Per anni Apple è stato il brand informatico elitario per eccellenza. Qualità a prezzi alti cui molti aspiravano ma che non tutti si potevano permettere. Questo aspetto è stato enfatizzato talmente tanto in passato che alla fine è divenuto una cifra universalmente accettata dell’approccio Apple: “se vuoi il computer con la Mela sgancia il quattrino” o, da un altro punto di vista “chi più spende meno spende”. Con l’avvento dell’iPod prima, poi dell’iPhone e dell’iPad, ovvero quei prodotti che hanno permesso all’azienda di compiere lo shift da Apple Computer Inc. a Apple e basta, la tendenza ha iniziato ad invertirsi e se oggi l’Average Selling Price dei prodotti della Mela rimane alto, oggettivamente anche i Mac (che si vendono esponenzialmente di più) sono diventati molto più abbordabili.
A Tim Cook questa tendenza sembra piacere, e parecchio, tanto che a sentire Toni Sacconaghi di AllianceBernstein (già Bernstein Research) il COO vorrebbe definitivamente sfatare il mito “classista” di una Apple che fa prodotti per ricchi.
Il buon Toni, analista ben collocato che tuttavia non se la passa tanto bene quanto a storico di previsioni sulle trimestrali Apple, ieri mattina si è incontrato con Tim Cook per una chiacchierata sulle strategie future di Apple. Pur senza rivelare nulla di segreto, il COO dell’azienda di Cupertino si è espresso abbastanza liberamente circa la volontà da parte dell’azienda di perseguire una politica di abbassamento del prezzo di alcuni dei prodotti chiave. Il soggetto della discussione è l’iPhone ma non è escluso che anche l’iPad, magari già a partire dalla seconda versione che verrà svelata questo mercoledì, possa beneficiare di questa nuova (inaspettata) spinta verso la democratizzazione dei prezzi.
Nello specifico la questione è strettamente collegata al costo del dispositivo iPhone non “subsidizzato” in quei paesi in cui l’approccio predominante nel mercato della telefonia è quello delle prepagate. Mi sembra di sentirvi pigolare di gioia in lontananza, ma no, mi dispiace deludervi. Il Tim nazionale non pensava espressamente all’Italia (che pure in questo senso potrà beneficiare del new deal Cookiano), ma piuttosto alla Cina, un mercato enorme, ancora da conquistare e in cui le prepagate giocano un ruolo fondamentale.
Cook ha aggiunto infine che Apple non cederà agli operatori e non lascerà che siano le compagnie di telefonia a dettare i termini. Secondo Sacconaghi questa posizione rafforza la possibilità che il prossimo iPhone abbia in dotazione una software SIM integrata, di cui si era parlato già fa per lo sgomento degli operatori di mezzo mondo.Il quesito finale che rimane aperto è se “cheaper iPhone” significa iPhone 5 meno costoso grazie alle strategie di contenimento dei prezzi (sviluppo interno del chip AX, acquisti strategici di componentistica per miliardi di dollari) oppure nuovo modello di iPhone da affiancare alla versione ammiraglia spogliato di alcune caratteristiche e pensato principalmente per mercati come quello cinese e più in generale per quelli in cui è forte la tradizione delle prepagate.
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Un'iphone 4 da 8gb con hardware del modello 3gs,forse?
solo a me questa notizia non piace affatto?
Un prezzo più alto è accettabile se un prodotto è di qualità, ma 200 o 300 euro in meno per un MacBook non farebbero schifo...1800 euro per un 15 pollici mi sembrano ancora molti. Mentre l'iPhone di fatto con un abbonamento diventa abbordabile, i MacBook hanno ancora un prezzo che a mio parere rende indeciso un acquirente, la forbice di prezzi tra un portatile HP (per dirne una) e quelli Apple è ancora alta rispetto a quella tra un iPhone e un cellulare della concorrenza.
@ micbru:
mah in realtà forse stiamo presi peggio oggi: una volta il mac era "made in USA" dalla A alla Z.....si pagava caro ma la qualtà era altissima
ora si ha una qualità "cinese", d'alto borgo per carità, ed un ottimo servizio assistenza, ma cinese rimane......
es: non so, forse è solo esperienza personale, ma di tutti i conoscenti con macchine PPC nessuno si è rivolto all'assistenza finora che io sappia, io e due amici abbiamo tre Mbp late 2008, ebbene, due mobo sostituite su tre.....(il mio no ghghghg)
cioè ora secondo me siamo ad un periodo di transizione tra abbassamento di qualità e di prezzo, solo che la Q è scesa abbastanza, il Prezzo sta solo "planando".....moolto lentamente
(si dite quello che volete ma un iphone in produzione costa 180$, forse meno.....c'hai voglia ad arrivare ai 650$....sarànno anche alti i costi di progettazione....ma -ed io approvo pienamente- hanno pochi prodotti e per un anno intero se non più, vendono lo stesso device.....
