di un’app ritenuta offensiva verso una comunità di individui, ma non ha violato alcun diritto costituzionale.
“Oggi è toccato a noi vedere negata la nostra libertà di opinione, domani potrebbe essere il vostro turno”, è il sunto di quello che scrive la Exodus Intl in un comunicato, in un maldestro tentativo di ergersi a vittime di un bieco crimine ideologico. Qualcuno gli faccia presente che c’è pur sempre l’Android Market.
Voi che ne pensate? Dite la vostra nei commenti!
Nota: visto il tema sensibile ricordo che quelle espresse nell’articolo sono le opinioni personali dell’autore. Vi prego inoltre di mantenere la discussione nei commenti entro limiti accettabili.
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Non capisco perché l’abbiano accettata in primo luogo…
@ Bright:
credo che in prima battuta per l’accettazione venga controllato se l’applicazione è tecnicamente conforme a quelle che sono le linee guida e non sia potenzalmente lesiva economicamente per qualcuno, o copia delle funzioni di iOS.. i contenuti spiccioli penso siano lasciati correre inizialmente.. Altrimenti non me lo spiego, non è sicuramente il primo caso questo.