Si possono fare 10.000 dollari al giorno sull’App Store partendo dal template di un’applicazione acquistato online per 10$?
La risposta è sì, se lo sviluppatore che lo sfrutta ha a disposizione un capitale da investire in un semplice quanto difficilmente tracciabile sistema per spingere la propria app in testa alle classifiche dei giochi più acquistati su App Store.
Non stiamo parlando di Flappy Bird, ma di un gioco altrettanto insignificante chiamato Red Bouncing Ball Spikes, presente su App Store addirittura in due versioni di due sviluppatori diversi.
Red Bouncing Ball Spikes è un template di gioco (un’app già pronta che lo sviluppatore può modificare o meno, in altre parole) che si può acquistare già pronto su GameSalad.
Sull’App Store esiste una versione gratuita del gioco (con il punto esclamativo in fondo) che appartiene allo sviluppatore Talo Games, un developer legittimo che non brilla per la qualità delle sue applicazioni ma di certo non è aduso a pratiche poco chiare.
L’altra versione di Red Bouncing Ball Spikes costa 99 centesimi di dollaro (89 €cent) ed è esattamente identica alla controparte gratuita. Lo sviluppatore, in questo caso, è un noto scammer dell’App Store. Il suo nome (uno dei tanti utilizzati) è Mateen Pekan.
L’app a pagamento è online dal dicembre 2013, ma dopo un’aggiornamento avvenuto a fine gennaio ha cominciato a scalare le classifiche dei giochi più acquistati in maniera vertiginosa, fino a raggiungere il secondo posto nel giro di poco tempo.
Il metodo con cui è avvenuta una simile scalata (dal calderone delle applicazioni che non scarica nessuno fino al secondo posto nella classifica USA) non può che essere fraudolento. Secondo quanto scrive Tech Crunch lo sviluppatore doveva avere a disposizione almeno 20.000 ID iTunes attraverso i quali comprare l’app e spingerla fino ai 20.000$ di guadagno lordo.
Una volta raggiunta la testa della classifica le vendite reali iniziano a compensare la spesa e a superarla, garantendo allo sviluppatore un incasso di tutto rispetto (considerando anche che parte degli incassi delle vendite fraudolente torna allo sviluppatore).
Il risultato è cristallino: l’app, priva di valore alcuno, sale in classifica e garantisce allo sviluppatore incassi da capogiro, che possono raggiungere i diecimila dollari al giorno, ovviamente solo nel periodo di punta durante il quale l’app riesce a galleggiare in testa alle classifiche.
La cifra non è sparata a caso: lo sviluppatore, consapevole della breve durata della fregatura (l’app sta velocemente uscendo dalla classifica), ha già provato a vendere l’app per 250 mila dollari su Apptopia, vantando i 10000 dollari entrate quotidiane nel suo stesso annuncio.
Maggiori dettagli sul caso sono disponibili su Tech Crunch.
Il problema di fondo rimane sempre il solito: come si fa a bloccare una truffa di questo genere? Gli account zombie che acquistano l’applicazione per sospingerla nelle classifiche non si possono bloccare a prescindere e le vendite sono “reali”. Chi la compra successivamente butta via 89 centesimi e nella maggior parte dei casi non perderà neppure tempo a chiedere un rimborso per un acquisto impulsivo che di certo non impatta sulle finanze personali di nessuno.
L’unica vera soluzione sarebbe rivedere completamente il meccanismo “chart-based” che sta alla base dell’App Store, visto che è proprio la dinamica delle classifiche a fomentare il ricorso a questo tipo di scappatoie, favorendo per altro spesso applicazioni popolari più per meriti di marketing che per qualità effettiva
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