LG, Samsung, Htc & Co. hanno un merdaio di modelli con relativi costi di progetto....stupidini)
ecco....secondo me Apple giustamente guadagna tanto (innova molto, forse piu di altre) ma hanno un margine molto ampio...forse troppo su alcuni prodotti.
@ bLax:
Una volta che abitui il mercato e soprattutto le borse ad un tipo di margine (che riesci a ottenere bene, senza eccessivi sforzi) poi è praticamente impossibile decidere di eroderlo solo perché farebbe piacere ai clienti. Sul lungo termine è una strategia commerciale fallimentare, anche se nel breve può sembrare favorevole perché "almeno se ne vendono di più".
;)
@ Camillo Miller:
ah beh questo è certo.....finché le vacche son grasse, perché non mungerle? :D lo farei anche io.....
comunque questo è un problema su scala globale, non riguarda solo Apple, dico solo che A sarebbe ancora in grado di sostenere una produzione in toto di "tipo USA", visti i margini......
chiaramente chi punta su bassi margini e tante vendite (Asus, Dell, Hp etc) è costretto dalla concorrenza....solo che il fattore "QC passed" si stia spostando dal produttore al consmatore, con molte grazie da parte dei corrieri e service
continuo a chiedermi comunque perchè ci siano ormai centinaia di prodotti nella stessa marca, e nessuno tenta la strategia apple: un solo prodotto ma bomba, invece che 10 mezze bombe, alla fine i mezzi ci sarebbero...
@ bLax:
l'abbassamento di qualità sulle componenti te lo posso concedere nel periodo di transizione PPC-intel...ma direi che allo stato attuale le componenti sono niente male....poi vero, per carità, la legge dei grandi numeri fa in modo che un mio amico, ha dovuto cambiare hdd su una macchina nuova di due giorni....
Per avere un mac devi spendere almeno 1000 euro per avere un Core 2 Duo a 2,4GHz, mentre io ho un toshiba con Core i3 con schermo da 15 pollici, il doppio della ram, dell'hard disk e una scheda video di categoria, comprato circa 500 euro.
E' tutto plusvalore che va nelle loro tasche. OSX ha un sacco di pregi, ma il macbook da 13 pollici, che viene appunto 1000 euro, ha un hardware da neanche 400 euro. Vale quindi il solo OSX ben 600 euro?
I macbook forse non si rompono mai?
I pezzi che montano sono forse diversi da quelli degli altri pc?
I costi di R&D valgono ben 600 euro di differenza?
Per me no, ma ognuno la pensa come vuole.
Per ora i mac si vendono in grande quantita' rispetto a prima, non perche' siano immuni da virus o errori, ma perche' in questo momento e' cool avere prodotti griffati Apple.
Se ad esempio decidessero di commercializzare portachiavi a 100 euro, sono sicuro che ne venderebbero a migliaia.
Siamo proprio nel 1984 :)
@ roro_ch:
no-no.....è proprio il sistema industriale che si è adattato....per risparmiare tempo e denaro (= denaro+denaro) fanno pochi test e piuttosto danno pezzi in eccesso
- tipo ti servono 5000 chip ram? te ne dò 6000 allo stesso prezzo....tanto facendo test-campione sò che ce ne sono il 18% fallati.... - numeri a caso eh, ma il ragionamento è quello....
chiaro che la apple puo comprare partite dove il margine di errore è piu basso, ma il sistema è purtroppo questo. (confermato da gente che lavora in cina nel ramo elettronica industriale e di consumo)
ergo l'elettronica ci costa meno di una volta ma solo se sei fortunello....spalmano il problema su un bacino ampio di utenti invece che su i fornitori
il mio amico ha speso 2000€ de mac e 500 di mobo nuova....rompendo anche le scatole per uno sconto su trasporti in rma visto che garanzia è scaduta 5 giorni prima.....
bLax dice: