Quello che ora viene definito il “modello App Store” da addetti ai lavori, giornalisti e blogger per Apple è stato innanzitutto una grande scommessa: una piattaforma globale in cui poter acquistare applicazioni avrebbe potuto essere un flop di dimensioni colossali. Avrebbe potuto anche essere un’idea positiva e nulla più: App Store, invece, viene preso addirittura come modello dai vari application store dei diversi produttori (Nokia, BlackBerry, Samsung e così via).
Un successo globale che il Financial Times definisce addirittura come “inaspettato“: l’importante traguardo dei 2 miliardi di App scaricate ad ottobre non era nelle previsioni dell’azienda di Cupertino. Da parte integrante di iTunes, App Store ha saputo guadagnarsi a suon di download una indipendenza: non serve più ad Apple mettere le varie classifiche Top nella homepage di iTunes perché l’utente ormai conosce benissimo la strada del “negozio virtuale di applicazioni più grande del mondo“.
Un successo inaspettato ma fortemente voluto dai vertici Apple: App Store sin dal suo lancio è stata una creatura coccolata quanto plasmata in base alle esigenze degli utenti ma anche dei developers. Gli sviluppatori, infatti, sono il vero motore di App Store perché senza le migliaia di applicazioni disponibili il negozio di Apple avrebbe difficilmente preso il volo.
L’articolo del Financial Times, nel finale, mette in luce un aspetto che Apple non deve sottovalutare. Il mercato di App Store è animato da quella che viene genialmente definita come “gold rush mentaly” (ovvero la mentalità della corsa all’oro, al guadagno facile) che ora rincuora i vari developers e li spinge a pubblicare prodotti sempre nuovi che spesso non sono in grado di generare revenues sufficienti per permettere lo sviluppo di ulteriori nuovi titoli.
La vicenda di Tapulous rimane infatti solo una bella favola natalizia: solo pochi tra i piccoli developers possono raccontare una storia simile. La cruda realtà, fatta di migliaia di applicazioni che non vendono, è all’ordine del giorno: realtà che potrebbe allontanare la “gold rush mentaly” e far diminuire l’appeal di App Store e di conseguenza limitare il suo successo.
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Sì, ma questo guardate che è naturale, non tutti possono vendere nell'App Store, ci mancherebbe altro. : /
L AppStore ha avuto un successo inaudito.Tutti vorrebbero imitarlo ma non ci riesco(es.Android Market).Per questo io ringrazio Steve Jobs e tutti gli sviluppatori che continuano ad aggiornare l AppStore
Ok, l'App Store è fantastico... ma Apple quando tornerà a parlare davvero di computer?
Gianluca
sra facendo l'uno e l'altro. Ormai la regola sembra essere: da ottobre a gennaio aggiornamenti importanti per i mac. Da febbraio a luglio iPhone. A settembre gli iPod. Poi comunque le tre gambe deltavolo vengono tenute fresche tutto l'anno. Nonpuooccuparsi full time dei mac anche se poi in realtà all'interno ci sono team che lavorano 12 mesi su 12, 24/7. Solo che non li vediamo e a noi sembra che Apple ci si dedichi poco ma pensa solo ai cambiamenti nei mac da un anno e mezzo a questa parte: epocali. Unibody, batteria, design, led, porte e connessioni, brand rename. Cose sostanziose.
quoto pienamente rogerdodger e sono pienamente d'accordo anche con l'articolo!
apple deve solo stare attenta ora a non deludere troppo i developers, perchè proprio cm dice l'articolo, loro hanno una bella fetta di merito per il successo di AppStore!