Il prossimo incontro degli azionisti Apple si terrà mercoledì 23 febbraio nella consueta cornice dell’edificio 4 del Campus di Cupertino, meglio noto come Town Hall.
All’ordine del giorno ci sono, come tutti gli anni, la rielezione del consiglio di amministrazione e la ratifica di Ernst & Young come revisore dei conti dell’azienda.
Il meeting non sarà solo routine, però, perché in votazione finiranno anche altre due proposte “antagoniste”. Una voluta dal fondo pensione CalPERS che chiede di rivedere il sistema di rielezione dei membri del Board ed una inoltrata dal Central Laborers’ pension fund che punta a rendere pubblico un piano di successione per l’iCEO.
Della richiesta del CalPERS avevamo già parlato approfonditamente prima di Natale. La richiesta è chiara: il fondo pensione ritiene che l’attuale metodo di rielezione dei membri del board (confermati anche da un singolo voto positivo) vada sostituito da un sistema a maggioranza standard. In questo modo, sostiene il CalPERS, gli azionisti avrebbero la possibilità di giudicare in maniera efficace l’operato di ogni consigliere di amministrazione attraverso il loro voto.
Anche il Central Laborer’s Pension Fund ha sottoposto all’attenzione degli azionisti una shareholders resolution che tocca un punto assai dolente: chi verrà dopo Steve Jobs?
A rivelare la richiesta e la posizione fortemente contraria di Apple è l’azienda stessa nel suo Proxy Statement 2011 (il report finanziario su compensi dei dirigenti e altre questioni di interesse per gli azionisti) depositato presso la SEC lo scorso venerdì.
Nel documento Apple spiega nel dettaglio i motivi per cui invita tutti gli shareholders a votare contro la proposta. Il Board, si legge, ha già ben noto un piano di successione dettagliato e sempre aggiornato, ma ritiene che non sia possibile rivelarlo perché la concorrenza ne otterrebbe un “vantaggio ingiusto”.
Altre aziende dell’IT, ad esempio, potrebbero tentare di strappare ad Apple dei dirigenti chiave presenti in una eventuale “lista dei papabili”. Allo stesso tempo altri dirigenti, non presenti nella lista ma comunque importanti, potrebbero decidere di andarsene per perseguire altrove le proprie ambizioni di carriera.
Infine secondo Apple la proposta “tenta di micro-gestire e forzare le azioni del Board” senza che venga fornita la flessibilità necessaria per adattare le politiche di successione a eventuali cambiamenti inattesi del mercato.
Saranno gli azionisti, con il loro voto del 23 febbraio, a decidere se dare ragione ai due fondi pensione o ad Apple.
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