Qualche settimana fa era toccato ad AppShopper, oggi la “mannaia” di Apple si abbatte su AppGratis, applicazione popolarissima con i suoi dieci milioni di download. AppGratis è stata rimossa da App Store perchè lo sviluppatore ha violato due punti del regolamento di Cupertino, una bella tegola per Simon Dawlat, ideatore e responsabile dell’app.
AppGratis nello specifico avrebbe violato i punti 2.25 e 5.6 del regolamento Apple, andando contro alle seguenti regole:
- 2.2.5 – Le applicazioni che mostrano app diverse da quelle possedute a scopo di acquisto o promozione in un modo simile a quello usato dall’App Store verranno rimosse.
- 5.6 – Le applicazioni non possono usare le notifiche push per inviare pubblicità, materiale promozionale o iniziative di marketing.
Insomma, pare che Apple non abbia gradito l’uso massiccio delle notifiche push di AppGratis usato per pubblicizzare le applicazioni gratuite. Più criptico invece il primo punto, visto che ci sono numerose app che contengono elenchi di applicazioni gratuite o scontate con i link diretti all’App Store, a questo punto aspettiamoci altri caduti eccellenti nei prossimi mesi.
Simon Dawlat di AppGratis ha recentemente raccolto finanziamenti per 13.5 milioni di dollari, i finanziatori di AppGratis non saranno molto contenti di questo uragano che si è abbattuto sull’applicazione e sul suo autore.
virtusroma1987 09/04/2013 il 14:43
Vabbe idiota Apple. Che fai l’approvi e poi la togli? Inguai il programmatore e chi ha investito che magari stava programmando tutt’altre strategie dopo il successo.
FoscoSoft 09/04/2013 il 14:45
Se ne siete orfani potete sempre provare PriceDrop (www.trackyourapps.com) o attendere le news di theapplelounge.com.
Roberto 09/04/2013 il 14:47
Sono un utente di AppGratis e devo dire che quest’applicazione ha sia meriti che demeriti. Mi ha fatto conoscere alcuni prodotti interessanti, ma spesso mi ha presentato anche applicazioni gratuite e soprattutto note.
Non mi meraviglio della sua rimozione anche a causa dei paragrafi violati, devo però aggiungere che l’applicazione oltre ad andare in revenue share con lo sviluppatore, passava anche attraverso i link di tradedoubler in modo da ottenere ulteriore guadagno dai click.
Forse una maggiore trasparenza l’avrebbe resa meno “cancellabile”.