Vi siete mai chiesti come fanno gli analisti finanziari che si occupano di Apple ad ottenere informazioni su un’azienda così attenta alla propria segretezza con le quali stilare report spesso sballati ma comunque profumatamente pagati dai clienti della loro firm? In molti casi si limitano a declinare in analistese i rumor di pubblico dominio presi dal MacWeb, sicuri che tanto i loro clienti non leggono i siti in questione. Altri professionisti un po’ più seri invece si muovono su più piani e in particolare praticano i cosiddetti “channel checks“, controlli sulla catena produttiva che possono rivelare indiscrezioni sui futuri piani di Apple.
Il Wall Street Journal segnala che la SEC avrebbe “attenzionato”, per usare un pessimo termine poliziottesco nostrano, alcune firm per capire se in qualche modo questi “channel checks” possono essere considerati insider trading, vista l’estrema sensibilità di un titolo come AAPL a qualsiasi rumor, vero o falso che sia.
In poche parole, l’organo di controllo U.S.A. vuole capire che cosa fanno gli analisti per procurarsi le proprie informazioni e sta studiando se il concetto di insider trading si possa estendere anche a situazioni in cui le informazioni siano più “volatili” rispetto ai casi classici in cui il manager o chi per lui specula sulla base di informazioni su fusioni, acquisizioni et similia che dovrebbero essere note solamente agli “insider”.
Nel caso specifico il problema è che i fornitori di Apple, così come quelli di altre aziende del settore dell’elettronica di consumo, sono praticamente tutti obbligati legalmente alla segretezza. Se gli analisti si procurano informazioni sulla produzione pagando alcune figure che della catena sono parte attiva, ecco che sorge un problema.
Non c’è ancora alcuna lista degli indagati, e pare che la SEC stia più cha altro conducendo una ricerca “esplorativa” generale, ma i casi di fluttuazioni di AAPL legati alla rivelazione di presunte informazioni riservate da parte degli analisti sulla base dei cosiddetti “channel checks” non sono affatto rari. Il più recente, citato dal Wall Street Journal, riguarda Ashok Kumar della Rodman & Perkins. L’analista, in una nota ai propri clienti diffusa il 12 novembre suggeriva, sulla base di questi controlli, che le vendite di iPad nel prossimo trimestre potrebbero essere deludenti. La notizia, per quanto non confermata, ha innescato una corsa alla vendita del titolo di Apple. E’ bene dire che questo è solo un esempio e al momento né Kumar né la sua firm sono direttamente indagati dalla SEC.
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