A questo giro non ci sarà una guidance specifica. In occasione della precedente conference call il CFO Peter Oppenheimer non ha fornito alcun dato prefissato, come invece avveniva sempre, ormai da anni, e si è limitato a indicare una “forchetta” compresa fra i 41 miliardi e i 43 miliardi di dollari di possibile fatturato per il trimestre, con un margine lordo compreso fra il 37,5% e il 38,5%.
Come vi avevamo già segnalato qualche tempo fa, gli analisti ritengono che non vi sarà alcun calo del fatturato (il consensus è di 42,77 miliardi) ma l’abbassamento del margine lordo, con un calo drastico rispetto al margine record del Q2 2012, comporterà con ogni probabilità una diminuzione dei profitti anno su anno. C’è chi sostiene che tale scenario non dovrebbe destabilizzare troppo Wall Street, perché il titolo AAPL ha già “scontato” la pena in anticipo con il crollo del valore delle azioni da ottobre a oggi.
In realtà è davvero difficile prevedere che cosa succederà. C’è da dire che se per qualche ragione gli analisti non dovessero azzeccare le proprie stime al ribasso e i profitti non dovessero far segnare una decrescita rispetto a 12 mesi fa, Wall Street potrebbe rispondere al contrario molto positivamente. Del resto in quel caso Apple avrebbe certamente superato quelle aspettative (esterne ed incontrollabili) che in passato hanno contribuito a intaccare il valore di AAPL nei giorni di contrattazione successivi agli annunci fiscali.
Adesso non ci resta che attendere il 23 aprile per i dati ufficiali che toglieranno ogni dubbio. Nel frattempo da parte degli analisti arriveranno, come di consueto, stime e ipotesi “più precise” e dettagliate sulle vendite dei prodotti.