Wall Street e la percezione negativa del titolo Apple

Il titolo Apple, dopo il tracollo seguito all’annuncio dei risultati fiscali del primo trimestre 2013, non sembra dare segni di ripresa. Il reality distortion field che Steve Jobs aveva saputo erigere a protezione di Apple sembra aver subito un repentino cambio di polarità. Uno “shift” nella percezione del valore e delle possibilità future dell’azienda che, secondo un’interessante editoriale di Ben Bajarin pubblicato su Time, coinvolge in maniera massiccia anche i grandi investitori di Wall Street.

 

Apple Shares Continue To Fall After "Death Cross"

Più e più volte in altri articoli sulla questione ho espresso il mio stupore per la risposta incomprensibile che i mercati, spesso prendendo per buone le prese di posizione di personaggi che in un mondo ideale sarebbero privi di qualsiasi autorevolezza, hanno dato ad alcuni eventi chiave. Il crollo di più del 10% che AAPL ha subito dopo l’annuncio di un primo trimestre 2013 da 13 miliardi di profitti è stata l’ennesima riprova di un generale impazzimento.

Più di un commentatore inviperito mi ha fatto notare che a Wall Street, in buona sostanza, non gliene frega niente dei tredici miliardi di profitto di oggi, o dei quasi cinquanta milioni di iPhone venduti da Apple nel corso dell’ultimo trimestre 2012. Ai grandi investitori interessa solamente la prospettiva futura e i numeri attuali di Apple hanno mostrato un rallentamento della crescita che ai mercati non piace.

Una teoria più che comprensibile ma che si scontra con i fondamentali di un titolo che, rispetto ad altri che se la cavano benissimo, è diventato incredibilmente “conveniente”. A dirlo è addirittura Goldman Sachs, che ha definito AAPL come la “most undevalued stock we cover”.

Ben Bajarin, su Time, fa un’interessante elenco dei punti di forza di Apple in questo esatto momento. Mentre la stragrande maggioranza delle aziende quotate al Nasdaq fa fatica, dice l’analista, a differenziare i propri prodotti dalla concorrenza, a limitare le perdite in settori che stanno velocemente perdendo rilevanza, a trovare nuove fonti di revenue che possano tenere a galla intere divisioni che negli anni scorsi macinavano profitti, Apple si trova in queste condizioni:

  • deve affrontare costantemente il problema del soddisfacimento della domanda
  • ha talmente tanti soldi in cassa che l’eccesso di liquidità sta diventando un problema
  • continua a macinare profitti per miliardi di dollari
  • E’ l’azienda più stimata dai pezzi grossi della Corporate America per il sesto anno consecutivo

Ecco, questa azienda, al momento, ha una P/E Ratio inferiore ad Amazon, Facebook, Google, Microsoft e addirittura DELL, un’azienda così orientata al futuro che il fondatore, poveretto, ha dovuto prendere la difficilissima decisione di tornare alla gestione privata, ritirando il titolo da Wall Street.

“Trovo che questo sia sconcertante,” scrive Bajarin, “e sfido qualsivoglia analista a spiegarmi nel dettaglio per quali motivi Apple non sarebbe più sana e solida sul lungo termine, da un punto di vista competitivo, della maggior parte di queste aziende”.
Un punto di vista più che condivisibile e una “richiesta di spiegazioni”, che anche io, seppure in altri termini, avevo provato a rivolgere ai commentatori che insistevano sulla questione della valutazione del titolo in ottica futura, non troppo tempo fa.

Tutto questo, ci dice Bajarin, è spiegabile solamente pensando che in questo momento troppi analisti e troppi investitori vivono in quel “reality distortion field” che già citavamo all’inizio e non si decidono ad osservare Apple da un punto di vista analitico e fattuale.

Il problema è serio, perché quale che sia il motivo per cui Wall Street ha deciso di prendere a bastonate AAPL, a ritrovarsi con i bernoccoli non sono i grandi Hedge Fund Manager, che hanno i loro metodi per far fruttare alla grande anche queste situazioni, ma i piccoli e medi investitori, coloro che magari hanno investito in Apple una parte dei loro risparmi o dei propri fondi pensione.
E’ difficile, in buona sostanza, dire di tenere duro e pensare a lungo termine a chi in Apple ha investito cifre “grandi” per l’uomo comune ma totalmente insignificanti per i giganti della finanza per i quali i “milioni di dollari” sono bruscolini.

La conclusione di Ben Bajarin è che Apple non avrà problemi in futuro e rimane sempre una delle pochissime aziende capaci di mettere sul mercato la vera innovazione, quella che sovverte le regole dei mercati e crea nuove categorie di prodotti.
Quel che Bajarin non ci dice, però, è come riuscirà Apple a convincere Wall Street di questo assunto, se qualsiasi segnale positivo viene filtrato da quel reality distortion field al contrario e trasformato in un’altro aspetto negativo da aggiungere alla lista dei motivi per cui “Apple ha i giorni contati”.

Non è facile individuare una via d’uscita, al momento. Come già scrivevo ieri, questa è una delle più difficili sfide che Tim Cook si trova ad affrontare da quando siede alla scrivania che fu di Steve Jobs. I prossimi mesi e le prossime mosse (leggi: i prossimi prodotti) saranno, manco a dirlo, cruciali.

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8 commenti su “Wall Street e la percezione negativa del titolo Apple”

  1. La borsa è tutta speculazione, però una cosa è vera, iOS e OSX sono sistemi vecchi e non ci sono segni di aggiornamenti importanti..

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  2. alla fin fine la borsa è troppo ballerina, poi oggi che sono i software d’analisi a puntare si crea un effetto “riverbero” che non è calcolato: qualche grosso ente svende aapl e le altre banche a seguire in automatico.
    Il mercato sta prendendo sempre piu vita propria a sè stante quindi non vedo male l’azione di M.Dell…alla fin fine lui è li per vendere buoni prodotti, non soddisfare le meretrici di wall street…

    inoltre vorrei farvi riflettere: e chi lo dice che i fasti delle azioni aapl non fosse tutta una “ondata” anomala e semplicemente oggi si siano riassettate sui valori piu giusti?

    d’altronde vengono quotate le possibilità di farci soldi in futuro, non i soldi fatti….

    magari loro hanno capito che apple vive di luce riflessa di Jobs e in futuro non riuscirà ad espandere molto il suo mercato, e i segnali ci sono….
    gli ultimi prodotti non sono certo il top tecnologici e non hanno portato neanche così tanta innovazione, anche se è vero che i mercati sono dotati di una fame compulsiva che ad ogni boccone diminuisce il tempo di apprezzamento del precedente….

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  3. Non me ne intendo di borsa, ma è impossibile che la Apple facesse un aumento costante come gli altri anni… ormai è arrivata a numeri troppo elevati e fare un aumento costante avrebbe significato fare numeri impossibili per qualsiasi azienda (arrivata a questo livello)…

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  4. So di non essere l’unico ma posso dire che in 6 anni da investitore Apple, di emozioni “forti” ne ho vissute abbastanza!
    A seguito di Eventi per la presentazione di nuovi prodotti o appunti finanziari, ho letto davvero commenti di ogni genere… quindi posso dire che ho fatto il callo alle consistenti variazioni AAPL. Tra l’altro il titolo non ha mai avuto quotazioni esagerate, neanche quando c’era uno Steve Jobs decisamente in salute e questo molti degli opinionisti (professionali e non) sembrano che non lo sappiano.

    Certo, in questi anni ho sempre visto i periodi negativi durare fino ad un massimo di circa 3-4 mesi quindi i 5 mesi di adesso sono effettivamente una novità ma come si ricorda nel post, i fondamentali (questi sconosciuti!!!) di Apple, sono di tutto rispetto.
    L’unico errore che mi sento di attribuire alla dirigenza post-Jobs è quello di aver voluto dare qualcosa, un fo**utissimo dividendo, agli azionisti.
    Sarebbe stato meglio, IMHO, riacquistare solo azioni. A quegli sciacalli di WS gli dai un dito e si prendono tutto il braccio!

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    • @edu:
      Sono dello stesso esatto parere, e infatti si è visto con che moneta stanno ripagando…
      Niente concessioni, aveva ragione Steve sui dividendi. Buyback e basta, e magari altre tipologie di soluzioni per l’eccesso di liquidità, ma non i dividendi.

    • @Camillo Miller: non é per farti i conti in tasca ma sembra davvero che tu te la sia presa particolarmente a cuore per questo fatto delle azioni Apple..il blog é tuo e scrivi quello che vuoi ma quanto può davvero interessare un post settimanale sulle quotazioni Apple? Dovrebbe essere un blog di appassionati di iPhone non di borsa..

      Comunque “sono i piccoli e medi investitori a piangere”? Mah fino ad un certo punto considerando che per esempio S&p500 ha toccato i massimi in questi giorni, Apple quanto rappresenta? L’1% del portafoglio di un piccolo investitore..probabilmente meno
      Sei giovane e immagino potrai avere un portafoglio di quanto, 50.000€? Se hai diversificato magari hai 1-2 azioni Apple che già sarebbe intorno al 3% del portafoglio alias il 4% di tutto l’azionario..ok hai perso 600€ in qualche mese (1% del portafoglio) non fa piacere ma é compatibile col rischio che si sa si corre…se hai investito a capocchia metà dei soldi su Apple allora capisco l’incacchiatura ma non é colpa del mercato, il rischio te lo sei preso tu e il titolo é notoriamente di quelli volatili, alti profitti alte perdite ;)

      Lezione imparata

    • @Alex:
      Ti assicuro che il mio portafoglio non è coinvolto in queste considerazioni, in alcun modo. E’ AAPL free da mesi (e visto che di AAPL scrivo, direi che è pure molto meglio così).
      Sono semplicemente infastidito da come la borsa continui ad essere presa a misura da molti come indicatore dello stato di salute dell’azienda, quando nel caso specifico il titolo Apple è diventato ormai una cosa a se stante e un’ampia fetta dei media continua a battere sul tamburo dell’andamento negativo, a discapito di certi indicatori fattuali decisamente positivi.

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