C’è sempre stato un problema di fondo con i report fiscali sulle vendite di iPhone. Fin dal lancio del primo melafonino Apple ha dovuto presentare i dati relativi alle vendite del dispositivo secondo uno schema che prevede la necessità per i ragionieri di Cupertino di spalmare i profitti del prodotto su base biennale, ovvero la durata del contratto telefonico cui il telefono è legato al momento dell’acquisto.
La ragione principale di quest’obbligo sta nel fatto che Apple di tanto in tanto offre agli utenti aggiornamenti software gratuiti(*). Alla base di questa necessità vi sono complicate regole fiscali statunitensi obbligatorie per le Public Company come Apple. Regole che potrebbero cambiare a breve ora che il FASB (organismo privato no-profit che vigila su queste norme per conto della SEC), su suggerimento -guarda caso- di Apple, ha approvato una bozza che mira proprio ad eliminare questa distinzione di fondo nella presentazione dei risultati fiscali.
Se la nuova norma dovesse essere approvata in via definitiva, e le probabilità che ciò accada sono decisamente buone, Apple potrò contabilizzare i risultati derivanti dalle vendite di iPhone su base trimestrale. Gli effetti più evidenti di questa novità sarebbero da una parte la maggiore trasparenza sui risultati di vendita del dispositivo, dall’altra un sensibile miglioramento dei risultati fiscali presentati da Apple ogni tre mesi.
P. DeWitt di Apple 2.0 fa un esempio pratico che chiarisce la situazione. Se i risultati fiscali del terzo trimestre fiscale 2009 fossero stati calcolati tenendo conte delle vendite di iPhone secondo il nuovo sistema, i profitti per azione sarebbero stati di 2,14$, rispetto agli 1,35$ per azione effettivamente riportati.
E’ evidente dunque che questo cambiamento comporterebbe immediatamente un beneficio per i conti di Apple, che già sono tutt’altro che in rosso. Secondo Gene Muster, analista di Piper Jaffray, la nuova norma gioverebbe certamente anche al titolo AAPL visto che gli investitori potrebbero rendersi conto molto più facilmente dei guadagni dell’azienda, finora nascosti in parte dalle necessità burocratiche di distinguere nell’accounting delle vendite dei vari prodotti.
(*) Nota: Questo, per contro, è anche il motivo per cui i major upgrade di iPod touch sono a pagamento. Altro effetto della nuova normativa sarebbe proprio un possibile abbandono dell’obolo che i possessori di iPod touch sono costretti a pagare all’uscita di ogni nuova versione del iPhone OS.
Vediamo se ho capito la situazione…
Di base esiste la regola che profitti e perdite vanno contabilizzati nel periodo di pertinenza giusto. Il fatto che Apple distribuisca aggiornamenti software gratuiti per l’iPhone per molto tempo, quindi, obbliga la contabilizzazione dei ricavi da iPhone nel periodo più lungo, cioè due anni (quelli di contratto con le compagnie). Giusto? Togliendo quest’obbligo, mi pare di capire, Apple (e le altre aziende) potranno contabilizzare fin dal momento dell’acquisto dell’iPhone tutti i ricavi futuri derivanti dagli abbonamenti e non distribuirli su un periodo di due anni. In questo ragionamento penso sia implicito che Apple, al momento di sottoscrizione di un contratto, riceve tutto il blocco di revenues share dall’operatore di telefonia e quindi avrebbe più interesse a comunicare ai sui investitori che quei soldi, li ha già in cassaforte e non li riceverà a rate in due anni.
Ottimo riassunto. Grazie perché sempre meglio porla in molti modi diversi la questione, visto che non è troppo semplice da capire e da spiegare :).
Non ti so dire con precisione se il blocco della revenue share vada ad Apple tutto in una volta, ma io credo che gli accordi attuali siano che il grosso deriva dal costo cui il dispositivo viene venduto all’operatore, poi costretto a vendere “in perdita” il dispositivo per rientrare con il costo degli abbonamenti su base biennale.
Per il resto, in soldoni, se passa sta norma le revenues alla prossima conference call raddoppieranno e agli investitori, bovinamente incapaci di distinguere le differenze di questo tipo, sembrerà l’eldorado… :)
Nicholas
però Apple non prende più nessuna revenue share da at&t…all’inizio si ma ora non più da tempo.
Esatto Camillo: il punto è quello che gli investitori confronteranno i guadagni del trimestre con il trimestre dell’anno precedente che, essendo stato sottoposto a GAAP, sarà inevitabilmente inferiore anche se, paradossalmente, Apple dovesse fare un trimestre con meno “guadagni gaap” per come erano conosciuti nel trimestre dell’anno precedente :)
Morale della favola: comprate AAPL :D
Ah, giusto, le revenues share non ci sono più…
Io tuttavia non capisco questa cosa degli aggiornamenti: che differenza c’è, al livello legale/economico ad esempio, tra un passaggio dal Firmware 2.1 al 2.2 e dal 2.2 al 3.0? Il numerino che ci mette Apple? Perché il primo, per gli utenti iPod Touch è gratuito, il secondo no? E ci sono altre aziende che fanno una cosa simile? Io penso a Nokia e RIM, ma non mi risulta che loro facciano pagare… sono confuso…