Ieri sera Apple ha annunciato i risultati finanziari relativi al secondo trimestre dell’anno fiscale 2014. I numeri hanno superato nettamente le aspettative degli analisti, che dipingevano un quadro a tinte fosche che non si è materializzato. Durante la conference call che è seguita agli annunci Tim Cook e il futuro CFO Luca Maestri hanno fornito numeri aggiuntivi e risposto alle domande degli analisti. Ecco di seguito un riassunto delle parti salienti della conference call.
Saluto a Peter Oppenheimer. In apertura di conference call Tim Cook ha approfittato dell’occasione per salutare ufficialmente Peter Oppenheimer, CFO dell’azienda, che andrà in pensione a settembre. “Peter,” ha detto Cook, “non ha mai sbagliato una guidance (previsione di fatturato n.d.t.) in dieci anni. Deve essere un record fra i CFO”.
Il prossimo CFO sarà l’italiano Luca Maestri, già corporate controller dell’azienda, che ieri era presente ed ha debuttato nel ruolo che è stato di Oppenheimer, illustrando gli aspetti più prettamente finanziari della conference. L’accento italiano del nuovo CFO è stato motivo di velato orgoglio che su Twitter in tanti hanno notato e segnalato.
I numeri di iTunes. I numeri di iTunes, dell’App Store e più in generale della divisione Internet Services che fa capo a Eddy Cue continuano ad impressionare.
Nel corso dei primi tre mesi del 2014 gli utenti hanno speso 5,2 miliardi di dollari su iTunes, con una crescita del 24% anno su anno. E’ addirittura di più di quanto registrato nel primo trimestre fiscale dell’anno, che comprendeva le vacanze natalizie. Il merito è della crescita in tripla cifra registrata in Cina, ha detto Cook.
Gli account di iTunes sono al momento 800 milioni, la maggior parte con carte di credito collegate al servizio. Erano 575 milioni solamente a giugno. 225 milioni di utenti in più in meno di un anno sono un numero enorme, che rappresenta un eccellente tasso di crescita.
Acquisizioni. Interrogato sulle acquisizioni operate da Apple, Tim Cook ha confermato che ve ne sono state ben 24 nel corso dell’ultimo anno e mezzo, molte più di quante “scoperte” dai media. Circa la metà sono note al pubblico, mentre le restanti non sono mai finite sotto i riflettori. In molti casi si tratta probabilmente di acquisizioni piccole che possono rientrare nelle “altre spese” indicate nei report finanziari.
Tutte sono comunque acquisizioni finalizzate ad incorporare know how strategico per i prodotti Apple.
Apple TV. In risposta da una domanda di un’analista, Tim Cook ha confermato che il set top box di Apple non è più un hobby. Sono più di 20 milioni le Apple TV vendute fino ad oggi e rappresentano una user-base di rilievo. La concorrenza di Amazon e Google non spaventa il CEO Apple, che lascia intendere come gli accordi per i contenuti non manchino.
iPhone switchers. Cook ha confermato durante la call che la maggior parte degli utenti che acquista un iPhone di fascia bassa, per così dire, proviene da una precedente esperienza Android.
Sono switcher il 60% degli utenti che hanno comprato un iPhone 5c e il 62% di coloro che hanno scelto un iPhone 4S.
I due telefoni hanno dunque un ruolo importante nell’offerta iPhone attuale. E’ molto bassa invece la percentuale di iPhone 4 acquistati, Cook ha parlato di percentuale in singola cifra.
Il ruolo di questi telefoni, prezzati secondo il CEO in relazione al loro reale valore, è dunque quello fondamentale di catalizzatori per utenti che ancora non hanno potuto accedere all’universo iPhone e all’ecosistema Apple.
Sul calo dell’iPad. Non è passato inosservato il fatto che l’iPad abbia segnato un sensibile calo in questo trimestre. Cook ha risposto ad una domanda su questo aspetto riferendo varie note positive che arrivano da più di un’indicatore.
La diffusione dell’iPad nelle aziende, ad esempio, è molto alta. Il 98% delle aziende dell’indice S&P 500 utilizza l’iPad internamente e sviluppa applicazioni specifiche per il proprio business. I numeri di vendita per il trimestre sono nella fascia alta rispetto a quanto atteso da Apple internamente, ha detto Luca Maestri.
Cook ha poi aggiunto che l’iPad registra il 98% di customer satisfaction, un record assoluto nel mercato dei tablet. L’implicazione di questa affermazione potrebbe essere alla base della natura altalenante dei numeri trimestrali, visto che il ciclo di vita di un’iPad è decisamente più lungo (e simile a quello di un Mac) rispetto al ciclo di vita di uno smartphone come l’iPhone.
Questi ed altri fattori rendono Cook particolarmente fiducioso nel grande successo a lungo termine per l’iPad, indipendentemente dai numeri registrati nel singolo trimestre. Da non dimenticare per altro che il numero di iPad già venduti dal 2010 ad oggi ha toccato quota 210 milioni.
Il calo di iPad potrebbe essere ascritto a diversi fattori.
Il primo è che questo dispositivo ha avuto, in pochissimi anni, tassi di crescita spaventosi che naturalmente non è possibile mantenere all’infinito. Il solo fatto che in quattro anni abbia venduto il doppio di quanto iPhone sia riuscito fare nello stesso lasso di tempo non è cosa da poco.
C’è poi da tenere in considerazione che, per molti, il tablet sta diventando il dispositivo primario di computing, quindi anche i cicli di vita tendono ad allungarsi di alcuni anni come per i PC tradizionali. C’è ancora chi usa con soddisfazione il primo iPad e non intende cambiarlo a breve.
Anche in termini di maturità del prodotto, penso che iPad sia “cresciuto” molto più rapidamente di iPhone. Per arrivare ad un prodotto maturo come l’Air ci sono volute in fin dei conti poche iterazioni.