Ieri una vera e propria tempesta monsonica ha colpito il titolo AAPL portandolo giù del 3,57%. Il merito del dissesto è di un report del Wall Street Journal Asia, secondo cui Apple avrebbe tagliato nettamente gli ordini per le componenti dell’iPhone 5 a fronte di un netto calo della domanda rispetto alle aspettative.
Nel frattempo Philip Elmer-DeWitt, su Fortune, ha proceduto a stilare le ormai abituali tabelle delle previsioni offerte da analisti indipendenti e “professionisti” sulle vendite dei Mac, degli iPad e degli iPhone. Nel caso di quest’ultimo prodotto, gli “aruspici” del titolo AAPL non sembrano aver notato in autonomia il grave calo di cui parlava il WSJ.
Le vendite dell’iPhone nel corso del primo trimestre fiscale 2013, quest’anno, saranno sottoposte ad una prova alquanto dura: tenere botta dopo l’incredibile exploit del Q1 2012, quando furono 37 milioni gli iPhone venduti nel periodo natalizio.
Non sarà impresa facile, considerando anche che l’anno scorso il trimestre durava una settimana in più (14 invece di 13). Da Apple ricorderanno di sicuro questo particolare più di una volta, ma non c’è dubbio che verrà trascurato da molti dopo l’annuncio ufficiale dei dati il 23 gennaio prossimo.
Il consensus sulle vendite del melafonino da parte degli analisti indipendenti ammonta a 52,3 milioni di unità.
Secondo gli analisti professionisti, legati cioè ad una grande firm di consulenza finanziaria, Apple riuscirà invece a vendere circa 47,6 milioni di iPhone. Tenete il numero a mente perché è questa la soglia che andrà superata per evitare che tutti scrivano a lettere cubitali che “Apple ha deluso le aspettative”. Dove per aspettative si intendono dunque le ipotesi di “specialisti” che basano le proprie previsioni su indicatori tutt’altro che sicuri e ufficiali.
Meno evidente invece la discrepanza fra “pro” e “indie” nelle previsioni di vendita dell’iPad.
Secondo gli analisti professionisti Apple è riuscita a vendere 22,79 milioni di iPad (mini compresi) nel corso del primo fiscale trimestre 2013.
Sono un po’ di più, ovvero 25,51 milioni, secondo le stime degli analisti indipendenti.
La media fra le due previsioni, è di circa 24 milioni. Se non si considera la settimana di differenza fra il Q1 2012 e il Q1 2013, si tratta di una crescita pari al 67%. Che non sarebbe davvero niente male.
Le vendite dei Mac sono quelle sulle quali si infittisce di più il mistero e per le quali c’è indubbiamente più curiosità. E’ un’attenzione giustificata più dall’interesse per le sorti di un settore (quello del desktop computing) che dalla reale importanza di qualche centinaia di migliaia di Mac sui conti di Cupertino.
Nell’ottica di un calo generale delle vendite del settore PC sarà interessante capire se i Mac avranno “tenuto” o se anch’essi hanno dovuto offrire il fianco all’avanzata inevitabile dell’iPad.
Intanto ecco i numeri di analisti professionisti e indipendenti. Il consensus fra i pro ammonta a 5,30 milioni di unità vendute; quello fra gli “indie” a 5,05 milioni.
Il valore di mezzo, circa 5,20 milioni, è esattamente il numero di Mac venduti da Apple nel Q1 2012 e rappresenterebbe dunque una crescita nulla. Se non fosse che, ancora una volta lo ripetiamo, il Q1 2012 aveva una settimana in più. Riaggiustando il calcolo a questo fattore i 5,20 milioni di Mac venduti nel primo trimestre fiscale 2013 rappresenterebbero una crescita dell’8%.
Adesso che gli analisti hanno espresso il loro vaticinio non ci resta che aspettare i numeri ufficiali, il 23 gennaio prossimo, e vedere chi di loro si è avvicinato di più.
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Le previsioni degli analisti sono nella stragrande maggioranza dei casi solo fuffa. Servono solo a rendere instabili i mercati sulla base di indicatori tutt'altro che affidabili. Quando poi a fronte di certi numeri arrivano a dire che Apple, o qualsiasi altra azienda, ha deluso le aspettative allora significa che la loro credibilità è pari a zero....