Apple è a favore della censura cinese? Sembra così, almeno osservando quello che è successo per la terza volta su App Store. Nelle scorse ore, Cupertino ha rimosso l’app FreeWeibo dal suo negozio digitale di applicazioni. L’app era stata sviluppata per aggirare la censura dell’informazione cinese.
L’applicazione by-passava i controlli del governo imposti sul servizio simile a Twitter e di grande successo in Cina Sina Weibo. A raccontare della rimozione è Agence France-Presse. L’ordine di rimozione dell’applicazione, spiegano gli sviluppatori, sarebbe arrivato direttamente dal governo cinese. FreeWeibo, sviluppato in collaborazione con Radio Netherland, offriva una versione non censurata e anonima di Sina Weibo, permettendo agli utenti di accedere a informazioni originariamente censurate per legge in Cina.
Apple ha spiegato agli sviluppatori di avere rimosso l’applicazione dallo store perché viola le leggi locali, e non è la prima volta che Cupertino fa rispettare leggi come questa. Lo scorso ottobre l’azienda aveva fatto rimuovere Open Door, applicazione che permetteva di aggirare il Great Firewall of China. Un’altra app, che permetteva di accedere a libri banditi dal governo cinese, era stata rapidamente rimossa dallo store lo scorso aprile.
È possibile che Apple stia facendo di tutto per imbuonirsi il governo cinese? Quello cinese è infatti il mercato più importante per Cupertino, che in questi giorni sta per sbarcare sulla rete di China Mobile, operatore telefonico con oltre 700 milioni di utenti. Ogni anno Apple registra circa 5 miliardi di dollari in profitti dalle vendite cinesi, e l’accordo con China Mobile potrebbe aggiungere altri 10 miliardi di dollari all’anno alle casse di Cupertino.
Bisogna ricordare comunque che Apple è proprietaria di App Store, e gli sviluppatori firmano un accordo molto con il quale danno all’azienda il potere di eseguire operazioni come quella appena registrata ai danni di FreeWeibo.
[via]
La cosa accadrebbe ovunque, non puoi pubblicare un’app (o qualunque altra cosa) vietata dallo Stato in quei dovresti venderla.
Che poi sia uno schifo la censura e tutto il resto è un altro discorso, ma l’Apple è del tutto impotente davanti alle leggi statali.