Apple è stata accusata questa settimana di spingere minorenni all’acquisto di beni digitali attraverso le sue applicazioni. L’accusa, effettuata da Garen Meguerian e supportata da altri genitori in forma di class–action, sostiene che su App Store siano disponibili applicazioni gratuite che sono chiaramente indicate per un pubblico di bambini, ma che al loro interno permettono di effettuare acquisti in-app con soldi tutt’altro che virtuali.
Meguerian, padre di due bambine, ha permesso loro di scaricare applicazioni gratuite da App Store. Tra queste figurano Zombie Cafe, Treasure Story e City Story. Verificando il saldo della propria carta di credito l’uomo ha scoperto che le sua figlie avevano speso 200 dollari acquistando “Zombie Toxin”, “Gems” e “City Cash”. Tutti beni disponibili nei giochi e venduti a pagamento attraverso la carta di credito collegata all’Apple ID del padre.
Apple aveva già passato momenti poco felici negli scorsi mesi quando con Capcom era stata accusata con il suo Smurfs’ Village di offrire in maniera truffaldina ai bambini le “Smurfberries“. I piccoli, giocando senza l’ausilio dei genitori, avrebbero potuto spendere anche centinaia di dollari tramite acquisti in-app. Celebre il caso di un bambino che ha speso oltre mille dollari proprio nel titolo di Capcom.
Il problema era sorto come conseguenza del fatto che una volta inserita la propria password su App Store veniva aperta una finestra temporale di 15 minuti all’interno della quale era possibile, anche senza conoscere il codice, scaricare contenuti a pagamento dallo store. Con l’aggiornamento ad iOS 4.3 Apple ha però introdotto, proprio come conseguenza delle lamentele che già avevano raggiunto software house e la stessa Apple, la richiesta della password per qualsiasi acquisto in-app, in modo da evitare che un account lasciato involontariamente disponibile potesse portare al prosciugamento della carta di credito associata.
Meguerian, e gli altri genitori che con lui hanno firmato la class-action, ritengono comunque problematica la situazione.
Siccome le password richieste per acquistare Game Currency sono le stesse usate per effettuare qualsiasi acquisto Apple, i minorenni che conoscono queste password potrebbero acquistare Game Currency senza l’autorizzazione dei loro genitori.
Non dobbiamo spiegare noi a Meguerian che può sempre reimpostare la password e tenerla per sè, inserendola di persona quando necessario.
[via]
Roberto 17/04/2011 il 11:44
Fare in modo che i propri figli minorenni conoscano la password mi sembra una bella cazzata.
Quello che forse Apple potrebbe fare è come in alcune banche, una password “normale” che potrebbe essere usata per fare acquisti gratuiti o per aggiornare le applicazioni. E una password “accessoria” per gli acquisti o gli in-app purchase.
Leonardo 17/04/2011 il 12:03
Dal momento in cui Apple ha fatto si che la password venga richiesta ad ogni in-app purchase, lei ha la coscienza a posto.
Sono problemi dei genitori; io a mio figlio non darei mai la password dell’Apple ID.
Al di la degli acquisti all’interno delle app, con quella password si può benissimo acquistare un’app da 100€… Non vedo come possano sostenere questa class action dal momento in cui il problema della “finestra temporale” è stato risolto.
Alberto 17/04/2011 il 12:22
Oltretutto i genitori avrebbero potuto inserire gli acquisti In-App tra le restrizioni, per evitare del tutto il problema. Mah.
Vinz87 17/04/2011 il 12:36
ma un account senza la carta di credito collegata è vietato?
Lorenzo Paletti 17/04/2011 il 13:10
@ Vinz87:
Assolutamente no. È possibile impostare l’account senza metodo di pagamento.
gp 17/04/2011 il 17:03
Class action contro la Smith & Wesson.
Dei genitori di un bambino di Lawtown in Winsconsin hanno intentato una causa contro la Smith & Wesson rea di non aver previsto 2 grilletti differenti, uno per sparare alle persone ed uno per sparare ai bersagli.
Il piccolo Hector Sonofbitch cui era stata da poco regalata una calibro 32 della Smith&Wesson ha infatti sparato contro la nonne seccandola sul colpo.
I genitori, che avevano regalato l’arma per tiro al bersaglio hanno definito ‘improprie’ le misure precauzionali adottate dalla casa produttrice e hanno incaricato lo studio Steal,Robber&Co. di promuovere la class action ed ottenere un risarcimento a molti zeri.
Per come vanno le cose negli stati uniti potrebbero pure riuscirci…
Camillo Miller 18/04/2011 il 09:34
@gp Ma questo studio Steal, Robber & Co. è particolarmente rinomato? A prescindere dal tipo di causa, credo lavorerebbero molto bene anche qui in Italia :D
urlo 18/04/2011 il 08:35
Se un genitore è così “cazzone” da regalare un iPhone ad un 14enne, ci stà pure che gli paghi la bolletta, giochini inclusi, altrimenti che gli compri un Nokia da € 29,99!
Langota 18/04/2011 il 11:31
Easy: TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI
Ridicola sta gente, veramente ridicola.