A quale agenda risponde il Financial Times? E’ una domanda che viene da porsi, a leggere l’articolo pubblicato ieri dal noto giornale finanziario inglese con cui viene data praticamente per certa una “multa per svariati miliardi di euro” ai danni di Apple.
Il capo d’imputazione sarebbe ancora una volta l’elusione fiscale: Cupertino avrebbe approfittato di regimi agevolati in Irlanda che, secondo l’Unione Europea, potrebbero configurarsi come aiuti di stato illegali. Il Wall Street Journal però parla di prima informazioni su un’indagine in corso (partita a giugno) e contraddice il Financial Times: l’EU non rivelerà alcuna sanzione, perché l’entità degli arretrati in tasse da versare non sarebbe ancora calcolata, o, in ogni caso, sarà materia privata da discutere prima con le parti interessate.
Altro aspetto molto interessante: l’indagine in corso non riguarda solo Apple. E’ una più ampia operazione che coinvolge anche altri giganti del calibro di Fiat e di Starbucks. Il Financial Times parla di multa e indagine su Apple e altre aziende, ma i termini della questione sembrano ben altri.
L’indagine avviata dalla UE in giugno non mette sotto accusa Apple e le altre aziende, ma serve a valutare la natura degli accordi stretti dalle multinazionali con i governi di Stati Membri quali l’Irlanda, l’Olanda e il Lussemburgo.
E se per il Financial Times Bruxelles “accuserà” Apple, per il Wall Street Journal non avverrà nulla di tutto ciò:
“La commissione pubblicherà già lunedì (oggi, n.d.t.) la sua cosiddetta opening decision sul caso Apple,” scrive il Journal, “spiegando perché ritiene che due accordi fiscali stretti fra l’azienda statunitense e il governo irlandese – nel 1991 e nel 2007 – equivalgono ad aiuti di stato illegali.”
In sostanza quello che si saprà oggi è cosa ne pensa l’UE, dopo tre mesi di indagine, di accordi fiscali in atto nell’Unione, al fine di informare soggetti di terze parti (le aziende coinvolti) circa il loro status in merito. E la “multa”? Pare che non ci sarà nulla di tutto ciò: formalmente non si tratterà neppure di una multa. I miliardi di sanzione paventati dal Financial Times potrebbero configurarsi al massimo come una richiesta di tasse arretrate.
In ogni caso, secondo esperti del settore citati dal Wall Street Journal, oggi non si conosceranno dettagli privati come le somme che eventualmente sarebbero in ballo. L’unico commento ufficiale da parte di Apple è quello che Luca Maestri, CFO di Apple, ha affidato al FT, negando che fra Apple e l’Irlanda vi siano mai stati accordi che si possano configurare come aiuti di Stato illegali.
L’articolo del Financial Times, quale che sia la sua esattezza, sembra però aver già sortito il suo effetto, con AAPL che perde l’1,30% nel pre-market nel momento in cui scriviamo.
Il problema di non citare la fonte è molto diffuso, ma questo blog potrebbe tenere lezioni, soprattutto l’autore di questo articolo, scorretto fino all’inverosimele