Ban Pokèmon Go, chi rischia per davvero?

Pokèmon Go

Una delle applicazioni più popolari del momento è senza ombra di dubbio Pokèmon Go. Indipendentemente dal fatto che siate in possesso di uno smartphone Android o di un iPhone, come riportato nei giorni scorsi le regole di Niantic sono diventate più ferree per quanto concerne l’utilizzo di app terze utili per aumentare i propri punteggi.

Il ban è automatico e a quanto pare si tratta di una misura permanente, almeno stando a quanto annunciato in via ufficiale dagli sviluppatori in questo periodo. Lecito chiedersi a questo punto cosa sia consentito e cosa è invece vietato nella concezione di chi ha realizzato l’app di maggior successo di questo 2016. Una precisazione è arrivata proprio dal team in questi giorni e potrebbe rappresentare un importante chiarimento per milioni di iscritti:

“Includono (ma non sono limitati a) quei programmi che consentono di falsificare la posizione GPS, gli emulatori e software non ufficiali, di terze parti o modificati che consentono di accedere a client o backend di Pokémon Go in modo non autorizzato.

Il nostro obiettivo è quello di promuovere un’esperienza di gioco giusta, divertente ed equa. Continueremo a lavorare insieme a tutti voi per migliorare la qualità del gameplay apportando miglioramenti e perfezionando il nostro sistema anti-cheater”.

Insomma, se avete speso parecchio tempo con Pokèmon Go la questione è delicata e sarà meglio fare grossa attenzione ai paletti imposti da Niantic, visto che un provvedimento di questo tipo per forza di cose non contemplerebbe un passo indietro. E a voi come sta andando l’esperienza di utilizzo di questo titolo? Avete azzardato il download di app di terze parti o avete seguito alla lettera il regolamento imposto?

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